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Creato da: suede68 il 05/04/2005
Il FORUM LIBRI crea racconti da commentare. Laboratorio di scrittura per chi ha voglia di cimentarsi, vetrina per coloro che già sanno scrivere, ma soprattutto palco incontrastato per seguire le avventure dei protagonisti del romanzo rosa più trash dell'anno (fino al prossimo!): Come le palme al sole! Rosa shocking è il suo colore naturale ;-))) PS: per chi volesse inviare racconti (nn per forza rosa-trash), scrivere a: suede68@digiland.it CIAO MITICI!!!

 

 

Never mind the bollocks!

Post n°68 pubblicato il 05 Maggio 2009 da suede68
 
Tag: Musica!

Buongiorno fanciulli,
eccoci di nuovo per continuare la scoperta dei gruppi che più hanno contribuito a stravolgere e cambiare radicalmente la scena musicale degli anni in cui furono in attività.
Oggi ci tocca, sì proprio loro, i ragazzacci inglesi che misero le spille sulla faccia della regina d'Inghilterra, gli inventori del genere PUNK, che con un solo album all'attivo trasformarono davvero il mondo e il modo di concepire la musica: i Sex Pistols, le pistole del sesso, per farne una traduzione letterale, con tutte le allusioni erotiche possibili. Per chi ha letto i diari di Kurt Cobain (quel poco che la "signora" Love ha concesso al mondo, probabilmente perché troppo compromettenti per lei), sa perfettamente che persino il grunge di Seattle era una derivazione diretta di questi quattro giovanissimi disadattati londinesi.
Sarò molto franca con voi: non impazzisco per i Sex Pistols, furono un'operazione commerciale fatta e finita di quel gran furbacchione del loro manager Malcom McLaren. Non sono originale nel dire che i veri punk furono altri, già tante parole ha ben speso Morgan nell'ultima edizione di X-Factor nell'erudire il pubblico italiano su cosa sia la musica, quindi non la terrò lunga su questo aspetto. Anch'io concordo con lui che furono più "punk" i Depeche Mode rispetto ai Sex Pistols, ma questo articolo è comunque doveroso, se non altro per l'unica vittima di questo fenomeno, l'unico vero punk del gruppo: Sid Vicious.
Brevi cenni biografici:
i Sex Pistols nascono nel negozio di abbigliamento di Malcom McLaren nel 1975 all'incirca. Il gruppo era composto da: Johnny Rotten, Steve Jones, Paul Cook, il primo bassista Glen Matlock di cui prese il posto Sid Vicious appunto.
Musicalmente c'è ben poco da dire: non sapevano suonare, non sapevano cantare, ma quello che produssero fu uno schiaffo in faccia alla musica pop e dance di quegli anni. Se David Bowie, come abbiamo visto precedentemente, lavorava ai fianchi della scena musicale internazionale trasformandosi in un alieno, i Sex Pistols, meno colti e forse troppo ingenui, si bruciarono mostrando il peggio di loro stessi.
I loro concerti finivano sempre in rissa, venivano ostacolati dalle autorità cittadine, eppure tutti volevano un pezzo dei Sex Pistols. Cambia la moda, con grande gioia dell'allora giovanissima e ambiziosa Vivienne Westwood che era la stilista ufficiale del fenomeno, ci si veste con jeans attillati, pantaloni di pelle, magliette strappate, spille da baglia in ogni dove. I capelli si straformano in creste gelatinate e teste rasate.
Il gruppo si sciolse nel 1978. In tre anni di attività avevano cambiato il mondo.


Sid Vicious (10/5/1957 - 2/2/1979)

Sid Vicious (John Simon Ritchie), in realtà un giovanotto timido ed impacciato, con un'infanzia dolorosissima alle spalle a fianco di una madre tossicodipendete, trascinato anch'egli nella droga dalla fidanzata Nancy Spungen, viene accusato di omicidio della stessa il 12 ottobre 1978. Dopo un festino a base di tutto quello che passava al convento, Sid si sveglia e trova Nancy ammazzata a coltellate nella loro stanza d'albergo. Troppo stordito per ricordarsi anche il suo nome, non sa fornire spiegazioni alla polizia. Viene incarcerato e per tre mesi rimane in cella, dove viene violentato ripetutamente e pestato dagli altri detenuti.
Appena esce, tre mesi dopo, organizza un festino a base di eroina. In carcere si è disintossicato, appena si sente libero ha bisogno di stordirsi per dimenticare le violenze, la morte di Nancy.
Era il 2 febbraio 1979, l'ultima notte di Sid Vicious. Aveva 21 anni.
E' la madre stessa a fornirgli la dose letale e ad iniettargliela, come recentemente testimoniato da un poliziotto americano e da un cronista inglese, amico di Sid, che ha raccolto le ultime parole della donna prima che anche lei morisse di overdose. Sid Vicious non voleva tornare in carcere, assolutamente. Domandò alla donna che gli aveva dato la vita di porvi anche fine. E lei acconsentì.

Li ascoltiamo nella mia canzone preferita: Anarchy in the UK http://www.youtube.com/watch?v=5azestHEYIg ATTENZIONE! Questo video contiene immagini di Sid Vicious sanguinante, chi è debole di stomaco è pregato di evitare.

 
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Repetita juvant :)

Post n°67 pubblicato il 29 Aprile 2009 da suede68
 
Tag: Musica!

Cari amici che mi leggete, in un altro sito sto portando avanti una sorta di rubrica musicale e mi sono detta... perché non riportala anche nel mio blog?
In fin dei conti, sono sempre io l'autrice e quindi sono proprietaria delle mie parole (almeno quelle!) e ne faccio quel che voglio.
Ecco allora la prima puntata.

Buongiorno,
iniziano oggi le trasmissioni di un nuovo programma radiofonico dal nome "Suede contro Suede" (Pelle contro Pelle, non c'entra la Svezia) dedicato a tutto ciò che ha rotto con la tradizione e i manierismi.
Un percorso che attraverserà le radici del punk per arrivare al dark al glam rock ed infine al soft punk.


Si inizia con colui che tutto può, l'extraterrestre caduto sul nostro misero pianeta, il demiurgo che ha forgiato nuovi generi musicali, colui che ha portato la cultura alta verso il rock e il rock verso la cultura alta, il deus ex machina che riesce sempre a sorprendere con nuovi "marchingegni" musicali, la musa di gruppi che ancor oggi fanno scalpore, dai Suede ai Placebo, insomma, signori, teniamola breve: David Bowie, un nome, una garanzia.

Qualche cenno biografico veloce e poi ce lo andiamo ad ascoltare.
David Robert Jones in arte David Bowie nasce l'8 gennaio 1947 a Brixton (ricordiamo The guns of Brixton dei Clash, ma questo lo vedremo più avanti). Appassionato di musica fin dall'infanzia, in gioventù iniziò a far musica in gruppi diversi. I suoi ispiratori furono Elvis Presley, Fats Domino, Little Richard, John Coltrane e tutto quello che allora giungeva dall'America come una novità assoluta.
Il successo arriva fra il 1972 e il 1973, quando David si trasforma in Ziggy Sturdust e con questo nuovo look stravagante inventa quello che poi sarà il glam rock. Space oddity era uscita qualche anno prima ma era stata un fallimento. Pazzesco solo pensarlo oggi. Sempre veloce alle trasformazioni, ecco che nasce il Duca Bianco (thin white duke) e con la trilogia berlinese (Low, Heores e Lodger) la consacrazione definitiva a star internazionale e a musa per le nuove generazioni.
Molteplici le collaborazioni illustri (Brian Ferry, Queen, Placebo, Suede), attore cinematografico, artista a tutto tondo, polistrumentista, David Bowie rimane ancor oggi un punto di riferimento per chiunque faccia musica.

Curiosità: la leggenda metropolitana degli occhi di colore diverso, per alcuni conferma della sua natura aliena, va leggermente smitizzata: la causa molto più prosaica fu un pestaggio la cui conseguenza fu la pupilla dell'occhio sinistro perennemente dilatata.

Ascoltiamoci Heroes, forse Il Capolavoro in assoluto, a cui è legato un episodio interessante per gli amanti. David Bowie partecipò in un piccolo cameo nel film "Christiane F., noi i ragazzi dello zoo di Berlino", dove lo si vede in concerto cantare proprio Heroes.
Bando alle ciance e fiato alle trombe:
http://www.youtube.com/watch?v=keoJMgD5QZQ

 
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La lettrice bugiarda - Brunonia Barry

Post n°66 pubblicato il 30 Marzo 2009 da suede68
 

Successo nato dal passaparola in rete, questo giallo merita tutto il riscontro che sta ottenendo.
L'autrice, Brunonia Barry, è una giovane scrittrice con le idee molto chiare e a mio avviso con un discreto talento, se le prossime opere confermeranno la qualità di questo primo romanzo ovviamente.
La storia narra le vicende delle donne Whitney, nate e residenti a Salem, lettrici di pizzo e considerate streghe. Cosa significa leggere il pizzo? L'abilità e peculiarità del ramo femminile della famiglia sta nel sapere leggere il futuro delle persone nelle trame del pizzo.
La protagonista, più nello specifico, è Towner l'ultimadiscendente, la cui vita è stata traumizzata dal suicidio della sorella gemella Lindley, la quale appena adolescente si getta dalla scogliera dell'isola in faccia a Salem. Abusata dal padre, divenuta per questo labile mentalmente, tradita dal fidanzatino Jack, Lindley non regge e sceglie la via della morte. Towner viene poi ricoverata, dopo latragedia, in un ospedale psichiatrico dove domanda espressamente di essere sottoposta ad elettroshock per poter dimenticare. Per fuggire ancora più lontana dalla sua particolare famiglia e dal ricordo comunque presente della gemella, scappa in California fino alla strana morte della zia Eva che la spinge a rientrare a Salem, per occuparsi delle ultime volontà dell'unica parente che l'abbia veramente amata, seguita e capita nel profondo.
L'ambiente a Salem non è cambiato: finte streghe che attraggono turisti alla ricerca del brivido o della lettura del futuro, case spiritate in ogni angolo, statue di padri fondatori della cittadina in odore di aver messo al rogo nei secoli precedenti giovani donne innocenti.
In tutto questo Towner deve ripercorrere, fra ricordi veri e allucinazioni rimaste dopo il trauma, la sua storia e quella della sua famiglia, riscoprire vecchie ferite, affrontare nuovamente l'incubo delle violenze subite da Lindley e, alla fine, ritrovare la sua identità.
Il finale è completamente a sorpresa, inaspettato e da togliere il fiato.
Veramente una grandissima opera prima. Speriamo in un proseguo così brillante.

 
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Il potere dell'amore

Post n°65 pubblicato il 28 Marzo 2009 da suede68
 

 

 
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Egon Schiele "Ritratto di artista"

Post n°64 pubblicato il 12 Marzo 2009 da suede68
 

Egon Schiele, Ritratto di artista, SE, Milano, 1999

Per comprendere a fondo la poetica di uno dei più grandi pittori del '900, Egon Schiele (1890-1918), è necessario leggere questo libro che è una raccolta di suoi scritti: lettere, poesie, prose e un diario tenuto dall'aprile al maggio 1912, quando fu incarcerato. E' interessante anche per chi non è appassionato di pittura, perché le lettere, in particolare, rappresentano uno spaccato della Vienna dove contemporaneamente vissero Klimt, Kokoschka, Munch, ma anche Freud, Schnitzler, Loos, Schönberg, insomma la Vienna delle Secessioni e dell'Espressionismo in particolare, sia dal punto di vista artistico, musicale, architettonico, letterario, ma anche la Vienna che vide nascere la psicoanalisi.
Il tutore di Schiele scrive che era una Vienna che vedeva "la vita come una malattia che porta alla morte". Sicuramente questa descrizione ben rappresenta la breve esistenza del pittore.
Refrattario ad ogni insegnamento che non fosse pittorico, allievo di Klimt, amante dell'arte figurativa non accademica, non di maniera, ma concreta, quella che rappresenta i brutti, i malati, i pazzi, i corpi contorti, le dita deformi, le brutture del genere umano, i corpi nudi intrecciati fino allo spasimo, Schiele visse come dipingeva: sempre di corsa, sempre a caccia di denaro per avere anche un solo pezzo di tela sui cui dipingere, sempre ai limiti, fino ad arrivare all'arresto per aver convissuto in concubinato con la sua modella e non aver nascosto un disegno di nudo di fronte ad alcuni bambini che gli facevano da modelli.
La sua esistenza fu tragica fin dall'infanzia quando perse il padre e come tutore si ritrovò lo zio Leopold che fece di tutto per ostacolare la vena artistica del giovane Egon. Morì a soli 28 anni di febbre spagnola, tre giorni dopo l'amatissima moglie Edith, la quale era al sesto mese di gravidanza. Insomma tragedia nella tragedia: prima di morire dovette anche affrontare il dolore della perdita di moglie e figlio.


Il bello delle lettere è vedere il mondo con gli occhi di un artista ed è leggendole che ci si rende conto della differenza di percezione che c'è fra una persona mediamente "normale" e colui che ha il dono dell'arte. Schiele scrive che gli artisti fra di loro si esprimono con un linguaggio incomprensibile per gli altri ed è vero, i suoi scritti lo dimostrano. Dalle lettere trasuda l'urgenza del potersi "spiegare" pittoricamente al mondo, scrive a tutti chiedendo denaro su denaro per poter avere dei colori, delle matite, della carta e si arrabbia quando vende le sue opere, su cui egli ha tanto sudato e lavorato, per quattro soldi bucati.
La percezione che ha lui della natura, le sfumature di colore che descrive, gli umori della terra di cui sente gli effluvi, il sentirsi incarnato in un fiore, personalmente sono sensazioni che non ho mai provato, anche quando guardavo incantata un panorama meraviglioso. Schiele scrive che l'artista è un eletto perché Dio gli ha fornito il più raro e prezioso dei doni. Leggendo le sue righe, sono sincera, ho profondamente "invidiato" questo dono e questa compenetrazione fra sentimento, percezione e natura.


 
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