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« CASAAMILCARE RODOLFINI PARTE 2 »

IL RITORNO DI AMILCARE RODOLFINI

Post n°661 pubblicato il 10 Settembre 2009 da quelluomo

Quel pomeriggio a Colle Oppio Dentone era spacciato e per nessun altra ragione Amilcare gli avrebbe chiesto:

"I soldi di Nando ce li hai?"

I tavolini del bar erano tutti apparecchiati, ognuno con quattro sedie intorno, ma oltre a loro due e a un cameriere di colore non c'era nessuno. L'africano si tenne in disparte. Era un negro prudente e aveva intuito tutto. Quel pomeriggio a Colle Oppio Dentone era spacciato e per questo non rispose ad Amilcare di andare a farsi fottere, come avrebbe dovuto fare.

La verità la sapevano tutti. Dentone aveva chiesto 500 euro in prestito a Nando.

Nando glieli aveva dati. Poi si erano messi d'accordo per il 10 settembre. Dentone giurò che glieli avrebbe restituiti per quel giorno. Nando allora lo guardò dritto negli occhi, Dentone non abbassò lo sguardo e i due si strinsero la mano.

Era il 12 settembre. Dentone fece di no con la testa, dignitosamente, per quel che poteva.

Poi ammise: "Non ho una lira."

"Immaginavo." Commentò Amilcare.

"Sei nella merda, lo sai?"

"Quello che non so è cosa c'entri tu con i miei debiti." Rispose Dentone. E poi sorrise.

Amilcare capì perchè lo chiamavano così.

I denti di quell'uomo non erano semplicemente denti. E le gengive non erano semplicemente gengive. Tutto era fuori scala. Quella non poteva essere una bocca. Eppure lo era.

Tirava una brezza piacevole a Colle Oppio, le aiuole del parco erano maculate dal marrone degli aghi di pino. E i piccioni volavano da una parte all'altra senza sosta. Amilcare disse che era l'ultimo avviso. Non ce ne sarebbero stati altri. Aveva 24 ore per portare i soldi.

Dentone annuì. Amilcare aggiunse che Nando gli avrebbe fatto spaccare la faccia, in caso contrario.

Il giorno dopo piovve fino all'ora di pranzo e poi smise. Per essere il grande giorno era piuttosto umido. Nando contava felice i suoi soldi, estasiato da quella che lui definiva la bellezza intrinsceca del denaro, di quei dieci bigliettoni gialli, non proprio gialli, ma quasi gialli. Tutto andava a meraviglia. Si stava giusto rilassando quando Dentone in persona telefonò. La cosa più strana del mondo. Dentone voleva fissare un appuntamento, da non crederci. Si scusava per il ritardo e chiedeva quando si sarebbero potuti incontrare.

Nando aveva ancora i soldi in mano. E per prima cosa pensò a uno scherzo. Poi si arrabbiò:

"Era tuo dovere onorare il debito. Adesso non mi canzonare. I tuoi soldi ce li ho, me li ha portati Amilcare."

"Quelli che ti ha dato lui non sono i miei. I miei ce li ho qui."

Nando deglutì un sorso di whisky. Era uno di quei torbati che suo fratello gli aveva consigliato di comprare. E che a lui facevano schifo, nonostante il prezzo. Il sole stava già sciogliendo i cubetti di ghiaccio dentro al secchiello. Nando poggiò il bicchiere su un tavolino e disse a Dentone di raggiungerlo subito, a casa sua. Poi riattaccò il telefono e chiamò senz'altro Amilcare:

"Ciao Amilcare."

"Ciao."

"Puoi passare da me."

"Va bene. Quando?"

"Vieni subito. C'è anche Dentone."

"Subito non posso, ho da fare."

"Hai due ore a partire da adesso."

Erano le tre e un quarto.

Il giardino di Nando era molto bello in quella stagione. Le foglie degli agrumi, sciacquate dall'ultima pioggia, erano di un verde molto intenso. Una fontana zampillava generosamente un piccolo spruzzo sullo specchio della propria superficie. La ghiaia era bianca come la neve e dietro le colline si intuiva il mare, sebbene fosse distante alcuni chilometri. Alle cinque Dentone e Amilcare erano in piedi di fronte a Nando.

Per prima cosa si strinsero la mano. Ma si vedeva che erano tesi. Tutti e due.

Nando offrì loro qualcosa da bere, sconsigliando sinceramente il whisky. Quindi, non appena quelli si furono serviti, ognuno per sé, Nando domandò ad Amilcare chi gli avesse consegnato il denaro.

Dentone stava a guardare. Amilcare disse che al bar un ragazzo si era avvicinato.

"Quale bar?" Volle sapere Nando.

"Da Peppino." Rispose Amilcare.

Questo ragazzo, riprese a parlare Amilcare, aveva detto di venire da parte di Dentone e gli aveva consegnato una busta. Dentro c'erano quelle dieci banconote.

Il Dentone urlò ad Amilcare:

"Io non ti ho mai mandato nessuno."

Amilcare non rispose nulla. Si accese una sigaretta e poi si rivolse al Dentone:

"Non mi tirare in mezzo alle tue storie. Qual è il problema?"

"Io non ti ho mandato nessuno."

"Ah no? E allora chi era quello che me li ha portati?"

"Ti sei inventato tutto."

Amilcare ringhiò rabbiosamente:

"Non so cosa vuoi da me. Ma se io avessi pagato per te, come tu dici, sarei il tuo benefattore e quindi in ogni caso non saresti venuto qui a protestare."

"Se avessi accettato la carità, sarebbe stata la mia fine."

Allora Amilcare disse che ci doveva essere un malinteso. Aveva la faccia di uno molto concentrato, perchè cercava le parole giusta da pronunciare davanti a Nando.

Dentone protestò che erano tutte cazzate. Amilcare fece il gesto di colpirlo, Dentone si mise in guardia.

Nando sbuffò e quei due si placarono. Prese i cinquecento euro che gli aveva portato il Dentone e se li mise in tasca. Poi sputò per terra. Infine restituitì quegli altri 500, che pure aveva ammirato, ad Amilcare:

"Sono i tuoi. Fanne buon uso."

 

 

 
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Commenti al Post:
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 11/09/09 alle 22:16 via WEB
In fondo Nando è un galantuomo! Mi sarei aspettata che intascasse anche quelli di dentone senza dire niente ad Amilcare....:)
(Rispondi)
 
quelluomo
quelluomo il 11/09/09 alle 22:21 via WEB
nando è una specie di mafioso. ha un suo codice etico. non si sputtanerebbe mai per 500 euro. amilcare voleva fare una specie di favore a dentone, ma gli è andata male.
(Rispondi)
 
 
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 11/09/09 alle 22:34 via WEB
quello che vale in fondo è il gesto :)
(Rispondi)
 
 
 
quelluomo
quelluomo il 13/09/09 alle 17:47 via WEB
apotropaico!
(Rispondi)
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