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Stamattina sono uscito, non ne avevo molta voglia perché l’inverno è una stagione che mi mette tristezza, però sentivo il bisogno di fare due passi, così mi sono messo il cappotto e ho preso la strada per il mercato. Nel paese dove abito, il lunedì è giorno di mercato, non ci sono molte bancarelle, però si riesce a trovare sempre un po’ di tutto: per la verità io non lo frequento spesso, preferisco camminare in mezzo alla natura e rilassarmi guardando alberi e fiori, ma data la stagione ne ho approfittato per curiosare e vedere se trovavo qualcosa di utile. Una cosa che mi ha colpito è l’aumento considerevole di bancarelle cinesi, anche perché non ne capisco il motivo, ci troviamo in un paese dove la crisi sta decimando i posti di lavoro e c’è una disoccupazione che aumenta ogni giorno di più, ma poi se si va a vedere alcuni lavori, che potrebbero anche essere interessanti, anche qui al nord sono diventati di competenza straniera, sia chiaro io non mi considero razzista, sto facendo soltanto alcune considerazioni che investono il nostro tessuto sociale. Quello che mi domando è cosa non sta funzionando nel nostro paese, per quale motivo stiamo passando tantissime attività agli stranieri, e io vivo al nord, dove Bossi fa la voce grossa, ma in realtà la sua è soltanto sporca propaganda per illudere gli allocchi: possibile che queste persone non si accorgano che ormai l’edilizia, l’agricoltura, negli stessi ospedali con il personale infermieristico, nelle fabbriche con il lavoro interinale e in certi settori , come fonderie e lavori simili, il personale è a maggioranza extracomunitario. Quindi non si tratta soltanto di fermare i barconi ma ci vorrebbe un piano industriale serio che si ponesse il problema di coinvolgere in modo particolare le scuole tecniche e professionali per cercare di ricreare un tessuto sociale che si sta sempre più deteriorando. Certo non sono sicuramente gli accordi fiat e la riforma Gelmini che stanno marciando in questa direzione, semmai dovremmo guardare di più la Germania dove è evidente lo sforzo di quel governo per aumentare e sviluppare la ricerca e l’istruzione. Per concludere e ritornando al mercato: c’è stato un periodo diversi anni fa, quando l’economia italiana tirava ancora bene, che la gente, anche quella comune, preferiva fare acquisti nei vari negozietti e boutique, poi è arrivata la seconda repubblica con il berlusconismo trionfante, che prometteva un' Italia sempre più ricca e felice ma in realtà ci siamo sempre più impoveriti e i mercati sono ritornati ad essere il posto più conveniente ed affollato per fare gli acquisti. |
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