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Creato da: fantasista76 il 20/12/2006
La sopravvivenza ai tempi dell'euro

 

 

Stipendi e casa

Post n°67 pubblicato il 04 Febbraio 2011 da fantasista76
 

L’istat certifica che il reddito delle famiglie italiane è sceso, nel 2009, quasi del 3%. Ora, questa non è una grande novità. Sappiamo che i redditi in Italia si stanno livellando verso il basso da diversi anni, almeno 15-20 anni a mio avviso. E’ stato un lento inesorabile declino che ha portato a questo risultato. Si tenga presente, in particolare, che salari e stipendi italiani sono fra i più bassi dell’Unione europea e non è vero che è colpa dell’alto costo della manodopera se molte aziende se ne vanno dall’Italia. E’ piuttosto la mancata innovazione ad aver causato questi problemi.

Quando ero bambino  (25 anni fa) un alloggio di 100 mq costava circa 60 milioni di lire e un operaio ne guadagnava circa 1,5 milioni. Ci volevano quindi  40 stipendi per comprare un alloggio. Ora lo stesso alloggio costa circa 180.000 euro (quando va bene) e lo stipendio medio (quando va bene) è di 1.200 euro. Risultato: ci vogliono 150 stipendi per comprare lo stesso alloggio .

In 25 anni il potere di acquisto dei salari (riferito a una casa) si è ridotto a un terzo circa. E’ questo il dato empirico a cui sono arrivato e che penso più o meno tutti possiamo confermare.

E’ normale che in un quadro del genere i consumi italiani stagnino e l’Italia continui a sprofondare sempre di più.

 

Cliccate  qui sotto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

 
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Ciao Bearzot

Post n°65 pubblicato il 21 Dicembre 2010 da fantasista76
 
Tag: Bearzot

Un ricordo del grande allenatore scomparso oggi.

 

http://blog.libero.it/talkings/3320645.html

 

 

 
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Che fine ha fatto il T.F.R.?

Post n°64 pubblicato il 21 Dicembre 2010 da fantasista76
 

Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. Questo vecchio adagio è sempre valido, in particolar modo quando si parla di investimenti e prodotti finanziari. Nel 2007 veniva varata in Italia una legge, che obbligava i lavoratori a scegliere cosa fare del t.f.r. (trattamento di fine rapporto), volgarmente detto ‘liquidazione’, ossia quella parte di reddito che ogni anno viene accantonata e che viene percepita da lavoratore nel momento in cui si dimette dalla propria azienda.

In pratica lo scopo della legge era invogliare i lavoratori a destinare il t.f.r. nei fondi pensione, cioè quelle forme di investimento previdenziale atte a garantire una ‘pensione di scorta’ per il futuro. A sostegno di questa tesi veniva affermato che  le pensioni pubbliche sarebbero state più basse dell’ultimo stipendio percepito al momento di andare in pensione, anche del 50,60%. Era comunque possibile lasciare il t.f.r. in azienda e continuare e continuare a godere della rivalutazione garantita dalla legge italiana, che prevede un rendimento pari all’incirca al tasso d’inflazione.

Sono passati 3 anni e mezzo. Avevo già pubblicato un post nel mio blog a questo riguardo nell’aprile del 2007 ( http://blog.libero.it/talkings/view.php?id=talkings&mm=0704&gg=070417 ). Volete sapere come stanno andando le cose? Ha fatto bene chi ha lasciato il t.f.r. in azienda o chi ha deciso di investire la propria ‘liquidazione’ nei fondi pensione? Se volete scoprirlo cliccate sull’immagine qui sotto:

 

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 
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Un'industra invisibile

Post n°63 pubblicato il 13 Dicembre 2010 da fantasista76
 

Una delle ditte più importanti dell’Italia? Non pensate solo ai grandi marchi della moda o del manifatturiero, pensiamo a qualcosa di invisibile ma che grava su tutti noi: l’industria della corruzione. La corruzione costa, ne paghiamo le conseguenze tutti i giorni, senza nemmeno accorgercene. Se non abbiamo certi servizi pubblici o quelli che utilizziamo sono scadenti la colpa è anche della corruzione. Questa piaga avanza nel setturo pubblico e nel privato e fa precipitare l’Italia nelle classifiche internazionali della trasparenza. Quanto costa vivera in Italia? Tanto, troppo. Gli stipendi italiani, tra i più bassi dell’Europa occidentale, non permettono più di pensare in grande ai giovani. Rispetto ai favolosi anni del boom anni ’60, siamo tornati indietro. Stiamo regredendo inesorabilmente verso una situazione di povertà e di debiti continui per riuscire a mantenere uno standard di vita decente. Qualcuno salvi questa nave che sta affondando in un mare di corruzione.

Cliccate sull’immagine qui sotto:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
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La solitudine del coraggioso

Post n°62 pubblicato il 11 Novembre 2010 da fantasista76
 

Spesso si dice (giustamente) che in Italia la corruzione la fa da padrona e chi è onesto è visto come un marziano (quando va bene) o deriso. Lo stesso presidente della Corte dei Conti, Giampaolino, ha puntato l’indice contro questa piaga, indicando come questo problema riduca di molto il prestigio delle istituzioni.

Una storia capitata a Torino ci racconta come tutto ciò sia tremendamente vero e che chi ha il coraggio di opporsi a questo andazzo finisce per rimanere solo a combattere una battaglia nella quale dovrebbe essere affiancato dalle istituzioni stesse.

Un giovane 35enne che lavora in Amiat (l’azienda addetta alla raccolta rifiuti a Torino) denuncia un tentativo di corruzione.  La sua denuncia porta all’arresto delle persone che avevano tentato di corromperlo, ma il Comune di Torino decide di non costituirsi parte civile, lasciando solo il coraggioso giovane. Leggete l’articolo qui sotto con la storia completa.

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

 
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