Coniglio mannaro
Un blog di Elena Percivaldi - Tutto il materiale è protetto da copyright
Venezia, 13 – 16 giugno 2007
A dieci anni di distanza dall’ultimo importante convegno dedicato ad Antonio Vivaldi, svoltosi alla Fondazione Giorgio Cini nel febbraio 1997, si terrà a San Giorgio Maggiore il Convegno internazionale di studi: Antonio Vivaldi. Passato e futuro, che vedrà riuniti i più importanti specialisti vivaldiani provenienti da tutto il mondo, con l’obiettivo non solo di stilare un bilancio del lavoro finora compiuto, ma soprattutto di tracciare le linee portanti della musicologia vivaldiana negli anni a venire.
Per l’occasione, l’Istituto Italiano Antonio Vivaldi della Fondazione Giorgio Cini organizza inoltre quattro concerti aperti al pubblico in quattro significativi luoghi della città strettamente collegati agli argomenti trattati durante le giornate dei lavori:
Mercoledì 13 giugno, ore 21
Fondazione Giorgio Cini, Sala degli Arazzi
Da Brescia a Venezia. La nascita del concerto veneziano
Musiche di Albinoni, Marini, Marcello, Taglietti e Vivaldi
Sonatori de la Gioiosa Marca
Giovedì 14 giugno, ore 21
Basilica dei Frari
Antonio Vivaldi
I Dixit Dominus a un coro, RV 595 e RV 807
Monique Zanetti, Francesca Lombardi, Susanna Moncayo
Ian Honeyman, Mario Cecchetti
Ensemble vocale «Il canto di Orfeo»
Ensemble «Pian & Forte»
Direttore: Francesco Fanna
Venerdì 15 giugno, ore 21
Ca’ Rezzonico, Salone da ballo
Antonio Vivaldi
Arie dall’opera Atenaide, RV 702-B
Romina Basso, Guillemette Laurens
Modo Antiquo
Direttore: Federico Maria Sardelli
Sabato 16 giugno, ore 19
Chiesa della Pietà
Le composizioni per il coro delle Putte della Pietà
Musiche di Donato, Merulo, Perisonne e Vivaldi
Schola Pietatis Antonio Vivaldi
Direttore: Richard Vendome
Tutti i concerti saranno a ingresso libero, tranne il concerto del 14 giugno alla Basilica dei Frari.
Il convegno Antonio Vivaldi. Passato e futuro si articolerà in cinque sessioni destinate ad abbracciare le principali aree della ricerca vivaldiana: aspetti biografici e documentari (coordinatore: Pierluigi Petrobelli); la musica strumentale e la musica vocale sacra e da camera (coordinatore: Michael Talbot); la musica vocale teatrale (coordinatore: Reinhard Strohm); rapporti fra musicologia vivaldiana, esecuzione e ricezione (coordinatore: Roger-Claude Travers); problemi di catalogazione e cronologia (coordinatore: Peter Ryom). Ingresso libero.
Mercoledì 13 giugno
Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore - Sala Barbantini
ore 11.30
Apertura dei lavori
Pasquale Gagliardi, Segretario Generale della Fondazione Giorgio Cini
Francesco Fanna, direttore dell’Istituto Italiano Antonio Vivaldi
Peter Ryom, La situation actuelle de la musicologie vivaldienne
ore 14.30
Presiede Pierluigi Petrobelli
Aspetti biografici e documentari
Bella Brover-Lubovsky, Vivaldi and the Venetian Enlightenment
Roger-ClaudeTravers, La maladie de Vivaldi: critique de la thèse de 1981 de R.-C. Travers
Michael Talbot, Micky White, Pietro Mauro, detto "Il Vivaldi": Failed Tenor, Failed Impresario, Failed Husband, Acclaimed Copyist
ore 16.30
Tomislav Volek, Vivaldi e conti boemi Sporck, Morzin, Klenau, Wrtby, Collalto ed altri
Alessandro Borin, Vivaldi, Marcello e le nozze mancate di Filippo D’Assia Darmstadt
Paola Cirani, Vivaldi e la musica a Mantova. Documenti inediti e nuovi spunti di riflessione
Marie Cornaz, Vivaldi et la diffusion de sa musique dans les Pays-Bas autrichiens
Ore 21.00
Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore - Sala degli Arazzi
Concerto - Da Brescia a Venezia. La nascita del concerto veneziano.
Giovedì 14 giugno
Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore - Sala Barbantini
ore 9.30
Presiede Michael Talbot
I concerti per violino
Fabrizio Ammetto, I concerti di Vivaldi «con» (o «per»?) due violini «obligati» (o «principali»?)
Karl Heller, Phrasenbildung und Motivarbeit in den Soloteilen später Violinkonzerte Vivaldis
Olivier Fourés, Il violino vivaldiano. Punto di vista sulla «cultura del piacere»
ore 11.30
Le opere per violoncello
Bettina Hoffmann, Il violoncello solista nei concerti e nei drammi per musica di Antonio Vivaldi
Sebastian Zips, Die Ritornellform in den jeweils zweiten Sätzen der Cellosonaten RV 40 und RV 43
Donatella Paiano, Antonio Martinelli (c. 1702–82): un successore di Vivaldi alla Pietà
ore 14.30
Sala Barbantini
Presiede Michael Talbot
L’influenza vivaldiana fuori Venezia
Steven Zohn, Telemann the Vivaldian
Jehoash Hirshberg, Vivaldi, Vivaldianism, and Zani: Influence and Individuality
Václav Kapsa, Vivaldians in Bohemia: Instrumental Music by Composers connected with Count Morzin
ore 16.30
Sala Barbantini
Aspetti stilistici della musica di Antonio Vivaldi
Gregory Barnett, Reconstructing Vivaldi’s Tonal Perspective
Nicholas Lockey, Vivaldi and the Siciliana: Towards a Critical Appraisal
Rudolf Rasch, The Captions of "The Four Seasons" by Antonio Vivaldi
ore 14.30
Sala del Consiglio
Presiede Alessandro Borin
Vivaldi e la nobiltà
Berthold Over, La Cunegonda - Electress Therese Kunigunde of Bavaria and Cunegonda operas in Venice
Luigi Cataldi, L'incontro di Vivaldi con l'Imperatore Carlo VI a Trieste nel 1728
Herbert Seifert, Vivaldi in the 'Este' Music Collection of the Osterreichische Nationalbibliothek, Vienna
ore 16.30
Sala del Consiglio
La musica vocale di Antonio Vivaldi
Teresa Gialdroni, Vivaldi, la cantata e gli altri: ancora sul manoscritto di Meiningen Ed. 82b
Jasmin Cameron, An Acknowledgement of Sacred Music Conventions: Vivaldi's Et incarnatus and Crucifixus (RV 591)
Edward Corp, “La Senna festeggiante” reconsidered: some possible implications of its literary text
Ore 21.00
Venezia, Basilica dei Frari
Concerto - Antonio Vivaldi, I Dixit Dominus a un coro, RV 595 e RV 807
Venerdì 15 giugno
Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore - Sala Barbantini
ore 9.00
Presiede Reinhard Strohm
La musica vocale teatrale
Milada Jonasová, Antonio Denzio - impresario, librettista e accomodatore di opere liriche in Praga
Ondřej Maček, Nuove scoperte sull'Argippo praghese
Maria Giovanna Miggiani, Due fratelli veneziani, Angelo e Pietro Mingotti, impresari
Frédéric Delaméa, La diffusion des airs d’opéra de Vivaldi au XVIIIème siècle: Intérêt et limites de l’apport des livrets
ore 11.00
Niccolò Maccavino, L'Imeneo in Atene di Nicola Porpora: Venezia 1726
Pier Giuseppe Gillio, Relazioni metriche tra testo poetico e testo musicale nel melodramma di Vivaldi
Jürgen Maehder, Il libretto del Motezuma di Vivaldi e la Conquista del Messico nel melodramma del Settecento
Marco Bizzarini, I segreti di Griselda: nuove riflessioni sulla collaborazione tra Vivaldi e Goldoni
ore 14.00
Coordinatore Roger-Claude Travers
Tavola Rotonda: Dal manoscritto all’edizione del testo
Enrico Careri, Sull'uso vivaldiano dei segni dinamici
Marco Beghelli, Che cosa ci dicono le «travature» vivaldiane?
Tavola Rotonda: La ricostruzione delle opere incomplete
Fabrizio Ammetto, Vivaldi "ricostruisce" Vivaldi: ipotesi di testo 'originale' dei Concerti RV 528, 774 e 775
Jean-Pierre Demoulin, Suggestions pour compléter quatre œuvres dont on ne possède pas l’intégralité des sources
Frédéric Delaméa, La reconstruction des partitions lyriques incomplètes de Vivaldi: le cas Motezuma
Tavola Rotonda: L’Instrumentarium e i registri vocali
Jean-Charles Léon - Philippe Foulon, La problématique des reconstructions du violoncello «all’inglese» et du «Violino in tromba marina»: de la recherche à l’interprétation
Gilles Thomé, Les «Claren», «Clarini» et «Clarinet» dans les œuvres de Vivaldi
Richard Vendome, Vivaldi’s liturgical music for La Pietà. Did women sing tenor and bass at pitch?
Tavola Rotonda: Alla Vivaldi
Cesare Fertonani, Il gusto del paradosso: a proposito di «Vivaldiana» di Gian Francesco Malipiero
Tavola Rotonda: La produzione musicale
Roger-Claude Travers – François Farges, La database des enregistrements vivaldiens. Enfin!
Gianluca Tarquinio, La diffusione dell’opera di Antonio Vivaldi attraverso le fonti sonore: la discografia a 78 giri
Alberto Basso- Susan Orlando, The Vivaldi Edition
ore 21.00
Venezia, Ca’ Rezzonico, Salone da ballo
Concerto - Antonio Vivaldi, Arie dall’opera Atenaide, RV 702-B
Sabato 16 giugno
Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore - Sala Barbantini
ore 9.00
Coordinatore Reinhard Strohm
Tavola Rotonda: L'opera Veneziana al tempo di Vivaldi: nuove direzioni di ricerca
Reinhard Strohm, Introduzione
Eleanor Selfridge-Field, Dating Venetian Operas: Implications and Quandaries for Vivaldi Studies
Anna Laura Bellina, Generi del teatro musicale ai tempi di Vivaldi
Alessandro Borin, Dibattiti culturali a Venezia nel primo Settecento e la formazione del giovane Vivaldi
ore 11.00
Maria Ida Biggi, Soggetti, immagini e scenografie
Melania Bucciarelli, Soggetti, storie e immagini nell’opera veneziana al tempo di Vivaldi
Reinhard Strohm, From She-Devil to Recalcitrant Mother: the Female Voice in Vivaldi’s Operas
Francesca Menchelli-Buttini, Vivaldi e Hasse
ore 14.00
Coordinatore Peter Ryom
Tavola Rotonda: Problemi di catalogazione e cronologia
Peter Ryom, Les problèmes du catalogage et de la chronologie des œuvres
Paul Everett, Serving and Growing the Chronology Project: an interactive Online Database
Federico Maria Sardelli, Il Catalogo tematico delle ricorrenze musicali vivaldiane: uno strumento per i problemi di cronologia, attribuzione, analisi del metodo compositivo
Olivier Fourés, La chronologie vivaldienne, évaluation des outils de recherche
Pablo Queipo De Llano, Nuevas hipótesis cronológicas para RV 51, RV 53, RV 355 y RV 594
ore 18.00
Istituto Provinciale per l’infanzia «Santa Maria della Pietà»
Sala conferenze
Anna Maria Giannuzzi Miraglia, La Pietà: cultura secolare dell’accoglienza a Venezia tra tradizione e rinnovamento
Chiara Pancino, Le musiche per le Putte della Pietà: riordino dei manoscritti musicali del «Fondo Correr»
Visita al Piccolo Museo Antonio Vivaldi
Conclusione dei lavori
Ore 19.00
Venezia, Chiesa della Pietà
Concerto - Le composizioni per il coro femminile della Pietà
Informazioni:
Istituto Italiano Antonio Vivaldi
Isola di San Giorgio Maggiore - 30124 Venezia
tel. +39 041 2710220/259
fax +39 041 2710215
e-mail: vivaldi@cini.it
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
APERTURA CON “TRISTANO E ISOTTA” DI WAGNER, SI CHIUDE CON “LA VEDOVA ALLEGRA” DI LEHÁR
Sulla Scala sale... l’operona e l’operetta
Omaggio con due titoli a Puccini nel 150° della nascita e alla Callas a trent’anni dalla morte
Ben 10 nuovi allestimenti su 14 titoli, sul podio la consueta alternanza tra grandi nomi: Dudamel, Harding, Gatti, Chailly e Maazel
di Elena Percivaldi
Sarà il Tristan und Isolde di Wagner diretto da Daniel Barenboim ad aprire il prossimo Sant’Ambrogio la nuova stagione scaligera, una nuova produzione del Piermarini che vedrà protagonisti nei ruoli eponimi Ian Storey e Waltraud Meier, con regia di Patrice Chéreau e scene di Richard Peduzzi. «L’inizio della modernità musicale», come l’ha definita il sovrintendente Stéphane Lissner, presentando il cartellone 2007/2008, «un’operona» che sarà trasmessa in tutta Europa dal canale satellitare Arte e che incornicia, con l’operetta La vedova allegra di Lehár che chiude il programma a ottobre e novembre, un cartellone non particolarmente audace ma ricco di nuovi allestimenti, ben 10 su 14 titoli, e che secondo Lissner «si avvia sulla strada di una consapevole internazionalità, aprendo finestre sull'Europa e muovendo nel pubblico una curiosità e un confronto verso il resto del mondo».
Il Teatro, che ha un attivo di 1,5 milioni di euro rispetto al disavanzo degli anni precedenti, proporrà solo un’opera di Verdi, il Macbeth (ad aprile), affidata alla bacchetta di Kazushi Ono (con Leo Nucci Macbeth e Violeta Urmana, sorprendente Aida della scorsa inaugurazione, come la terribile Lady), mentre protagonista della stagione sarà Giacomo Puccini, di cui nel 2008 ricorre il centocinquantesimo anniversario della nascita: in programma il Trittico (Tabarro, Suor Angelica, Gianni Schicchi) sotto la direzione di Riccardo Chailly con grandi nomi come Barbara Frittoli e Leo Nucci (marzo-aprile) e Bohème (luglio) diretta da Gustavo Dudamel nella classica regia di Zeffirelli, con James Valenti Rodolfo e Carmela Remigio Mimì.
Altra protagonista sarà Maria Callas, alla quale sarà dedicato un evento speciale il 16 settembre, trentesimo anniversario della sua morte: un film in proiezione tre volte al giorno e due mostre, una fotografica e una dei costumi di scena. Tre gli eventi della Scala che saranno trasmessi in diretta tv a dicembre: un'opera, un balletto e un concerto di musica sinfonica. Sarà la stagione dei grandi registi di cinema e teatro, chiamati a dirigere alcune delle opere in cartellone: regista dell’Andrea Chénier di Giordano sarà Terry Gilliam, noto per Monty Python, vedremo come se la caverà. Il canadese Robert Lepage dirigerà invece un nuovo allestimento del lavoro di Lorin Maazel - sul podio - 1984 tratto dall’omonimo romanzo di George Orwell.
Sul fronte “contemporaneo” la Scala offre poi il Cyrano de Bergerac di Franco Alfano (la prima andò in scena nel 1936), affidato tra gennaio e febbraio a Patrick Fournillier, e Il prigioniero di Dallapiccola, in programma a maggio con Il castello del duca Barbablù di Béla Bartók diretti dal giovane Daniel Harding. Poi ancora, il Wozzeck di Alban Berg (febbraio e marzo) diretto da Daniele Gatti, l’Andrea Chénier di Giordano, La vedova allegra di Lehár , nuova produzione diretta da Asher Fisch con scene, regia e costumi di Pier Luigi Pizzi, e Il giocatore di Prokof’ev, altro nuovo allestimento affidato a Barenboim per la regia, scene e costumi di Dmitri Tscherniakov.
Notevole si preannuncia la Maria Stuarda di Gaetano Donizetti in una nuova produzione scaligera diretta da Antonino Fogliani per la regia, i costumi e le scene di Pizzi, che vedrà protagoniste due stelle come Anna Caterina Antonacci (Elisabetta) e Mariella Devia (Maria Stuarda). Per il Progetto Accademia, affidato ai giovani, dopo l’Ascanio in Alba dello scorso anno ancora Mozart, ma Le nozze di Figaro, ad ottobre. Infine, i balletti, che vedranno spesso in scena l’étoile Roberto Bolle: Il lago dei cigni (coreografia di Vladimir Bourmeister), un Gala dedicato a Ciajkovskij, Romeo e Giulietta (Kenneth MacMillan), Mediterranea (Mauro Bigonzetti, con étoile Massimo Murru), la Serata Petit con musiche di Bizet e Bach, infine La Dame aux camélias (John Neumeier).
«Amiamo lavorare con artisti “di pensiero” -ha spiegato Lissner - che pongono domande sul nostro tempo, che costruiscono un’identità. Per questo la stagione propone molte storie “formative”, che stanno alla base dei valori di ogni tempo e che possono, forse, contribuire alla crescita delle nuove generazioni, a far riflettere e discutere». Ricco il programma delle Ospitalità, che, ha affermato Lissner, «conferma svolte già annunciate. Tornerà l’Orchestra Verdi: ne prevediamo un concerto in settembre, perchè ci rifiutiamo di pensare che questa orchestra possa chiudere. Tornerà il Quartetto, che con la Scala ha una storia lunga e solida, con un recital di Alfred Brendel». Infine, presente la Società dei Concerti con un recital di Maurizio Pollini: «Avremo -ha concluso Lissner - Appuntamenti al Mito (la Israel Philharmonic diretta da Zubin Mehta) e di Milano Musica». E le aperture delle prossime stagioni? Nel 2008 Don Carlos di Verdi, nel 2009 Carmen di Bizet, nel 2010 La valchiria di Wagner.
***
Se Milano propone solo Macbeth, il Bibiena apre con Simon Boccanegra e prosegue col Requiem
E Bologna invece punta su Verdi
Se Milano apre con il grande tedesco, Bologna risponde con il geniale emiliano. Pare un ritorno di fiamma della polemica musicale tra antico e moderno, tra nordico e mediterraneo, tra Wagner e Verdi. Comunque sia, se la Scala inaugura il cartellone con l’atonale, antitradizionale Tristano e Isotta, il Bibiena propone invece la severa e quasi espressionistica partitura del Simon Boccanegra, opera che Verdi compose nel 1857 (e fu un fiasco) e rimaneggiò con maggior successo un quarto di secolo dopo. Un derby in piena regola, insomma, anche per quanto concerne il numero di nuovi allestimenti e debutti artistici, ben 6 su 9 a Bologna, 10 su 14 a Milano, e per la giovane età di alcuni direttori d’orchestra: Dudamel e Harding a Milano, Michele Mariotti (28 enne) nella “prima” a Bologna. Al Bibiena, però, rispetto al Piermarini, c’è un’altra novità: il ritorno del balletto sul palcoscenico. E col fatto che alcuni spettacoli saranno poi ospitati in vari Teatri della Regione, contribuendo a una collaborazione di grande importanza strategica, si può dire che per una volta anche la cosiddetta “provincia” ottiene la sua riscossa sulla grande metropoli, con ben poco da invidiare ad essa.
L’inaugurazione, il 13 novembre, è come detto col Boccanegra di Verdi affidato alla brillante bacchetta di Mariotti, affiancato dal regista Giorgio Gallione, uno dei più interessanti della sua generazione. Poi tocca, il 29 novembre, allo Schiaccianoci di Ciajkovskij, che mancava dal Bibiena dal 1954. Orphée et Eurydice di Gluck torna dopo trent'anni nel nuovo allestimento coprodotto con l'Opéra National di Montpellier, l'8 gennaio 2008 con un debutto, quello di Roberto Alagna. Il 23 febbraio ecco Lucia di Lammermoor di Donizetti diretta da Antonello Allemandi. Il 16 marzo (replica il 18) arriva il Requiem di Verdi diretto da Georges Prêtre, per la prima volta a Bologna. Il 29 marzo andrà in scena The Beggar's Opera nella provocatoria regia di Lucio Dalla. Il 29 aprile vedrà l'atteso debutto di Daniela Dessì in Norma di Bellini, che mancava dal ’95. Il 31 maggio chiusura con Samson et Dalila di Saint-Saëns. Un programma, altrochè, di tutto rispetto.
E. P.
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
RIAPRE A VINCI IL MUSEO IDEALE CON TRE DIPINTI INEDITI DI BOTTEGA LEONARDESCA
Per la prima volta, alla riapertura sperimentale del Museo Ideale Leonardo di Vinci (Firenze), domenica 20 maggio, dalle ore 17 in poi, si potranno ammirare tre dipinti originali e sconosciuti eseguiti nella bottega del genio rinascimentale nei primi anni del Cinquecento. Finora queste opere nel segreto di collezioni private erano attribuite allo stesso Leonardo o al Melzi, al Giampietrino e a Cesare da Sesto.
E sempre per la prima volta saranno esposte nel Museo Ideale, che è stato appena restaurato, molte opere straordinarie legate al mito di Leonardo da Vinci: da due emblematici “Nodi Vinciani” del 1506-1508, xilografati da Albrecht Durer su disegno dello stesso autore della “Gioconda”, a nuovi modelli di progetti leonardiani realizzati come opere di arte-scienza.
In occasione della riapertura del Museo Ideale, diretto dal professor Alessandro Vezzosi, saranno illustrate anche le ricerche sulle impronte digitali presenti nei dipinti dell’artista.scienziato e sarà presentato il quattrocentesco “ritrecine di Leonardo” (la turbina idraulica del mulino) in relazione a un documento del 1478 (recentemente ritrovato nell’Archivio di Stato di Firenze e pubblicato da Vanna Arrighi). Alla cerimonia interverrà anche Carlo Pedretti, appena rientrato da Los Angeles, dove dirige l’Hammer Center Studies, uno dei maggiori centri internazionali di studi leonardiani.
Domenica 20 maggi, alle ore 18.30, a Vinci la manifestazione di riapertura del Museo Ideale si trasferirà nel “Giardino di Leonardo”, sezione a cielo aperto dello stesso museo, dove germogliano e cominciano a fiorire le 1.200 “rose gioconde” del “Nodo infinito”. Per l’occasione sarà percorribile il “Labirinto dei Vinci” (1.500 alberi), mentre nel “Sentiero di alberi e fiori diversi”, fra gli altri simboli scelti da personalità della cultura contemporanea, sarà presentato il melograno del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, e la “rosa Leonardo da Vinci” in arrivo da Amboise con il presidente del castello-museo di Clos-Lucè (ultima dimora di Leonardo), François Saint-Bris. Sono previsti anche voli ancorati di mongolfiere (a cura dell’Associazione Aerostatica Toscana), che consentiranno di vedere dall’alto i 6.000 metri quadrati di geometrie leonardesche del “Giardino”.
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
CONVEGNO INTERNAZIONALE DI STUDI
Dal 23 al 26 Maggio 2007 si terrà a Bologna, l’atteso e prestigioso Convegno internazionale di studi “Carducci nel suo tempo e nel nostro tempo”, che vedrà protagonisti illustri e qualificati confrontarsi su differenti aspetti della poetica e della vita dell’ispirato letterato bolognese. Il convegno rientra nell’ambito delle iniziative per la ricorrenza di un duplice centenario carducciano: il conferimento del premio Nobel (1906) e la morte (1907). In questo senso, a cavallo del 2006 e del 2007 si sono svolte e si svolgeranno in tutta Italia giornate di studio, mostre, presentazioni di libri e convegni. Tra le numerose proposte di Bologna, il Convegno internazionale risalta per importanza ed aspettative, potendo contare sul Comitato congiunto Università - Comune di Bologna per le celebrazioni del 2007 anno carducciano.
Promosso dall’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, curato dal Dipartimento di Italianistica e da Unibocultura in collaborazione con Casa Carducci e con il Comune di Bologna, il convegno si suddividerà in tre giornate di dibattiti e approfondimenti, i quali vedranno partecipi studiosi rinomati e di spicco. Il convegno avrà luogo grazie al prezioso contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.
L’intento sarà duplice: da una parte verrà indagato l’aspetto storico e filologico dell’opera di Carducci, dall’altra si cercherà di capire quanto il ‘900 abbia recepito e interpretato la sua complessa personalità; il tutto nello sforzo di creare intorno alla figura del poeta una serie di sguardi diversi, nati da competenze e interessi diversi. Si inizierà con un’indagine del Carducci ideologo e uomo politico, elaboratore di strategie che corrispondono alla creazione di miti nazionali i quali coprono l’intera seconda metà dell’Ottocento; seguirà la riflessione più specificamente legata ai nuclei poetici dell’opera carducciana, dai Giambi ed Epodi alle Rime nuove a Rime e ritmi; si porrà quindi l’accento sui problemi filologici connessi all’edizione nazionale dell’opera del poeta, soprattutto per quanto riguarda l’aggiornamento dell’epistolario con i ritrovamenti degli ultimi anni. Senza dimenticare alcune importanti analisi storiche (il rapporto con il mondo musicale ottocentesco e la ricezione di Wagner, oppure la persistenza di miti legati alla modernità e al progresso, e poi le vicende editoriali delle sue opere), il convegno affronterà poi i rapporti di Carducci con la più importante produzione letteraria europea, in particolare con quella francese e tedesca, i cui scrittori vennero letti e spesso anche tradotti dal poeta; ulteriore spazio verrà dedicato al Carducci professore, diffusore di cultura, e alla ricezione scolastica delle sue poesie. Il convegno si chiuderà con l’attenzione rivolta alle idee di modernità elaborate dal poeta, al modo con cui il Novecento (Montale, Pirandello e altri) ha visto in lui un personaggio da non dimenticare, accettandolo o rifiutandolo, osteggiandone o accogliendone l’opera, in un rapporto sempre conflittuale, mai di totale accettazione o negazione.
Di grande rilievo anche il comitato scientifico dell’Università di Bologna composto da Gian Mario Anselmi (ordinario di Letteratura italiana presso la Facoltà di Lettere e Filosofia e Direttore del Dipartimento di Italianistica), Marco A. Bazzocchi (professore associato del corso di laurea in lettere moderne/lettere classiche presso la Facoltà di Lettere e Filosofia), Niva Lorenzini (professore ordinario di letteratura italiana contemporanea presso la Facoltà di Lettere e Filosofia, membro del Direttivo dell'Istituto Gramsci, socio fondatore del Centro di Poesia Contemporanea dell'Università di Bologna, redattrice delle riviste «Il verri» e «Poetiche»), Emilio Pasquini (professore ordinario di letteratura italiana presso la Facoltà di Lettere e Filosofia e uno tra i massimi esperti di Carducci), Vittorio Roda (professore ordinario di letteratura italiana presso la Facoltà di Lettere e Filosofia), Marco Veglia (ricercatore confermato del dipartimento di Italianistica).
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
A ROMA LA SETTIMANA DELLA STORIA LA STORIA FA DIVENTARE GRANDI Dal 21 al 27 maggio all’Ara Pacis una diversa e più moderna rilettura della Storia, grazie alla prima edizione di questo importante evento, dedicato interamente al 900 italiano, che proporrà film, momenti di aggregazione, dibattiti, mostre Settimana della Storia atto primo. Parte infatti il 21 maggio 2007, ospitata nella prestigiosa sede dell’Ara Pacis, una settimana durante la quale Roma si trasformerà in teatro di incontri, eventi, proiezioni di film e documentari. Sette giorni in cui la Storia diventerà fruibile per tutti, uscendo dagli ambienti accademici per entrare a far parte del patrimonio della città. Questa prima edizione sarà incentrata interamente su fatti e personaggi del Novecento italiano. Un’importante iniziativa, promossa dal Comune di Roma Assessorato alle Politiche Culturali, dalla Provincia di Roma e dalla Regione Lazio, in collaborazione con Rai Educational e l’Europeo, prodotta dall’Associazione “Il Tempo e la Storia” con il supporto organizzativo di Zètema Progetto Cultura. La Settimana della Storia, dal 21 al 27 maggio, sarà articolata secondo un programma ricco sia per gli spunti che offrirà al pubblico sia per le iniziative, numerose ed animate da nomi di spicco in ambito storico, culturale, giornalistico. La Settimana della Storia potrà essere “seguita” nella sua variegata programmazione anche grazie al sito internet www.settimanadellastoria.it, una vetrina aggiornata che permetterà a tutti gli appassionati di confrontarsi, proporre dibattiti e prenotarsi ai vari appuntamenti. Un ulteriore strumento per vivere al meglio le tante iniziative di questa “maratona” è offerto anche dal mensile L’Europeo in uscita a maggio, interamente dedicato all’iniziativa ed arricchito con interviste ed approfondimenti. Dunque un appuntamento importante che pone la prima pietra per un modo nuovo di leggere la Storia, un modo che coinvolge e responsabilizza in un processo di crescita sociale. Una settimana che ci si auspica confermi lo slogan di queste giornate: “La storia fa diventare grandi”.
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
fino al 27.V.2007
Amedeo Bocchi
Parma, Sedi varie
Belle donne, nudi e celebrità. Ma anche impegno sociale e tanta struggente malinconia. Ecco il mondo ancora misconosciuto di un artista che seppe interpretare le sue creature e le loro passioni…
di Elena Percivaldi
"Ecco finalmente un artista che ci dà creature vive e capaci di soffrire le loro passioni: soprattutto ecco un uomo che sente la sana voglia di vivere. Limpidezza di colore: armonia di toni e di figure". Così nel ‘29 la scrittrice umbra Maria Luisa Fiumi giudicava il lavoro di Amedeo Bocchi (Parma, 1883 - Roma, 1976), pittore tanto ritroso quanto ambiguo e complesso nelle tematiche. Bocchi seppe coniugare differenti registri artistici pescando di fiore in fiore tra le suggestioni d'inizio secolo, dal Simbolismo allo Jugendstil, dalla leggerezza del Liberty all'impegno della pittura sociale.
LEGGI TUTTA LA MIA RECENSIONE SU EXIBART:
http://www.exibart.com/notizia.asp/IDNotizia/19721/IDCategoria/46
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
I messaggi di cordoglio che molti amici mi hanno mandato privatamente sono talmente tanti e belli che ho deciso di pubblicarli. Ancora un grazie dal profondo del cuore.
ELENA
Ciao Elena, mi spiace molto. Anche se non ci vediamo da un po’ sappi che ti sono vicino in questo triste momento. Un abbraccio. Carlo
Un abbraccio da Franco Abruzzo
Io apprendo ora, e va da sé che ti mando un abbraccio fortissimo. Andrea
Cara Elena
ahimé non sapevo! Ricordo quella volta che ci vedemmo a Milano... me ne parlasti, devotamente, con estremo amore. Il mio cordoglio e la mia solidarietà di uomo oggi ti è vicina con la tempra dell'umiltà e della devozione fraterna. Voglio bene ai suoi affetti. Stringiti al bimbo e bacialo anche per me. Un caro abbraccio anche a tuo marito che tanto contribuisce a renderti più accetto lo strazio d'anima. Ti voglio forte.
Con il cuore
Enzo
Ciao Elena,
mi dispiace moltissimo per la tua perdita. Posso capire perfettamente il tuo dolore.
Per qualsiasi cosa, considerami a disposizione.
Un abbraccio fortissimo.
ema
Cara Elena, sono dispiaciuto per la perdita del caro nonno. Quella che accenni è una grande storia! Un caro saluto, Angelo
Cara Elena,
vengo a sapere ora della scomparsa di tuo nonno e mi unisco sinceramente commosso al tuo dolore. Non è una frase fatta ma il tuo breve racconto mi ha ricordato la storia, presso che identica del mio povero nonno paterno. Lui era del 1914 ed è morto nel 1999, i tedeschi lo catturarono in Jugoslavia e lo deportarono in due campi di prigionia, Bergen Belsen e Mathausen (un paio di mesi), per poi ridursi a pelle e ossa in un campo di lavoro. Quando tornò a casa a piedi, mia nonna non lo riconobbe, dato che pesava 38 chili. Fece una fatica tremenda a sopravvivere a causa del terribile deperimento organico, ma alla fine, grazie alla sua enorme forza di volontà, ce la fece. Dagli esami che effettuò dopo il rientro in Italia si accorsero che durante i due anni passati in Germania, per le botte e le sofferenze subite, subì parecchi infarti… fortunatamente nessuno letale, ma che senza dubbio non gli consentirono più una vita normale. Beh, anche mio nonno, come il tuo, nonostante le molte documentazioni presentate, insieme alle lettere scritte a Roma, non si vide dare, non dico l’invalidità, ma nemmeno il più piccolo riconoscimento. Ora mi piace pensare che da vecchi compagni di prigionia, se la stiano raccontando serenamente.
Un abbraccione.
Danilo
Ciao Ele, mi spiace per il nonno, davvero, ti faccio le mie condoglianze più strette.
Flavio
Accidenti Elena, mi dispiace molto. Sono certo che sarebbe stato estremamente felice del tuo ritratto. Un abbraccio.
MEG
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
L'11 maggio 2007, alle ore 18.30, è venuto a mancare il mio caro nonno Mario Brizzi. Era nato a Pioltello (Mi) il 22 maggio del 1919, ha lavorato una vita come tramviere dell'ATM. Aveva vissuto la Seconda Guerra Mondiale nell'aeronautica e dopo lo sciagurato 8 settembre del '43, con l'esercito italiano allo sbando, è stato catturato dai tedeschi con alcuni compagni su un treno, mentre cercava di tornare a casa.
Deportato in Germania, è stato costretto ai lavori forzati in svariati campi di concentramento tedeschi fino alla liberazione. A guerra finita, a piedi è tornato finalmente a casa ridotto ad uno scheletro, pesava meno di 40 chili per quasi un metro e ottanta.
Appena si è rimesso in sesto ha finalmente sposato la mia meravigliosa nonna, Maddalena Freddi, nella chiesa vecchia di Baggio, oggi quartiere di Milano, che a sua volta era stata staffetta partigiana della Brigata Matteotti, catturata due volte dai tedeschi mentre in bici portava a suo rischio e pericolo le missive, e messa al muro, salvata solo perchè i carnefici si impietosirono per la sua avvenenza.
Dal matrimonio tra questi due eroi è nata, il 17 marzo 1949, la mia mamma, Mariangela Brizzi, che il 19 luglio del 1970 ha sposato il mio papà Luigi Percivaldi dai quali, orgogliosamente, il 3 maggio del 1973 sono nata io.
Mia nonna Maddalena è morta il primo settembre 1994 dopo quattro mesi e mezzo di agonia per un tumore al pancreas. Mio nonno non si è mai dato pace ma fino all'anno scorso, col coraggio che lo ha sempre contraddistinto, ha preteso di vivere da solo e badare a se stesso, continuando a fare piccoli lavori. Infine, ammalatosi nuovamente e affetto da cancro alla prostata, è stato ricoverato dai miei genitori in una casa di assistenza a Ronco Briantino (Mi). La sua morte getta me e molti altri - non solo i suoi cari - nello sconforto.
L'unica consolazione è che sono riuscita a presentargli il suo pronipotino Riccardo, che è nato il 16 agosto del 2006, e col quale, pazzo di felicità e di orgoglio, era entrato subito in sintonia.
Nonno, hai sofferto molto nella tua vita le viltà e le cattiverie degli uomini, ma sopravvivevdo duramente e tenacemente in quei durissimi momenti ha impartito a tutti una lezione che non si può dimenticare. Ti ringrazio perchè vivo grazie a te e alla tua forza di volontà che ti ha permesso di ritornare, e ringrazio la nonna che è stata per me un fulgido esempio di persona che ha sempre anteposto gli ideali di libertà e giustizia al suo interesse personale, richiando tante volte la vita per la democrazia e la libertà. Grazie a voi e al vostro esempio. Spero di essere degna di trasferire questi Valori a mio figlio, e spero di essere degna di Voi. Vi voglio bene e non vi dimenticherò mai.
Vostra
Elena
I FUNERALI SI SVOLGERANNO ALLA CHIESA PARROCCHIALE DEI SANTI CORNELIO E CIPRIANO DI CARNATE (MI), LUNEDI' 14 MAGGIO ALLE ORE 15.
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
fino al 15.VII.2007
Gli impressionisti, i simbolisti e le avanguardie
Como, Villa Olmo
La storia della collezione del principe serbo Paolo Karađorđević, mecenate nella “periferia d’Europa” d’inizio Novecento. Quando Belgrado era una piccola Parigi…
pubblicato lunedì 7 maggio 2007
Vai a Como e ti trovi davanti un museo che non ti aspetti. Se infatti le stanze illuministe (e illuminate) di Villa Olmo sono ormai da tempo note come sede espositiva di un certo rilievo per aver ospitato negli ultimi anni –e con più che discreto successo di pubblico– rassegne dedicate a Picasso, a Miró e a Magritte, quella in corso fino al 15 luglio prossimo, se non dice in sé e per sé nulla di nuovo sul piano critico, dà però la possibilità di conoscere una parte del patrimonio di un Museo, quello Nazionale di Belgrado, che finora non era stata mai vista nel nostro Paese. Stiamo parlando della collezione messa insieme nel giro di una decina d’anni, a cavallo tra Otto e Novecento, da Paolo Karađorđević. Un personaggio, il principe serbo, forse poco noto al di fuori dei propri confini nazionali, ma appartenete ad una dinastia che ha fatto la storia del suo Paese...
di elena percivaldi
LEGGI TUTTA LA MIA RECENSIONE SU EXIBART:
http://www.exibart.com/notizia.asp/IDNotizia/19663/IDCategoria/1
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
CIAO a tutti... Ho latitato un po' in quest'ultimo periodo ma sono stata un po' indaffarata, poi sia io che il mio bimbo abbiamo avuto qualche magagna di salute ora definitivamente (speriamo!) passata, e infine siamo stati via una settimana in ferie. Ora vediamo di riprendere a postare con regolarità... Un salutone!
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
XVI° PREMIO LETTERARIO INTERLINGUE
"MONTAGNE D'ARGENTO"
"Streghe & Fate”
La Keltia Editrice e la Compagnie de la Pierre verte,
con il Patrocinio della
PRESIDENZA del CONSIGLIO REGIONALE della VALLE D'AOSTA e dell’ASSESSORATO REGIONALE ISTRUZIONE e CULTURA,
bandisce
il XVI° PREMIO LETTERARIO INTERLINGUE
"MONTAGNE D'ARGENTO" edizione 2007
per prose e poesie in ogni lingua o vernacolo europeo sul tema
“Streghe & Fate”
Streghe, Fate, buone o cattive... Siamo noi che decidiamo come definirle. Così, mentre le Fate sono presenti nelle fiabe dei bambini, così magiche e positive, le Streghe le troviamo nelle storie più tenebrose, dove la brutta, vecchia Strega, è cattiva. è “Fata” una ragazza dolce o molto bella, è “Strega” nostra suocera. Ma “Fata” è anche la nostra Maestra d’Asilo e, “stregati”, sono gli uomini che subiscono il fascino dell’amata. è comunque certo che, le Fate e le Streghe appartengono al nostro immaginario collettivo, sia attraverso leggende d’antica data, sia nel nostro vissuto reale quotidiano.
La scadenza dei termini di consegna degli elaborati
è fissata per il 30 Luglio 2007.
Info:
Premio Montagne d’Argento
Rue du Bailliage, 5 - 11100 AOSTA ITALY
Tel. 0165 -364040 -Fax. 0165 -33377
E-mail: montagnedargento@keltia.it
http://www.keltia.it/montagne/montbando.htm
XVI° PREMIO LETTERARIO INTERLINGUE
"MONTAGNE D'ARGENTO"
Bando di Concorso edizione 2007
1) Ogni Autore può partecipare con una o più prose e/o poesie, relative al Tema dell'anno, in qualsiasi lingua o vernacolo, purché con traduzione allegata, cedendo alla Keltia Editrice, implicitamente con l’invio del testo, i diritti gratuiti di pubblicazione dell’opera se prescelta per la realizzazione del volume.
2) La lunghezza di ciascun testo non dovrà superare le 3 cartelle dattiloscritte (con un massimo di 1800 caratteri per pagina calcolando anche gli spazi vuoti tra un carattere e l’altro).
3) Per la partecipazione, quale parziale contributo alle spese di segreteria, è previsto il versamento (su ccp n° 675.05.438 intestato
Keltia -Compagnie Pierre Verte - C.P. 212 - 11100 Aosta) di 6,00 Euro per la prima prosa o poesia inviata, e di 3,00 Euro per ogni Opera successiva (in un unico pagamento complessivo), specificando nella causale:
"Iscrizione XVI° Premio MONTAGNE D'ARGENTO - Streghe & Fate”
4) Le opere vanno inviate in una unica copia e unico plico a:
PREMIO MONTAGNE D’ARGENTO - Cas Post 212 - 11100 AOSTA
accompagnate da copia della ricevuta di pagamento dell'iscrizione.
Termine ultimo per la spedizione sono le ore 24 del 30 Luglio 2007
(farà fede la data del timbro postale).
5) Ogni Opera dovrà altresì contenere nello stesso foglio i dati dell'Autore (Nome Cognome, indirizzo, telefono, luogo e data di nascita, codice fiscale per l’eventuale pagamento del premio) scritti in modo comprensibile e indispensabili ai fini dell’accettazione dell’Opera al concorso.
6) Le opere pervenute saranno valutate da una Giuria presieduta dallo scrittore Franco Piccinelli. Le operazioni di voto si concluderanno entro il 30 Ottobre 2007 e tutti i partecipanti saranno informati per lettera sui risultati, in tempo utile per partecipare alla Cerimonia di Premiazione che avrà luogo ad Aosta, Sabato 8 Dicembre 2007.
La Giuria, oltre a scegliere i vincitori tra i venti finalisti, selezionerà le Opere migliori da pubblicare in un volume dal titolo “Streghe & Fate” che, dopo un accurato editing, sarà pubblicato a totale carico della Keltia Editrice e senza alcun obbligo di acquisto da parte degli Autori selezionati. Il volume sarà presentato a pubblico e stampa in occasione della cerimonia di premiazione.
7) Premi ai finalisti:
al 1° classificato Euro 500,00 e trofeo Montagne d’Argento.
al 2° classificato Euro 300,00 e trofeo Montagne d’Argento.
al 3° classificato Euro 200,00 e trofeo Montagne d’Argento.
Agli altri Finalisti sarà assegnato in premio il prestigioso “Crest” in legno realizzato appositamente dagli scultori “Les Amis du Bois”, con una copia omaggio del volume “Streghe & Fate”.
I premi saranno consegnati solo ai vincitori presenti alla Cerimonia di Premiazione: la mancata presenza alla premiazione equivale alla rinuncia al premio stesso.
8) Sarà inoltre assegnato il Premio Speciale della Giuria “Anima e Sentimento”, a due Opere particolarmente significative.
9) Nessun compenso sarà dovuto agli Autori pubblicati. I testi inviati al concorso non verranno restituiti. La semplice partecipazione alla premiazione non dà diritto a rimborsi né a copie omaggio del volume.
Ai sensi della legge sulla privacy l’Autore si assume ogni responsabilità su nomi e persone citate nell’Opera inviata, se realmente esistenti.
10) Il parere della Giuria è insindacabile. La partecipazione al concorso comporta: la totale accettazione del presente regolamento, l'automatica cessione a titolo gratuito dei diritti per la prima pubblicazione e per l’eventuale lettura in pubblico dell'Opera nel corso della cerimonia di premiazione.
http://www.keltia.it/sito/montagne/Monthome.htm
montagnedargento@keltia.it
****************************************************
KELTIA EDITRICE
Rue du Bailliage, 5
11100 AOSTA ITALY
Tel. ** 390165364040
Fax. ** 39016533377
E-mail: infokeltia@keltia.it
http://www.keltia.it
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
Ricevo e pubblico volentieri.
Il colore dell’infinito nell’architettura del Cielo al Sacro Monte sopra Varese
Tante manifestazioni per il Quarto Centenario del Sacro Monte sopra Varese
Riconoscenti per l'opera di guida ispirata e generosa di Mons. Pasquale Macchi, gli Enti patrocinatori ed organizzatori delle Manifestazioni per il Quattrocentesimo del Sacro Monte di Varese (III anno) dedicano il ciclo di eventi che si articoleranno, per tutto il 2007 e parte del 2008, con il titolo "il colore dell'infinito nell'architettura del Cielo al Sacro Monte sopra Varese". Progettato con mostre, teatro, concerti ed incontri a tema il programma si snoda per la redazione di una trama di contenuti volti ad evidenziare e concretizzare il progetto avviato nel 2004: "Il Sacro Monte sopra Varese, eccellenza ed identità di un territorio". Progetto che ha visto e vede impegnati con la Fondazione Paolo VI per il Sacro Monte di Varese, la Regione Lombardia, la Provincia e il Comune di Varese, il Parco del Campo dei Fiori e la Parrocchia di S. Maria del Monte. Ad aprire le manifestazioni è la mostra "I titoli delle pietre, devozione della storia. I manufatti medioevali di Domenico e Lanfranco da Ligurno, tra Santa Maria del Monte e Voltorre" in corso fino al 30 giugno 2007. L'esposizione, edizione del 2006, è stata riproposta aggiornata tra le sale del Museo Baroffio e del Santuario e il vicolo del borgo di S. Maria del Monte. Con il titolo "Dall'in_canto del Cielo" ecco una serie di concerti musicali di grande pregio contenutistico e di significativo segno per la cultura locale; passando dal ciclo di concerti in omaggio al compositore inglese John Stanley, "un inglese dal borgo al Sacro Monte" con l'esecuzione del Duo Kammer Klavier su tre organi Mascioni, casa organaria di fama mondiale, si approda il 6 maggio all'emozionante e coinvolgente meditazione in musica del canto gregoriano che presenta l' "Ave Regina Caelorum" eseguito dalla Schola Gregoriana di Cremona in una serata dove la voce recitante e il canto cristiano in lingua latina avranno come sfondo il Santuario. L'atmosfera meditativa del Chiostro di Voltorre sarà la sede del primo incontro a tema dedicato ai manufatti medioevali di Domenico e Lanfranco da Ligurno, ove si evidenzierà l'intervento a carattere territoriale nei rapporti artistici tra Santa Maria del Monte e Voltorre. Sistema, collaborazione e progetto sinergico firmati Sacro Monte sopra Varese concretizzano un evento culturale e infrastrutturale di rilevante importanza per il territorio insubrico: l'inaugurazione dello spazio espositivo e di studio di Villa Baragiola a Masnago, con la mostra "Il Racconto del Silenzio: itinerari del sublime nel teatro dei Sacri Monti prealpini". Presenterà con un allestimento coinvolgente e con la lettura della luce che scopre il particolare, quel racconto del silenzio che trae origine dall'evidenza del reale insito nell'arte dei Sacri Monti prealpini proposto così da essere capace di costituire il confine da cui appare il sublime. L'evento della mostra è felicemente onorato con un grande concerto in Santuario dell'Accademia Bizantina di Ravenna con musiche di Haendel, Vivaldi ed altri.
Il teatro tra cielo e terra si articolerà nei mesi da luglio a settembre con temi ed ispirazioni innovative. Lo spettacolo del teatro itinerante da Velate a Santa Maria del Monte: "Maestri d'intaglio e Storie policrome per la fabbrica sforzesca di Santa Maria del Monte", vedrà, nel dialogo tra attori e pubblico, realizzarsi quella magica intesa tra arte e pellegrino che hanno caratterizzato sin dalle origini la realtà acromontana. Ad agosto sulla balconata sopra il Mosè, nell'anfiteatro a fronte dell'infinito, troverà luogo il teatro che prende origine dalla melanconia dei luoghi sacri e dalla tragedia dell'uomo in guerra con il titolo "Percorsi del Sacro: Francesco e il Sultano", a cura di Antonio Zanoletti e Omar Nedjari. Lungo la Via Sacra nelle ultime sere dell' estate, settembre, attori e comparse animeranno le statue e le visioni chiuse nelle cappelle proponendo una nuova, attuale e coinvolgente lettura delle scene misteriche.
L'incanto del cielo prosegue ancora nei mesi di settembre/ottobre con il "Requiem" di W.A. Mozart e i concerti per organo "Nell'ora del Vespro". Gli incontri a tema vedono con la presentazione degli atti del convegno sul Mancino presso il Museo Baroffio una ripresa di studio e di interesse sull'architettura di Giuseppe Bernascone; con la relazione sulla prospettiva nell'architettura dei Sacri Monti prealpini, con la lettura fotografica dei Sacri Monti e con presentazione della guida ai luoghi del teatro montano, fabbriche di arte e spiritualità, si prosegue nella proposizione di studi, ricerche, e annotazioni che andranno ad arricchire la percezione delle qualità artistiche e spirituali del Sacro Monte sopra Varese.
L'esposizione "Dagli affreschi nella cripta del Santuario sopra il Monte: lo stupore della Natività" allestita tra dicembre e gennaio nell'anfiteatro - balconata sopra Mosè proporrà la ricostruzione fotografica della cripta, evidenziandone l'affresco dedicato alla natività. Si vuole così sensibilizzare, il restauro e il recupero della cripta che è una delle più antiche e notevoli testimonianze del Sacro Monte. Così anche in contemporanea, per il periodo natalizio, è progettata la mostra-arredo in Varese che coinvolgerà gli spazi architettonici del Centro Storico con installazioni a tema "Gli Angeli del Sacro Monte".
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
ARRIVANO GLI ORI DEI CAVALIERI DELLE STEPPE:
A TRENTO LE COLLEZIONI DAI MUSEI DELL'UCRAINA
Presentata a Milano la grande mostra che sarà allestita al Castello del Buonconsiglio di Trento dal 1 giugno al 4 novembre 2007
Il Castello del Buonconsiglio di Trento, nell' estate 2007, presenterà una grande mostra archeologica dedicata agli straordinari tesori dei popoli nomadi delle steppe dell' Ucraina. Il progetto espositivo rappresenta l'ideale prosecuzione delle prestigiose rassegne "Ori delle Alpi" e "Guerrieri, principi ed eroi fra il Danubio e il Po", come una sorta di espansione verso Est delle aree tematiche già affrontate in passato dal Museo, grazie alla collaborazione instaurata con istituti museali, di ricerca e specialisti internazionali. La mostra costituisce un ulteriore tassello dell'affascinante ricostruzione dei tratti emblematici delle antiche civiltà europee, lungo il filo conduttore della simbologia del potere e del prestigio, che i cavalieri nomadi delle steppe ostentavano attraverso l'utilizzo dell'oro e di altri materiali preziosi, ma anche nelle grandi sepolture a tumulo (kurgan).
Il percorso espositivo si articolerà negli ambienti del Castello dove saranno riuniti circa 400 oggetti provenienti dai più importanti musei archeologici della Repubblica dell'Ucraina, in particolare dalla cosiddetta "Camera d'Oro" nell'Historical Treasures Museum, dell'Archaeological Institute dal National Historical Museum of Ukraine di Kiev, dall'Archaeological Museum di Odessa e dal Museo di Vinitza . Si tratta di pregevoli reperti in oro e in altri materiali preziosi, altamente significativi per la cultura, la storia e l'arte dell'Ucraina, datati all'interno di un arco cronologico compreso fra l'avanzato Neolitico,V-IV millennio a.C., e lo sviluppo del Principato Rus' di Kiev nei secoli X, XI e XII d.C. In questo quadro, grande risalto e ampio spazio espositivo verrà dato alle testimonianze degli antichi popoli nomadi delle steppe dell'Europa orientale che in misura alterna hanno influenzato il mondo occidentale: i Cimmeri, gli Sciti, i Sarmati, gli Avari, gli Unni, i Goti. Gli oggetti esposti - principalmente splendidi gioielli e armi con destinazione funzionale, ma anche da parata - sono tra i più preziosi e rappresentativi dell'arte dei nomadi delle steppe eurasiatiche, caratterizzata da uno stile del tutto particolare, denominato "animalistico", in virtù della costante presenza di raffigurazioni di animali, reali e fantastici, riprodotti sia in pose naturali sia in forme stilizzate e schematiche.
La mostra intende conferire ampio risalto anche ad altri aspetti della cultura dei nomadi: la vita a stretto contatto con la natura; la costante mobilità, grazie ad un sapiente uso del cavallo nel vasto spazio geografico delle steppe, dove non esistevano confini e costrizioni; la ferocia, la forza e la velocità dell'arte della guerra basata sulla rapina e sull'imboscata improvvisa; e ancora la profonda ammirazione verso le creazioni dei grandi maestri d'arte ellenistici, cui venivano commissionati magnifici pettorali, bracciali, orecchini, diademi, ma anche decorazioni d'oro e d'argento per le spade, le faretre, i cavalli e i carri utilizzati alla ricerca di nuove terre da sfruttare.
Grande novità nel panorama espositivo internazionale sarà la presenza, a livello di introduzione storica, di testimonianze relative ai popoli sedentari che hanno preceduto l'affermazione della cultura nomadica. In quest'ambito saranno presentate testimonianze appartenenti alla cultura neolitica e dell'età del rame di Tripolye, manufatti prodotti in argilla, raffiguranti modellini di case - santuari o templi - personaggi maschili e femminili, animali. Si tratta di autentici capolavori di un'arte del tutto sconosciuta al grande pubblico europeo che evidenzia il livello di complessità sociale e artistica raggiunto da queste antiche popolazioni.
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
Ferrara, Palazzo dei Diamanti
Dal 18 febbraio al 20 maggio 2007
Palazzo dei Diamanti dedica un’importante retrospettiva al Simbolismo colmando così una lacuna nel panorama espositivo italiano che perdura da quasi quarant’anni. Dal 18 febbraio prossimo, infatti, un centinaio di capolavori provenienti dalle più prestigiose raccolte pubbliche e private di tutto il mondo offriranno al pubblico del nostro paese l’opportunità di rileggere e approfondire la conoscenza di questo affascinante capitolo della storia dell’arte europea.
Il simbolismo è una delle più importanti correnti artistiche della fine del XIX secolo. La sua poetica, alternativa sia alla pittura accademica che alle più avanzate tendenze del realismo e dell’impressionismo, rappresenta un ponte tra l’Ottocento e il Novecento e costituisce una delle premesse fondamentali alle rivoluzioni formali attuate dalle avanguardie ventesimo secolo.
La mostra, organizzata da Ferrara Arte, in collaborazione con la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, è curata da Geneviève Lacambre, conservatrice onoraria del Musée d’Orsay, con la collaborazione di Luisa Capodieci e Dominique Lobstein. Un allestimento cronologico ripercorre i momenti salienti di quella eccezionale stagione artistica, facendola rivivere attraverso alcuni dei suoi temi più ricorrenti: la vita e la morte, lo scorrere del tempo, il sogno e la riflessione, il mistero e i grandi miti.
La prima sezione del percorso è dedicata ai “precursori” del movimento, quegli artisti visionari che, poco dopo la metà dell’Ottocento, anticiparono la sensibilità simbolista creando opere gremite di simboli e raffinate allegorie. Convinti che la pittura non dovesse limitarsi a fornire una trascrizione della realtà e della natura, essi recuperarono la lezione dei maestri del passato e scelsero di indagare le dimensioni dell’interiorità, dell’immaginazione e del sogno. Tra loro spiccano: Moreau, con la sua la pittura preziosa ed erudita (L’apparizione); Puvis de Chavannes, autore di ieratiche rievocazioni di una perduta età dell’oro (Fanciulle in riva al mare); Böcklin, inventore di atmosfere sospese e romantiche (Sera di primavera); Rossetti, che dipinse fanciulle dalla bellezza ideale (Beata Beatrix); Burne-Jones, le cui ambientazioni in leggendari mondi cavallereschi stregarono il pubblico del tempo (La principessa addormentata); e Rops, ideatore di raffigurazioni ironiche e dissacratorie (La Morte al ballo).
Quando nel 1886, a pochi mesi dalla chiusura dell’ottava e ultima mostra impressionista, il poeta Jean Moréas pubblicò a Parigi il Manifesto del simbolismo, il dibattito su questa “nuova arte” si era ormai diffuso in tutti i campi della creazione estetica diventando, sullo scorcio del secolo, un fenomeno di portata internazionale. Gli artisti protagonisti di questo movimento elessero loro capiscuola quei geniali pittori della generazione precedente e, ispirandosi a loro, crearono opere d’arte straordinarie. La seconda sezione della mostra presenta i più importanti protagonisti di questa stagione, tra cui: Redon, con le sue meravigliose creazioni sospese tra realtà e fantasia (Sulla coppa; Il carro di Apollo); Gauguin, creatore di un inedito e raffinato primitivismo (Siate misteriose; Conversazione); i Nabis, con la loro pittura fatta di eleganti arabeschi e colori fulgidi; gli artisti della Rosacroce, tra cui Khnopff (Who shall deliver me?; Segreto-Riflesso) e Delville (L’amore delle anime), sacerdoti di un’arte misteriosa e fuori dal tempo; gli animatori delle esposizioni del Groupe des XX e quelli della Libre Esthétique a Bruxelles, che ospitarono anche Rodin (La succube), Klinger (Paure; Filosofo) e Beardsley (Sigfrido, atto II); e, infine, i tedeschi Thoma e Von Stuck (Il peccato), gli artisti dell’Europa dell’Est e Munch (Malinconia), che con i suoi quadri creò uno straordinario diario pittorico delle emozioni umane.
La parte conclusiva della mostra illustra il perdurare dell’estetica simbolista oltre la soglia del Novecento. Accanto ad alcuni celebri maestri italiani, come Previati (Paolo e Francesca), Segantini (L’amore alla fonte della vita) e Pellizza da Volpedo (Lo specchio della vita), in questa sezione sono presenti Kupka e Mondrian (Fiore della passione), con opere del loro primo periodo simbolista, Munch, con due capolavori della maturità che preannunciano l’espressionismo (Ragazze sul ponte; Gelosia II), e, infine, gli artisti gravitanti nell’ambiente della Secessione viennese. Fra questi, List, Hodler (Il sentimento) e Klimt (Le tre età della donna), creatore di meravigliosi dipinti in cui il significato simbolico è affidato alla contrapposizione tra la preziosità delle linee e dei colori ed elementi figurativi di peculiare realismo.
Orario: aperto tutti i giorni, feriali e festivi, lunedì incluso, dalla domenica al giovedì dalle 9.00 alle 20.00; venerdì e sabato dalle 9.00 alle 22.00.
Aperto anche: Pasqua, Lunedì dell’Angelo, 25 aprile e 1 maggio.
Ingresso: intero € 9.00, ridotto € 7.50, scuole € 4.00.
Catalogo edito da Ferrara Arte, a cura di Geneviève Lacambre con la collaborazione di Luisa Capodieci e Dominique Lobstein. Testi di Geneviève Lacambre, Dominique Lobstein, Luisa Capodieci, Robert Upstone, Anna Maria Damigella e Barbara Guidi.
Call Center Ferrara Mostre e Musei: tel. 0532.244949, fax 0532.203064,
e-mail: diamanti@comune.fe.it, WS: www.palazzodiamanti.it
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
Pittura murale nel Medioevo lombardo. Ricerche iconografiche (Secoli XI-XIII)
Jaca Book
pp. 207, € 23
Una raccolta di saggi dedicati ai più importanti cicli di pittura murale dell'alta Lombardia (nei territori di Como, Lecco e Bergamo) fra l'anno Mille e il Duecento. Si tratta di episodi fondamentali della pittura protoromanica e romanica, qui affrontati con un taglio principalmente iconografico, volto a identificare i rapporti fra i soggetti, la liturgia e la committenza. Ciò permette di evidenziare in modo chiaro quanto i soggetti delle pitture interagiscano sempre con l'edificio e la sua funzione e ne costituiscano la "necessaria" integrazione. Nel saggio introduttivo sono esaminati elementi iconografici di lungo periodo nella pittura medievale lombarda individuandone anche le relazioni a largo raggio fra Oriente e Occidente. Per la prima volta è individuato il "programma" sotteso alla famosa parete absidale di San Vincenzo a Galliano (Cantù): un'orazione funebre di Ariberto d'Intimiano tradotta in pittura. I non meno noti e fondamentali cicli delle chiese di Civate (Lecco), da leggere in modo coordinato, sono interpretati sulla base del rapporto con lo spazio liturgico e la funzione del santuario (San Pietro al Monte), ma anche dell'esegesi biblica collegata alle istanze della riforma gregoriana (San Calocero). Una novità sono gli affreschi bergamaschi di San Michele al Pozzo Bianco, di recente scoperti e non ancora studiati.
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
E Brescia in autunno “scopre” l’America
Presentata la prossima rassegna-evento ospitata nel complesso museale di Santa Giulia. Oltre 200 tele, 50 fotografie originali, una decina di sculture e una trentina di oggetti d’uso quotidiano per ricostruire oltre all’arte e alla storia dell'Ottocento negli States, anche l’anima profonda di una nazione allora agli albori ma così determinante, nel bene e nel male, per le sorti future della vecchia Europa e del mondo intero
di ELENA PERCIVALDI
«Niente è mai veramente perduto, o può essere perduto, / Nessuna nascita, forma, identità / nessun oggetto del mondo». Sono versi di Walt Whitman (1819- 1892), il più grande poeta americano, cantore della libertà come del sogno americano, basato sull’ideale visionario della centralità dell’uomo nella percezione delle cose. Degli eventi, dei sentimenti, ma anche della natura. Una natura che può essere benigna, matrigna, sublime, ma che nell’Ottocento, nel Continente ancora per larghi tratti sconosciuto, poteva attrarre come una calamita ma anche spaventare a morte. Lo insegnavano i romantici - Caspar Friederick in testa - che amavano rispecchiare il loro io nel paesaggio, rendendolo una proiezione di se stessi. Ne sapevano qualcosa anche i pittori del Nuovo mondo, che nell’Ottocento si trovarono a tu per tu con paesaggi immensi, privi di confine, che si estendevano a perdita d’occhio fino alla fine dell’orizzonte al di fuori delle loro piccole, grandi città della costa orientale, da poco emancipatesi dall’Inghilterra, cuore protestante e anima puritana della nuova, neonata nazione.
Thomas Doughty, Thomas Cole, William Bradford, Mary Cassat, George Catlin, Frederic Church, Jasper Cropsey, Childe Hassam, Asher Durand, Winslow Homer, Martin Heade, Frederic Remington: nomi che ai più, da queste parti, diranno poco o nulla. Tranne John Singer Sargent, complice la mostra a lui dedicata qualche anno fa a Ferrara. Ed è un male perché pur non avendo rivoluzionato la storia dell’arte - e del resto, sono ben pochi a potersene vantare nel corso dei secoli -, hanno comunque dato un grande contributo estetico, forti della fortuna (negata a noi uomini del Duemila) di potersi fare interpreti di una natura incontaminata, suggestiva, ancestrale e poetica. Un mondo quasi del tutto, ormai, scomparso, e la cui bellezza forse non comprenderemo mai fino in fondo.
L’occasione sarà fornita, quest’autunno, dalla grande mostra America! Storie di pittura del nuovo mondo, curata da Marco Goldin di Linea d’Ombra e che si terrà a Brescia, nel complesso museale di Santa Giulia, dal 24 novembre 2007 al 4 maggio 2008. Un’esposizione monumentale, frutto di decine e decine di viaggi negli States alla ricerca delle tele in musei grandi e piccoli, e che porterà nel gioiello architettonico della Leonessa qualcosa come 200 tele, 50 fotografie originali, una decina di sculture e una trentina di oggetti d’uso quotidiano per ricostruire oltre all’arte e alla storia, anche l’anima profonda di una nazione allora agli albori ma così determinante, nel bene e nel male, per le sorti future della vecchia Europa nonché del mondo intero.
AMERICA MONUMENTALE
Presentato da Goldin e reso possibile da numerosi sponsor tra cui la Fondazione Cab, il progetto non si limita alla pur grande mostra: in calendario ci sarà un convegno internazionale e una serie di approfondimenti sulla letteratura, la musica, il cinema, lo sport, il giornalismo degli States e una tournèe teatrale per la promozione dell’evento, che prosegue idealmente e intende bissare il trionfo delle mostre - Turner e gli Impressionisti e Mondrian - appena chiuse con numeri da capogiro. In tre anni il progetto Brescia: lo splendore dell’arte ha portato in città la bellezza di due milioni di visitatori, oltre 500 mila dei quali sono in occasione delle ultime due rassegne, il che rappresenta, dopo ciò che è avvenuto a Treviso per Ca’ dei Carraresi (la serie di mostre sugli Impressionisti ideate sempre da Goldin) un vero e proprio fenomeno di massa.
Ma torniamo all’evento che delizierà il prossimo autunno e inverno (ma anche la primavera, visto che chiuderà a maggio 2008) bresciano. Sette saranno le sezioni della mostra, il cui catalogo sarà edito da Linea d’Ombra. Nella prima, incentrata sul tema della natura tra storia e visione, proporrà gli arcadici paesaggi di Thomas Doughty e Thomas Cole, grandi interpreti di rovine antiche immerse in sfondi romantici. L’ispirazione, come si osserverà nella quinta sezione, è sovente italiana (Paestum, Segesta, l’Etna, la campagna romana), ma nelle tele loro e di Jasper Cropsey, Sanford Gifford, George Brown emerge un forte debito nei confronti della cultura figurativa britannica settecentesca, ma con una componente fortemente innovativa: l’elemento arcadico, lungi dall’essere un semplice vagheggiamento dell’antico, si inserisce in paesaggi maestosi e immensi, privi di confini, che suscitano ammirazione ma anche paura.
TIMORE E TREMORE
Ed è proprio questa la costante della pittura americana ottocentesca e il succo della rassegna: il continuo confronto con un paesaggio ancora vergine, selvaggio, ignoto e sconfinato, che attrae come la terra promessa, ma nel contempo crea soggezione, spaventa e sublima. L’Ottocento del resto è il secolo della conquista del West, della corsa all’oro, dello spingersi oltre, sempre più in là, verso il Pacifico e verso l’ignoto. Se dunque la seconda sezione - dedicata ai pittori della Hudson River School (fondata da Cole nel 1825) - vede da parte di artisti come Durand e Church la trasposizione su tela dei paesaggi della costa orientale - ritratti ora con una meticolosa, quasi capillare attenzione al dettaglio naturalistico, ora con vibrazioni suggestive di colori e luci - , sarà la sesta sezione a declinare le mille facce della frontiera dell’Ovest americana, messa su tela da pittori come Albert Bierstadt e Thomas Moran (che viaggiavano al seguito delle spedizioni cognitive organizzate dal governo, ritraendo le valli incontaminate dello Yosemite e le Tower Falls dello Yellowstone), e come Remington. Quest’ultimo, per la sua sensibilità nei confronti dei nativi, ne divenne il “cantore” e per le sue strabilianti capacità di disegnatore ha esercitato un influsso duraturo - si vedrà il suo Prigioniero - su tutti coloro che si sarebbero occupati, a vario titolo, di cowboy e indiani: dai registi del cinema western (Sergio Leone in testa) ai fumettisti, da John Wayne a Tex Willer.
Sarà comunque la natura la grande protagonista nella sua immensità e nella sua forza sublime. La terza sezione, dedicata alle rappresentazioni delle Cascate del Niagara per mano di Church, George Inness e Alvan Fisher, testimonia da un lato l’orgoglio che gli americani provavano nei confronti delle meraviglie di un territorio che consideravano creato per loro, dall’altro il debito culturale verso, ancora una volta, la pittura inglese e Constable.
L’EREDITÀ DELL’EUROPA
La curiosità di esplorare paesaggi immensi, disabitati e ignoti coinvolge non solo il nord, ma - suggestionati dalle esplorazioni di Alexander von Humboldt, spinge gli artisti verso sud alla “conquista” di Colombia, Brasile, Ecuador e Caraibi. Quella di Heade, Church e Bradford è sete di conoscenza scientifica e geografica, ma anche volontà di ripensare il ruolo dell’uomo, piccolo essere immerso nell’infinità della natura e delle specie animali e floreali. Ecco allora, accanto alla lussureggiante valle giamaicana dipinta da Church il botanico ritratto di orchidee e colibrì di Heade, che ha l’eleganza di un paravento orientale.
Tutt’altro che provinciale malgrado la lontananza, la pittura degli States strinse e mantenne forti legami con le nostre suggestioni estetiche. Non solo con l’ex madrepatria, ma anche con la Francia, patria dell’Impressionismo e della modernità. La settima sezione della mostra sarà così dedicata all’influsso esercitato da Pisarro, Caillebotte, Monet, Cézanne e compagni su artisti come Mary Stevenson Cassat (eloquente la sua Estate), Winslow Homer (Riposo all’ombra o il magnifico Insidie nella nebbia) e il grande John Singer Sargent.
Cosmopolita di cultura, nato a Firenze, poliglotta, Sargent è senz’altro il più celebre della compagine americana presente a Brescia. A lui e ai grandiosi ritratti che realizzò tra il 1881 e il 1908 (e che gli fecero meritare il soprannome di “nuovo Van Dyck”, affibbiatogli nientemeno che da Rodin) è dedicata la maggior parte dell’ultima sezione, quasi una mostra nella mostra: da ammirare la seducente e malinconica Louise Pomeroy, l’angelica piccola Helen Sears, gli icastici e ironici Mrs. Davis e figlio, eccezionali “istantanee” di una borghesia vitale e sofisticata, a tratti un po’ decadente.
Oltre a quelli di Sargent, chiudono la rassegna i ritratti firmati dall’ingresiano Chase e, soprattutto, da Whistler: quest’ultimo pur ispirato dai preraffaeliti, fu denigrato dal loro mentore John Ruskin. Ma le sue figurette eteree e gentili - immortalate nelle Sinfonie in bianco - valgono da sole la visita per il loro sentore simbolista e il loro ammiccare enigmatico e un po’ perverso al grande mistero che si trova al confine tra la vita e la morte.
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
E’ scomparso a Manhattan lo scrittore Kurt Vonnegut
Romanziere, poeta, saggista e polemista, con una scrittura dai molti codici e dai molti livelli, era stato spesso paragonato a Mark Twain, verso il quale, del resto, nutriva una passione dichiarata. Vonnegut sapeva unire i toni vernacolari e quelli ispirati del bardo metropolitano, sempre temperandoli di ironia gentile anche quando toccava le corde del sarcasmo amaro o quando - anzi soprattutto - si rivolgeva agli scrittori di fantascienza, che affettuosamente chiamò "figli di puttana", perché sono tra i pochi a interessarsi sinceramente del futuro, della sorte dell'ambiente in cui viviamo e della guerra considerata come un disastro assoluto.
Tutti i suoi libri su IBS
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
Sulle tracce di Leonardo a Rivolta d'Adda E' stato presentato oggi il volume “La chiesa dell’Immacolata – Tracce di Leonardo a Rivolta d’Adda”, sponsorizzato dalla Banca dell'Adda - Credito Cooperativo in occasione dei 100 anni dalla fondazione ed edito dalla Federico Motta Editore. Il volume, a cura di Mauro Bonazzoli, sancisce in modo inequivocabile l’importanza storico artistica dell’oratorio di Santa Maria a Rivolta d’Adda nell’ambito dell’intero rinascimento lombardo e illustra per la prima volta tutti i 104 tondi della botte e mette in evidenza la stretta dipendenza di questa decorazione pittorica dall’opera di Leonardo da Vinci nel suo primo soggiorno milanese (1482-1499), come sottolineato nel saggio introduttivo di Giulio Bora. La presentazione pubblica è in programma sabato 14 aprile alle 21.00 e prenderanno la parola, oltre al curatore, la studiosa Luisa Cogliati Arano, il prof. Giulio Bora che ha scritto l’introduzione al volume e il prof. Mario Marubbi autore di un saggio. L’oratorio dell’Immacolata Concezione sarà visitabile liberamente per tutta la giornata di domenica 15 aprile dalle 10.00 alle 18.00.
La Banca dell’Adda–Credito Cooperativo festeggia i suoi primi 100 anni presentando un volume sulla Chiesa dell'Immacolata curato da Mauro Bonazzoli ed edito dalla Federico Motta Editore
I pittori lodigiani Martino Piazza e Giovan Pietro Lombardi (alias Carioni), in particolar modo Martino, manifestano la precisa volontà di recepire e rielaborare le novità introdotte dal maestro fiorentino, come testimoniato dal confronto diretto tra alcuni tondi della volta e i disegni del maestro, che ben esemplificano la trasposizione in pittura dei dettami contenuti nel trattato della pittura di Leonardo.
Il libro raccoglie inoltre un’attenta ricostruzione storica della chiesa dell’Immacolata partendo dal XV secolo per arrivare ai giorni nostri, arricchita da un regesto in cui sono riportati documenti inediti tra i quali la nota di pagamento, datata 1506, del ciclo di affreschi, che ha permesso di identificare quali autori del ciclo, appunto, Piazza e Carioni, e il contratto di esecuzione datato 1729 dell’altare maggiore opera dello scultore Andrea Fantoni. Alle vicende storiche segue il saggio dedicato alla fortuna critica del ciclo e infine l’analisi artistica della volta e degli episodi con “Le storie della Vergine” che vengono collocati nel panorama artistico lodigiano nel saggio di Mario Marubbi.
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
SIMONE DE MAGISTRIS, UN CUBISTA DEL '500
CALDAROLA CELEBRA MAESTRO DEL MANIERISMO, DA LOTTO A EL GRECO CON UNA MOSTRA CURATA DA SGARBI
Un cubista ante litteram, un pittore astrattista, antisentimentale e antinaturalista, spericolato al punto da decostruire le forme di santi e madonne spezzando l'identificazione fra arte e vita, per affermare il primato della razionalità contro il sentimento. Simone De Magistris (1538-1613) è stato tutto questo, sostiene il critico d'arte Vittorio Sgarbi, e la grande mostra che la cittadina natale, Caldarola, gli dedica fino al 30 settembre a Palazzo Pallotta, rende giustizia a un artista "formidabile ma poco conosciuto".
Mai "esploso" perché lontano dalle corti romane. "Simone De Magistris: un pittore visionario tra Lotto e El Greco" è un viaggio nel manierismo, attraverso 80 opere raccolte da vari musei nel Palazzo del cardinale Evangelista Pallotta, collaboratore di Papa Sisto V e principale committente di De Magistris, ritenuto il più importante interprete sul territorio dell'arte sacra riletta alla luce del Concilio di Trento e della Controriforma. Da Lorenzo Lotto, suo maestro a Loreto e pittore "del cuore, di una dimensione partecipativa antesignana di Giacomo Leopardi" - ha spiegato oggi Sgarbi, curatore della mostra insieme a Stefano Papetti - De Magistris si distacca per abbracciare un segno nuovo, deformato. Un tratto che richiama potentemente lo spagnolo El Greco ("se i due si siano conosciuti non lo sappiamo, e non è importante"), nel suo scomporre e allungare a dismisura volti, gambe, ombre. Il dato reale diventa evento soprannaturale, "come in un sogno o in un incubo". Una ventina le opere di De Magistris, Madonne in trono, santi, e una potente Ultima cena esposte nelle sale del palazzo - restaurato dopo il terremoto del 1997 -, a confronto con tre dipinti di Lorenzo Lotto e sei opere di El Greco provenienti da musei italiani, ma anche con un'Adorazione dei Magi di Domenico Tintoretto, e tele di Federico Barocci, Andrea Lilli, Pellegrino Tibaldi, Federico Zuccari.
I visitatori avranno anche la possibilità di partecipare a un 'quiz' su un'attribuzione controversa: la Madonna della Cintola di Narni è di De Magistris (come sostiene Sgarbi) o l'ha dipinta Michelangelo Braidi, come scrive la studiosa Giordana Benazzi? Ci si potrà divertire ad azzardare un'ipotesi. L'itinerario si snoda poi in altre località del maceratese dove De Magistris ha lasciato alcuni capolavori, a partire dagli affreschi del Santuario di Macereto. Promossa dal Comune di Caldarola con la collaborazione della Soprintendenza per il patrimonio storico e artistico delle Marche, la Regione e la Provincia di Macerata, la mostra sarà anche l'occasione - lo sperano gli assessori regionali alla cultura Luigi Minardi e al turismo Luciano Agostini - per far conoscere un paesaggio dal profilo fiabesco, in cui svetta il Castello di Caldarola, da poco restaurato.
Il catalogo (in copertina quello che si ritiene l'autoritratto di De Magistris) è curato da Sgarbi per Marsilio. Informazioni anche sul sito http://www.simonedemagistris.it
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
E' uscito il mio nuovo libro. Si tratta dell'edizione, con traduzione, testo latino a fronte, commento e ampia introduzione, della "Navigatio sancti Brendani", testo anonimo del X secolo composto con molta probabilità da un monaco irlandese e che narra la peripezie di san Brandano e dei suoi monaci alla ricerca della "Terra repromissionis sanctorum", la terra promessa dei santi.
Un classico assoluto della letteratura medievale. Prefazione di Franco Cardini.
Anonimo del X secolo
La Navigazione di san Brandano
A cura di Elena Percivaldi
Prefazione di Franco Cardini
Ed. Il Cerchio, Rimini
pp. 224, euro 18
PER GLI ALTRI LIBRI, SCORRI LA PAGINA E GUARDA LA COLONNA A DESTRA
NE PARLANO:
GR2 (RAI RADIO 2): INTERVISTA (9 gennaio 2008, ore 19.30) Dal minuto 20' 14''
http://www.radio.rai.it/radio2/gr2.cfm#
ASSOCIAZIONE CULTURALE ITALIA MEDIEVALE
http://medioevo.leonardo.it/blog/la_navigazione_di_san_brandano.html
IL SECOLO D'ITALIA 12 dicembre 2008 p. 8 - SEGNALAZIONE
http://www.alleanzanazionale.it/public/SecoloDItalia/2008/12-dicembre/081214.pdf
IL SECOLO D'ITALIA 01 gennaio 2009 p.8 - RECENSIONE
http://www.alleanzanazionale.it/public/SecoloDItalia/2009/01-gennaio/090110.pdf
ARIANNA EDITRICE
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=23436
GRUPPI ARCHEOLOGICI DEL VENETO, p. 12-13:
http://www.gruppiarcheologicidelveneto.it/VA129.pdf
IRLANDAONLINE:
http://www.irlandaonline.com/notizie/notizia.asp?ID=1231329012
Giornali, siti e altri amici che parlano di me e delle cose che faccio (le recensioni dei miei libri le ho linkate a parte):
http://www.archaeogate.org/classica/pubblicazione/536/elena-percivaldi-gli-ogam-antico-alfabeto-dei-celti-kel.html
http://www.storiaonline.org/mi/rassegna.1.specchio.htm
http://www.filologia.org.br/vicnlf/anais/caderno05-01.html
http://www.irlandaonline.com/notizie/notizia.asp?ID=-1035191989
http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=7114463&a=2
http://www.bibrax.org/news/news.asp?Guid=3175
http://www.bibrax.org:80/celti_druidismo/ogam.htm
http://www.antikitera.net/libri.asp?ID=222
http://medioevo.leonardo.it/blog/gli_ogam_antico_alfabeto_dei_celti.html
http://freeforumzone.leonardo.it/lofi/D6330841.html
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=17389
http://www.agensu.it/archivio/articoli/186/gli-ogam-antico-alfabeto-dei-celti
http://www.centrostudilaruna.it/ogam.html
http://medievale.splinder.com/archive/2008-02
http://www.dnetwork.it/forum/viewtopic.php?f=10&t=862
http://www.medievistica.it/index.php?option=com_content&task=view&id=158&Itemid=2
IL MIO INTERVENTO A RADIO RAI nella trasmissione NUDO E CRUDO, in onda su RADIO 1 a proposito di Halloween e dei Celti:
1 novembre, Europa tra sacro e profano
1 novembre, Europa tra sacro e profano. Ne hanno parlato al microfono di Giulia Fossà: Elena Percivaldi, giornalista e studiosa di storia antica e medievale; Flavio Zanonato, sindaco di Padova; Marino Niola, Professore di Antropologia Culturale all'Istituto Universitario Suor Orsola Benincasa di Napoli; Sonia Oranges, giornalista de 'Il Riformista'; Alberto Bobbio, capo della redazione romana di 'Famiglia Cristiana'; Ennio Remondino, corrispondente Rai in Turchia. La corrispondenza di Alessandro Feroldi sulle politiche dell'immigrazione a Pordenone.
ASCOLTA: http://www.radio.rai.it/radio1/nudoecrudo/view.cfm?Q_EV_ID=230636
ELENA PERCIVALDI, "I Celti. Una civiltà europea", 2003, Giunti (Firenze), pagine 192, euro 16.50
ACQUISTALO CON IL 10% DI SCONTO:
http://www.giuntistore.it/index.php3?SCREEN=libro&SCHEDA=1&sid=w5BNJSuwLwowzuxLJX4wizNrpOYnniok&TIPOCM=55215R
TRADOTTO IN TEDESCO (ED. TOSA)
ELENA PERCIVALDI, I Celti. Un popolo e una civiltà d'Europa, 2005, Giunti, pagine 190, euro 14.50
***
Elena Percivaldi, GLI OGAM. Antico Alfabeto dei Celti, Keltia Editrice, formato 150x230 -pagine 176, euro 15
brossura, con xx tavole fuori testo in b/n
ISBN 88-7392-019-5
Il libro è il PRIMO saggio COMPLETO in italiano sull'argomento.
L'alfabeto ogamico è un originalissimo modo di scrivere che fu inventato presumibilmente intorno al IV secolo d.C. Il nome "ogam" è stato collegato a quello di un personaggio chiamato Ogme o Ogmios: per i Celti il dio della sapienza. Nella tradizione irlandese del Lebor Gàbala (Libro delle invasioni), Ogma è un guerriero appartenente alle tribù della dea Danu (Tuatha Dé Danann). Un testo noto come Auraicept na n-éces (Il Manuale del Letterato), che contiene un trattato sull'alfabeto ogam, dice: "al tempo di Bres, figlio di Elatha e re d'Irlanda (...) Ogma, un uomo molto dotato per il linguaggio e la poesia, inventò l'Ogham.”
- PER CHI AMA I CONIGLI
- STORIA IN RETE - rivista di Storia del '900 (ma non solo)
- EXIBART: Il sito n.1 per l'arte
- Classicaonline
- Medioevo italiano
- WWF
- GREENPEACE
- Archeologia Viva
- AltroMercato
- Amnesty International
- Società Storica Lombarda
- ActionAid - Adozioni a distanza
- Associazione Nazionale Critici Musicali
- Istituto Lombardo di Scienze e Lettere
- Istituto Internazionale di Studi Asiatici Avanzati
- Centro Studi Vicino Oriente
- SISAEM - Società Internazionale per lo Studio dell'Adriatico nell'Età Medievale
- Associazione per la Difesa dei Diritti degli Animali
- Associazione culturale Bibrax
- Associazione Culturale Italia Medievale
- Ex luce, tenebrae...
- lorenzopellegrini
- ArcheoWeb
- Un po' di noi due...
- MEMORANDUM
- E L'ITALIA VA
- Il velo tra i mondi
- di fido mi fido
- ildelfinodellanotte
- un giorno chissà...
- senza titolo
- Patchwork
- Le Sirene...
- Marco Bazzato
- Carlo
- BASTA TORTURE
- donne in volo
- Corri Forrest Corri!
- Scienze Sociali
- La Mia Opinione Oggi
- Alfredo Fiorani
- il blog di lorenzo
AICM - ASSOCIAZIONE ITALIANA CRITICI MUSICALI
http://www.criticimusicali.it/
AICA - INTERNATIONAL ASSOCIATION OF ART CRITICS
http://www.aica-int.org/
SOCIETA' STORICA LOMBARDA (fondata nel 1873)
http://www.societastoricalombarda.it/
I.I.C.E. - ISTITUTO ITALIANO PER LA CIVILTA' EGIZIA
http://www.archaeogate.org/iice/
SOCIETA' STORICA PER LA GUERRA BIANCA
http://www.guerrabianca.it/indexmap.asp
SOCIETA' FRIULANA DI ARCHEOLOGIA
http://www.archeofriuli.it/
AISSCA - Associazione italiana per lo studio dei santi, dei culti e dell'agiografia
http://www.flashinlabs.eu/aissca/index.php
Tibet. Land of exile
di Patricio Estay
Skira Editore
pp. 224, euro 39
Volti, cerimonie rituali, frammenti di vita in seno ai templi delineano attraverso la fotografia i segni del ritratto di un mondo in cui le difficoltà morali, il fervore spirituale e la profondità d’animo vanno di pari passo con la gentilezza, l’allegria e l’immensa generosità. Le suggestive immagini in bianco e nero, fortemente spirituali, della prima parte del volume si contrappongono alle intense fotografie a colori dedicate alla realtà di tutti i giorni (centri commerciali, prostitute) pubblicate nella seconda parte. Il libro è introdotto da un accorato messaggio di pace del Dalai Lama che pone l’accento sulla grande forza d’animo con cui il popolo tibetano affronta continuamente ardue prove nel tentativo di continuare a perpetuare l’affermazione delle proprie idee e della propria spiritualità.
Inviato da: eleperci
il 30/12/2008 alle 23:38
Inviato da: eleperci
il 28/12/2008 alle 22:30
Inviato da: lorenzopellegrini
il 28/12/2008 alle 16:58
Inviato da: autonomist
il 28/12/2008 alle 16:27
Inviato da: lorenzopellegrini
il 17/12/2008 alle 16:46