ricevo e segnalo volentieri

Post n°115 pubblicato il 09 Giugno 2007 da eleperci
 
Tag: news

Antonio Vivaldi. Passato e futuro

Convegno internazionale di studi e concerti

 

Venezia, 13 – 16 giugno 2007

 A dieci anni di distanza dall’ultimo importante convegno dedicato ad Antonio Vivaldi, svoltosi alla Fondazione Giorgio Cini nel febbraio 1997, si terrà a San Giorgio Maggiore il Convegno internazionale di studi: Antonio Vivaldi. Passato e futuro, che vedrà riuniti i più importanti specialisti vivaldiani provenienti da tutto il mondo, con l’obiettivo non solo di stilare un bilancio del lavoro finora compiuto, ma soprattutto di tracciare le linee portanti della musicologia vivaldiana negli anni a venire.

Per l’occasione, l’Istituto Italiano Antonio Vivaldi della Fondazione Giorgio Cini organizza inoltre quattro concerti aperti al pubblico in quattro significativi luoghi della città strettamente collegati agli argomenti trattati durante le giornate dei lavori:

Mercoledì 13 giugno, ore 21

Fondazione Giorgio Cini, Sala degli Arazzi

Da Brescia a Venezia. La nascita del concerto veneziano

Musiche di Albinoni, Marini, Marcello, Taglietti e Vivaldi

Sonatori de la Gioiosa Marca


Giovedì 14 giugno, ore 21

Basilica dei Frari

Antonio Vivaldi

I Dixit Dominus a un coro, RV 595 e RV 807

Monique Zanetti, Francesca Lombardi, Susanna Moncayo

Ian Honeyman, Mario Cecchetti

Ensemble vocale «Il canto di Orfeo»

Ensemble «Pian & Forte»

Direttore: Francesco Fanna


 

Venerdì 15 giugno, ore 21

Ca’ Rezzonico, Salone da ballo

Antonio Vivaldi

Arie dall’opera Atenaide, RV 702-B

Romina Basso, Guillemette Laurens

Modo Antiquo

Direttore: Federico Maria Sardelli


 Sabato 16 giugno, ore 19

Chiesa della Pietà

Le composizioni per il coro delle Putte della Pietà

Musiche di Donato, Merulo, Perisonne e Vivaldi

Schola Pietatis Antonio Vivaldi

Direttore: Richard Vendome


Tutti i concerti saranno a ingresso libero, tranne il concerto del 14 giugno alla Basilica dei Frari.


Il convegno Antonio Vivaldi. Passato e futuro si articolerà in cinque sessioni destinate ad abbracciare le principali aree della ricerca vivaldiana: aspetti biografici e documentari (coordinatore: Pierluigi Petrobelli); la musica strumentale e la musica vocale sacra e da camera (coordinatore: Michael Talbot); la musica vocale teatrale (coordinatore: Reinhard Strohm); rapporti fra musicologia vivaldiana, esecuzione e ricezione (coordinatore: Roger-Claude Travers); problemi di catalogazione e cronologia (coordinatore: Peter Ryom). Ingresso libero.

 


Mercoledì 13 giugno

Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore - Sala Barbantini

 ore 11.30
Apertura dei lavori

Pasquale Gagliardi, Segretario Generale della Fondazione Giorgio Cini

Francesco Fanna, direttore dell’Istituto Italiano Antonio Vivaldi

Peter Ryom, La situation actuelle de la musicologie vivaldienne

ore 14.30   
Presiede Pierluigi Petrobelli
Aspetti biografici e documentari

Bella Brover-Lubovsky, Vivaldi and the Venetian Enlightenment
Roger-ClaudeTravers, La maladie de Vivaldi: critique de la thèse de 1981 de R.-C. Travers
Michael Talbot, Micky White, Pietro Mauro, detto "Il Vivaldi": Failed Tenor, Failed Impresario, Failed Husband, Acclaimed Copyist

ore 16.30
Tomislav Volek, Vivaldi e conti boemi Sporck, Morzin, Klenau, Wrtby, Collalto ed altri
Alessandro Borin, Vivaldi, Marcello e le nozze mancate di Filippo D’Assia Darmstadt
Paola Cirani, Vivaldi e la musica a Mantova. Documenti inediti e nuovi spunti di riflessione
Marie Cornaz, Vivaldi et la diffusion de sa musique dans les Pays-Bas autrichiens

Ore 21.00
Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore - Sala degli Arazzi
Concerto - Da Brescia a Venezia. La nascita del concerto veneziano.


Giovedì 14 giugno

Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore - Sala Barbantini

ore 9.30   
Presiede Michael Talbot
I concerti per violino

Fabrizio Ammetto,  I concerti di Vivaldi «con» (o «per»?) due violini «obligati» (o «principali»?)
Karl Heller, Phrasenbildung und Motivarbeit in den Soloteilen später Violinkonzerte Vivaldis
Olivier Fourés, Il violino vivaldiano. Punto di vista sulla «cultura del piacere»


ore 11.30
Le opere per violoncello

Bettina Hoffmann, Il violoncello solista nei concerti e nei drammi per musica di Antonio Vivaldi
Sebastian Zips, Die Ritornellform in den jeweils zweiten Sätzen der Cellosonaten RV 40 und RV 43
Donatella Paiano, Antonio Martinelli (c. 1702–82): un successore di Vivaldi alla Pietà


ore 14.30
Sala Barbantini
Presiede Michael Talbot
L’influenza vivaldiana fuori Venezia

Steven Zohn, Telemann the Vivaldian
Jehoash Hirshberg, Vivaldi, Vivaldianism, and Zani: Influence and Individuality
Václav Kapsa, Vivaldians in Bohemia: Instrumental Music by Composers connected with Count Morzin

ore 16.30
Sala Barbantini
Aspetti stilistici della musica di Antonio Vivaldi

Gregory Barnett, Reconstructing Vivaldi’s Tonal Perspective
Nicholas Lockey, Vivaldi and the Siciliana: Towards a Critical Appraisal
Rudolf Rasch, The Captions of "The Four Seasons" by Antonio Vivaldi

ore 14.30
Sala del Consiglio
Presiede Alessandro Borin
Vivaldi e la nobiltà

Berthold Over, La Cunegonda - Electress Therese Kunigunde of Bavaria and Cunegonda operas in Venice
Luigi Cataldi, L'incontro di Vivaldi con l'Imperatore Carlo VI a Trieste nel 1728
Herbert Seifert, Vivaldi in the 'Este' Music Collection of the Osterreichische Nationalbibliothek, Vienna


ore 16.30
Sala del Consiglio
La musica vocale di Antonio Vivaldi

Teresa Gialdroni, Vivaldi, la cantata e gli altri: ancora sul manoscritto di Meiningen Ed. 82b
Jasmin Cameron, An Acknowledgement of Sacred Music Conventions: Vivaldi's Et incarnatus and Crucifixus (RV 591)
Edward Corp, “La Senna festeggiante” reconsidered: some possible implications of its literary text

Ore 21.00
Venezia, Basilica dei Frari
Concerto - Antonio Vivaldi, I Dixit Dominus a un coro, RV 595 e RV 807

 


Venerdì 15 giugno

Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore - Sala Barbantini

ore 9.00
Presiede Reinhard Strohm
La musica vocale teatrale

Milada Jonasová, Antonio Denzio - impresario, librettista e accomodatore di opere liriche in Praga
Ondřej Maček, Nuove scoperte sull'Argippo praghese
Maria Giovanna Miggiani, Due fratelli veneziani, Angelo e Pietro Mingotti, impresari
Frédéric Delaméa, La diffusion des airs d’opéra de Vivaldi au XVIIIème siècle: Intérêt et limites de l’apport des livrets

ore 11.00
Niccolò Maccavino, L'Imeneo in Atene di Nicola Porpora: Venezia 1726
Pier Giuseppe Gillio, Relazioni metriche tra testo poetico e testo musicale nel melodramma di Vivaldi
Jürgen Maehder, Il libretto del Motezuma di Vivaldi e la Conquista del Messico nel melodramma del Settecento
Marco Bizzarini, I segreti di Griselda: nuove riflessioni sulla collaborazione tra Vivaldi e Goldoni

ore 14.00
Coordinatore Roger-Claude Travers

Tavola Rotonda: Dal manoscritto all’edizione del testo
Enrico Careri, Sull'uso vivaldiano dei segni dinamici
Marco Beghelli, Che cosa ci dicono le «travature» vivaldiane?

Tavola Rotonda: La ricostruzione delle opere incomplete
Fabrizio Ammetto, Vivaldi "ricostruisce" Vivaldi: ipotesi di testo 'originale' dei Concerti RV 528, 774 e 775
Jean-Pierre Demoulin, Suggestions  pour compléter quatre œuvres dont on ne possède pas l’intégralité des sources
Frédéric Delaméa, La reconstruction des partitions lyriques incomplètes de Vivaldi: le cas Motezuma

Tavola Rotonda: L’Instrumentarium e i registri vocali
Jean-Charles Léon - Philippe Foulon, La problématique des reconstructions du violoncello «all’inglese» et du «Violino in tromba marina»: de la recherche à l’interprétation
Gilles Thomé,  Les «Claren», «Clarini» et «Clarinet» dans les œuvres de Vivaldi
Richard Vendome, Vivaldi’s liturgical music for La Pietà. Did women sing tenor and bass at pitch?

Tavola Rotonda: Alla Vivaldi
Cesare Fertonani, Il gusto del paradosso: a proposito di «Vivaldiana» di Gian Francesco Malipiero

Tavola Rotonda: La produzione musicale
Roger-Claude Travers – François Farges, La database des enregistrements vivaldiens. Enfin!
Gianluca Tarquinio, La diffusione dell’opera di Antonio Vivaldi attraverso le fonti sonore: la discografia a 78 giri
Alberto Basso- Susan Orlando, The Vivaldi Edition

ore 21.00
Venezia, Ca’ Rezzonico, Salone da ballo
Concerto - Antonio Vivaldi, Arie dall’opera Atenaide, RV 702-B


Sabato 16 giugno

Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore - Sala Barbantini

ore 9.00
Coordinatore Reinhard Strohm

Tavola Rotonda: L'opera Veneziana al tempo di Vivaldi: nuove direzioni di ricerca

Reinhard Strohm, Introduzione
Eleanor Selfridge-Field, Dating Venetian Operas: Implications and Quandaries for Vivaldi Studies
Anna Laura Bellina, Generi del teatro musicale ai tempi di Vivaldi
Alessandro Borin, Dibattiti culturali a Venezia nel primo Settecento e la formazione del giovane Vivaldi

ore 11.00
Maria Ida Biggi, Soggetti, immagini e scenografie
Melania Bucciarelli, Soggetti, storie e immagini nell’opera veneziana al tempo di Vivaldi

Reinhard Strohm, From She-Devil to Recalcitrant Mother: the Female Voice in Vivaldi’s Operas
Francesca Menchelli-Buttini, Vivaldi e Hasse

ore 14.00
Coordinatore Peter Ryom

Tavola Rotonda: Problemi di catalogazione e cronologia

Peter Ryom, Les problèmes du catalogage et de la chronologie des œuvres
Paul Everett, Serving and Growing the Chronology Project: an interactive Online Database
Federico Maria Sardelli, Il Catalogo tematico delle ricorrenze musicali vivaldiane: uno strumento per i problemi di cronologia, attribuzione, analisi del metodo compositivo
Olivier Fourés, La chronologie vivaldienne, évaluation des outils de recherche
Pablo Queipo De Llano, Nuevas hipótesis cronológicas para RV 51, RV 53, RV 355 y RV 594

ore 18.00
Istituto Provinciale per l’infanzia «Santa Maria della Pietà»
Sala conferenze


Anna Maria Giannuzzi Miraglia, La Pietà: cultura secolare dell’accoglienza a Venezia tra tradizione e rinnovamento

Chiara Pancino, Le musiche per le Putte della Pietà: riordino dei manoscritti musicali del «Fondo Correr»

Visita al Piccolo Museo Antonio Vivaldi

Conclusione dei lavori

Ore 19.00
Venezia, Chiesa della Pietà
Concerto - Le composizioni per il coro femminile della Pietà


 

Informazioni:

Istituto Italiano Antonio Vivaldi

Isola di San Giorgio Maggiore - 30124 Venezia

tel. +39 041 2710220/259

fax +39 041 2710215

e-mail: vivaldi@cini.it 

www.cini.it

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 

Post N° 114

Post n°114 pubblicato il 30 Maggio 2007 da eleperci
 

APERTURA  CON  “TRISTANO E ISOTTA” DI WAGNER, SI CHIUDE CON “LA VEDOVA ALLEGRA” DI LEHÁR

Sulla Scala sale... l’operona e l’operetta

Omaggio con due titoli a Puccini nel 150° della nascita e alla Callas a trent’anni dalla morte

Ben 10 nuovi allestimenti su 14 titoli,  sul podio   la consueta alternanza tra grandi nomi: Dudamel, Harding, Gatti,  Chailly  e Maazel

di Elena Percivaldi

Sarà il Tristan und Isolde di  Wagner diretto da Daniel Barenboim ad aprire il prossimo Sant’Ambrogio la nuova stagione scaligera, una nuova produzione del Piermarini che vedrà protagonisti nei ruoli eponimi Ian Storey e Waltraud Meier, con regia di Patrice Chéreau e scene di Richard Peduzzi. «L’inizio della modernità musicale», come l’ha definita  il sovrintendente  Stéphane Lissner, presentando il cartellone 2007/2008, «un’operona» che sarà trasmessa in tutta Europa dal canale satellitare Arte e che incornicia, con l’operetta La vedova allegra di Lehár  che chiude il programma a ottobre e novembre, un cartellone  non particolarmente audace ma  ricco di nuovi allestimenti, ben 10 su 14 titoli, e che secondo Lissner «si avvia sulla strada di una  consapevole internazionalità, aprendo finestre sull'Europa e   muovendo nel pubblico una curiosità e un confronto verso il resto del  mondo».
Il Teatro, che ha un attivo di 1,5 milioni di euro  rispetto al disavanzo degli anni precedenti,  proporrà solo  un’opera di Verdi, il Macbeth (ad aprile), affidata alla bacchetta di Kazushi Ono (con Leo Nucci Macbeth e Violeta Urmana, sorprendente  Aida della scorsa inaugurazione, come la terribile Lady), mentre protagonista della stagione sarà  Giacomo Puccini, di cui nel 2008 ricorre il centocinquantesimo  anniversario della nascita:  in programma il Trittico (Tabarro, Suor Angelica, Gianni Schicchi) sotto la direzione di Riccardo Chailly con grandi nomi come Barbara Frittoli e Leo Nucci (marzo-aprile) e Bohème (luglio) diretta da Gustavo Dudamel nella classica regia di Zeffirelli, con James Valenti Rodolfo e Carmela Remigio Mimì.  
Altra protagonista sarà  Maria Callas, alla quale sarà dedicato un evento speciale il 16 settembre, trentesimo anniversario della sua morte:  un film in proiezione tre volte al giorno e  due mostre, una fotografica e una dei costumi di scena. Tre gli eventi della Scala che saranno trasmessi in diretta tv a dicembre: un'opera, un balletto e un concerto di musica sinfonica. Sarà  la stagione dei grandi registi di cinema e teatro, chiamati a dirigere alcune delle opere in cartellone: regista dell’Andrea Chénier di  Giordano sarà  Terry Gilliam, noto per Monty Python, vedremo come se la caverà.  Il canadese Robert Lepage dirigerà invece un nuovo allestimento del lavoro di Lorin Maazel - sul podio  -  1984 tratto dall’omonimo  romanzo di George Orwell.
Sul fronte “contemporaneo” la Scala offre poi il Cyrano de Bergerac di Franco Alfano (la prima andò in scena  nel 1936), affidato  tra gennaio e febbraio a Patrick Fournillier,    e Il prigioniero di Dallapiccola, in programma a maggio con Il castello del duca Barbablù di Béla Bartók diretti dal giovane Daniel  Harding.   Poi ancora, il Wozzeck di Alban Berg (febbraio e marzo) diretto da Daniele Gatti, l’Andrea Chénier di Giordano,  La vedova allegra di Lehár , nuova produzione diretta da Asher Fisch con scene, regia e costumi di Pier Luigi Pizzi, e Il giocatore di  Prokof’ev, altro nuovo  allestimento affidato a Barenboim per la regia, scene e costumi di Dmitri Tscherniakov.
 Notevole si preannuncia la Maria Stuarda di Gaetano Donizetti in una nuova produzione scaligera diretta da Antonino Fogliani per la regia, i costumi e le scene di Pizzi, che vedrà protagoniste due stelle come Anna Caterina Antonacci (Elisabetta) e Mariella Devia (Maria Stuarda). Per il Progetto Accademia, affidato ai giovani, dopo l’Ascanio in Alba dello scorso anno ancora Mozart, ma  Le nozze di Figaro, ad ottobre.   Infine, i balletti, che vedranno spesso in scena l’étoile Roberto Bolle: Il lago dei cigni (coreografia di Vladimir Bourmeister), un  Gala dedicato a Ciajkovskij,  Romeo e Giulietta  (Kenneth MacMillan),   Mediterranea (Mauro Bigonzetti, con étoile Massimo Murru), la Serata Petit con musiche di Bizet e Bach, infine  La Dame aux camélias (John Neumeier).
«Amiamo lavorare con artisti “di pensiero”  -ha  spiegato Lissner - che pongono domande sul nostro tempo, che  costruiscono un’identità. Per questo la stagione propone molte  storie “formative”, che stanno alla base dei valori di ogni tempo e  che possono, forse, contribuire alla crescita delle nuove generazioni,  a far riflettere e discutere».  Ricco il programma delle Ospitalità, che, ha affermato Lissner, «conferma svolte già annunciate. Tornerà l’Orchestra  Verdi: ne prevediamo un concerto in settembre, perchè ci rifiutiamo  di pensare che questa orchestra possa chiudere. Tornerà  il Quartetto, che con la Scala ha una storia lunga e  solida, con un recital di Alfred Brendel».   Infine,  presente la Società dei Concerti con un recital di  Maurizio Pollini: «Avremo -ha concluso Lissner - Appuntamenti al Mito  (la Israel Philharmonic diretta da Zubin Mehta) e di Milano Musica». E le aperture delle prossime stagioni? Nel  2008 Don Carlos di Verdi, nel 2009 Carmen di Bizet, nel 2010 La valchiria di Wagner.

***

Se Milano propone  solo Macbeth, il Bibiena apre con Simon Boccanegra e prosegue col Requiem

 E  Bologna  invece  punta su Verdi

Se Milano  apre con il grande tedesco, Bologna risponde con il geniale emiliano. Pare un ritorno di fiamma della polemica musicale tra antico e moderno, tra nordico e mediterraneo, tra Wagner e Verdi. Comunque sia, se la Scala inaugura il cartellone con l’atonale, antitradizionale   Tristano e Isotta, il Bibiena propone invece  la severa e quasi espressionistica partitura del Simon Boccanegra, opera che Verdi compose nel 1857 (e fu un fiasco) e rimaneggiò con maggior successo un quarto di secolo dopo. Un derby in piena regola, insomma, anche per quanto concerne il numero di  nuovi allestimenti e debutti artistici, ben 6 su 9 a Bologna,  10 su 14 a Milano, e per la giovane età di alcuni direttori d’orchestra: Dudamel e Harding a Milano, Michele Mariotti (28 enne) nella “prima” a Bologna.  Al Bibiena, però, rispetto al Piermarini, c’è un’altra novità:  il ritorno del balletto sul palcoscenico. E col fatto che alcuni spettacoli saranno poi ospitati in vari Teatri della Regione, contribuendo a una collaborazione di grande importanza strategica, si può dire che per una volta anche la cosiddetta “provincia” ottiene la sua riscossa sulla grande metropoli, con ben poco da invidiare ad essa.
L’inaugurazione, il 13 novembre, è come detto col  Boccanegra di Verdi  affidato alla brillante bacchetta di Mariotti,  affiancato dal regista Giorgio Gallione, uno dei più interessanti della sua generazione. Poi tocca, il 29 novembre, allo  Schiaccianoci di Ciajkovskij,   che mancava dal Bibiena dal 1954.  Orphée et Eurydice di  Gluck torna dopo trent'anni  nel nuovo allestimento coprodotto con l'Opéra National di Montpellier, l'8 gennaio 2008 con un debutto, quello di Roberto Alagna. Il 23 febbraio  ecco  Lucia di Lammermoor di Donizetti diretta da  Antonello Allemandi.  Il 16 marzo (replica il 18) arriva  il Requiem di  Verdi diretto da Georges Prêtre,  per la prima volta a Bologna. Il 29 marzo andrà in scena The Beggar's Opera  nella provocatoria regia di Lucio Dalla. Il 29 aprile vedrà l'atteso debutto di Daniela Dessì in Norma di  Bellini, che mancava  dal ’95. Il 31 maggio chiusura  con Samson et Dalila di Saint-Saëns.  Un programma, altrochè,  di tutto rispetto.
E. P.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 

Post N° 113

Post n°113 pubblicato il 17 Maggio 2007 da eleperci
 
Tag: Notizie

immagineRIAPRE A VINCI IL MUSEO IDEALE CON TRE DIPINTI INEDITI DI BOTTEGA LEONARDESCA

 Per la prima volta, alla  riapertura sperimentale del Museo Ideale Leonardo di Vinci (Firenze),  domenica 20 maggio, dalle ore 17 in poi, si potranno ammirare tre  dipinti originali e sconosciuti eseguiti nella bottega del genio  rinascimentale nei primi anni del Cinquecento. Finora queste opere nel segreto di collezioni private erano attribuite allo stesso Leonardo o  al Melzi, al Giampietrino e a Cesare da Sesto.
   E sempre per la prima volta saranno esposte nel Museo Ideale,  che è stato appena restaurato, molte opere straordinarie legate al  mito di Leonardo da Vinci: da due emblematici “Nodi Vinciani” del  1506-1508, xilografati da Albrecht Durer su disegno dello stesso  autore della “Gioconda”, a nuovi modelli di progetti leonardiani  realizzati come opere di arte-scienza.
   In occasione della riapertura del Museo Ideale, diretto dal  professor Alessandro Vezzosi, saranno illustrate anche le ricerche  sulle impronte digitali presenti nei dipinti dell’artista.scienziato e sarà presentato il quattrocentesco “ritrecine di Leonardo” (la  turbina idraulica del mulino) in relazione a un documento del 1478  (recentemente ritrovato nell’Archivio di Stato di Firenze e pubblicato da Vanna Arrighi). Alla cerimonia interverrà anche Carlo Pedretti,  appena rientrato da Los Angeles, dove dirige l’Hammer Center Studies,  uno dei maggiori centri internazionali di studi leonardiani.
 
   Domenica 20 maggi, alle ore 18.30, a Vinci la manifestazione di  riapertura del Museo Ideale si trasferirà nel “Giardino di  Leonardo”, sezione a cielo aperto dello stesso museo, dove  germogliano e cominciano a fiorire le 1.200 “rose gioconde” del  “Nodo infinito”. Per l’occasione sarà percorribile il “Labirinto  dei Vinci” (1.500 alberi), mentre nel “Sentiero di alberi e fiori  diversi”, fra gli altri simboli scelti da personalità della cultura  contemporanea, sarà presentato il melograno del presidente della  Repubblica Giorgio Napolitano, e la “rosa Leonardo da Vinci” in  arrivo da Amboise con il presidente del castello-museo di Clos-Lucè  (ultima dimora di Leonardo), François Saint-Bris. Sono previsti anche  voli ancorati di mongolfiere (a cura dell’Associazione Aerostatica  Toscana), che consentiranno di vedere dall’alto i 6.000 metri quadrati di geometrie leonardesche del “Giardino”.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 

Post N° 112

Post n°112 pubblicato il 17 Maggio 2007 da eleperci

 

CONVEGNO INTERNAZIONALE DI STUDI

“CARDUCCI NEL SUO TEMPO E NEL NOSTRO TEMPO”
 

immagineDal 23 al 26 Maggio 2007 si terrà a Bologna, l’atteso e prestigioso Convegno internazionale di studi “Carducci nel suo tempo e nel nostro tempo”, che vedrà protagonisti illustri e qualificati confrontarsi su differenti aspetti della poetica e della vita dell’ispirato letterato bolognese. Il convegno rientra nell’ambito delle iniziative per la ricorrenza di un duplice centenario carducciano: il conferimento del premio Nobel (1906) e la morte (1907). In questo senso, a cavallo del 2006 e del 2007 si sono svolte e si svolgeranno in tutta Italia giornate di studio, mostre, presentazioni di libri e convegni. Tra le numerose proposte di Bologna, il Convegno internazionale risalta per importanza ed aspettative, potendo contare sul Comitato congiunto Università - Comune di Bologna per le celebrazioni del 2007 anno carducciano.
Promosso dall’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, curato dal Dipartimento di Italianistica e da Unibocultura in collaborazione con Casa Carducci e con il Comune di Bologna, il convegno si suddividerà in tre giornate di dibattiti e approfondimenti, i quali vedranno partecipi studiosi rinomati e di spicco. Il convegno avrà luogo grazie al prezioso contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.

L’intento sarà duplice: da una parte verrà indagato l’aspetto storico e filologico dell’opera di Carducci, dall’altra si cercherà di capire quanto il ‘900 abbia recepito e interpretato la sua complessa personalità; il tutto nello sforzo di creare intorno alla figura del poeta una serie di sguardi diversi, nati da competenze e interessi diversi. Si inizierà con un’indagine del Carducci ideologo e uomo politico, elaboratore di strategie che corrispondono alla creazione di miti nazionali i quali coprono l’intera seconda metà dell’Ottocento; seguirà la riflessione più specificamente legata ai nuclei poetici dell’opera carducciana, dai Giambi ed Epodi alle Rime nuove a Rime e ritmi; si porrà quindi l’accento sui problemi filologici connessi all’edizione nazionale dell’opera del poeta, soprattutto per quanto riguarda l’aggiornamento dell’epistolario con i ritrovamenti degli ultimi anni. Senza dimenticare alcune importanti analisi storiche (il rapporto con il mondo musicale ottocentesco e la ricezione di Wagner, oppure la persistenza di miti legati alla modernità e al progresso, e poi le vicende editoriali delle sue opere), il convegno affronterà poi i rapporti di Carducci con la più importante produzione letteraria europea, in particolare con quella francese e tedesca, i cui scrittori vennero letti e spesso anche tradotti dal poeta; ulteriore spazio verrà dedicato al Carducci professore, diffusore di cultura, e alla ricezione scolastica delle sue poesie. Il convegno si chiuderà con l’attenzione rivolta alle idee di modernità elaborate dal poeta, al modo con cui il Novecento (Montale, Pirandello e altri) ha visto in lui un personaggio da non dimenticare, accettandolo o rifiutandolo, osteggiandone o accogliendone l’opera, in un rapporto sempre conflittuale, mai di totale accettazione o negazione.

Di grande rilievo anche il comitato scientifico dell’Università di Bologna composto da Gian Mario Anselmi (ordinario di Letteratura italiana presso la Facoltà di Lettere e Filosofia e Direttore del Dipartimento di Italianistica), Marco A. Bazzocchi (professore associato del corso di laurea in lettere moderne/lettere classiche presso la Facoltà di Lettere e Filosofia), Niva Lorenzini (professore ordinario di letteratura italiana contemporanea presso la Facoltà di Lettere e Filosofia, membro del Direttivo dell'Istituto Gramsci, socio fondatore del Centro di Poesia Contemporanea dell'Università di Bologna, redattrice delle riviste «Il verri» e «Poetiche»), Emilio Pasquini (professore ordinario di letteratura italiana presso la Facoltà di Lettere e Filosofia e uno tra i massimi esperti di Carducci), Vittorio Roda (professore ordinario di letteratura italiana presso la Facoltà di Lettere e Filosofia), Marco Veglia (ricercatore confermato del dipartimento di Italianistica).

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 

Post N° 111

Post n°111 pubblicato il 17 Maggio 2007 da eleperci

A ROMA LA SETTIMANA DELLA STORIA 

LA STORIA FA DIVENTARE GRANDI

Dal 21 al 27 maggio all’Ara Pacis

una diversa e più moderna rilettura della Storia,

 grazie alla prima edizione di questo importante evento, dedicato

 interamente al 900 italiano, che proporrà film, momenti di aggregazione, dibattiti, mostre

 

 

 immagine

Settimana della Storia atto primo. Parte infatti il 21 maggio 2007, ospitata nella prestigiosa sede dell’Ara Pacis, una settimana durante la quale Roma si trasformerà in teatro di incontri, eventi, proiezioni di film e documentari. Sette giorni in cui la Storia diventerà fruibile per tutti, uscendo dagli ambienti accademici per entrare a far parte del patrimonio della città.

Questa prima edizione sarà incentrata interamente su fatti e personaggi del Novecento italiano.

 

Un’importante iniziativa, promossa dal Comune di Roma Assessorato alle Politiche Culturali, dalla Provincia di Roma e dalla Regione Lazio, in collaborazione con Rai Educational e l’Europeo, prodotta dall’Associazione “Il Tempo e la Storia” con il supporto organizzativo di Zètema Progetto Cultura.

 

La Settimana della Storia, dal 21 al 27 maggio, sarà articolata secondo un programma ricco sia per gli spunti che offrirà al pubblico sia per le iniziative, numerose ed animate da nomi di spicco in ambito storico, culturale, giornalistico.

 

  • La “Settimana” si apre con una tavola rotonda sul tema Le fortune della storia”, che analizza e cerca di spiegare la “riscoperta” della Storia da parte del grande pubblico.

 

  • L’Italia s’è desta. L’avventura di un paese in cerca di identità (1917-1994)” è un ciclo di otto incontri, preceduti ciascuno da un documentario e ai quali interverranno storici italiani ed internazionali, incentrati sui momenti di “svolta” che hanno segnato la storia d’Italia nel Novecento.

 

  • La “Settimana” propone anche una Rassegna espositiva su un tema di grande attualità: Chiedere il voto. Propaganda e comunicazione politica nell’Italia contemporanea, una mostra che analizza e riproduce 60 anni di mezzi di comunicazione utilizzati nelle competizioni elettorali italiane dal 1946 al 2006. Manifesti, volantini, spot radio televisivi, tutto articolato attraverso sezioni cronologiche e tematiche. La mostra sarà completata da due incontri sulla comunicazione politica.

 

  • La Rassegna audiovisiva “Una fiction chiamata Italia presenterà suggestive immagini dei momenti “cruciali” del Novecento italiano grazie a filmati, telegiornali, interviste, il tutto correlato agli argomenti affrontati nel corso delle conferenze in programma.

 

  • Ogni sera alle 21.30 l’Auditorium dell’Ara Pacis si animerà di scrittori, registi, giornalisti attorno al Caffè della Storia”, una sorta di salotto dove ognuno “racconterà” la Storia secondo le proprie attitudini e la propria esperienza professionale o di vita.

 

La Settimana della Storia potrà essere “seguita” nella sua variegata programmazione anche grazie al sito internet www.settimanadellastoria.it, una vetrina aggiornata che permetterà a tutti gli appassionati di confrontarsi, proporre dibattiti e prenotarsi ai vari appuntamenti.

Un ulteriore strumento per vivere al meglio le tante iniziative di questa “maratona” è offerto anche dal mensile L’Europeo in uscita a maggio, interamente dedicato all’iniziativa ed arricchito con interviste ed approfondimenti.

 

Dunque un appuntamento importante che pone la prima pietra per un modo nuovo di leggere la Storia, un modo che coinvolge e responsabilizza in un processo di crescita sociale. Una settimana che ci si auspica confermi lo slogan di queste giornate: “La storia fa diventare grandi”.

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 

Post N° 110

Post n°110 pubblicato il 17 Maggio 2007 da eleperci
 

fino al 27.V.2007
Amedeo Bocchi
Parma, Sedi varie

Belle donne, nudi e celebrità. Ma anche impegno sociale e tanta struggente malinconia. Ecco il mondo ancora misconosciuto di un artista che seppe interpretare le sue creature e le loro passioni

di Elena Percivaldi

immagine

"Ecco finalmente un artista che ci dà creature vive e capaci di soffrire le loro passioni: soprattutto ecco un uomo che sente la sana voglia di vivere. Limpidezza di colore: armonia di toni e di figure". Così nel ‘29 la scrittrice umbra Maria Luisa Fiumi giudicava il lavoro di Amedeo Bocchi (Parma, 1883 - Roma, 1976), pittore tanto ritroso quanto ambiguo e complesso nelle tematiche. Bocchi seppe coniugare differenti registri artistici pescando di fiore in fiore tra le suggestioni d'inizio secolo, dal Simbolismo allo Jugendstil, dalla leggerezza del Liberty all'impegno della pittura sociale.

LEGGI TUTTA LA MIA RECENSIONE SU EXIBART:
http://www.exibart.com/notizia.asp/IDNotizia/19721/IDCategoria/46

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 

MESSAGGI DI CORDOGLIO, GRAZIE A TUTTI

Post n°109 pubblicato il 16 Maggio 2007 da eleperci

I messaggi di cordoglio che molti amici mi hanno mandato privatamente sono talmente tanti e belli che ho deciso di pubblicarli. Ancora un grazie dal profondo del cuore.
ELENA


Ciao Elena, mi spiace molto. Anche se non ci vediamo da un po’ sappi che ti sono vicino in questo triste momento. Un abbraccio. Carlo


Un abbraccio da Franco Abruzzo


Io apprendo ora, e va da sé che ti mando un abbraccio fortissimo. Andrea


Cara Elena
ahimé non sapevo! Ricordo quella volta che ci vedemmo a Milano... me ne parlasti, devotamente, con estremo amore. Il mio cordoglio e la mia solidarietà di uomo oggi ti è vicina con la tempra dell'umiltà e della devozione fraterna. Voglio bene ai suoi affetti. Stringiti al bimbo e bacialo anche per me. Un caro abbraccio anche a tuo marito che tanto contribuisce a renderti più accetto lo strazio d'anima. Ti voglio forte.
Con il cuore
Enzo


Ciao Elena,
mi dispiace moltissimo per la tua perdita. Posso capire perfettamente il tuo dolore.
Per qualsiasi cosa, considerami a disposizione.
Un abbraccio fortissimo.
ema


Cara Elena, sono dispiaciuto per la perdita del caro nonno. Quella che accenni è una grande storia!  Un caro saluto, Angelo


Cara  Elena,
vengo a sapere ora della scomparsa di tuo nonno e mi unisco sinceramente commosso al tuo dolore.  Non è una frase fatta ma il tuo breve racconto mi ha ricordato la storia, presso che identica del mio povero nonno paterno.  Lui era del 1914 ed è morto nel 1999, i tedeschi lo catturarono in Jugoslavia e lo deportarono in due campi di prigionia, Bergen Belsen e Mathausen (un paio di mesi), per poi ridursi a pelle e ossa in un campo di lavoro.  Quando tornò a casa a piedi, mia nonna non lo riconobbe, dato che pesava 38 chili. Fece una fatica tremenda a sopravvivere a causa del terribile deperimento organico, ma alla fine, grazie alla sua enorme forza di volontà, ce la fece. Dagli esami che effettuò  dopo il rientro in Italia si accorsero che durante i due anni passati in Germania, per le botte e le sofferenze subite, subì parecchi infarti… fortunatamente nessuno letale, ma che senza dubbio non gli consentirono più una vita normale.  Beh, anche mio nonno, come il tuo, nonostante le molte documentazioni presentate, insieme alle lettere scritte a Roma, non si vide dare, non dico l’invalidità, ma nemmeno il più piccolo riconoscimento. Ora mi piace pensare che da vecchi compagni di prigionia, se la stiano raccontando serenamente.
Un abbraccione. 
Danilo

 


Ciao Ele, mi spiace per il nonno, davvero, ti faccio le mie condoglianze più strette.
Flavio 


Accidenti Elena, mi dispiace molto. Sono certo che sarebbe stato estremamente felice del tuo ritratto. Un abbraccio.
MEG


Caspita Elena,  non ne sapevo davvero nulla e mi scuso sin da ora se non ti ho ancora esposto le mie più sincere condoglianze per il lutto che ti ha colpito così da vicino. Desidero unirmi alla folta schiera di amici che intendono esserti vicino in questo momento particolare. A presto cara Elena, con stima e amicizia. 
alberto moioli

Tante condoglianze in questo momento così triste.
patrizia s.

Ciao,
mi dispiace per tuo nonno.... anche il mio fu deportato in Germania ed è tornato a casa a piedi. Anzi, prima aveva cercato di tornare a casa dalla Russia, ma al confine era stato catturato e deportato, appunto, in Germania. Se non ce l'avesse fatta a sopportare tutto questo, mio padre non sarebbe nato... nemmeno io!  
L'anno scorso ho perso mia nonna ed ora non ho più nessuno dei nonni (gli altri sono morti tutti quand'ero piccola). So cosa stai passando e ti sono vicina. Certo, è proprio un periodaccio! A presto, Laura
 

Cara Elena, sono mortificato per non averti io potuto dare nemmeno il piccolo conforto anche di una sola parola, perchè ero all'oscuro di tutto. Facevo una capatina veloce sui tuoi blog, (anch'io ho avuto dei problemi e appena ieri mi trovavo al funerale di un parente), quindi se anche ne hai accennato in qualche modo io non ho avuto modo di conoscere la situazione. Ti ho anche scritto appena poco fa un'email, pensando di essermi in qualche modo comportato poco educatamente nei tuoi confronti. Mi dispice veramente, ripeto, per non averti potuto dare nemmeno una piccola testimonianza della mia partecipazione. Ti faccio ora le mie condoglianze. Un abbraccio. Nino

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 

GRAZIE A TUTTI

Post n°108 pubblicato il 16 Maggio 2007 da eleperci

Grazie a quanti di Voi mi sono stati vicino in questi giorni dopo la perdita del mio caro nonno materno. Se sono al mondo lo devo anche alla sua forza di volontà e al suo coraggio. Inutile dire che gli ero (e sono)  molto affezionata, a lui e a mia nonna sono legati molti dei miei ricordi più belli. Grazie a quanti di Voi, in questi giorni terribili, mi hanno manifestato il loro affetto e la loro solidarietà. Un abbraccio. Elena

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 

Post N° 107

Post n°107 pubblicato il 13 Maggio 2007 da eleperci
Foto di eleperci

L'11 maggio 2007, alle ore 18.30, è venuto a mancare il mio caro nonno Mario Brizzi. Era nato a Pioltello (Mi) il 22 maggio del 1919, ha lavorato una vita come tramviere dell'ATM. Aveva vissuto la Seconda Guerra Mondiale nell'aeronautica e dopo lo sciagurato 8 settembre del '43, con l'esercito italiano allo sbando, è stato catturato dai tedeschi con alcuni compagni su un treno, mentre cercava di tornare a casa.

Deportato in Germania, è stato costretto ai lavori forzati in svariati campi di concentramento tedeschi fino alla liberazione. A guerra finita, a piedi è tornato finalmente a casa ridotto ad uno scheletro, pesava meno di 40 chili per quasi un metro e ottanta.

Appena si è rimesso in sesto ha finalmente sposato la mia meravigliosa nonna,  Maddalena Freddi, nella chiesa vecchia di Baggio, oggi quartiere di Milano, che a sua volta era stata staffetta partigiana della Brigata Matteotti, catturata due volte dai tedeschi mentre in bici portava a suo rischio e pericolo le missive,  e messa al muro, salvata solo perchè i carnefici si impietosirono per la sua avvenenza.  

Dal matrimonio tra questi due eroi è nata,  il 17 marzo 1949, la mia mamma, Mariangela Brizzi, che il 19 luglio del 1970 ha sposato il mio papà Luigi Percivaldi dai quali, orgogliosamente, il 3 maggio del 1973 sono nata io.

Mia nonna Maddalena è morta  il primo settembre 1994 dopo quattro mesi e mezzo di agonia per un tumore al pancreas. Mio nonno non si è mai dato pace ma fino all'anno scorso, col coraggio che lo ha sempre contraddistinto, ha preteso di vivere da solo e badare a se stesso, continuando a fare piccoli lavori. Infine, ammalatosi nuovamente e affetto da cancro alla prostata, è stato ricoverato dai miei genitori in una casa di assistenza a Ronco Briantino (Mi). La sua morte getta me e molti altri - non solo i suoi cari - nello sconforto.

L'unica consolazione è che sono riuscita a presentargli il suo pronipotino Riccardo, che è nato il 16 agosto del 2006, e col quale, pazzo di felicità e di orgoglio,  era entrato subito in sintonia.

Nonno, hai sofferto molto nella tua vita le viltà e le cattiverie  degli uomini, ma sopravvivevdo duramente e tenacemente in quei durissimi momenti ha impartito a tutti una lezione che non si può dimenticare. Ti ringrazio perchè vivo grazie a te e alla tua forza di volontà che ti ha permesso di ritornare, e ringrazio la nonna che è stata  per me un fulgido esempio di persona che ha sempre anteposto gli ideali di libertà e giustizia al suo interesse personale, richiando tante volte la vita per la democrazia e la libertà. Grazie a voi e al vostro esempio. Spero di essere degna di trasferire questi Valori a mio figlio, e spero di essere degna di Voi. Vi voglio bene e non vi dimenticherò mai.

Vostra

Elena

I FUNERALI SI SVOLGERANNO ALLA CHIESA PARROCCHIALE DEI SANTI CORNELIO E CIPRIANO DI CARNATE (MI), LUNEDI' 14 MAGGIO ALLE ORE 15.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 

Post N° 106

Post n°106 pubblicato il 08 Maggio 2007 da eleperci
 

fino al 15.VII.2007
Gli impressionisti, i simbolisti e le avanguardie
Como, Villa Olmo

La storia della collezione del principe serbo Paolo Karađorđević, mecenate nella “periferia d’Europa” d’inizio Novecento. Quando Belgrado era una piccola Parigi…


immagine

pubblicato lunedì 7 maggio 2007
Vai a Como e ti trovi davanti un museo che non ti aspetti. Se infatti le stanze illuministe (e illuminate) di Villa Olmo sono ormai da tempo note come sede espositiva di un certo rilievo per aver ospitato negli ultimi anni –e con più che discreto successo di pubblico– rassegne dedicate a Picasso, a Miró e a Magritte, quella in corso fino al 15 luglio prossimo, se non dice in sé e per sé nulla di nuovo sul piano critico, dà però la possibilità di conoscere una parte del patrimonio di un Museo, quello Nazionale di Belgrado, che finora non era stata mai vista nel nostro Paese. Stiamo parlando della collezione messa insieme nel giro di una decina d’anni, a cavallo tra Otto e Novecento, da Paolo Karađorđević. Un personaggio, il principe serbo, forse poco noto al di fuori dei propri confini nazionali, ma appartenete ad una dinastia che ha fatto la storia del suo Paese...

di elena percivaldi

LEGGI TUTTA LA MIA RECENSIONE SU EXIBART:
http://www.exibart.com/notizia.asp/IDNotizia/19663/IDCategoria/1

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 

Post N° 105

Post n°105 pubblicato il 08 Maggio 2007 da eleperci

immagineCIAO a tutti... Ho latitato un po' in quest'ultimo periodo ma sono stata un po' indaffarata, poi sia io che il mio bimbo abbiamo avuto qualche magagna di salute ora definitivamente (speriamo!) passata, e infine siamo stati via una settimana in ferie. Ora vediamo di riprendere a postare con regolarità... Un salutone!

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 

e anche questo lo posto volentieri!

Post n°104 pubblicato il 24 Aprile 2007 da eleperci
 
Tag: news

XVI° PREMIO LETTERARIO INTERLINGUE
"MONTAGNE D'ARGENTO"

"Streghe & Fate”

La Keltia Editrice e la Compagnie de la Pierre verte,
con il Patrocinio della
PRESIDENZA del CONSIGLIO REGIONALE della VALLE D'AOSTA e dell’ASSESSORATO REGIONALE ISTRUZIONE e CULTURA,
bandisce
il XVI° PREMIO LETTERARIO INTERLINGUE
"MONTAGNE D'ARGENTO" edizione 2007
per prose e poesie in ogni lingua o vernacolo europeo sul tema
“Streghe & Fate”

Streghe, Fate, buone o cattive... Siamo noi che decidiamo come definirle. Così, mentre le Fate sono presenti nelle fiabe dei bambini, così magiche e positive, le Streghe le troviamo nelle storie più tenebrose, dove la brutta, vecchia Strega, è cattiva. è “Fata” una ragazza dolce o molto bella, è “Strega” nostra suocera. Ma “Fata” è anche la nostra Maestra d’Asilo e, “stregati”, sono gli uomini che subiscono il fascino dell’amata. è comunque certo che, le Fate e le Streghe appartengono al nostro immaginario collettivo, sia attraverso leggende d’antica data, sia nel nostro vissuto reale quotidiano.


La scadenza dei termini di consegna degli elaborati
è fissata per il 30 Luglio 2007.

Info:
Premio Montagne d’Argento
Rue du Bailliage, 5 - 11100 AOSTA ITALY
Tel. 0165 -364040 -Fax. 0165 -33377
E-mail: montagnedargento@keltia.it
http://www.keltia.it/montagne/montbando.htm



XVI° PREMIO LETTERARIO INTERLINGUE
"MONTAGNE D'ARGENTO"
Bando di Concorso edizione 2007

1) Ogni Autore può partecipare con una o più prose e/o poesie, relative al Tema dell'anno, in qualsiasi lingua o vernacolo, purché con traduzione allegata, cedendo alla Keltia Editrice, implicitamente con l’invio del testo, i diritti gratuiti di pubblicazione dell’opera se prescelta per la realizzazione del volume.
2) La lunghezza di ciascun testo non dovrà superare le 3 cartelle dattiloscritte (con un massimo di 1800 caratteri per pagina calcolando anche gli spazi vuoti tra un carattere e l’altro).
3) Per la partecipazione, quale parziale contributo alle spese di segreteria, è previsto il versamento (su ccp n° 675.05.438 intestato
Keltia -Compagnie Pierre Verte - C.P. 212 - 11100 Aosta) di 6,00 Euro per la prima prosa o poesia inviata, e di 3,00 Euro per ogni Opera successiva (in un unico pagamento complessivo), specificando nella causale:
"Iscrizione XVI° Premio MONTAGNE D'ARGENTO - Streghe & Fate”
4) Le opere vanno inviate in una unica copia e unico plico a:
PREMIO MONTAGNE D’ARGENTO - Cas Post 212 - 11100 AOSTA
accompagnate da copia della ricevuta di pagamento dell'iscrizione.
Termine ultimo per la spedizione sono le ore 24 del 30 Luglio 2007
(farà fede la data del timbro postale).
5) Ogni Opera dovrà altresì contenere nello stesso foglio i dati dell'Autore (Nome Cognome, indirizzo, telefono, luogo e data di nascita, codice fiscale per l’eventuale pagamento del premio) scritti in modo comprensibile e indispensabili ai fini dell’accettazione dell’Opera al concorso.
6) Le opere pervenute saranno valutate da una Giuria presieduta dallo scrittore Franco Piccinelli. Le operazioni di voto si concluderanno entro il 30 Ottobre 2007 e tutti i partecipanti saranno informati per lettera sui risultati, in tempo utile per partecipare alla Cerimonia di Premiazione che avrà luogo ad Aosta, Sabato 8 Dicembre 2007.
La Giuria, oltre a scegliere i vincitori tra i venti finalisti, selezionerà le Opere migliori da pubblicare in un volume dal titolo “Streghe & Fate” che, dopo un accurato editing, sarà pubblicato a totale carico della Keltia Editrice e senza alcun obbligo di acquisto da parte degli Autori selezionati. Il volume sarà presentato a pubblico e stampa in occasione della cerimonia di premiazione.
7) Premi ai finalisti:
al 1° classificato Euro 500,00 e trofeo Montagne d’Argento.
al 2° classificato Euro 300,00 e trofeo Montagne d’Argento.
al 3° classificato Euro 200,00 e trofeo Montagne d’Argento.
Agli altri Finalisti sarà assegnato in premio il prestigioso “Crest” in legno realizzato appositamente dagli scultori “Les Amis du Bois”, con una copia omaggio del volume “Streghe & Fate”.
I premi saranno consegnati solo ai vincitori presenti alla Cerimonia di Premiazione: la mancata presenza alla premiazione equivale alla rinuncia al premio stesso.
8) Sarà inoltre assegnato il Premio Speciale della Giuria “Anima e Sentimento”, a due Opere particolarmente significative.
9) Nessun compenso sarà dovuto agli Autori pubblicati. I testi inviati al concorso non verranno restituiti. La semplice partecipazione alla premiazione non dà diritto a rimborsi né a copie omaggio del volume.
Ai sensi della legge sulla privacy l’Autore si assume ogni responsabilità su nomi e persone citate nell’Opera inviata, se realmente esistenti.
10) Il parere della Giuria è insindacabile. La partecipazione al concorso comporta: la totale accettazione del presente regolamento, l'automatica cessione a titolo gratuito dei diritti per la prima pubblicazione e per l’eventuale lettura in pubblico dell'Opera nel corso della cerimonia di premiazione.
http://www.keltia.it/sito/montagne/Monthome.htm
montagnedargento@keltia.it


****************************************************



KELTIA EDITRICE

Rue du Bailliage, 5
11100 AOSTA  ITALY
Tel. ** 390165364040
Fax. ** 39016533377
E-mail: infokeltia@keltia.it
http://www.keltia.it

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 

Post N° 103

Post n°103 pubblicato il 24 Aprile 2007 da eleperci
 
Tag: Notizie

Ricevo e pubblico volentieri.

Il colore dell’infinito nell’architettura del Cielo al Sacro Monte sopra Varese

Tante manifestazioni per il Quarto Centenario del Sacro Monte  sopra Varese 


immagineRiconoscenti per l'opera di guida ispirata e generosa di Mons. Pasquale Macchi, gli Enti patrocinatori ed organizzatori delle Manifestazioni per il Quattrocentesimo del Sacro Monte di Varese (III anno) dedicano il ciclo di eventi che si articoleranno, per tutto il 2007 e parte del 2008, con il titolo "il colore dell'infinito nell'architettura del Cielo al Sacro Monte sopra Varese". Progettato con mostre, teatro, concerti ed incontri a tema il programma si snoda per la redazione di una trama di contenuti volti ad evidenziare e concretizzare il progetto avviato nel 2004: "Il Sacro Monte sopra Varese, eccellenza ed identità di un territorio". Progetto che ha visto e vede impegnati con la Fondazione Paolo VI per il Sacro Monte di Varese, la Regione Lombardia, la Provincia e il Comune di Varese, il Parco del Campo dei Fiori e la Parrocchia di S. Maria del Monte. Ad aprire le manifestazioni è la mostra "I titoli delle pietre, devozione della storia. I manufatti medioevali di Domenico e Lanfranco da Ligurno, tra Santa Maria del Monte e Voltorre" in corso fino al 30 giugno 2007. L'esposizione, edizione del 2006, è stata riproposta aggiornata tra le sale del Museo Baroffio e del Santuario e il vicolo del borgo di S. Maria del Monte. Con il titolo "Dall'in_canto del Cielo" ecco una serie di concerti musicali di grande pregio contenutistico e di significativo segno per la cultura locale; passando dal ciclo di concerti in omaggio al compositore inglese John Stanley, "un inglese dal borgo al Sacro Monte" con l'esecuzione del Duo Kammer Klavier su tre organi Mascioni, casa organaria di fama mondiale, si approda il 6 maggio all'emozionante  e coinvolgente meditazione in musica del canto gregoriano che presenta l' "Ave Regina Caelorum" eseguito dalla Schola Gregoriana di Cremona in una serata dove la voce recitante e il canto cristiano in lingua latina avranno come sfondo il Santuario. L'atmosfera meditativa del Chiostro di Voltorre sarà la sede del primo incontro a tema dedicato ai manufatti medioevali di Domenico e Lanfranco da Ligurno, ove si evidenzierà l'intervento a carattere territoriale nei rapporti artistici tra Santa Maria del Monte e Voltorre. Sistema, collaborazione e progetto sinergico firmati Sacro Monte sopra Varese concretizzano un evento culturale e infrastrutturale di rilevante importanza per il territorio insubrico: l'inaugurazione dello spazio espositivo e di studio di Villa Baragiola a Masnago, con la mostra  "Il Racconto del Silenzio: itinerari del sublime nel teatro dei Sacri Monti prealpini". Presenterà con un allestimento coinvolgente e con la lettura della luce che scopre il particolare, quel racconto del silenzio che trae origine dall'evidenza del reale insito nell'arte dei Sacri Monti prealpini proposto così da essere capace di costituire il confine da cui appare il sublime. L'evento della mostra è felicemente onorato con un grande concerto in Santuario dell'Accademia Bizantina di Ravenna con musiche di Haendel, Vivaldi ed altri.
Il teatro tra cielo e terra si articolerà nei mesi da luglio a settembre con temi ed ispirazioni innovative. Lo spettacolo del teatro itinerante da Velate a Santa Maria del Monte:  "Maestri d'intaglio e Storie policrome per la fabbrica sforzesca di Santa Maria del Monte", vedrà, nel dialogo tra attori e pubblico, realizzarsi quella magica intesa tra arte e pellegrino che hanno caratterizzato sin dalle origini la realtà acromontana. Ad agosto sulla balconata sopra il Mosè, nell'anfiteatro a fronte dell'infinito, troverà luogo il teatro che prende origine dalla melanconia dei luoghi sacri e dalla tragedia dell'uomo in guerra con il titolo  "Percorsi del Sacro: Francesco e il Sultano", a cura di Antonio Zanoletti e Omar Nedjari. Lungo la Via Sacra nelle ultime sere dell' estate, settembre, attori e comparse animeranno le statue e le visioni chiuse nelle cappelle proponendo una nuova, attuale e coinvolgente lettura delle scene misteriche.
L'incanto del cielo prosegue ancora nei mesi di settembre/ottobre con il "Requiem" di W.A. Mozart e i concerti per organo "Nell'ora del Vespro". Gli incontri a tema vedono con la presentazione degli atti del convegno sul Mancino presso il Museo Baroffio una ripresa di studio e di interesse sull'architettura di Giuseppe Bernascone; con la relazione sulla prospettiva nell'architettura dei Sacri Monti prealpini, con la lettura fotografica dei Sacri Monti e con presentazione della guida ai luoghi del teatro montano, fabbriche di arte e spiritualità, si prosegue nella proposizione di studi, ricerche, e annotazioni che andranno ad arricchire la percezione delle qualità artistiche e spirituali del Sacro Monte sopra Varese.
L'esposizione "Dagli affreschi nella cripta del Santuario sopra il Monte: lo stupore della Natività" allestita tra dicembre e gennaio nell'anfiteatro - balconata sopra Mosè proporrà la ricostruzione fotografica della cripta, evidenziandone l'affresco dedicato alla natività. Si vuole così sensibilizzare, il restauro e il recupero della cripta che è una delle più antiche e notevoli testimonianze del Sacro Monte. Così anche in contemporanea, per il periodo natalizio, è progettata la mostra-arredo in Varese che coinvolgerà gli spazi architettonici del Centro Storico con installazioni a tema "Gli Angeli del Sacro Monte".

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 

Post N° 102

Post n°102 pubblicato il 18 Aprile 2007 da eleperci
 

ARRIVANO GLI ORI DEI CAVALIERI DELLE STEPPE:
A TRENTO LE COLLEZIONI DAI  MUSEI DELL'UCRAINA
 

Presentata a Milano la grande mostra che sarà allestita al Castello del Buonconsiglio di Trento dal 1 giugno al 4 novembre 2007 

immagineIl Castello del Buonconsiglio di Trento, nell' estate 2007, presenterà una grande mostra archeologica dedicata agli straordinari tesori dei popoli nomadi delle steppe dell' Ucraina. Il progetto espositivo rappresenta l'ideale prosecuzione delle prestigiose rassegne "Ori delle Alpi" e "Guerrieri, principi ed eroi fra il Danubio e il Po", come una sorta di espansione verso Est delle aree tematiche già affrontate in passato dal Museo, grazie alla collaborazione instaurata con istituti museali, di ricerca e specialisti internazionali. La mostra costituisce un ulteriore tassello dell'affascinante ricostruzione dei tratti emblematici delle antiche civiltà europee, lungo il filo conduttore della simbologia del potere e del prestigio, che i cavalieri nomadi delle steppe ostentavano attraverso l'utilizzo dell'oro e di altri materiali preziosi, ma anche nelle grandi sepolture a tumulo (kurgan).
Il percorso espositivo si articolerà negli ambienti del Castello dove saranno riuniti circa 400 oggetti provenienti dai più importanti musei archeologici della Repubblica dell'Ucraina, in particolare dalla cosiddetta "Camera d'Oro" nell'Historical Treasures Museum, dell'Archaeological Institute dal National Historical Museum of Ukraine di Kiev, dall'Archaeological Museum di Odessa e dal Museo di Vinitza . Si tratta di pregevoli reperti in oro e in altri materiali preziosi, altamente significativi per la cultura, la storia e l'arte dell'Ucraina, datati all'interno di un arco cronologico compreso fra l'avanzato Neolitico,V-IV millennio a.C., e lo sviluppo del Principato Rus' di Kiev nei secoli X, XI e XII d.C. In questo quadro, grande risalto e ampio spazio espositivo verrà dato alle testimonianze degli antichi popoli nomadi delle steppe dell'Europa orientale che in misura alterna hanno influenzato il mondo occidentale: i Cimmeri, gli Sciti, i Sarmati, gli Avari, gli Unni, i Goti. Gli oggetti esposti - principalmente splendidi gioielli e armi con destinazione funzionale, ma anche da parata - sono tra i più preziosi e rappresentativi dell'arte dei nomadi delle steppe eurasiatiche, caratterizzata da uno stile del tutto particolare, denominato "animalistico", in virtù della costante presenza di raffigurazioni di animali, reali e fantastici, riprodotti sia in pose naturali sia in forme stilizzate e schematiche.

immagine La mostra intende conferire ampio risalto anche ad altri aspetti della cultura dei nomadi: la vita a stretto contatto con la natura; la costante mobilità, grazie ad un sapiente uso del cavallo nel vasto spazio geografico delle steppe, dove non esistevano confini e costrizioni; la ferocia, la forza e la velocità dell'arte della guerra basata sulla rapina e sull'imboscata improvvisa; e ancora la profonda ammirazione  verso le creazioni dei grandi maestri d'arte ellenistici, cui venivano commissionati magnifici pettorali, bracciali, orecchini, diademi, ma anche decorazioni d'oro e d'argento per le spade, le faretre, i cavalli e i carri utilizzati alla ricerca di nuove terre da sfruttare.
Grande novità nel panorama espositivo internazionale sarà la presenza, a livello di introduzione storica, di testimonianze relative ai popoli sedentari che hanno preceduto l'affermazione della cultura nomadica. In quest'ambito saranno presentate testimonianze appartenenti alla cultura neolitica e dell'età del rame di Tripolye, manufatti prodotti in argilla, raffiguranti modellini di case - santuari o templi - personaggi maschili e femminili, animali. Si tratta  di autentici capolavori di un'arte del tutto sconosciuta al grande pubblico europeo che evidenzia il livello di complessità sociale e artistica raggiunto da queste antiche popolazioni.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 

Post N° 101

Post n°101 pubblicato il 15 Aprile 2007 da eleperci
 

immagineIL SIMBOLISMO

Ferrara, Palazzo dei Diamanti
Dal 18 febbraio al 20 maggio 2007

Palazzo dei Diamanti dedica un’importante retrospettiva al Simbolismo colmando così una lacuna nel panorama espositivo italiano che perdura da quasi quarant’anni. Dal 18 febbraio prossimo, infatti, un centinaio di capolavori provenienti dalle più prestigiose raccolte pubbliche e private di tutto il mondo offriranno al pubblico del nostro paese l’opportunità di rileggere e approfondire la conoscenza di questo affascinante capitolo della storia dell’arte europea.
Il simbolismo è una delle più importanti correnti artistiche della fine del XIX secolo. La sua poetica, alternativa sia alla pittura accademica che alle più avanzate tendenze del realismo e dell’impressionismo, rappresenta un ponte tra l’Ottocento e il Novecento e costituisce una delle premesse fondamentali alle rivoluzioni formali attuate dalle avanguardie ventesimo secolo.
La mostra, organizzata da Ferrara Arte, in collaborazione con la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, è curata da Geneviève Lacambre, conservatrice onoraria del Musée d’Orsay, con la collaborazione di Luisa Capodieci e Dominique Lobstein. Un allestimento cronologico ripercorre i momenti salienti di quella eccezionale stagione artistica, facendola rivivere attraverso alcuni dei suoi temi più ricorrenti: la vita e la morte, lo scorrere del tempo, il sogno e la riflessione, il mistero e i grandi miti.

immagineLa prima sezione del percorso è dedicata ai “precursori” del movimento, quegli artisti visionari che, poco dopo la metà dell’Ottocento, anticiparono la sensibilità simbolista creando opere gremite di simboli e raffinate allegorie. Convinti che la pittura non dovesse limitarsi a fornire una trascrizione della realtà e della natura, essi recuperarono la lezione dei maestri del passato e scelsero di indagare le dimensioni dell’interiorità, dell’immaginazione e del sogno. Tra loro spiccano: Moreau, con la sua la pittura preziosa ed erudita (L’apparizione); Puvis de Chavannes, autore di ieratiche rievocazioni di una perduta età dell’oro (Fanciulle in riva al mare); Böcklin, inventore di atmosfere sospese e romantiche (Sera di primavera); Rossetti, che dipinse fanciulle dalla bellezza ideale (Beata Beatrix); Burne-Jones, le cui ambientazioni in leggendari mondi cavallereschi stregarono il pubblico del tempo (La principessa addormentata); e Rops, ideatore di raffigurazioni ironiche e dissacratorie (La Morte al ballo).

immagineQuando nel 1886, a pochi mesi dalla chiusura dell’ottava e ultima mostra impressionista, il poeta Jean Moréas pubblicò a Parigi il Manifesto del simbolismo, il dibattito su questa “nuova arte” si era ormai diffuso in tutti i campi della creazione estetica diventando, sullo scorcio del secolo, un fenomeno di portata internazionale. Gli artisti protagonisti di questo movimento elessero loro capiscuola quei geniali pittori della generazione precedente e, ispirandosi a loro, crearono opere d’arte straordinarie. La seconda sezione della mostra presenta i più importanti protagonisti di questa stagione, tra cui: Redon, con le sue meravigliose creazioni sospese tra realtà e fantasia (Sulla coppa; Il carro di Apollo); Gauguin, creatore di un inedito e raffinato primitivismo (Siate misteriose; Conversazione); i Nabis, con la loro pittura fatta di eleganti arabeschi e colori fulgidi; gli artisti della Rosacroce, tra cui Khnopff (Who shall deliver me?; Segreto-Riflesso) e Delville (L’amore delle anime), sacerdoti di un’arte misteriosa e fuori dal tempo; gli animatori delle esposizioni del Groupe des XX e quelli della Libre Esthétique a Bruxelles, che ospitarono anche Rodin (La succube), Klinger (Paure; Filosofo) e Beardsley (Sigfrido, atto II); e, infine, i tedeschi Thoma e Von Stuck (Il peccato), gli artisti dell’Europa dell’Est e Munch (Malinconia), che con i suoi quadri creò uno straordinario diario pittorico delle emozioni umane.

immagineLa parte conclusiva della mostra illustra il perdurare dell’estetica simbolista oltre la soglia del Novecento. Accanto ad alcuni celebri maestri italiani, come Previati (Paolo e Francesca), Segantini (L’amore alla fonte della vita) e Pellizza da Volpedo (Lo specchio della vita), in questa sezione sono presenti Kupka e Mondrian (Fiore della passione), con opere del loro primo periodo simbolista, Munch, con due capolavori della maturità che preannunciano l’espressionismo (Ragazze sul ponte; Gelosia II), e, infine, gli artisti gravitanti nell’ambiente della Secessione viennese. Fra questi, List, Hodler (Il sentimento) e Klimt (Le tre età della donna), creatore di meravigliosi dipinti in cui il significato simbolico è affidato alla contrapposizione tra la preziosità delle linee e dei colori ed elementi figurativi di peculiare realismo.

Orario: aperto tutti i giorni, feriali e festivi, lunedì incluso, dalla domenica al giovedì dalle 9.00 alle 20.00; venerdì e sabato dalle 9.00 alle 22.00.
Aperto anche: Pasqua, Lunedì dell’Angelo, 25 aprile e 1 maggio.
Ingresso: intero € 9.00, ridotto € 7.50, scuole € 4.00.

Catalogo edito da Ferrara Arte, a cura di Geneviève Lacambre con la collaborazione di Luisa Capodieci e Dominique Lobstein. Testi di Geneviève Lacambre, Dominique Lobstein, Luisa Capodieci, Robert Upstone, Anna Maria Damigella e Barbara Guidi.

Call Center Ferrara Mostre e Musei: tel. 0532.244949, fax 0532.203064,
e-mail:
diamanti@comune.fe.it, WS: www.palazzodiamanti.it 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 

Post N° 100

Post n°100 pubblicato il 15 Aprile 2007 da eleperci
 

immagine
Pittura murale nel Medioevo lombardo. Ricerche iconografiche (Secoli XI-XIII)
Jaca Book
pp. 207, € 23

Una raccolta di saggi dedicati ai più importanti cicli di pittura murale dell'alta Lombardia (nei territori di Como, Lecco e Bergamo) fra l'anno Mille e il Duecento. Si tratta di episodi fondamentali della pittura protoromanica e romanica, qui affrontati con un taglio principalmente iconografico, volto a identificare i rapporti fra i soggetti, la liturgia e la committenza. Ciò permette di evidenziare in modo chiaro quanto i soggetti delle pitture interagiscano sempre con l'edificio e la sua funzione e ne costituiscano la "necessaria" integrazione. Nel saggio introduttivo sono esaminati elementi iconografici di lungo periodo nella pittura medievale lombarda individuandone anche le relazioni a largo raggio fra Oriente e Occidente. Per la prima volta è individuato il "programma" sotteso alla famosa parete absidale di San Vincenzo a Galliano (Cantù): un'orazione funebre di Ariberto d'Intimiano tradotta in pittura. I non meno noti e fondamentali cicli delle chiese di Civate (Lecco), da leggere in modo coordinato, sono interpretati sulla base del rapporto con lo spazio liturgico e la funzione del santuario (San Pietro al Monte), ma anche dell'esegesi biblica collegata alle istanze della riforma gregoriana (San Calocero). Una novità sono gli affreschi bergamaschi di San Michele al Pozzo Bianco, di recente scoperti e non ancora studiati.

Ordina da IBS Italia
immagine

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 

Post N° 99

Post n°99 pubblicato il 13 Aprile 2007 da eleperci
 

E Brescia  in autunno “scopre”  l’America

immaginePresentata la prossima rassegna-evento ospitata nel complesso museale di  Santa Giulia. Oltre 200 tele,  50 fotografie originali,  una decina di sculture e una trentina di oggetti d’uso quotidiano per ricostruire oltre all’arte e alla storia dell'Ottocento negli States, anche  l’anima profonda di una nazione allora agli albori ma così determinante, nel bene e nel male,  per le sorti future della vecchia Europa e del mondo intero 
 

di ELENA PERCIVALDI

«Niente è mai veramente perduto, o può essere perduto, / Nessuna nascita, forma, identità / nessun oggetto del mondo». Sono versi di Walt Whitman (1819- 1892), il più grande poeta americano, cantore della libertà come del sogno americano, basato sull’ideale visionario della centralità dell’uomo nella percezione delle cose. Degli eventi,  dei sentimenti, ma anche della natura. Una natura che può essere benigna, matrigna, sublime, ma che nell’Ottocento, nel Continente ancora per larghi tratti sconosciuto, poteva attrarre come una calamita ma anche spaventare a morte. Lo insegnavano i romantici - Caspar Friederick in testa - che amavano rispecchiare il loro io nel paesaggio, rendendolo una proiezione di se stessi.   Ne sapevano qualcosa anche i pittori del Nuovo mondo, che nell’Ottocento si  trovarono a tu per tu con paesaggi immensi, privi di confine, che si estendevano a perdita d’occhio fino alla fine dell’orizzonte al di fuori delle loro piccole, grandi città della costa orientale, da poco emancipatesi dall’Inghilterra, cuore protestante e anima puritana della nuova,  neonata nazione. 

immagineThomas Doughty, Thomas Cole, William Bradford, Mary Cassat, George Catlin, Frederic Church, Jasper Cropsey, Childe Hassam, Asher Durand, Winslow Homer, Martin Heade, Frederic Remington: nomi che ai più, da queste parti, diranno poco o nulla. Tranne John Singer Sargent, complice la mostra a lui dedicata qualche anno fa a Ferrara.   Ed è un male perché pur non avendo rivoluzionato la storia dell’arte - e del resto, sono ben pochi a potersene vantare nel corso dei secoli -, hanno comunque  dato un grande contributo estetico, forti della fortuna (negata a noi uomini del Duemila) di potersi fare interpreti di una natura incontaminata, suggestiva, ancestrale e poetica. Un mondo quasi del tutto, ormai,  scomparso, e la cui bellezza forse non comprenderemo mai fino in  fondo.

immagineL’occasione sarà fornita, quest’autunno, dalla grande mostra America!  Storie di pittura del nuovo mondo, curata da Marco Goldin di Linea d’Ombra e che si terrà a Brescia, nel complesso museale di Santa Giulia, dal 24 novembre 2007 al 4 maggio 2008. Un’esposizione monumentale, frutto di decine e decine di viaggi negli States alla ricerca delle tele in musei grandi e piccoli, e che porterà nel gioiello architettonico della  Leonessa qualcosa come 200 tele, 50 fotografie originali,  una decina di sculture e una trentina di oggetti d’uso quotidiano per ricostruire  oltre all’arte e alla storia, anche  l’anima profonda di una nazione allora agli albori ma così determinante, nel bene e nel male,  per le sorti future della vecchia Europa nonché del mondo intero.

AMERICA MONUMENTALE

Presentato da Goldin e reso possibile da numerosi sponsor tra cui la Fondazione Cab, il  progetto non si limita alla pur grande  mostra: in calendario ci sarà un convegno internazionale e  una serie di approfondimenti sulla letteratura, la musica, il cinema,  lo sport, il giornalismo degli States e una tournèe teatrale  per la promozione dell’evento, che prosegue idealmente e intende bissare il trionfo delle mostre - Turner e gli Impressionisti e Mondrian - appena chiuse con numeri da capogiro. In tre anni il progetto Brescia: lo splendore dell’arte ha portato in città la bellezza di due milioni di visitatori, oltre 500 mila dei quali sono in occasione delle ultime due rassegne, il che rappresenta, dopo ciò che è avvenuto a Treviso per Ca’ dei Carraresi (la serie di mostre sugli Impressionisti ideate sempre da Goldin) un vero e proprio fenomeno di massa.
immagineMa torniamo all’evento   che delizierà il prossimo autunno e inverno (ma anche la primavera, visto che chiuderà a maggio 2008) bresciano.  Sette saranno le sezioni della mostra, il cui catalogo sarà edito da Linea d’Ombra. Nella prima, incentrata sul tema della natura tra storia e visione, proporrà gli arcadici paesaggi di  Thomas Doughty e Thomas Cole, grandi interpreti di rovine antiche immerse in sfondi romantici. L’ispirazione, come si osserverà nella quinta sezione,  è sovente italiana (Paestum, Segesta, l’Etna, la campagna romana), ma nelle tele loro e di Jasper Cropsey, Sanford Gifford, George Brown emerge un forte debito nei confronti della cultura figurativa britannica settecentesca, ma con una componente fortemente innovativa: l’elemento arcadico, lungi dall’essere un semplice vagheggiamento dell’antico, si inserisce in  paesaggi maestosi e immensi, privi di confini, che suscitano ammirazione ma anche paura. 

TIMORE E TREMORE

immagineEd è proprio questa la costante della pittura americana ottocentesca e il succo della rassegna: il continuo confronto  con un paesaggio ancora vergine, selvaggio, ignoto e sconfinato,  che attrae come la terra promessa, ma nel contempo crea soggezione, spaventa e sublima. L’Ottocento del resto è il secolo della conquista del West, della corsa all’oro, dello spingersi oltre, sempre più in là, verso il Pacifico e verso l’ignoto.  Se dunque la seconda sezione - dedicata ai pittori della Hudson River School (fondata da Cole nel 1825) -  vede da parte di artisti come  Durand  e  Church   la trasposizione su tela dei paesaggi della costa orientale - ritratti ora con una meticolosa, quasi capillare attenzione al dettaglio naturalistico, ora con vibrazioni suggestive di colori e luci  - , sarà la sesta sezione  a declinare le mille facce della frontiera dell’Ovest americana, messa su tela da pittori come Albert Bierstadt e Thomas Moran (che viaggiavano al seguito delle spedizioni cognitive organizzate dal governo,  ritraendo le valli incontaminate  dello Yosemite e le Tower Falls dello Yellowstone), e come    Remington. Quest’ultimo, per la sua sensibilità nei confronti dei nativi, ne divenne  il “cantore” e per le sue strabilianti  capacità di disegnatore ha esercitato un influsso duraturo  - si vedrà  il suo Prigioniero -  su tutti coloro che  si sarebbero occupati, a vario titolo, di cowboy e indiani: dai registi del cinema western  (Sergio Leone in testa) ai fumettisti, da John Wayne a Tex Willer.

Sarà comunque la natura la grande protagonista nella sua immensità e nella sua forza sublime. La terza sezione, dedicata alle rappresentazioni delle Cascate del Niagara per mano di Church, George Inness Alvan Fisher, testimonia da un lato l’orgoglio che gli americani provavano nei confronti delle meraviglie di un territorio che consideravano creato per loro, dall’altro  il debito culturale verso, ancora una volta, la pittura inglese  e   Constable.

L’EREDITÀ DELL’EUROPA

 immagineLa curiosità  di esplorare paesaggi immensi, disabitati e ignoti coinvolge non solo il  nord, ma - suggestionati dalle esplorazioni di Alexander von Humboldt,  spinge gli artisti  verso sud alla “conquista” di Colombia, Brasile, Ecuador e Caraibi. Quella di Heade,  Church e  Bradford è sete di conoscenza scientifica e geografica, ma anche volontà di ripensare il ruolo dell’uomo, piccolo essere immerso nell’infinità della natura e delle specie animali e floreali. Ecco allora, accanto alla lussureggiante valle giamaicana  dipinta da Church il  botanico ritratto di orchidee e colibrì di Heade, che ha l’eleganza di un paravento orientale. 
immagineTutt’altro che provinciale malgrado la lontananza, la pittura degli States strinse e mantenne forti legami con le nostre suggestioni estetiche. Non solo con l’ex madrepatria, ma anche con la Francia, patria dell’Impressionismo e della modernità.  La settima sezione della mostra sarà così dedicata all’influsso esercitato da Pisarro, Caillebotte, Monet, Cézanne  e compagni  su artisti come Mary Stevenson Cassat (eloquente la sua Estate), Winslow Homer  (Riposo all’ombra o il magnifico Insidie nella nebbia) e il grande John Singer Sargent.
Cosmopolita di cultura, nato a Firenze, poliglotta, Sargent è senz’altro il più celebre della compagine americana presente a Brescia. A lui e ai grandiosi ritratti che realizzò tra il 1881 e il 1908 (e che gli fecero meritare  il soprannome di “nuovo Van Dyck”, affibbiatogli nientemeno che da Rodin) è dedicata la maggior parte dell’ultima sezione, quasi una mostra nella mostra: da ammirare la seducente e malinconica Louise Pomeroy, l’angelica piccola Helen Sears, gli icastici e ironici Mrs. Davis e  figlio, eccezionali “istantanee”  di una borghesia vitale e sofisticata, a tratti un po’ decadente.
Oltre a quelli di Sargent, chiudono la rassegna i ritratti firmati dall’ingresiano  Chase e, soprattutto, da  Whistler:  quest’ultimo pur ispirato dai preraffaeliti, fu denigrato dal loro mentore John Ruskin. Ma le sue figurette eteree e gentili - immortalate nelle  Sinfonie in bianco  - valgono da sole la visita per il loro sentore simbolista e il loro ammiccare enigmatico e un po’ perverso al grande mistero che si trova al confine tra la vita e la morte.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 

Post N° 98

Post n°98 pubblicato il 13 Aprile 2007 da eleperci

immagineE’ scomparso a Manhattan lo scrittore Kurt Vonnegut

Romanziere, poeta, saggista e polemista, con una scrittura dai molti codici e dai molti livelli, era stato spesso paragonato a Mark Twain, verso il quale, del resto, nutriva una passione dichiarata. Vonnegut sapeva unire i toni vernacolari e quelli ispirati del bardo metropolitano, sempre temperandoli di ironia gentile anche quando toccava le corde del sarcasmo amaro o quando - anzi soprattutto - si rivolgeva agli scrittori di fantascienza, che affettuosamente chiamò "figli di puttana", perché sono tra i pochi a interessarsi sinceramente del futuro, della sorte dell'ambiente in cui viviamo e della guerra considerata come un disastro assoluto.

Tutti i suoi libri su IBS
immagine

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 

Post N° 97

Post n°97 pubblicato il 10 Aprile 2007 da eleperci
 
Tag: Notizie

Sulle tracce di Leonardo a Rivolta d'Adda 

La Banca dell’Adda–Credito Cooperativo festeggia i suoi primi 100 anni presentando un volume sulla Chiesa dell'Immacolata  curato da Mauro Bonazzoli ed edito dalla Federico Motta Editore

E' stato presentato oggi il volume “La chiesa dell’Immacolata – Tracce di Leonardo a Rivolta d’Adda”, sponsorizzato dalla Banca dell'Adda - Credito Cooperativo in occasione dei 100 anni dalla fondazione ed edito dalla Federico Motta Editore. Il volume,  a cura di  Mauro Bonazzoli, sancisce in modo inequivocabile l’importanza storico artistica dell’oratorio di Santa Maria a Rivolta d’Adda nell’ambito dell’intero rinascimento lombardo e illustra per la prima volta tutti i 104 tondi della botte e mette in evidenza la stretta dipendenza di questa decorazione pittorica dall’opera di Leonardo da Vinci nel suo primo soggiorno milanese (1482-1499), come sottolineato nel saggio introduttivo di Giulio Bora.
I pittori lodigiani Martino Piazza e Giovan Pietro Lombardi (alias Carioni), in particolar modo Martino, manifestano la precisa volontà di recepire e rielaborare le novità introdotte dal maestro fiorentino, come testimoniato dal confronto diretto tra alcuni tondi della volta e i disegni del maestro, che ben esemplificano la trasposizione in pittura dei dettami contenuti nel trattato della pittura di Leonardo.
Il libro raccoglie inoltre un’attenta ricostruzione storica della chiesa dell’Immacolata partendo dal XV secolo per arrivare ai giorni nostri, arricchita da un regesto in cui sono riportati documenti inediti tra i quali la nota di pagamento, datata 1506, del ciclo di affreschi, che ha permesso di identificare quali autori del ciclo, appunto, Piazza e Carioni, e il contratto di esecuzione datato 1729 dell’altare maggiore opera dello scultore Andrea Fantoni. Alle vicende storiche segue il saggio dedicato alla fortuna critica del ciclo e infine l’analisi artistica della volta e degli episodi con “Le storie della Vergine” che vengono collocati nel panorama artistico lodigiano nel saggio di Mario Marubbi.

La presentazione pubblica è in programma sabato 14 aprile alle 21.00 e prenderanno la parola, oltre al curatore, la studiosa Luisa Cogliati Arano, il prof. Giulio Bora che ha scritto l’introduzione al volume e il prof. Mario Marubbi autore di un saggio.

L’oratorio dell’Immacolata Concezione sarà visitabile liberamente per tutta la giornata di domenica 15 aprile dalle 10.00 alle 18.00.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 

Post N° 96

Post n°96 pubblicato il 10 Aprile 2007 da eleperci
 

immagineSIMONE DE MAGISTRIS, UN CUBISTA DEL '500

CALDAROLA CELEBRA MAESTRO DEL MANIERISMO, DA LOTTO A EL GRECO CON UNA MOSTRA CURATA DA SGARBI                          

Un cubista ante litteram, un pittore  astrattista, antisentimentale e antinaturalista, spericolato al  punto da decostruire le forme di santi e madonne spezzando  l'identificazione fra arte e vita, per affermare il primato  della razionalità contro il sentimento. Simone De Magistris  (1538-1613) è stato tutto questo, sostiene il critico d'arte  Vittorio Sgarbi, e la grande mostra che la cittadina natale,  Caldarola, gli dedica fino al 30 settembre a Palazzo  Pallotta, rende giustizia a un artista "formidabile ma poco  conosciuto".
Mai "esploso" perché lontano dalle corti  romane.    "Simone De Magistris: un pittore visionario tra Lotto e El  Greco" è un viaggio nel manierismo, attraverso 80 opere  raccolte da vari musei nel Palazzo del cardinale Evangelista  Pallotta, collaboratore di Papa Sisto V e principale committente  di De Magistris, ritenuto il più importante interprete sul  territorio dell'arte sacra riletta alla luce del Concilio di  Trento e della Controriforma. Da Lorenzo Lotto, suo maestro a  Loreto e pittore "del cuore, di una dimensione partecipativa  antesignana di Giacomo Leopardi" - ha spiegato oggi Sgarbi,  curatore della mostra insieme a Stefano Papetti - De Magistris  si distacca per abbracciare un segno nuovo, deformato. Un tratto  che richiama potentemente lo spagnolo El Greco ("se i due si  siano conosciuti non lo sappiamo, e non è importante"), nel  suo scomporre e allungare a dismisura volti, gambe, ombre. Il  dato reale diventa evento soprannaturale, "come in un sogno o  in un incubo".    Una ventina le opere di De Magistris, Madonne in trono,  santi, e una potente Ultima cena esposte nelle sale del palazzo  - restaurato dopo il terremoto del 1997 -, a confronto con tre  dipinti di Lorenzo Lotto e sei opere di El Greco provenienti da  musei italiani, ma anche con un'Adorazione dei Magi di Domenico  Tintoretto, e tele di Federico Barocci, Andrea Lilli, Pellegrino  Tibaldi, Federico Zuccari.
I visitatori avranno anche la  possibilità di partecipare a un 'quiz' su un'attribuzione  controversa: la Madonna della Cintola di Narni è di De  Magistris (come sostiene Sgarbi) o l'ha dipinta Michelangelo  Braidi, come scrive la studiosa Giordana Benazzi? Ci si potrà  divertire ad azzardare un'ipotesi.    L'itinerario si snoda poi in altre località del maceratese  dove De Magistris ha lasciato alcuni capolavori, a partire dagli  affreschi del Santuario di Macereto. Promossa dal Comune di  Caldarola con la collaborazione della Soprintendenza per il  patrimonio storico e artistico delle Marche, la Regione e la  Provincia di Macerata, la mostra sarà anche l'occasione - lo  sperano gli assessori regionali alla cultura Luigi Minardi e al  turismo Luciano Agostini - per far conoscere un paesaggio dal  profilo fiabesco, in cui svetta il Castello di Caldarola, da  poco restaurato.   
Il catalogo (in copertina quello che si ritiene  l'autoritratto di De Magistris) è curato da Sgarbi per  Marsilio. Informazioni anche sul sito http://www.simonedemagistris.it

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
 

IL MIO ULTIMO LIBRO

E' uscito il mio nuovo libro. Si tratta dell'edizione, con traduzione, testo latino a fronte, commento e ampia introduzione, della "Navigatio sancti Brendani", testo anonimo del X secolo composto con molta probabilità da un monaco irlandese e che narra la peripezie di san Brandano e dei suoi monaci alla ricerca della "Terra repromissionis sanctorum", la terra promessa dei santi.
Un classico assoluto della letteratura medievale. Prefazione di Franco Cardini.

Anonimo del X secolo
La Navigazione di san Brandano
A cura di Elena Percivaldi
Prefazione di Franco Cardini
Ed. Il Cerchio, Rimini
pp. 224, euro 18


PER GLI ALTRI LIBRI, SCORRI LA PAGINA E GUARDA LA COLONNA A DESTRA

 

NE PARLANO:

GR2 (RAI RADIO 2): INTERVISTA (9 gennaio 2008, ore 19.30) Dal minuto 20' 14''
http://www.radio.rai.it/radio2/gr2.cfm#

ASSOCIAZIONE CULTURALE ITALIA MEDIEVALE
http://medioevo.leonardo.it/blog/la_navigazione_di_san_brandano.html

IL SECOLO D'ITALIA 12 dicembre 2008 p. 8 - SEGNALAZIONE
http://www.alleanzanazionale.it/public/SecoloDItalia/2008/12-dicembre/081214.pdf

IL SECOLO D'ITALIA  01 gennaio 2009 p.8 - RECENSIONE
http://www.alleanzanazionale.it/public/SecoloDItalia/2009/01-gennaio/090110.pdf

ARIANNA EDITRICE
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=23436

 LA STAMPA
http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=248&ID_articolo=21&ID_sezione=&sezione

 GRUPPI ARCHEOLOGICI DEL VENETO, p. 12-13:
http://www.gruppiarcheologicidelveneto.it/VA129.pdf

IRLANDAONLINE:
http://www.irlandaonline.com/notizie/notizia.asp?ID=1231329012

 

 

Contatta l'autore

Nickname:
Se copi, violi le regole della Community Sesso:
Età:
Prov:
 

FACEBOOK

 
 

ON THE AIR

IL MIO INTERVENTO A RADIO RAI nella trasmissione NUDO E CRUDO, in onda su RADIO 1 a proposito di Halloween e dei Celti:

1 novembre, Europa tra sacro e profano

1 novembre, Europa tra sacro e profano. Ne hanno parlato al microfono di Giulia Fossà: Elena Percivaldi, giornalista e studiosa di storia antica e medievale; Flavio Zanonato, sindaco di Padova; Marino Niola, Professore di Antropologia Culturale all'Istituto Universitario Suor Orsola Benincasa di Napoli; Sonia Oranges, giornalista de 'Il Riformista'; Alberto Bobbio, capo della redazione romana di 'Famiglia Cristiana'; Ennio Remondino, corrispondente Rai in Turchia. La corrispondenza di Alessandro Feroldi sulle politiche dell'immigrazione a Pordenone.

ASCOLTA: http://www.radio.rai.it/radio1/nudoecrudo/view.cfm?Q_EV_ID=230636

 

Ultime visite al Blog

abzolutcrizigclaudio20171marinabavettaoriana47maurodellavecchiaXboniestempora_neatizi1957memole83dglchiaroby0elepercireconalexiar0orientestella
 

I MIEI LIBRI / 1

ELENA PERCIVALDI, "I Celti. Una civiltà europea", 2003, Giunti (Firenze), pagine 192, euro 16.50

ACQUISTALO CON IL 10% DI SCONTO:
http://www.giuntistore.it/index.php3?SCREEN=libro&SCHEDA=1&sid=w5BNJSuwLwowzuxLJX4wizNrpOYnniok&TIPOCM=55215R

TRADOTTO IN TEDESCO (ED. TOSA)


E IN SPAGNOLO (ED. SUSAETA)

 

I MIEI LIBRI / 2

ELENA PERCIVALDI, I Celti. Un popolo e una civiltà d'Europa, 2005, Giunti, pagine 190, euro 14.50

immagine

***

Elena Percivaldi, GLI OGAM. Antico Alfabeto dei Celti, Keltia Editrice, formato 150x230 -pagine 176, euro 15
brossura, con xx tavole fuori testo in b/n
ISBN 88-7392-019-5


Il libro è il PRIMO saggio COMPLETO in italiano sull'argomento.

L'alfabeto ogamico è un originalissimo modo di scrivere che fu inventato presumibilmente intorno al IV secolo d.C. Il nome "ogam" è stato collegato a quello di un personaggio chiamato Ogme o Ogmios: per i Celti il dio della sapienza. Nella tradizione irlandese del Lebor Gàbala (Libro delle invasioni), Ogma è un guerriero appartenente alle tribù della dea Danu (Tuatha Dé Danann). Un testo noto come Auraicept na n-éces (Il Manuale del Letterato), che contiene un trattato sull'alfabeto ogam, dice: "al tempo di Bres, figlio di Elatha e re d'Irlanda (...) Ogma, un uomo molto dotato per il linguaggio e la poesia, inventò l'Ogham.”

COMPRALO:
http://www.keltia.it/catalogo/albiziered/ogam.htm

 

TUTTI I LIBRI SU IBS

Tag

 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

Ultimi commenti

 

MEMBERSHIPS

AICM - ASSOCIAZIONE ITALIANA CRITICI MUSICALI
http://www.criticimusicali.it/

AICA - INTERNATIONAL ASSOCIATION OF ART CRITICS
http://www.aica-int.org/

SOCIETA' STORICA LOMBARDA (fondata nel 1873)
http://www.societastoricalombarda.it/

I.I.C.E. - ISTITUTO ITALIANO PER LA CIVILTA' EGIZIA
http://www.archaeogate.org/iice/

SOCIETA' STORICA PER LA GUERRA BIANCA
http://www.guerrabianca.it/indexmap.asp

SOCIETA' FRIULANA DI ARCHEOLOGIA
http://www.archeofriuli.it/

AISSCA - Associazione italiana per lo studio dei santi, dei culti e dell'agiografia
http://www.flashinlabs.eu/aissca/index.php

 

IL LIBRO DEL GIORNO

Tibet. Land of exile
di Patricio Estay
Skira Editore
pp. 224, euro 39

Volti, cerimonie rituali, frammenti di vita in seno ai templi delineano attraverso la fotografia i segni del ritratto di un mondo in cui le difficoltà morali, il fervore spirituale e la profondità d’animo vanno di pari passo con la gentilezza, l’allegria e l’immensa generosità.  Le suggestive immagini in bianco e nero, fortemente spirituali, della prima parte del volume si contrappongono alle intense fotografie a colori dedicate alla realtà di tutti i giorni (centri commerciali, prostitute) pubblicate nella seconda parte. Il libro è introdotto da un accorato messaggio di pace del Dalai Lama che pone l’accento sulla grande forza d’animo con cui il popolo tibetano affronta continuamente ardue prove nel tentativo di continuare a perpetuare l’affermazione delle proprie idee e della propria spiritualità.

 

UN MITO

 

DA GUARDARE

Excalibur
di John Boorman
(1980)

 

DA ASCOLTARE

 

Giuseppe Verdi
Messa da Requiem
  
 
Orchestra del Teatro alla Scala 
Victor De Sabata 
Elisabeth Schwarzkopf 
 Giuseppe Di Stefano 
 Cesare Siepi 
 Oralia Dominguez
Naxos

 

immagine



 

 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963