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Ppreghiera di una madre ad un assassino

Post n°48 pubblicato il 18 Giugno 2011 da pamelas2

Pamela Serafino
"Ascolta:
Ho visto l’infinito negli occhi di mia figlia.
Un istante che dura per sempre
Non ha tempo né oggi né domani semplicemente è.
Un giorno mia figlia è stata una morula, la immagino come un chicco di melograno rosso che scivola verso la trasparenza, questo chicco che mi sono portato in corpo nove mesi . E comincia da lì la mia attesa di sapere cos’è, cosa sarà, una cosa mia, non ancora un essere umano, non ancora, ma solo una parte del mio corpo, una parte di me. Un sorriso segreto che mi increspa le guance: “ ehi! dico a voi, dico a tutti il mio segreto che è in me e ancora non si vede, riguarda anche voi uomini e donne, tutti”.
Questa morula lanciata nel suo viaggio verso la vita, questa morula non ancora uomo non ancora donna, si è guadagnata ad un tratto la vita. E’ nata, la mia vita. Quella che tu mi hai portato via, tu che non mi hai ancora uccisa e mi fai morire ogni giorno di più. Qual è questo caso che ha voluto che le nostre vite si incontrassero, cos’è accaduto perché quel viaggio si trasformasse in una landa desolata in cui sono sepolta viva, sola, nascosta al rumore del mondo. Da voi, anche da voi che parlate, indagate, giudicate,
voi che avete tracciato il dna delle mie emozioni, contato il numero delle lacrime che ho versato, tese le orecchie ad ascoltare le mie grida di disperazione. Sono qui e sono viva. Le lacrime dentro gli occhi, le grida nella gola, muta. Esplodono le lacrime, le parole, le grida in me e straziano quel sorriso che vedete sul mio volto. Il disegno di una speranza. Di una certezza che sento inondarmi il cuore. A dare il sapore a questa disperazione lucida che cerca di ritrovare mia figlia.
E mi rivolgo a te che l’hai portata via a te che non odio ancora, perché non mi interessa odiarti, né capirti né cercarti.
Rendimi mia figlia.
Anche tu sei un figlio, ti penso come un uomo, so che lo sei, anche tu sei stato un figlio, hai una madre, viva, forse,
chissà dove
chissà dove
chiederei a quella madre di parlarti, di supplicarti come solo una madre può fare, perché tu , toccato dal suo linguaggio universale, che precede ogni fede, ogni ragione, torni ad essere un uomo, un essere umano capace di provare pietà e forse anche tu saresti salvato
Rendimi il suo corpo.
Il suo corpo che si schiaccia contro il mio, e la carne si tende e le braccia si tendono, la pancia si schiaccia, per accogliere meglio l’aderenza del suo corpo contro il mio corpo. Del suo cuore contro il mio cuore. Rendimi il suo sorriso che illumina i miei occhi perché da quelli le rinvio il mio segnale d’amore, rendimi la sua piccola testa che accarezzo tanto a lungo, rendimi le sue mani che giocano con le mie dita, rendimi il suono della sua voce che precede le parole.
NOOO
Non può essere umana questa assenza, questo nodo che mi stringe la gola, queste lacrime che sostano sugli occhi. Lascia che torni da me, che senta ancora il mio calore, che si riempia dell’amore che le hai strappato un momento. Lascia che sia un momento e poi la vita riprenda il suo corso. Lascia che sia io a morire prima di lei. Se pensa al futuro una madre si attende solo questo, che quel corso di vita intrecciato nella pancia e prima ancora nel desiderio e nei sogni, continui dopo di lei.
Si pensa che un figlio nasca in un solo giorno, un figlio nasce ogni giorno, a poco a poco, lentamente, faticosamente, un figlio nasce nei pensieri, nelle ore che si dedicano alle sue cure, tutte le volte che ti fermi a guardarlo. E t’accorgi che esiste una forma perfetta di felicità. Il mondo intero escluso da un abbraccio, l’abbraccio di una madre e di suo figlio, che ballano a modo loro al suono di una musica infantile.
Rendimi quella musica.
Ricordo le ecografie, il suono del suo cuore, esisteva già prima di lei, lo attendevo quel segnale ad ogni ecografia, mi diceva che lei era ancora lì, dentro di me e attendeva solo di nascere, di conoscermi. Era l’ attesa di sentirla muovere dentro di me per dirmi: “sono qui, sono viva in te”.
Rendimi il suono del suo cuore.
Da quando hai preso mia figlia il tempo non esiste più per me, non esiste la vita che scorre nel tempo, forse ne scorre un altro, lungo, interminabile, che vede la vita precedente scorrergli innanzi, su un altro binario che non si può raggiungere, su quel binario c’ è ancora lei, la vedo correre intorno al tavolo e nascondersi come le ho insegnato e riapparire al suono del “cucù”, col suo sorriso da cartone animato e i denti grandi incastonati tra rosee gengive.
Rendimi i suoi giochi
E invece ora è il silenzio dei giochi abbandonati, della casa vuota, delle grida taciute, ora è solo, il silenzio dei morti"
Ascolta..."
La ascolto da dieci anni quella voce, la voce di mia madre, tutte le volte che si chiude nella stanza che un giorno fu di mia sorella, e pensa e si nega al mondo. Ascolto la sua speranza che fluttua nell'infinito della disperazione. La speranza di ritrovare sua figlia, mia sorella.
L'attende, anche dopo che ormai tutti hanno dimenticato, che il clamore è spento e i riflettori hanno lasciato spazio al buio. La ascolto senza parlare e cerco di capire l'origine di quel male che ha strappato una bimba alla sua famiglia, un male senza volto, senza nome. Ci sono anch'io in questo dolore. Senza volto, senza nome.
E ci sei anche tu.

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Commenti al Post:
sottoilsegnodileo
sottoilsegnodileo il 19/06/11 alle 10:35 via WEB
Ciao! E' un racconto veramente interessante, con parole che fanno gelare il sangue. Mi auguro che sia solo una narrazione di fantasia, ma temo che sia un fatto vero. Un abbraccio, ettore. p.s.) Ti invito a controllare il titolo di cotesto post: hai ripetuto la " p " preghiera 2 volte, una in maiuscolo e l' altra in minuscolo,
 
 
pamelas2
pamelas2 il 19/06/11 alle 15:11 via WEB
grazie della preziosa segnalazione!!!
 
claudia.sogno
claudia.sogno il 19/06/11 alle 13:04 via WEB
un brivido sulla pelle,una puntura al cuore...poi il doppio gelido allarga la crepa da cui sgorga l'antica malinconia.... Un caro abbraccio...forte come come "quella Preghiera"
 
pamelas2
pamelas2 il 19/06/11 alle 15:12 via WEB
si è un fatto vero ovviamento è ispiratoti ai fati di cronaca recenti è vero in tal senso
 
LadyAileen
LadyAileen il 20/06/11 alle 21:48 via WEB
Brava Pamela
 
 
pamelas2
pamelas2 il 22/06/11 alle 09:56 via WEB
grazie felice che ti sia piaciuto
 
lorifu
lorifu il 25/06/11 alle 15:48 via WEB
Lo sai, te l'ho già detto che scrivi benissimo. Sei intensa, profonda, riesci ad arrivare fino in fondo all'anima. E in questo racconto, ispirato a fatti di cronaca, come dici tu, c'è tutto il male che ci vede tutti coinvolti. Ciao, a presto loretta
 
pamelas2
pamelas2 il 25/06/11 alle 16:41 via WEB
putroppo sì
 
claudia.sogno
claudia.sogno il 08/09/11 alle 15:01 via WEB
Ciao Pamela..un abbraccio e buon pomeriggio...c'è un blog dove si gioca a Rayuela...vieni a fare un salto??? si chiama "il gioco del mondo"
 
gratiasalavida
gratiasalavida il 28/09/11 alle 21:34 via WEB
Grazie, Pamela: per i tuoi auguri e per il tuo ritorno "qui"... :-) Un abbraccio. Cinzia
 
gratiasalavida
gratiasalavida il 24/12/11 alle 16:12 via WEB
Buon Natale!!!
 
avvbia
avvbia il 11/05/12 alle 09:36 via WEB
Tanti auguri,pamela!!non ci sentiamo da molto. spero tutto bene!gino ,ciao! PS qui ,data mail piena...
 
gratiasalavida
gratiasalavida il 22/12/12 alle 19:09 via WEB
Saluto con piacere il tuo ritorno in questo ambito virtuale. Ne approfitto per lasciarti i miei auguri di un periodo festivo sereno. BUON NATALE! Cinzia
 
gratiasalavida
gratiasalavida il 28/12/12 alle 16:58 via WEB
... e buon 2013, magari allietato da una nuova pubblicazione! Ciao. Cinzia
 
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MANUALE DI SCRITTURA CREATIVA

al seguente link:

http://

pamelaserafino.altervista.org/blog/ troverai le mie dispense di scrittura creativa, se le trovi interessanti puoi scaricarle

 

LA PIOGGIA NEL PINETO

 

VERRÀ LA MORTE E AVRÀ I TUOI OCCHI

 

KEATS

di John Keats

Non posso esistere senza di te.
Mi dimentico di tutto tranne che di rivederti:
la mia vita sembra che si arresti lì,
non vedo più avanti.
Mi hai assorbito.

In questo momento ho la sensazione
come di dissolvermi:
sarei estremamente triste
senza la speranza di rivederti presto.
Avrei paura a staccarmi da te.

Mi hai rapito via l'anima con un potere
cui non posso resistere;
eppure potei resistere finché non ti vidi;
e anche dopo averti veduta
mi sforzai spesso di ragionare
contro le ragioni del mio amore.

Ora non ne sono più capace.
Sarebbe una pena troppo grande.
Il mio amore è egoista.
Non posso respirare senza di te.

 

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LA POESIA DEL MOMENTO

Le mani di Elsa
Louis Aragon


Dammi le tue mani per l'inquietudine
Dammi le tue mani di cui tanto ho sognato
Di cui tanto ho sognato nella mia solitudine
Dammi le tue mani perch'io venga salvato.
Quando le prendo nella mia povera stretta
Di palmo e di paura di turbamento e fretta
Quando le prendo come neve disfatta
Che mi sfugge dappertutto attraverso le dita.
Potrai mai sapere ciò che mi trapassa
Ciò che mi sconvolge e che m'invade
Potrai mai sapere ciò che mi trafigge
E che ho tradito col mio trasalire.
Ciò che in tal modo dice il linguaggio profondo
Questo muto parlare dei sensi animali
Senza bocca e senz'occhi specchio senza immagine
Questo fremito d'amore che non dice parole
Potrai mai sapere ciò che le dita pensano
D'una preda tra esse per un istante tenuta
Potrai mai sapere ciò che il loro silenzio
Un lampo avrà d'insaputo saputo.
Dammi le tue mani ché il mio cuore vi si conformi
Taccia il mondo per un attimo almeno
Dammi le tue mani ché la mia anima vi s'addormenti
Ché la mia anima vi s'addormenti per l'eternità.

 

EX VOTO MONTALE

Ex voto

Accade
che le affinità d'anima non giungano
ai gesti e alle parole ma rimangano
effuse come un magnetismo. É raro
ma accade.
Puó darsi

che sia vera soltanto la lontananza,
vero l'oblio, vera la foglia secca
piú del fresco germoglio. Tanto e altro
puó darsi o dirsi.
Comprendo

la tua caparbia volontà di essere sempre assente
perchè solo così si manifesta
la tua magia. Innumeri le astuzie
che intendo.
Insisto

nel ricercarti nel fuscello e mai
nell'albero spiegato, mai nel pieno, sempre
nel vuoto: in quello che anche al trapano
resiste.
Era o non era

la volontà dei numi che presidiano
il tuo lontano focolare, strani
multiformi multanimi animali domestici;
fors'era così come mi pareva
o non era.
Ignoro

se la mia inesistenza appaga il tuo destino,
se la tua colma il mio che ne trabocca,
se l'innocenza é una colpa oppure
si coglie sulla soglia dei tuoi lari. Di me,
di te tutto conosco, tutto
ignoro.
(Eugenio Montale, Satura; Satura II)
 
 
 

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