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Le Storie nella polvere - (Hobo - Billy Bob Thornton)

Post n°5 pubblicato il 12 Novembre 2006 da vellutoblues
 
Tag: musica, Rock
Foto di vellutoblues

Primo piano sul guidatore, preso dal lato passeggero…….volto sudato, Stetson a larghe falde in testa, Ray Ban sugli occhi
"Quanta polvere Bob…..ho la gola secca, questo dannato deserto si sta bevendo la mia anima…….e il sole?? Non senti come ci sta bruciando i pensieri?? Non ha nemmeno l'aria condizionata questa bastarda di un Chevy……..e non abbiamo la più pallida e schifosa idea di dove stiamo andando……."
La camera si sposta sul passeggero, primissimo piano sulla sigaretta che pende da un lato della bocca…..barba incolta
"Tu pensa a guidare Billy…….non ha importanza dove stiamo andando e nemmeno da dove arriviamo……..stiamo andando, ragazzo………stiamo andando…….."
Ritorno all'inquadratura iniziale
"Sì, porca boia, stiamo andando, ma è da giorni che andiamo di paese in paese per suonare in qualche lurida topaia dove al massimo ci danno un letto e una doccia……..tu questo lo chiami portare in giro la nostra musica??"
Nuova inquadratura sul passeggero. La camera è posizionata esterna all'auto zona specchietto….il passeggero ha il volto rugoso, occhi profondi….prende con la sinistra la sigaretta mentre il braccio destro è appoggiato sulla portiera, finestrino abbassato
" No Billy, è qui che non hai ancora capito un accidente……… non siamo noi a portare in giro la nostra la musica…….è le che ci porta dove vuole…….."
L'inquadratura si allarga portandosi sopra l'auto da dietro….lo scenario è quello della Death Valley, un nastro di asfalto si allunga davanti all'auto…..la panoramica si fa più ampia, sembra quasi aerea………il tramonto è da cartolina……
Inizia la musica. Sfondo musicale, aperto, chitarre morbide che si intrecciano, poi un voce inizia a cantare, profonda, tranquilla…..

"Mama used to feed the hobos
now I'm a Hobo
I'm a Hobo……."

L'introduzione scritta sulla falsa riga di una sceneggiatura cinematografica calza a pennello per iniziare questa opi musicale.
Oltre ai rimandi on the road della cinematografia classica a stelle e strisce era mia intenzione sottolineare la "doppia vita" del cantautore uscito da pochissimo con questo album stupendo.
Stiamo infatti parlando di BILLY BOB THORNTON, che sicuramente è conosciuto ai più come attore per i lavori in cui ha partecipato come Levity, Bandits, Love Actually, Armageddon, La sottile linea rossa e molti altri film.
E' un personaggio molto schivo allo star system, partecipa solo ai film che più sente vicini al suo modo di essere, finendo in questo modo per ottenere poche parti da protagonista, interpretando per lo più ruoli da comprimario.
A differenza di molti suoi colleghi attori che si dedicano alla musica come passatempo (Russel Crowe, Keanu Reaves, Bruce Willis, Clint Eastwood) BBT della musica ne fa più uno stile di vita, un modo di arrivare al pubblico come lui è veramente.
Quello di cui vi parlerò, HOBO, è il suo ultimo di tre lavori pubblicati e , a mio avviso, il migliore.
Leggendo a ritroso la sua limitata produzione musicale si evince un attaccamento al sound più genuino della provincia americana, attraversando il Roots e il southern Rock per toccare ambiti blues e country.
Le canzoni nascono e prendono forma dalle storie semplici e polverose di una California diversa da quella sognata e propinata attraverso i Sunset B.lvd o Beverly Hills.
E' una musica che descrive la fatica polverosa dei meno abbienti, dei disadattati, dei dimenticati ma nonostante tutto ne parla trasmettendo tra le note l'orgoglio di queste persone.
L'America raccontata nei suoi album, e in Hobo particolarmente, è un'America dove per vivere bisogna "essere d'accordo" con il sistema, perché in caso contrario sei out.
Certo, l'obiezione che a parlarne di queste cose sia un attore con tutti i benefici che questa categoria ha può lasciare scettici, ma BBT è uno di quelli finiti sulla lista nera del Governo americano perché promulgava il Vote for Change insieme a colleghi sia attori che musicisti, ritrovandosi tra quelli da boicottare perché schierati contro Bush e contro la guerra in Iraq (e poi vogliono esportare all'estero la democrazia n.d.a.).
Ma torniamo al disco, a HOBO, per l'appunto.
Gli Hobo, in America, sono i vagabondi per scelta, sono quei personaggi che si spostano di paese in paese sui treni merci, quelli che cercano lavori saltuari per vivere o, come nella maggior parte dei casi, si spostano con un piccolo bagaglio tra cui una chitarra e un'armonica con la quale raccontano le loro storie. Il più famoso tra gli Hobo è sicuramente Woodie Guthrie, songwriter e folksinger che negli anni 40 per primo negli USA trasportò la denuncia sociale in musica, diventando anche porta voce e sostenitore dei primi sindacati americani.
La musica di BBT nel suo ultimo lavoro però si discosta dalla crudezza sonora del folk più radicato.
La sua voce profonda, a tratti calda a tratti roca al punto giusto, viene circondata dalle atmosfere open range create dalle slide guitar e dalle chitarre acustiche quasi sempre in primo piano, per essere sostituite in base alle esigenze dalle sei corde elettriche che riescono a rimanere comunque dentro i confini morbidi che il genere delineato richiede.
La ritmica non è mai invadente, basso e batteria si ritagliano un piccolo spazio dignitoso e di indiscusso gusto senza mai risultare invadenti.
Il viaggio musicale che viene intrapreso in Hobo rimane come una linea che attraversa i confini dei vari generi cari all'autore, vissuti e interpretati con una forte dose di intimismo che traspare non solo dal cantato ma anche nelle sfumature musicali.
Il genere sicuramente a cui si può più assimilare questo lavoro è quello del new country, ma interpretato nel suo significato più ampio.
La critica, molto positiva nei riguardi di questo lavoro di BBT, ha definito l'autore il punto di unione tra Tom Waits e Lou Reed, grandi autori "maledetti" capaci di atmosfere di incredibile intensità.
Va comunque detto che il paragone, a mio avviso, regge solo se si considera il modo di affrontare e raccontare un certo tipo di America.
La musica di BBT risulta all'ascolto molto più aperta rispetto al sound introspettivo degli autori a lui paragonati.
La title track risulta sicuramente la canzone che più rappresenta l'album ma brani come I used to be a lion e Your Blue Shadow regalano momenti di grande emozione.
Nella sua totalità Hobo è un disco di ottima fattura, con testi decisamente sopra la media e sonorità veramente coinvolgenti.
Consiglio vivamente l'ascolto di questo cd, che purtroppo non passerà mai nelle radio commerciali in quanto non ha nessun brano adatto a diventare suoneria per cellulari, ma che ha tutte le carte in regola per potervi emozionare e portare in viaggio on the road attraverso quell'America che nessuno vi racconterà mai.
Per un'ora vi sentirete anche voi….HOBO.
Alla prox.



Hobo
I used to be a lion
The late great Golden State
El Centro on Five dollars a Day
Purple Passion
Your Blue Shadow
Orange County Suicide
Smooth me over
At least we dreamed
Gray Walls

Discografia

2001 Private Radio
2003 The edge of the world
2005 Hobo

 
 
 
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INFO


Un blog di: vellutoblues
Data di creazione: 11/11/2006
 

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In effetti.... ;-))
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