Creato da: tasteinmen il 12/01/2006
Avventure di un tranquillo single metropolitano, diviso tra metro, autostrade, discoteche e viaggi interessanti

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A N.

Post n°76 pubblicato il 06 Novembre 2006 da tasteinmen

C'è un principio di magia 
Fra gli ostacoli del cuore 
Che si attacca volentieri
Fra una sera che non muore
E una notte da scartare
Come un pacco di natale

C'è un principio d'ironia
Nel tenere coccolati
I pensieri più segreti

E trovarli già svelati
E a parlare ero io
Sono io che li ho prestati

Quante cose che non sai di me
Quante cose che non puoi sapere
Quante cose da portare nel viaggio insieme

C'è un principio di allegria
Fra gli ostacoli del cuore
Che mi voglio meritare

Anche mentre guardo il mare
Mentre lascio naufragare
Un ridicolo pensiero

Quante cose che non sai di me
Quante cose che non puoi sapere
Quante cose da portare nel viaggio insieme
Quante cose che non sai di me
Quante cose devi meritare
Quante cose da buttare nel viaggio insieme

C'è un principio di energia
Che mi spinge a dondolare
Fra il mio dire ed il mio fare
E sentire fa rumore
Fa rumore camminare
Fra gli ostacoli del cuore

 
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VT

Post n°75 pubblicato il 02 Luglio 2006 da tasteinmen
 
Tag: VM18
Foto di tasteinmen

Un pomeriggio in casa di chat e fatiche. Blind date con una secca che dalle foto sembra niente male. Siamo vicini di casa. Appuntamento alle 21 al Mac. Quando arriva voglio scappare. E' ciò che si definisce un "non è il mio tipo". Per di più è acida, scontrosa, frustrata e non sorride manco. Capito che ti piacciono le grassone, e io x fortuna sono lungi dall'esserlo, pero' io almeno nelle foto sono come sono! La liquido in meno di 50 minuti, sgorgando la birra.
Faccio tappa al batuage lì dietro e me la vedo rispuntare con la sua panda bianca sfigata del
cazzo. Giusto qualche minuto di orientamento, punto gli occhi su un paio di vetture, mi fermo, mi sorpqassa un tipo grassoccio e volenteroso. Non faccio in tempo a fermare il motore che accanto al finestrino mi si materializza BVT con con fare minaccioso saluta ed è molto esplicito.
Chi è BVT... Anni fa, all'epoca di Mirc, avevo questi contatti sporadici con un sedicente
giocatore di rugby, dal culo fantastico e corpo divino, una bestia d'uomo dalla chioma ondulata e il pizzo prepotente. Non sono mai riuscito a capire cosa ci trovasse in me, così quando il destino ci si mette, lo scorso autunno lo ritrovo al T. Lo saluto, si ricorda vagamente, mi ridà il suo numero di telefono, ...2-2-2 finale mi sussurra nell'orecchio. Ad ogni 2 sento li fiato caldo e la botta alla prostata dal tono virile con cui lo dice. Non è mai successo nulla, sia x la lontananza, che per la mia diffidenza. Qualche settimana lo ribecco al Co. in compagnia di alcuni mie amici, un saluto vago freddo e imbarazzato da parte mia. Poi scopro che si è trasferito a due passi da me.
Ed ora eccolo lì che mi chiede se sono impegnato con quello davanti e se lo seguo.
Mi lascia parcheggiare. Le disperate sono sbalordite. La cretina con la panda bianca pensa si
sia fermato x lei. La sento rodersi quando chiudo macchina ed entro nella sua cella frigorifera. Ci scambiamo i convenevoli. Guida in direzione dell'aeroporto. Mi mette una mano sulla gamba. So che dovre ricambiare. Poi mi sporgo e gli mollo un bacio poco convinto. Mi trattiene a se, aspirandomi l'odore del collo e della pelle. Gli mordicchio il collo e gioco tra le sue gambe. Si spaventa x una paletta del parcheggiatore del luna park. Fa inversione e gli suggerisco una strada + appartata. Mi strofina l'erezione, si slaccia la sua. Ha due coglioni enormi che trabordano dal jeans. Mi chino sul suo sesso che sa di docciaschiuma. Non è in piena erezione e sinceramente dai ricordi mi aspettavo di +. Ricordo le recensioni altrui e ho quasi paura. Infatto il suo carattere emerge quando vuole sentirlo fino in fondo. Gli slaccio la camicia e gli lecco i capezzoli, ma li prova gusto solo quando sono chino su di lui. Mi spinge la testa sul pube, incastrata tra il volante e i badili che ha al posto delle mani. Grugnisce, mi ravana il culo.
Flash di una sua foto, gli metto le mani sotto le cosce possenti a tastargli quella montagna
di muscoli. Insiste sui miei interruttori, con la mano mi smuove l'asta da sotto i testicoli. Potrei rovinargli così, non gli resisto. Ci fermiamo, si libera meglio. Mi tiene giù. Con la mano spinge e mi manca il fiato. Ho ancora le tonsille infiammate e certo questo non mi giova. Sento il bruciore in gola, vorrei liberarmi dalla morsa, vorrei scende. Paro i colpi con la mano. Gode solo se vado in fondo. Chiede che mi masturbi. Eseguo. Mi accarezza le palle e io faccio lo stesso. Poi le lecco avidamente, voglio inghiottirle. Il cazzo ora gli è diventato duro, mentre ci masturbiamo a vicenda. Vuole vedermi venire, vuole vedermi sborrare. Non ci metto molto. Mi spiace solo infrangere un sogno erotico. Vengo a fiotti sull'addome e sul pelo. Da vero porco mi incita, vuole sentirne l'odore. Mi passa una mano sullo stomaco, intenge le dita le annusa, continua a masturbarsi, mi passa la mano sporca del mio seme sulle labbra, vuole che lecchi. Mi sembra un deja-vu, rido. Mi ripulisco veloce e scendo. E' violento, ora è duro ed invadente. Ho la certezza che voglia riempirmi la bocca, ma è invano lottare contro la sua forza che mi tiene giù. Sento violentarmi la gola, al primo getto tento di rialzarmi approfittando della sua estasi. Un fiotto mi colpisce nella narice, sento di soffocare, respiro a bocca aperta continuando a masturbarlo. E' scontento. Voleva venire di +. Si sente bloccato. Mi sento offeso. Ho il suo seme in bocca, sul naso. Lo detesto. Per quello che mi ha fatto. Per come non volevo che fosse.
Mi riaccompagna all'auto con un "ci vediamo in giro". Ho bisogno di dimenticare. Inalo acqua ossigenata. Effetto special K.

 
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10.000 meters

Post n°74 pubblicato il 02 Luglio 2006 da tasteinmen
 
Tag: VM18
Foto di tasteinmen

Il volo di ritorno è un free seats con troppi inserti giallo acceso che disturbano e mettono ansia. Non ci sono due posti contigui, siamo tra gli ultimi a imbarcarci. Ho preferito fare il filo alla coppietta di liverpool che avevo intravisto al pub del barrio gotico durante il primo tempo della partita della nazionale. Certo che lui era solo un sogno.
Saliti dalla coda incrocio lo sguardo scuro e intenso come la sua pelle. C'è un posto vuoto
accanto a lui. Dico a M. che rimango lì. Sistemo il trolley nella cappelliera e mi fa accomodare. E' gentile e attacca subito a parlare. Mi racconta. E' tunisino, vive a milano fa l'autista ed è fidanzato a barcellona. Non perdo tempo chiedo e sorrido. I sedili stretti quanto basta. Ginocchio a contatto forzato. Sul decollo non mi accorgo nemmeno della mano morta sulla sua gamba, talmente è routine. A tratti ho voglia di addormentarmi. Vorrei fare l'escalation verso il centro del suo piacere. Ha i respiri accelerati d'ansia. Il volo è talmente breve che non ho la forza di agire. Mi agito e non reagisce, non si discosta continua a parlarmi. Quando siamo su genova sento che ho i minuti contati. 20. Ho le dita sulla sua tasca. Non è entusiasta né infastidito. Manda qualche occhiata alla mia erezione sotto i bermuda. Cerca di stare distratto. Gli guardo le mani tra le gambe, la sporgenza sotto la tela sbiancata del jeans. Non so se comprende quello sta accadendo. Decido di partire all'attacco. La mano non + sulla tasca ma ormai e nell'interno coscia lungo la cintura. E' impossibile che non sappia che sono lì. Mi guarda truce solo quando gli sfioro il sesso, deliberatamente. Lo guardo con sfida. Retrocedo di qualche centimetro ma tengo ferme le mie posizioni. Attendo che le luci si spengano x l'atterraggio. Mi chiede se puo' venire in auto con noi. Dico vedremo. Quando è buio nella fusoliera torno all'arrembaggio. Gli afferro li sesso con le dita della mano dx, in un contorsionismo improbabile. Lo sento gonfiarsi e reagire dopo pochissimi solleciti. Voglio saggiarne tutta la consistenza, ma sarà che mi aspettavo di meglio e forse sarà x l'eccitazione di entrambi, mi fa cenno di smettere. Sono imbarazzato. Forse non mi sono nemmeno accorto dell'atterraggio. Mentre l'aereo rulla verso il finger gli chiedo scusa. Gli lascio il mio numero di telefono che forse non salva neanche. Viaggia solo con il carica batteria del telefonino. Quando si alza me lo studio x bene. Sedere poderoso, attributi all'apparenza prepotenti. Vorrei strusciarmi addosso quel ben di dio e assaporarne a fondo l'odore di spezie e cous cous. Mentre ci avviamo verso l'uscita dell'aeroporto mi chiede se abito da solo. M. rabbrividisce all'idea di un passaggio in auto. Lo liquido con poche scuse e parole inutili. Rimprovero M. x tutto il viaggio x avermi fatto perdere l'ennesima gen du maghreb. Lui è sempre più allibito per le situazioni in cui riesco a cacciarmi. Ormai è fuori discussione: non possono resistermi.

 
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Rewind

Post n°73 pubblicato il 01 Luglio 2006 da tasteinmen
 
Tag: Private
Foto di tasteinmen

beh un piccolo riassunto mi ci vuole.

cosa è successo in questo periodo in cui la mia musa era assente...? Quasi nulla direi. Solo lavoro e qualche cuore infranto. Nothing more, nothing less.

Poche avventure, scarsi i racconti. Un viaggio che avrei dovuto fare mesi fa.

Una storia che non decolla ma che si affossa, quella con S., dove le distanze sembrano non colmarsi mai. Gli incontri sporadici, manco dovessimo volare da milano a istanbul.

ben tornato A. ben tornati a tutti e due.

 
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Meneater

Post n°72 pubblicato il 01 Luglio 2006 da tasteinmen
 
Tag: Lyrics
Foto di tasteinmen

Everybody look at me, me
I walk in the door you start screaming
Come on everybody whatchu here for?
Move your body around like a nympho
Everybody get your necks to crack around
All you crazy people come and jump around
I want to see you all on your knees knees
you either want to be with me, or be me


Maneater, make you work hard
Make you spend hard
Make you want all, of her love

She's a maneater
make you buy cars
make you cut cords
make you fall, real hard in love
She's a maneater, make you work hard
Make you spend hard
Make you want all, of her love
She's a maneater
make you buy cars
make you cut cords
Wish you never ever met her at all


And when she walks she walks with passion
when she talks, she talks like she can handle it
when she asks for something, but she means it
even if you never ever seen it
everybody get your necks to crack around
all you crazy people come and jump around
you doing anything to keep her by your side
because, she said she love you, love you long time



Maneater, make you work hard
Make you spend hard
Make you want all, of her love
She's a maneater
make you buy cars
make you cut cords
make you fall, real hard in love
She's a maneater, make you work hard
Make you spend hard
Make you want all, of her love
She's a maneater
make you buy cars
make you cut cords
Wish you never ever met her at all

you wish you never ever met her at all

 
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Special K

Post n°71 pubblicato il 30 Giugno 2006 da tasteinmen
 
Tag: VM18
Foto di tasteinmen

domenica 25 giugno - alba

Entriamo al Martin's che la festa è già bella e cominciata, mostrando i pass che ci hanno regalato.
L'entrata è stretta e lunga, mi ricorda il Tekyon. Sul lato sinistro si aprono due porte. Una è l'ingresso di un budello stretto con i pisciatoi al muro e il vetro riflettente che dà dierettamente sull'ingresso.
Fa strano pisciare in faccia a quella gente senza essere visti.
Ci sono 3 piste. Una principale al seminterrato, una all'ammezzato e una sala-cine con video al piano superiore, da dove si accede alla cama de oscuridad.
Mi faccio largo tra la gente. MI canto in mente meneater, mi prendo un bacardi e coca. Sento gli occhi addosso, la novità. Qualcuno mi chiede da dove venga. Intavolo una finta conversazione che liquido con un "mi spiace non sento".
Tra gli avventori molti era già al BF. Intravedo tra la folla visi già conosciuti. Il belga con l'italiano, limonato al Co. mesi fa. Ci rigioco stuzzicandolo tra la gente, approfittando di un momento di solitudine. Si inturgidisce e ride col suo sorriso largo e l'orecchino che gli brilla come la luce che ha negli occhi.
M. ha stretto amicizia con uno dei barman e il suo amico hermano che non è proprio il nostro tipo. Son lì che se la spassano. Intanto io esploro.
Al piano di sopra sento sospiri. Una porta che conduce ad una scalinata. Assito alla preparazione delle piste. Al loro consumo. Più in giù un terzetto che gode.
Rido divertito. Afferro un addome nel corridoio buio, ci baciamo. Sento il metallo sui denti, ha un piercing. Ci giro intorno, voglio capire dove e se ne ha altri.
Lo sposto in ombra, gli apro tutto. Mi faccio spazio tra i muscoli del torace e delle braccia, e poi giù fino al sesso povero. Mentre son giù che lavoro quel po' che c'è da lavorare, sento odore forte di popper.
Sono già stordito, rimpiango di non averlo portato con me. Quando mi rialzo capisco che è il mio amico ad aspirarlo. Me lo passa. Sento la vampata cogliermi tra lo sbalzo di pressione.
Qualche goccia nella narice e sulla barba. Sento vago il bruciore che ripulisco sulla sua maglia arrotolata sulle spalle.
Perdo cognizione di quello che sto facendo. Ho vaghi ricordi di sospiri, di lui che viene. Lo rincontro in corridoio, davanti al bagno.
Ha un bel viso, ricordo la stella rossa sulla t-shirt nera.  Faccio la prova piercing. Lo bacio. E' lui.
M. mi presenta i suoi amici. Il brutto mi chiede se voglio droga. Di che tipo? chiedo. Special K. Dico ok ma ho già dimenticato.
Quando mi chiama capisco che fa sul serio. Ci portano in uno stanzino x le scope. Un ragazzetto mulatto che fa da pusher.
Aggeggiano con dei sacchettini di roba. Ho le difese azzerate. Guardo M. abbracciato al bono. Dice che lui non la vuole. Io canto Brian e mi faccio avanti.
Il brutto mi porge la chiave di casa con cui ha pescato un po' della polverina grigia dal sacchetto. Aspiro senza chiudere l'altra narice. Ne rimane ancora un po', mi esorta a finirla.
Sento il bruciore. Poi esco senza guardare nessuno. Mi faccio prendere dall'euforia. Vedo doppio. Non so se sono troppo ubriaco o se è solo l'effetto gravity.
In pista c'è l'algerino. Gli ballo contro. Mi chiede se sono ubriaco. Lo lascio e salgo su.
Mi bacio il primo volto barbuto che intravedo. E' biondo e carino. Ha un fisico orribile, un sesso inesistente. Forse lo chino a farmi succhiare. Forse non ho presente quello che sta succedendo.
La luce si accende a intermittenze. Ho anche difficoltà a scendere le scale.
Giro in preda alla smania di cacciare. Non trovo nulla che mi soddisfi. Molesto ancora il belga che limona col tipo. Quando ho le scatole piene scendo da basso.
La festa sta finendo, le luci sono su.
M. mi dice che c'è un after da qualche parte. Ci va coi suoi amici.
Mi lanbcio fuori dal locale, mi siedo al marciapiede estasiato dal cielo azzurro dietro l'hotel alla fine della strada.
Do forfait, mi avvio verso l'hostal a piedi, da solo, in preda all'alcool e coi postumi della K.
Rivedo i fantasmi del mio passato. IL belga davanti, la casa batillo, marco che legge la guida accanto alla ringhiera del parcheggio, le foto che gli feci in quella vacanza.
Piango, resisto alla tentazione di addormentarmi su una panchina. Giungo all'ostello e svengo fino all'ora di pranzo.

 
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La gens du maghreb

Post n°70 pubblicato il 30 Giugno 2006 da tasteinmen
 
Tag: VM18
Foto di tasteinmen

sabato 24 giugno

Quando siamo entrati al BF non ero sicuro del comportamento da adottare. sentivo il disagio per i mesi di non frequentazione.
sentivo il peso di un week end voluto e cercato. e se non fossi stato all'altezza? non avevo il supporto tribù. solo M. che già si era estraniato dal resto.
Prendo da bere rum e coca, impensabili i cocktail. I baristi più che discreti. La musica accettabile proveniva da dietro il separè che divide la pista dal bar.
M. si avventura nei bagni, non lo seguo. MI giro intorno. Sono sempre convinto che gli ispanici non facciano x me.
M. sorride, non è splendida come sempre. Afferro la mia sfacciataggine e giro in tondo. Mi trovo due occhi bavosi che mi fissano insistenti.
Mi faccio attirare da quello sguardo lascvio che non lascia spazio ad equivoci. Mi lascio condurre nella ragnatela di perversione al di là della tenda.
Ho paura. Entriamo in bagno. Mi sorride, posiamo i bicchieri. Mi chiede di dove sono. Rido e ci capiamo. Ognuno nella lingua che più gradisce. E' algerino.
Mi lancio sulle sue labbra, avido. Mordo. Mi dice no. Lo prendo a schiaffi. Esagero. Ci rimane male. Mi slaccia i jeans e mi palpa il sedere. Quando sgancia la sua erezione mi accorgo della circoincisione solo quando la inghiotto.
E' sodo e duro. Lo stringo alla base per farlo esplodere. Gli accarezzo tutto, mi infilo con una mano nel dietro. La sposta. Intuisco. Mi lavora con le dita mentre sono accacciutato.
Ci sfiliamo le maglie ormai bagnate di sudore. Sappiamo di selvaggio. Mi gira e mi lecca a fondo. Non provo nulla fissando le piastrelle del piccolo bagno. Gli faccio capire che non è cosa per me.
Mi rivesto e sono propnto a uscire, annoiato dai clienti che continuano a bussare alla porta.
Esco stravolto, il viso sudato, lo sguardo allucinato. Ingurgito il rum rimasto nel fondo del bicchiere.
Risaluto M. che intuisce.
Al secondo giro di coca e rum l'algerino attacca bottone, mi racconta, vorrebbe portarmi a casa sua. Io voglio vivere la notte. Voglio conquistare a fondo. Voglio conoscere.
M. apprezza. Intanto conosciamo anche gli organizzatori della festa, che ci regalano due pass per la disco.
L'algerino mi riagguanta. Mi fionda la lingua in bocca lì davanti al bancone. Mi chiede di seguirlo nei servizi. Lancio un'occhiata a M.
Questa volta sceglie il bagno + ampio. Ripetiamo in fretta il rito delle maglie e dei bicchieri. Ci schiaffeggiamo.
Stavolta fa sul serio. Mi piega in due, vuole entrare, quiera follarme. Lo lascio fare. L'alcool mi aiuta.
Quando è dentro e il peggio è passato gli chiedo di infilarsi il preservativo. Scivola tra sudore e saliva. Perde l'erezione un secondo.
Mi volta e mi fa accucciare per rinsaldarla. Quando è di nuovo carico, lo riveste e mi penetra ancora. Attendo pazientemente che finisca il suo dovere.
Non mi lascio andare, faccio resistenza ai suoi colpi. Quando siamo stremati e c'è ancora gente dietro la porta, ci rivestiamo. Lo aiuto ad asciugarsi il sudore sul collo e sulla schiena.
Mi ripulisco e con un vago bruciore anestetizzati mi precipito fuori a lavarmi il viso.
La pista è quasi vuota. M. su uno sgabello ad aspettarmi. Il tempo di un ultimo bacio e siamo fuori dal locale. Direzione nord.

 
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FIFA 2006

Post n°69 pubblicato il 09 Giugno 2006 da tasteinmen
 
Tag: VM18
Foto di tasteinmen

Ero entrato nel centro commerciale solo per un giro informativo. E invece tra i telefoni e i televisori in offerta, lo guardo dritto negli occhi mentre avanza verso di me.
La pelle d'ebano, gli occhi limpidi e il naso dritto. L'occhio mi cade sui pantaloni larghi e un po' morbidi sul cavallo. Vado avanti indifferente e si volta.
Reggo il gioco, indago ed esploro. Si lascia guardare e mi conduce al reparto abbigliamento.
Mentre guarda un paio di scarpe mi avvicino. Sorride. Mi chiede se voglio droga. Rido di gusto.
Mi chiede se sono gay. Rido ancora e dico: no, e tu?
Stoppo la farsa e gli chiedo se ha voglia di fare qualcosa. Leggo l'eccitazione sfavillargli sulla retina. Un leggero tremore della mani sulle scarpe che fa finta di osservare.
Temo si tratti di una marchetta. Sono combattuto. Gli dico di seguirmi. Esco dalla corsia senza acquisti e mi dirigo versol'uscita.
Imbocco il corridoio del bagno e mi rintano dietro una pora socchiusa. Aspetto. In ansia.
Quando la razionalità mi fa cenno di smetterla, mi rendo conto che potrei consumare un tradimento ai danni di S.
Sto x uscire quando lo intravedo dalla fessura del vetro. Mi segue fin dentro stavolta.
Lasciamo la porta socchiusa. Gli metto una mano sulla patta. E' duro e largo. E' eccitato. Punta verso il basso, senza impennamenti.
Mi abbraccia da dietro, mi tocca i jeans. Vuole baciarmi. Sento il calore del suo collo. La pelle licia e scura.
Mi gira spingendomi la mano sulla nuca per farmi inchinare. Ho paura per il portafogli.
Lo voglio vedere, riesco a districarglielo tra la zip e i boxer. Solo la punta. Rosa. Vorrei affondarla fino all'asta, come un calice.
Mi dice che lì non è il caso. Ho già in mente un piano. Uscire, andare fuori. Andare a casa. In cantina.
Mi dice un altro giorno. Qualcuno entra in bagno e sono teso. L'erezione che mi pulsa contro i bottoni. Potrei esplodere da un momento all'altro.
Mi sistemo ed esco. Cerco di non guardare attraverso lo specchio il viso dell'impiegato che sta lavandosi le mani.
Infilo l'uscita senza voltarmi. Ho vergogna. L'aspetto. Non esce.
Vorrei un contatto, un numero di telefono. Lo rivedo girare ancora tra i telefoni, poi lo perdo per sempre.
S is safe.

 
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Spiderman

Post n°68 pubblicato il 07 Giugno 2006 da tasteinmen
 
Tag: Lyrics
Foto di tasteinmen

On candystripe legs the spiderman comes
Softly through the shadow of the evening sun
Stealing past the windows of the blissfully dead
Looking for the victim shivering in bed
Searching out fear in the gathering gloom and
Suddenly!
A movement in the corner of the room!
And there is nothing I can do
When I realise with fright
That the spiderman is having me for dinner tonight!

Quietly he laughs and shaking his head
Creeps closer now
Closer to the foot of the bed
And softer than shadow and quicker than flies
His arms are all around me and his tongue in my eyes
"Be still be calm be quiet now my precious boy
Don't struggle like that or I will only love you more
For it's much too late to get away or turn on the light
The spiderman is having you for dinner tonight"

And I feel like I'm being eaten
By a thousand million shivering furry holes
And I know that in the morning I will wake up
In the shivering cold

And the spiderman is always hungry...


 
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Yuri

Post n°67 pubblicato il 22 Maggio 2006 da tasteinmen
 
Tag: VM18
Foto di tasteinmen

Mi aveva aspettato. Così dice. Dopo un anno lo ritrovo al solito posto. Penso ad una coincidenza. Invece aspettava proprio me. Gli offro un passaggio a casa. Gli dico che ho fretta. Mi chiede un pompino. Gli dico ok. Un pompino non si nega a nessuno. andiamo verso la macchina. dice che qualche giorno fa mi aveva visto vicino la rotonda. che in questi mesi non aveva chiamato xché aveva paura di disturbare. e io: anche io non ti ho mai chiamato x paura di rompere le scatole con tua moglie. quindi palla a centro, ripartiamo dal 2006.
Faccio mente locale. Dove posso portarlo. Decido per la solita zona industriale. Luce del giorno accecante, macchine in giro e gente che torna a casa dal lavoro. Mi racconta la sua vita. Io che ho davvero poca voglia. Mi dice che è da tanto che non fa nulla. Aveva voglia di un altro figlio, e ha ingravidato di nuovo la moglie. Ma in realtà non gli piace fare sesso con lei. Vuole un uomo. Nel suo italiano stentato mi racconta dei progetti. Gli accarezzo le mani da muratore, enormi. I muscoli delle cosce tese. Il sedere di roccia. Sarà quasi 200 kg di orso albanese. Gli occhi azzurri e scintillanti. Il faccione timido e la voce porfonda da bambino in crescita.

Gli accarezzo il pacco, non sento reagire. Parcheggio davanti ad un cantiere. Aspetto che il ciclista passi oltre, e gli apro la zip. Solita cappela rossa e turgida come una fragola sovrasviluppata. L'odore del lavoro. I peli rasati. Ho caldo, la cravatta è di impiccio. Mi butto a capofitto tra le sue gambe sudate. Glielo succhio avidamente, cercando la direzione di scorrimento migliore. Voglio che venga presto. Gli scopro l'addome di piombo, vasto, enorme. Con le mani mi pigia la testa. Mi scombina i capelli e spinge sul suo sesso per sentirmi la gola. Se pesasse 50 kg in  meno avrebbe un sesso fantastico. Mi accarezza le gambe e mi stringe l'erezione sopra i pantaloni. Non mi scopro. Gli massaggio l'asta dura nascosta tra le  pieghe di grasso. Gli stringo bene la cappella, strizzo le gocce di piacere. Vuole baciarmi. Non glielo permetto, mi annuso il collo, me lo lecca, mi morde la nuca. Ho i brividi. Ricordo i lividi sulle cosce per settimane, la prima volta. Mi morde alla base del cranio, come i cani, come gli orsi. Lascerei che mi devasti. Non voglio tracce sotto i capelli sfumati della nuca, mi butto giù. Lo sento spingere e agitarsi sul sedile. Stende i piedi sul tappettino. Ha un sussulto quando sta per venire. Mi stacco e lo stringo con la mano. Mi viene denso e copioso tra le dita. Cerco di non sporcargli la maglia mentre il suo umore vischioso gli cola fin sul ventre. E' venuto con estrema voluttà. Mi guarda impacciato. Ho la mano impraticabile. Gli chiedo di prendere i fazzoletti dal suo lato. Li finisce pirma che io possa ripulirmi per bene.
Lo riaccompagno a casa, il solito rondo'. Lo vedo tornare come un bimbo dopo la merenda. Lo zainetto e la faccia soddisfatta.

Non ho voglia di rivederti per tanto e lungo tempo Y. Buona seconda paternità.

 
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La dolce attesa

Post n°66 pubblicato il 17 Maggio 2006 da tasteinmen
 
Tag: Lyrics
Foto di tasteinmen

Al terzo mese di gravidanza isterica
già sul viso i morbidi tratti di maternità
diceva "Maddalena sarebbe un nome particolare insieme a Sofia
nel caso fosse maschio Vincenzo Maria".
Al sesto mese di gravidanza isterica
tutti ritennero fosse opportuno non scomodare la verità
Insidiati dai rimorsi per averle dato il tormento
finché desse alla luce una creatura entro l’età feconda
Mentre aspettava il lieto evento
che mai avrebbe avuto luogo
comprava abiti premaman e una culla di legno
come quelle di una volta
le si leggeva in faccia smisurata felicità
per la dolce attesa
Al nono mese di gravidanza isterica
tutti mantennero la messa in scena invariata per viltà
sarebbe stata questione di giorni ed avrebbe chiarito da se
l’increscioso equivoco di cui era la sola ed unica artefice
Mentre aspettava il lieto evento
che mai avrebbe avuto luogo
sentiva quell’essere muoversi con grazia superba
come un trapezista in scena le si leggeva in faccia smisurata felicità
Mentre aspettava il lieto evento
aveva già pensato a tutto
prete, battesimo e clinica dalla culla di legno
come quelle di una volta ai più svariati tipi di carion.
Mistica e lenta la dolce attesa
la dolce attesa

 
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Sushi und Sashimi

Post n°65 pubblicato il 17 Maggio 2006 da tasteinmen
 
Tag: VM18
Foto di tasteinmen

I minuti sono trascorsi a blocchi di 17, dopo aver sbagliato strada e abbandonato la festa a base di mionetto, aperol, sushi, sashimi e maki vari.
Sono entrato libero e solitario al T. lasciandomi il corteo alle spalle e affrontando la platea. L'ho visto subito. Era in camicia rossa a scacchi, la barba incolta e senza la maglietta FBI, come aveva immaginato il nostro nuovo incontro in tutti questi mesi.
Ho girato dleiberatamente lo sguardo mentre lui prendeva le scale per il piano di sopra.
Ho riflettuto giusto il tempo di una confessione, poi l'ho raggiunto al piano di sopra. L'elezione della serata.
Mi faccio spazio tra la folla, lo raggiungo da dietro fin in prima fila. Ne sento subito il calore, le sue mani che mi cercano, Il sorriso degli occhi.
La voce strascicata e palladiana. Mi possiede, mi seduce apertamente, non mi nego. Mi sciolgo.
Non resisto molto a quel caldo. L'atmosfera è bollente e non solo per i gradi celsius. Ho paura di fare il passo. Lasciamo la sala illuminata x entrare in quella oscura.
Becco al volo un camerino che si libera e siamo di nuovo dentro. Armeggiamo con la serratura mentre sono già a torso nudo e sbuffo all'idea di dovermi rivestire per cercare un altro posto.
Si spoglia S., sento la sua pelle addosso, il suo collo audace e la testa rasata che mi cerca la bocca. Ci baciamo senza respiro. Mi respira la pelle, il collo, le braccia.
So di buono e lo so. Mi spoglia del tutto e mi inghiotte. Gli offro tutto me stesso, con la schiena al muro e il bacino in avanti. Il suo pasto meritato.
Controllo totale, lascio che sia dentro per bene, lascio l'unione perfetta della sua bocca sul mio sesso senza interagire.
Quando lo tiro sù ho voglia di baciarlo. Avidamente col sapore di me. E' il mio turno. Gli libero le cosce possenti, ingoio l'erezione e stringo forte il glutei sodi e glabri.
Ho la gola secca e difficoltà a spingerlo giù. Ho pazienza e me lo lavoro. Lo sento gemere. Gli lecco ogni piega della pelle, risalgo con l'altra mano lungo la schiena, fino a ridiscendere e a sprofondargliela nella piega.
Ho voglia di bissare il successo della nostra unica volta. Mi faccio spazio col dito. E' umido, è caldo. Entro con decisione. Cerco una resistenza, la tensione prostatica.
Mi rialzo, lo rigiro e lo piazzo mani al muro. Gli lecco la pelle e ricomincio col pollice. Urla qualcosa. Forse non resiste. Forse vuole aspettare.
Stringo con una mano il membro agonizzante e le palle. E' in mio potere. Continuo a spignergli dentro fino a quando il braccio non comincia a bruciarmi. Allora mi rialzo, lo abbraccio e lo accompagno del lungo e intenso orgasmo che ho cominciato a precepire dal suo interno.
Con una manciata di secondi di ritardo lo raggiungo, abbracciati come due pugili. Sento il respiro bloccarsi il mezzo al petto, le forze che cedono. Recupero la pressione chinando il capo. Una sincope ora sarebbe memorabile. Prego e mi passa.
Rimaniamo minuti interminabili e claustrofobici a raccontarci qualcosa.
Gli piaccio. Rassicurante S. Ennesimo inizio.

 
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Be one

Post n°64 pubblicato il 11 Maggio 2006 da tasteinmen
 
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Quando infila la porta della metro mi lancia uno sguardo duro. Mi scanso. Sposto la mia eleganza di lato. Seguo sott'occhio la sua posizione.
Gli occhi azzurri glaciali. I tratti est europei. Il jeans marrone rigonfio ed allettante. Penso come sarebbe bello se ci fosse + gente e mi fosse vicino.
Alla nuova fermata arriva il flusso. Mi sposto sul retro della carrozza. Seguo i suoi 3 movimenti veloci, rapidi. Mi è già accanto. Sento il contatto. Si strofina contro la mia mano stretta sulla borsa.
Lo sento, ed è duro. La 24 ore barcolla. Con le dita libere gli aggancio l'erezione. La tasto, la valuto. C'è e mi fa gola.
C'è gente, non mi sento sicuro. Si scansa. Studio la sua mano stretta davanti ai miei occhi. Le dita grosse, le unghie corte e curate da operaio.
Mi guarda con gli occhi celesti, socchiude le labbra sottili, le mascelle impanate. Mi sussurra L. Faccio un segno d'assenso. Il viaggio prevede almeno una decine di fermate.
Si accomoda al primo sedile libero, lo seguo. Le mani vicine. Mi accarezza il polso con il pollice. Distratto. Ricambio nel suo palmo. E' asciutto e caldo. Morbido.
Si sistema i capelli per cercare di essere in ordine ai miei occhi. Usciamo. Lo seguo incerto su per le scale, fuori dall'uscita. Facciamo qualche metro, all'angolo mi dice che non parla bene italiano, che non sa dove potremmo andare, che viene dall'albania.
Prendo in mano la situazione. Come al solito tocca fare sempre tutto a me. Gli dico seguimi. Mi dirigo a passo sicuro e svelto verso la stazione. Non mi volto mai percorrendo il corridoio trafficato di pendolari.
Seguo le indicazioni WC. Mi fermo al bar x comprare le gomme e cambiare la moneta. Lui prende unkinder, lo scarta e lo mangia. Infilo la porta delle tiolette senza gli inservienti. Non pago la tariffa.
Il bagno è grande e pulito. Scelgo una porta in fondo, lasciandone altre socchiuse al centro. Mi ha seguito. Lascia la sua borsa sul davanzale e mi segue dentro.
Mi abbraccia, vuole baciarmi, sposto le labbra dal suo gusto di cioccolata. Gli palpo i jeans, gli tiro fuori l'erezione. Voglio inghiottirla. Mi fa cenno di aspettare. Vuole lavarsi. Non c'e' acqua.
Tira lo scarico nel water ne raccoglie un po' nell'incavo della mano, appena sgorgata. Si lava il sesso. Ho orrore. Immagino i batteri, i vibrioni e tutto quanto. Vorrei chiedergli perché.
Faccio mente locale: non ho salviette con me. Si rilava. Mi sputo sul palmo per toglierne il sapore. Lo assaggio. Non sopporto.
Mi sgancio la zip. Caccio fuori il cazzo e le palle. Mi accarezza adorante. Vuole baciarmi ancora ed abbracciarmi. Lo spingo verso il basso.
Vorrebbe lavarmi. Mi bagno con la saliva e lo rispingo giù. Non saro' fresco ma ho fatto 2 docce nelle ultime 24 ore.
E' caldo quando mi lecca. Non sono sicuro lo faccia spesso. Sembra improvvisata. Sembra la sua prima volta. E' piegato dal mio desiderio.
Lo rialzo x non venire. Mi bacia ancora. Sa di me e nocciola. Lo masturbo con foga, stringendogli il membro duro e cedevole.
Gli lascio la lingua per eccitarlo. Esploro il suo corpo. La carne morbida. Il gluteo sodo, il pelo caldo e accogliente dello stomaco.
Sento gli schiocchi dei baci riecheggiare nel salone. Mi metto d'impegno. Stringo le mani sul culo, gli accarezzo le palle e intanto continuo a menarglielo.
Viene a scatti intermittenti sul pavimento, il mio orgasmo in canna. Ricaccio tutto dentro. Non mi pulisco nemmeno la mano.
Mi butto fuori dal bagno. Mi lavo x bene. Il sapone che sa di VIM. Mi risciacquo la bocca. Penso a tutti i vaccini che mi proteggono. Ho paura di stare male.
Rientro in stazione a testa alta, lasciandomi dietro la parentesi post-ufficio. Telefono, SMS, e ho solo voglia di tornare a casa.

 
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Highway III  IV e V

Post n°63 pubblicato il 07 Maggio 2006 da tasteinmen
 
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A volte ho come la sensazione di aver già conosciuto le persone che incontro. Anche l'orso biondo aveva già lasciato un vago ricordo chissà dove chissà quando.

Girello in qua e in là. Ignoro il contenuto dei tir che si affacciano e sfrecciano. Tipi smunti, laidi, nessun torello da sedurre. Arriva la cisterna. Valido guidatore, non da catalogo ma leggermente sopra la media del pomeriggio. Mi faccio notare, solo un'occhiata da parte sua. Sistema carte, tachigrafo, mette i guanti, aggeggia. Mollo la presa.

BMW scende, elegante e senza cravatta. L'ennesimo deja-vu. Si fa una lunga pisciata nell'erba, tira fuori i coglioni enormi e voluminosi. Mi attraggono come vuole la legge della gravitazione universale, tanto son grossi. Aspetto che finisca, lo raggiungo aggirando la sua macchina. Dopo la sgrullata se lo sta menando. Io osservo solo quella borsa di vuitton che gli pende dalle gambe. Saluto timido e con un fil di voce. E glila stringo con le dita. E' calda e piena. La sento pesante e ripiena. Vago varicocele, il resto è tutto frutto.
Quando gli diventa duro rimango deluso. Gli do il cambio e gli faccio una sega stando a 3/4. Strofino il pacco sulla sua gamba. I tessuti che stridono. Gli occhi dei presenti addosso, coperti solo dai finestrini. Ho un ritmo serrato, non c'è attrito, uso anche l'altra mano x giocare con le palle da biliardo. Ha fretta, come tutti. Inspira e sposta il bacino indietro quando sta per arrivare l'orgasmo. Viene a schizzi, lunghi e potenti. Colpisce il sacco nero del bidone a qualche passo da noi. Continua a venire mentre rimango a bocca aperta per la performance da campione.

Mi ripulisco la mano dal seme, e mi accorgo che probabilmente tra gli spettatori distratti c'è anche il camionista, forse annoiato dai suoi lavoretti. Deve aver gradito la scena. Lo vedo accostato alla ruota anteriore mentre piscia. O così sembra. Continua a fissarmi. Voglio vederci meglio. Mi avvicino e faccio l'indifferente. Non sono sicuro e non voglio invadere. Mi fa cenno di avvicinarmi. E' fatta. Voleva una preda, non essere predato.

Mi avvicino ha la mia altezza, un'età indefinita intorno ai 30. L'accento forte campano. Mi chiede cosa voglio fare, dove lo facciamo e se ho il preservativo.
Per quello che ho voglia di fare il preservativo si potrebbe evitare, anzi non lo consiglio affatto. Per fortuna nel cruscotto ne porto qualcuno. Torno in auto la piazzo dietro al tir, scendo con la moneta nascosta tra le mani, sotto gli sguardi invidiosi.

Mi ha fatto spazio, la cabina è pulita. Ha tirato la tenda dal suo lato. Si spoglia, rimane in maglietta. Le cosce forti e pelosi, lo stomaco accogliente e le spalle larghe. Chiudo anche la mia tenda,  mi immagino bello incravattato in un tir. Mi si avvicina in piedi nello spazio tra i due sedili anteriori. Appesa alla parete della cuccetta una figa spalancata. Sorrido. Apparenza. Annuso l'odore acre tra le sue gambe, lecco lo scroto e la pelle scura mentre si masturba per raggiungere l'erezione. Quando è pronto vuole il preservativo. Non gli va che lo lecchi senza. Apro la bustina ed intravedo tra lo spiraglio della tenda una macchina della polizia. Glielo dico. Ho un po' di imbarazzo. La mia macchina parcheggiata lì, vuota. Un tir chiuso. Noi dentro. Si riveste, immagino scuse. Non so se è lecito farlo. Sospiro sollevato solo quando rivedo la volante imboccare l'uscita per l'autostrada.
Ripartiamo dall'inizio, stesso percorso, stessa scena. Questa volta il preservativo è già sbucciato, imbucato nella tasca del suo giaccone. Lo recupero e glielo passo. Lo indossa. Si accomoda con esperienza davanti al mio viso, seduto sul cruscotto. Mi piace la situazione. E' comoda. Gli accarezzo il petto forte, non sento le sue mani. Mi faccio coraggio e ingoio la plastica oleosa. Non riesco a contenere la saliva. Non sento il contatto, non sono capace a lavorarci. Per essere insistente gli lecco le palle,  scendendo tra l'odore di muschio. Mi bagno di dito e passeggio fin dietro. Non mi scaccia. Entro e non si lamenta. Mi dice qualcosa che non capisco. Esco. Mi dice solo di fare piano. Ho sempre la bocca attaccata, con la paura di mandare giù il goldone che si sfila dal cazzo. Lo butterei giù dal finestrino. Lui se lo meno, io gli lavoro la prostata. E' morbida quando entro, ma dopo un paio di colpi la sento indurirsi, come una noce. Fa due piccoli gemiti quando viene. Esco piano, mi libera la visuale e si ripulisce. E' soddisfatto, lo saluto e scendo dalla scaletta assicurandomi che ci sia campo libero.

Ho ancora l'erezione nei pantaloni, la voglia repressa di un pomeriggio di sesso. Lui sta per ripartire, sposto l'auto becco il primo depravato che trovo, mi faccio guardare mentre mi masturbo davanti al tramonto. L'invito ad avvicinarsi, lo prende in mano, mi manca pochissimo, gli fiondo in bocca. E' calda. Lui è orrendo. Voglio essere schifoso, gli chiedo se posso sborrargli in bocca, mi dice che mette il preservativo. No fa niente. Sento ancora il calore per un paio di colpi, poi ritraggo e spargo gocce rotonde e gemelle sull'asfalto.

 
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Highway II

Post n°62 pubblicato il 07 Maggio 2006 da tasteinmen
 
Tag: VM18
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Riordino un secondo la macchina e i miei pensieri. Faccio un giro. Arriva un torello in jeans giacca e cravatta. Pizzetto biondo cenere. Mi guarda furtivo dalla portiera a cui si è appoggiato. Se lo tira fuori e lo lascia penzolare. Mi avvicino e glielo prendo con una mano. E' grosso e morbido, non ancora eretto. Lo massaggio come un antistress, mi eccita. Voglio sentirlo crescere in bocca. E' umido, evito di scoprire gli umori, voglio la base che si sta gonfiando. Si eccita del tutto, spero non lo scappelli ora. Mi stacco, umido di liquido pre-spermatico e saliva. Mi soffia zaffate pensavi sul viso. Sto a distanza. Gli tiro fuori i coglioni e li accarezzo. Vuole vedermi, mi sgancia la camicia cercando i bottoni sotto la cravatta. Me la tira fuori dai pantaloni. Si complimenta x il mio arnese, non grosso come il suo ma dalla personale eleganza. Mi masturba con foga, mi sussurrà oscenità, vorrebbe una donna tra di noi, lui a leccargli la figa, io a scoparlo. Chiede se mi piace farmi scopare. Dico di no, capisce che mi piace succhiarlo e ho talento. Purtroppo non posso più lavorarglielo con la lingua: l'attrito della pelle sul glande umido gli ha prodotto una schiumetta disgustante. Non vedo l'ora che venga. Mi sposto di dietro, gli cingo i coglioni da sotto. Poi faccio scivolare la mano dentro i suoi boxer. Gioco col dito, mi faccio spazio tra l'umido. Rendo vera x metà la sua fantasia. Spingo e gli sono dentro. Ruoto per farmi sentire. Sento la reagire. Quando viene non contrae. Continua a scuotersi contro di me per sentirlo meglio, sgocciolando tra l'erba e l'asfalto.

 
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Highway

Post n°61 pubblicato il 04 Maggio 2006 da tasteinmen
 
Tag: VM18
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Rompo la monotonia devastante con un tour de force obbligato. Affronto le highways con spavalderia. Pomeriggio avanzato, sole ancora alto.
Individuo le vittime, una per volta. Una pausa dopo l'altra.

Era parcheggiato malissimo, sul terrapieno. Ha aspettato che il camper andasse via. Si avventura nei cespugli sotto la cunetta.
Mi avvicino, e sono l'unico. Non voglio numeri maggiori di 2 in questa session.
E' già nudo, la camicia aperta, osservo dall'alto le sue forme.
Si sta masturbando, ma probabilmente era già in tiro prima di scendere dalla macchina.
Vado subito al sodo. Sembra sostanzioso. Scendo lungo una traccia dell'erba disseminata di fazzoletti, preservativi, foglie morte e rifiuti.
Gli sono vicino. Ha un odore borghese.
Mi sputo su una mano, gliela passo sul membro eretto e scuro, le vene in rilievo.
Già sospira. Mi accucio, mi reggo con una mano ad una coscia, l'altra tiene giù gli slip neri.
Si accarezza il petto mentre spingo il suo sesso fino in gola. Cerco le palle. Ne è scesa solo una, piccola come una biglia, lo scroto glabro.
Dice leccami i coglioni, faccio battute ironiche dentro di me. La pallina direi. Individuo anche l'altro e l'accontento.
Mi incita con sospiri e complimenti. Gli piace la mia bocca.
Continuo e non mi tocco. Me lo lavoro x bene, incurante dell'osservatore in alto. Accarezzo tra le gambe, fino al taglio della chiappe.
Non affondo le mani. Gli stringo forte la base, sento le vene fin sulla cappella. Mi chiede se puoò venirmi in bocca, gli dico no: un filo di saliva sulla giacca.
Lo giro di 3 quarti e lo vedo venire copiosamente nell'erba, ungendomi la mano.
Mirialzo, non ha fazzoletti, si offre di andare a prenderne in auto.
Mi offre tutto il pacchetto. E' in vena di chiacchiere.
Becca al primo colpo la mia professione, arrossisco e non confermo. Mi chiede se ci ripasso, mi lascia il suo numero.
E' solo un convenevole. L'aspetta sua moglie. Gli stringo la mano e parte via sgommando.

 
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Spring, you end.

Post n°60 pubblicato il 04 Maggio 2006 da tasteinmen
 
Tag: Private
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Un ritorno annunciato da una canzone. Non male. Stato d'animo giusto. Reminescenze tardo-adolescenziali. Note heavy rock.
Un non ritorno dovrei dire, sì xché, signori miei, non c'è stata alcuna vacanza, nessuna rambla, nessuna caccia o pesca miracolosa.
Tutto è crollato in un misero pomeriggio, inc ui i destini si sono divertiti ad alterarmi programmi, umori, piani, e sentimenti.
Mi ero preparato, avevo organizzato, avevo scaricato F. con un tempismo preciso e corretto, nonvolevo scheletri. E invece l'hanno avuta vinta le invidie altrui.
Ho messo da parte la nostalgia, ho abbracciato la delusione, la disillusione, la primavera, le amicizie.
Mi sono crogiolato nell'incredulità e nei vani tentativi di risollevarmi e devo ammettere che è stata dura ritornare sul binario giusto.
Ho messo da parte tutte le mie cattive intenzioni, ho scelto l'isolamento, l'elezione, le selezione.
Pochi ma buoni, nessun diversivo. Solo qualche buona e sana risata. Nessun patema d'animo, nessuna seduzione.
Giorni di privazione, di castità e abbuffate.
Non poteva succedere nulla di eclatante, né di divertente, né di piccante da raccontare in questi giorni. Ecco il silenzio.
A pari passo con la storia. Nulla di +, nulla di meno.
Sono riuscito anche a superare indenne quelle paure intra e post voto. La paura di non farcela, di un futuro incerto.
E invece per il momento, tutti sorridono, e spero anche io.

Ma andiamo con ordine, voglio tirare le fila anche di questo medioevo primaverile.
E' giusto che si narri se c'è quel minimo da narrare.
L'ordine degli eventi e i capitoli non saranno rilevanti. Lascero' le trame al vento, libere di spargersi e intrecciarsi su questa pagina.
Un collage di polaroid.

 
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Rise and fall

Post n°59 pubblicato il 04 Maggio 2006 da tasteinmen
 
Tag: Lyrics
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I am watching the rise and fall of my salvation
There's so much much shit around me
Such a lack of compassion

I thought it would be fun and games
Instead it's all the same
I want something to do
Need to feel sickness
In You

I feel the reason, as it's leaving me
No, not again
It's quite deceiving, as I'm feeling
The flesh made me bad

All I do is look for you
I need a fix
You need it to
Just to get some sort of attention
Attention

What does it mean to you?
For me, it's somthing I just do
I want something
I need to feel the sickness in you

 
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Strange infatuation

Post n°58 pubblicato il 12 Aprile 2006 da tasteinmen
 
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Non ho esitato e ho chiuso il dilemma in poche e semplici frasi.
Chissà cosa si aspettava, piccolo F. Non ho potuto fingere un minuto di +. Non mi riusciva continuare con l'attrazione che scemava, con la scarsa intesa sessuale.
Non avrei tollerato un nuovo orecchino disco ball o da prince albert. Non la borsettina spargi tette dell'estate, no i jeans a zampa slabbrati.
No, was too much.
Dovrei mediare quello provo con quello che dimostro. Io affetto lo provo sempre e lo dimostro. Dovrei essere stronzo fino in fondo?
Forse far passare 2 giorni prima di dirlo, questo sì che è stato stronzo da parte mia.
Il dilemma: prima o dopo la mia vacanza?
Ho scelto prima. Freedom e spensieratezza. Tornero' dopo la Pasqua, saltato il nostro piano del lunedì.
Single e 30 enne.

Ho un aereo che mi aspetta tra meno di 6 ore. Chiudo nel trolley le solite cose. Mi armo di pazienza, frisium e alcool e stasera sono già a giocarmi le ramblas.


 
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Escaping

Post n°57 pubblicato il 12 Aprile 2006 da tasteinmen
 
Tag: Lyrics
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Coming up beyond belief
On this coronary thief
More than just a leitmotif
More chaotic, no relief
I'll describe the way I feel
Weeping wounds that never heal
Can the savior be for real
Or are you just my seventh seal?

No hesitation, no delay
You come on just like special K

Just like I swallowed half my stash
I never ever want to crash
No hesitation, no delay
You come on just like special K
Now you're back with dope demand
I'm on sinking sand


Gravity
No escaping gravity
Gravity
No escaping... not for free
I fall down... hit the ground
Make a heavy sound
Every time you seem to come around

I'll describe the way I feel
You're my new Achilles heel
Can this savior be for real
Or are you just my seventh seal?

 
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