Un blog creato da tuttiscrittori il 07/10/2007

tuttiscrittori

A volte, quando si è un grande scrittore, le parole vengono così in fretta che non si fa in tempo a scriverle... A volte. (Snoopy)

 
 
 
 
 
 

SOSTIENE... KREMUZIO

Kremuzio

Sull'orlo del precipuzio

 
 
 
 
 
 
 

ALBERGO A ORE (HERBERT PAGANI) PERF. EDITH PIAF

 
 
 
 
 
 
 

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ARTE & DINTORNI

mostra evento di Costantino Giovine presso Il trittico - Roma Piazza dei satiri - inaugurazione sabato 26 febbraio alle 18.30

locandina

 

 

 
 
 
 
 
 
 

YOU'LL FOLLOW ME DOWN - LABORATORIO CONCORSO

Il presidente della giuria, Luigi Bernardi, ci comunica che

   The winner is Paolo Zaffaina

La motivazione:

Statale 61 è un bel racconto giocato su molteplici livelli, tutti resi con stile adeguato.
I continui cambi di prospettiva, fino allo scioglimento finale, ne fanno un testo godibile ed estremamente accattivante.
Un bel saggio di scrittura al servizio di un'ottima idea.

adesso rileggiamolo iniseme >>>clicca qui

Scrivere è viaggiare senza la seccatura dei bagagli (E. Salgari) 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Messaggi di Giugno 2008

 

Poesia

Post n°101 pubblicato il 26 Giugno 2008 da tuttiscrittori
 
Tag: Poesia

*

Forse un mattino andando in un'aria di vetro,
      arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo:
      il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro
      di me, con un terrore di ubriaco. 

 Poi come s'uno schermo, s'accamperanno di gitto
      alberi case colli per l'inganno consueto.
      Ma sarà troppo tardi; ed io me n'andrò zitto 
     tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto. 

*

      [Eugenio Montale, da Ossi di seppia, 1925]

 *

*

 
 
 

Gli scrittori del cuore...

Post n°100 pubblicato il 25 Giugno 2008 da tuttiscrittori
 

Udite udite! Sbirciando sul blog del nostro amico Stefano Santarsiere  abbiamo scoperto un po' di cosette....

ad esempio, che uno dei suoi racconti "Storie di Club" - dal titolo "I Fucaruni" - ha ottenuto un bel piazzamento tra i finalisti del concorso promosso dall'Associazione Experimentia

e inoltre... sarà presto disponibile in libreria:
*


GIALLOSCACCHI,
 racconti di sangue e di mistero

"Trentuno racconti dove il protagonista assoluto è il gioco degli scacchi, nelle accezioni e declinazioni più bizzarre.
Angolazioni insospettate per osservare un mondo antico e speciale; una sorta di iniziazione, o magari di esorcismo, per entrare nei rituali delle strategie e uscirne disorientati, esterrefatti, meravigliati.
Fino a scoprire che non solo di gioco, si tratta. Ma della vita. O forse, e ancor meglio, della morte..."

Il racconto di Stefano si intitola  'Soluzione finale'.

Ovviamente nessuno di noi ha ancora letto il racconto, né il libro... stiamo aspettandoo!! e intanto auguriamo fortuna e successo al nostro amico.

Con un applauso e tanto affetto.

Se volete, potete intanto rileggere il suo Ferragosto Reload, oppure il Miglior té della Contea... oppure visitare il suo sito o il suo blog!

Auguri Stefano!

 

 
 
 

Divagazioni...

Post n°99 pubblicato il 24 Giugno 2008 da tuttiscrittori
 

(E chi se la aspettava, una Renata così tifosa e sportiva??)

*

La notte dopo la sconfitta

(di Renata Maccheroni)

*

Notte calda, mondo boia! e da quando gli spagnoli battono bene il rigore? Loro che della movida hanno fatto un credo, assieme ad altre aperture che a noi italici suonano ancora troppo rigorose? Eppure, è così: spandono rigore a tutto (s)piano – di gioco – e si portano a casa, pur restando in austro terra, la semifinale. Come se la vedranno coi nipotini bionici di Mr. BaffiDiFerro  è tutta da stabilire, però loro ci saranno. In compenso la nazionale campione del mondo, dopo una partita accidiosa (azzeccata la definizione del buon Beha) raccolgono applausi alla Malpensa, e, oggi come oggi, per raccogliere applausi alla Malpensa bisogna davvero essere l’Italia e aver fallito (ops, è involontario) la qualificazione a Euro2008, euro che notoriamente ci perseguita da diversi anni, noi perseguiamo lui e indovina un po’ chi vince? Bando alle ciance: il capitano hombre –  da domenica sera è concesso omettere l’acca – s’è infortunato in allenamento: come dire, fuoco amico: non è successo niente, non lo sostituisco e vedrai che ce la facciamo a tornare a casa per festeggiare S. Giovanni su suolo patrio.

Detto fatto.  Al c.t. d’aver passato 2 settimane tra le mucche viola e l’impero che fu, glielo diranno tra qualche giorno: finora non se ne è accorto; del resto, povero figlio, a lui avevano detto soltanto che sarebbe stato un viaggio promozionale. Le svizzerotte che non fanno Hunziker di cognome urlavano ai 4 venti che, da Chiasso in giù, i fighi  latitano, così la Fgc ha pensato bene di mandare colà Borriello e smentire la voce. Lui s’è fatto vedere dalle cugine del cucù, quindi missione compiuta. Qualcuno della squadra s’è chiesto come mai ad ogni esibizione del sampdoriano ci fosse sempre un sacco di gente che, nel frattempo, giocava a pallone e se ne sbatteva di guardarlo in faccia: immediatamente il cittì li ha zittiti Tranquilli non lo guardo in faccia nemmeno io, e tutto è andato a posto. Anche perché, se a Toni gliene faceva un baffo e la Cecchetto dichiarava Gioca Jouer? No, non siamo noi. E’ una notte calda, mondo boia.

Niente trombe da stadio sparate nelle culle degli infanti abbigliati in maglie di poliestere di 10 anni più grandi di loro, niente carosello – l’unico che ci era concesso prima del tutti a nanna – niente sfasciamento auto in sosta, cassonetti della spazzatura in fiamme, vetrine infrante dalle mazzate, in compenso molti cuori infranti dal dolore: ci hanno mandato a casa, noi che una casa non ce l’abbiamo più tanto che pure Berlusconi se ne è accorto e ha levato l’Ici. E noi le tende da quel di Vienna, l’erba del Prater non è più verde.

Ci aspetta un Lippi2 già alle prese con l’ufficio anagrafe, cioè far diventare italiano un brasiliano al quale non ha neppure chiesto se lo desidera: gli farà vedere direttamente l’assegno d’ingaggio e costui negherà persino l’esistenza del sambodromo.

Insomma: levate gli italiani dall’Italia e vedrete che squadrone. Andremo a sventolare pezzi di stoffa bianchi rossi e verdi – altri popoli le chiamano bandiere – in Sudafrica; intanto domenica 28 giugno Germania e Russia saranno nuovamente di fronte come ai vecchi brutti tempi, ma è solo calcio bellezza, quello che fa bene alle ossa e spesso le rompe. La storia insegna. W l’itaglia!

*

*

 
 
 

Dalla Vetrina d'Autore

Post n°98 pubblicato il 23 Giugno 2008 da tuttiscrittori
 

Voglia di vacanze... Stefano Santarsiere sta pensando a un Ferragosto...

FERRAGOSTO RELOAD

di Stefano Santarsiere

*

Mi destai di soprassalto chiedendomi se fosse scoppiata una rivolta.

Solo la certezza di essere a quasi duemila metri di altitudine rendeva il pensiero inverosimile, ma per il resto, il fracasso era quello di un gruppo armato che si accingeva a prendere il controllo dell’intera zona.

Nell’atmosfera umida della tenda da campeggio dove avevamo trascorso la notte, vidi Massimo sbattere gli occhi, perplesso. Nessuno di noi due osò fiatare, prima di mettere il naso fuori e capire il motivo del baccano che ci aveva svegliato.

Troppo stridente era il contrasto con la quiete calata sul monte Sirino la sera avanti. Avevamo finito di montare le tende e acceso il fuoco poco prima che il cielo scurisse, riempiendosi di stelle più luminose di come apparivano in paese. Avevamo divorato la deliziosa pasta al forno che Patrizia si era degnata di cucinare per tutti noi. Ci eravamo messi in testa di raccontare le storie dell’orrore, ma la pace della montagna ci aveva sopraffatti. Sembrava di esserci accampati in fondo a una cattedrale deserta, dove l’oscurità echeggiava dei venti che imperversavano sulla vetta. In capo a un quarto d’ora avevamo sentito la necessità di infilarci nelle tende. Non solo per dormire, ma per entrare in silenziosa simbiosi con quella realtà, per arrenderci alla soggezione che essa ci ispirava. Era la notte tra il 14 e il 15 agosto.

E adesso, l’alba del giorno seguente.

Udii la voce di Antonella ululare dalla sua tenda: “Ma si può sapère che caspita è?” Agli scalpicci si erano aggiunti schianti, colpi di martello e un insistente segare. Il tutto accompagnato da agghiaccianti scoppi di risa...  leggi tutto

*

*

 
 
 

Parole al passo

Post n°97 pubblicato il 21 Giugno 2008 da tuttiscrittori
 

Venerdì 20 giugno , puntata di "Parole al passo", il programma di musica, poesie e racconti, nato dalla collaborazione tra www.tuttiscrittori.it e

dal titolo "Mi sono innamorato(a) di te", dedicata - tra l'altro - anche all'amore per la scrittura.
Abbiamo presentato i racconti selezionati attraverso il nostro gioco letterario, quelli di Dimanto, Lauro58 e IlCavaliereErotico, che potete rileggere QUI.

Abbiamo dato poi spazio a un "esperimento" FIAE e al racconto della nostra amica Carpediem56maestra. Il tutto, come sempre, arricchito da contributi letterari e dalla selezione musicale curata dal nostro BobSaintClair.

Tra qualche giorno sarà disponibile la registrazione della puntata, ma nel frattempo, per ascoltare e scaricare le puntate precedenti, potete collegarvi QUI

ATTENZIONE! Aspettiamo i vostri racconti e le vostre poesie (potete inviare a: redazione@tuttiscrittori.it). I testi selezionati dalla redazione di tuttiscrittori.it saranno presentati durante le prossime puntate di "Parole al passo", su Radio Imago . Il tema? L'amore, la passione. In tutte le infinite sfumature possibili...

*** *** ***


Ed ecco i brani:

PASSI 
Un racconto "collettivo" del FIAE, nato da un’idea di Renata Maccheroni, realizzato grazie agli  “input” di: Fabio Balboni Amneris De Cesare Paolo Ferrante Livia Rocchi, mixati da Nicoletta Bartolini

**

*

- Prova a scriverlo sulla sabbia, il tuo “Ti amo”, almeno lì rimarrà per cinque minuti – poi si era voltata, ma non era andata via.
C’era vento, un vento caldo che soffiava da terra e gettava nell’acqua le nostre parole.
Avrei dovuto abbracciarla, forse, a quel punto, in silenzio. Invece continuavo a confondermi, a sbagliare:
- Ma io sono davvero innamorato di te...
Lei non si muoveva, solo i suoi capelli seguivano gli strappi del vento. E la gonna leggera, che indicava il mare. Non riuscivo a smettere, con le parole:
- ... e innamorandomi ho rinunciato a tutto! A tutto, capisci? ma non sono felice...
Immaginavo che ora si sarebbe voltata, mi avrebbe chiesto a cosa mai avessi dovuto rinunciare e perchè non fossi felice e cosa avrebbe potuto fare per me...
Ma rimaneva immobile. Soltanto, aveva spostato un braccio, una mano in avanti, verso il viso che non potevo vedere.
Sì, forse avrei dovuto fare due passi in avanti e abbracciarla. Prima che davvero lei si voltasse con le guance in fiamme però, prima che piantasse i suoi occhi dritti nei miei, prima che il vento schiantasse nel mare quelle altre strane parole:
- E va bene: penso a un altro, quando sono con te.
Non mi ero accorto che stesse per piovere, prima. Non mi ero accorto del freddo che pungeva la pelle, del buio intorno.
Era stata lei, a quel punto, a fare due passi verso di me, scandendo bene le sillabe:
- Penso ad un altro, quando sono con te.
Immagini sfocate sfilavano veloci davanti ai miei occhi, non riuscivo a chiedere “a chi”, né “perché” o dove avessi sbagliato ... nemmeno rabbia o furore, niente, in quel momento lì. Soltanto la più banale, ingenua, sciocca frase del mondo riuscii a mormorare:
- ... ma io sono innamorato di te...
- Non parlarmi più del tuo amore! Del tuo, tuo e basta. Ho bisogno di aria fresca, per respirare!
Si era voltata di nuovo, allontanandosi in fretta, stavolta
.

*

___________________

*

CONOSCI TE STESSO  (di Carpediem56maestra)

Non sono mai stato interessato all'argomento amore. Non ho mai capito fino in fondo frasi come "ho perso la testa" o "farei follie per lei".
Di solito, di fronte a queste dichiarazioni estreme, annuisco in silenzio, fingendo una consapevolezza che non possiedo.
Io non provo niente.  Sono vuoto dentro.   Vivo di finzione.
Quando scruto dentro di me, nel tentativo di richiamare echi di parole come sentimento, passione, trasporto, scopro  solo il silenzio della mia anima. In me c'è solo fredda razionalità,  lucida analisi, levigata osservazione dei comportamenti altrui.

Non ho termini di paragone, non ho sussulti, né vibrazioni.
Il mio mondo interiore è in bianco e nero e un vento freddo vi soffia perenne, alitando su bianche distese immote.
In me alberga lo sgomento di chi si sente alieno, tra altri esseri preda delle loro emozioni.
Nessun trasporto nemmeno per le ragazzine che ho corteggiato, e qualcuna anche avuto, raccolte lungo la strada della mia vita.
Brevi relazioni intessute per desiderio di omologazione, bruscamente interrotte affinché non emergesse il vuoto ghiacciato che abita dietro il mio sguardo.
Mi sarebbe piaciuto vivere delle passioni, perdere la testa, persino soffrire per qualcuno. Ma così non è mai stato.
Comprenderete dunque la mia sorpresa quando, in una calda mattina di luglio, sperimentai quello che voi chiamate "colpo di fulmine".

 Lei era seduta sui gradini di un vecchio palazzo, avvolta, nonostante la calura, in strati  indistinguibili di coperte e cappotti.
Teneva la testa china ma, all'improvviso, mentre passavo distratto, la guardai e lei mi fissò dritto negli occhi.  Ebbi un sussulto, inaspettato, ma continuai a camminare. Pochi passi e dovetti fermarmi, per tornare indietro e parlare con lei. Dolcemente, come vuole la sceneggiatura che qualcuno ha scritto per me.
Lei mi guardava in silenzio e io la convinsi a seguirmi e me la portai a casa.
Tra le pareti domestiche, con docilità si lasciò spogliare dei mille strati che la ricoprivano e senza un gesto si fece lavar via la sporcizia delle tante strade percorse, immersa nella vasca che avevo preparato per lei.
Insaponai la sua schiena curva e i suoi piedi luridi. Strofinai i suoi capelli, lunghi ed unti. Carezzai le sue mani sciupate e pulii, una per una, le sue unghie.
Poi la misi a letto, avvolta in uno dei miei pigiami.
La lasciai dormire ed uscii per fare la spesa e poterle preparare, al risveglio, una perfetta colazione.
Lungo la strada mi sorpresi a canticchiare una vecchia canzone francese. Una canzone d'amore.
Da quel momento, le mie giornate cominciarono ad acquisire sapori nuovi, che andavo gustando sulla punta della lingua.
La lavavo, la vestivo, cucinavo per lei, le parlavo lentamente, di me e dei miei pensieri. Lei mi guardava sempre silenziosa e faceva sua, fino in fondo, ogni mia più piccola fibra.
Mai avevo sperimentato quella rilassante sensazione di essere al sicuro, accettato nella mia diversità.
Quando uscivo la portavo dentro il mio cuore, continuando l'osmosi con i suoi occhi.
La notte il suo respiro leggero, vicino al mio, non mi permetteva di dormire. Troppa l'eccitazione di poter scendere in fondo alla mia anima, a scandagliare ripostigli e pieghe che non credevo esistessero.
Analizzavo e catalogavo ogni sensazione nuova e finalmente, mi sentivo uguale a tutti gli altri. Uno di voi.

 Poi, un giorno, lei mi parlò.  E fu per dirmi parole senza senso, vapore acqueo che non riusciva a condensarsi.
Ricordo una serie di espressioni di generica, puerile, gratitudine, insulsi apprezzamenti per la mia  "nobiltà d'animo", accenni ridicoli di rammarico per l'imminente abbandono, e parole, parole…
Parlava rapida, senza guardarmi, mentre riempiva uno squallido sacchetto della spesa con le sue piccole cose.
Io, appoggiato allo stipite della cucina, avvertivo solo le vibrazioni dell'aria intorno a me, onde circolari che si espandevano dalle sue labbra. E sentivo il vento, che tornava impetuoso a soffiare sulle distese delle mie nevi eterne.
Le avevo dato il tempo per riprendere fiato, disse, le avevo concesso di fare mente locale e decidere di ricominciare a tessere la sua vita. Le avevo regalato un'altra possibilità, disse.
Mi sorpresi a sorridere senza quasi rendermene conto, finalmente coerente.
Raddrizzai le spalle e mentre inspiravo forte, come chi emerge dalle profondità degli abissi, pensai che anch'io le dovevo gratitudine.
Anche io non potrò dimenticarti, dissi piano, a me stesso.
Non avrei mai creduto di riuscire a sperimentare quello che infine provai, mentre stringevo il suo collo, sempre più forte e dai siderali ghiacciai del mio sguardo, osservavo la vita abbandonare i suoi meravigliosi occhi verdi.
Avevo trovato la mia strada.

*__________________________

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*

Perfino così tardi avviene:

l'amore che arriva, la luce che viene.

Ti svegli e le candele si sono accese forse da sè,

le stelle accorrono, i sogni ti si versano sul cuscino,

sprigionano caldi bouquet d'aria.

Perfino così tardi le ossa del corpo risplendono

e la polvere del domani s'incendia in respiro.


(Mark Strand)

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(grazie a Dimanto: questa poesia viene dal suo blog!)

 
 
 
 
 
 
 
 
 

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BOCCONCINI DI SCRITTURA - 3

 

Terzo bocconcino caldo caldo. Da sbocconcellare in pochi minuti. Questa volta parliamo un po' del punto di vista del narratore. Prima persona? Terza persona onnisciente o quasi? (entra)

 

 
 
 
 
 
 
 

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