urka che ridere

Cari amici uomini

Le ho viste arrivare, le ho sentite avvicinarsi.

Sono loro, le donne di oggi, con le loro “armi” ai piedi,

con i loro stivali appuntiti, grintosi, luccicanti,

decise a farsi largo tra la folla, sicure  nel loro incedere

prepotente, altezzoso, rumoroso.

Basta un corridoio di un ufficio, un marciapiede,

un luogo pubblico per farle scatenare;

le senti arrivare prima di vederle, annunciate dal

frastuono dei loro passi sgraziati.

Te le ritrovi davanti e sono esattamente come

te le eri immaginate; affusolate nei loro cappottini tutti uguali

con i loro occhiali a specchio, le loro borse nere,

i loro cellulari in una mano.

Camminano tutte veloci, quasi corrono e tu ti domandi

come facciano; sembrano sospese sui loro tacchi a spillo,

dai diametri  inconsistenti, quasi conficcati in mezzo

ai loro poveri piedi.

Avanzano a testa alta, con le loro espressioni severe,

professionali, irriducibili, pronte a risponderti per le rime

se solo osi guardarle troppo a lungo. Non si accorgono di te,

ti passano avanti, ti superano lasciandosi dietro il loro

inconfondibile tic-toc, tic-toc,

Sono le donne in carriera, donne manager, donne che non

sanno fare un bucato, che non amano cucinare,

che devono scappare perché le attende una riunione

importante, un congresso, un meeting, una colazione di lavoro.

Sono donne determinate, che ottengono sempre tutto quello

che vogliono, donne preparate, puntigliose,

che sanno sempre il fatto loro. Donne che hanno studiato,

che sanno tre lingue  e che rimangono in ufficio fino alle 22,

che parlano veloce, che non hanno il tempo di ascoltarti e

che sanno già quello che vuoi dire prima che tu lo dica.

Sono la futura classe dirigente del nostro Paese, del mondo.

Sono il sesso forte, sono quello che non siamo più noi,

poveri uomini, con le nostre scarpe basse,

con le nostre cravattine, ed il nostro incedere silenzioso,

senza tacchi, senza tic-toc, con il nostro camminare leggero,

lento, spesso appesantito dai chili di troppo o dalla

pigrizia del momento.

E allora  lasciamole passare, diamogli strada,

il mondo è vostro donne, il successo è vostro donne,

il lavoro è vostro.

A noi basta un rifugio domestico, un paio di pantofole e

la nostra quotidianità silenziosa.