Immaginando

Le parole immaginate e le immagini ascoltate

 

AREA PERSONALE

 

TAG

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Giugno 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
 
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 2
 

 

« SE TI SENTISSE BOTERO!!!Il cantante »

Lo sconosciuto...

Post n°12 pubblicato il 15 Dicembre 2006 da vellutoblues
 
Foto di vellutoblues

Un’altra sera arriva scivolando sui vetri di questa finestra, che dalla mia camera allunga riflessi sul marciapiede appena sotto.

Il cono bianco di luce emesso dai lampioni crea zone franche tra l’essere visibili e l’oscurità in questo autunno umido di pioggia e malinconia.

Sono sola davanti ad uno specchio che rimanda la mia immagine……nuda, capelli sciolti, lunghi, neri, che contornano il mio viso ancora truccato, viso dal quale risaltano le mie labbra rosse come il fuoco, quel fuoco che hanno saputo donare ad ogni centimetro del suo corpo, il corpo di un lui diverso dal mio solito, incontrato per caso o per voglia e che per voglia o per caso mi ha condotto nelle profondità della sua perversione e perdizione……

Dietro di me vedo riflessi stesi sul letto quelli che sono stati i miei compagni di oggi, una blusa, un vestito più immaginato che indossato e un paio di autoreggenti nere……potrebbero raccontare quanto hanno visto ma per pudore illusorio non lo fanno…….aspettano solo che si ripeta.

Mi osservo e nello specchio mi vedo ancora su quella strada, foresta di pensieri e solitudini che incrociavano il mio sguardo e bramavano le mie forme, volutamente proposte attraverso la scollatura e gli spacchi.

Quante mani mi avrebbero percorso se solo avessero potuto …….loro non sapevano invece quanto avrei voluto sentirle, quelle mani sconosciute, affamate, dure.

 

Camminavo ed ero nuda dentro me, pronta ad essere oggetto desiderato e desideroso di essere usato…se qualcuno avesse percorso la lunghezza delle mie gambe mentre camminavo avrebbe trovato il taglio della mia anima lambito da voglie umide.

Occhi, sguardi, sorrisi, ammiccamenti……..camminavo e diventavo sempre più esploratrice di sporchi pensieri che mi scavavano dentro.

Ma non è stato così per lui……..lui era diverso, lui era un sorriso rassicurante che cercava non le mie forme ma il mio desiderio, il mio compiacimento.

Era seduto su quella panchina, in attesa di qualcuno che forse non sarebbe passato mai…… o forse stava aspettando proprio me……ma questo non mi sarà mai dato sapere.

I suoi occhi erano come mani fantasiose portatrici di piacere posate su di me…….allora mi posai accanto a lui, su quella panchina, accavallando le gambe con un movimento così esplicito che le liberò dalla fasciatura del vestito.

Un intreccio di sguardi, fugace e intrigante, due nomi scivolati in una presentazione alquanto banale e poi la mia voce che riassume i miei pensieri in un semplice “Ti seguo, ovunque saprai condurmi”

 

I nostri passi si affiancarono per cinque minuti di strada riempiendo da soli il silenzio così rumoroso tra noi.

Arrivammo al portone di una casa disposta su tre piani. Gli anni passati si vedevano bene tra le crepe dell’intonaco.

L’atrio in penombra introduceva ad una rampa di scale che percorremmo fino al secondo piano. Qui il mio sconosciuto traghettatore aprì la porta e mi fece entrare.

Nessun odore particolare e l’ordine sensato che ritrovai trasmetteva pulizia e metodo nella cura della casa.

Chiuse la porta dietro noi poi, fermandosi alle mie spalle, mi prese la blusa che ripose con cura sull’attaccapanni.

Mi disse di seguirlo, cosa che feci senza pormi nessuna domanda.

Quell’appartamento era enorme, un susseguirsi di porte e locali che davano sul corridoio, illuminato dalla luce del giorno che filtrava smorzata attraverso le persiane socchiuse e le tende alle finestre.

Ci fermammo sulla soglia della camera da letto ma appena feci per entrare mi fermò

“Non ancora, prima entriamo in questa di stanza”

Aprì la porta in legno e quello che mi ritrovai davanti stranamente non mi turbò.

Nella camera erano predisposti attrezzi che ricordavano una sala torture dell’inquisizione…..ma sapevo benissimo che erano invece il tramite per raggiungere la mia perdizione. E la sua.

 

La gentilezza disarmante con cui iniziò a sfilarmi il vestito contrastava nettamente con tutto l’ambiente che ci circondava: catene con polsiere su una parete, tavolo in legno con manette per i polsi e le caviglie, due fruste appese, uno scaffale con vibro di varie misure, divaricatori e altro.

Non riuscivo a reagire alla razionalità dei miei timori……..

I miei pensieri erano sovrastati da una sensazione strana che sapeva di viaggio senza ritorno nei meandri di una nuova e sconosciuta trasgressione.

La luce fioca che illuminava la stanza era pregna dell’odore del cuoio e delle essenze dei vari lubrificanti.

In pochi attimi mi ritrovai vestita solo delle mie autoreggenti e delle mie scarpe con tacchi a spillo.

Le mani calde, ferme e sapienti del mio padrone si poggiarono sulle mie spalle guidandomi verso la parete su cui erano disposte le polsiere alle catene…..lasciandomi rivolta verso il muro oscurò il mio sguardo con una benda…..da quel momento le mie sensazioni nascevano dal buio, dai rumori, dai suoi respiri calmi intrecciati al mio ansimare…….

Sempre con fare molto gentile completò la preparazione: accostò alla mia bocca una pallina di gomma che dovetti stringere tra i denti, mentre i lacci a lei collegata si stringevano sulla mia nuca…..ora ero solo un corpo senza voce, senza sguardo ma con tutti gli altri sensi che andavano espandendosi attimo dopo attimo.

Mi fece accostare con la schiena al muro provocandomi brividi di freddo quando sfiorai con la pelle nuda la parete……..

Le sue mani iniziarono a sfiorarmi tutto il corpo, leggere e decise, trasmettendomi la sensazione di essere una terra inesplorata che viene scoperta in tutta la sua bellezza.

Sempre con fare molto tranquillo mi alzò il braccio destro, estendendolo fino a trovare la prima polsiera che mi imprigionò alla prima catena.

Senza indugiare ripetè l’operazione anche con il braccio sinistro e dopo pochi attimi mi ritrovai incatenata e inerme a quella fredda parete.

 

“Non devi temere, mia cara amica, la tua costrizione diventa padrona dei miei movimenti…….sei tu la mia dominatrice, sei tu con le tue mani incatenate e con questo tuo corpo inerme a comandare il gioco……..all’inizio potrai temere il dolore, ma sentirai che sarà solo la porta verso un piacere senza limiti e questo tuo piacere mi incatenerà al desiderio di possederti, desiderio che solo tu potrai esaudire alla fine di questo viaggio”

 

Furono le uniche parole che lui proferì.

Il viaggio ebbe inizio.

 

Le sue mani leggere presero a muoversi tra i miei capelli, scostandoli dal mio viso.

Con un dito seguì il mio profilo, provocandomi un fremito quando lambì le mie labbra che a causa della pallina non riuscivo ad inumidire.

Sentivo il suo respiro avvicinarsi al mio volto per poi allontanarsi, per ritrovarlo poi a percorrere le mie braccia distese.

Posò le sue labbra timide… sul mio collo…. provocandomi un brivido che aumentava mentre le sentivo scendere verso il mio seno.

Fu un fremito ad attraversarmi quando la sua lingua iniziò ad inumidirmi i capezzoli……la sentivo scorrere lenta con movimenti circolari, per poi giocare sulla loro sommità, fino ad avvolgerli tra le labbra per apprezzare al meglio il loro inturgidirsi…….

Percepivo il piacere farsi strada tra le mie paure, ancora legate come me a quella razionalità ormai latente.

Furono i suoi denti che si strinsero in un morso leggero a darmi la prima vera scossa di dolore……forse perché così improvviso, inaspettato.

Mentre percepivo la sua presenza umida di saliva sul mio seno le sue mani iniziarono a percorrermi, scivolando lentamente sulle mie gambe.

Non erano invadenti, erano docili pensieri sfiorati nell’immaginare la loro destinazione.

Percepivo un lieve tremito in me, ma non capivo se era il freddo della parete o il calore che mi saliva dentro.

Improvvisamente il nulla. Il mio padrone si è allontanato, senza proferire parola. Lo immagino fermo davanti a me, nel centro del locale, ad ammirare la sua schiava………poi un piccolo tintinnare metallico e il suo respiro che torna a sfiorarmi il volto……..

Sento le sue mani impegnate con l’oggetto che risuona così forte nel vuoto fuori e dentro me……non ho il tempo di immaginare nulla. Qualcosa si stringe con uno scatto attorno ai miei capezzoli e l’urlo che vorrei liberare per il dolore si ferma in gola……..mi sento, mi percepisco, vorrei essere libera con le mani ma non lo sono, forse una lacrima mi sta scivolando sulla guancia per quel dolore improvviso, forse non dovevo, forse dovevo ascoltare il mio lato razionale, forse diventerò solo un’altra preda, forse………forse sto provando piacere.

Il Piacere……..

 

non avevo mai percorso questa strada per raggiungerlo, non avevo mai pensato che la mortificazione del mio corpo fosse il viatico per questa forma di piacere……….

 

I miei pensieri ora rimbalzavano dentro la mia testa , distratti da rumori, percezioni che si ampliavano ………

Il mio respiro rimaneva affannoso, veloce, come se stessi correndo su questa strada buia che partiva dal mio corpo nudo per arrivare alla mia mente.

In questo turbinio di emozioni non stavo più seguendo le mani del mio traghettatore, che avevano continuato la loro opera di unione tra lui e me.

Ora stavano precipitando lungo il corpo, verso una destinazione da loro tanto desiderata, ma nonostante tutto il loro proprietario non lasciava trapelare né emozione né coinvolgimento. Il suo respiro si manteneva fermo, tranquillo……….uno stato di calma che inconsciamente mi trasmetteva.

Le fitte sui miei seni sembravano scemare lasciando il posto ad una sensazione particolare, come di piacere latente, che iniziava a pulsare anche lontano da lì, più giù, dove erano destinate le mani di lui.

 

“Ecco la spiaggia su cui tanto desideravo approdassi, mio traghettatore, ecco il mio mare che ti accoglie………tuffati, bagnati nelle sue acque, lascia che le sue onde si infrangano sui tuoi desideri…….ma entra piano, bagna le tue membra lentamente, assaporalo a fondo, ama il suo umido tepore e fai attenzione…….potrebbe alzarsi un vento caldo che solleva le acque, la tempesta è sempre in agguato in questo mio mare………se ti lasci sopraffare potresti trovare difficoltà nel lasciarlo, nel ritornare a riva……….potresti finire alla deriva……a quel punto……”

 

A quel punto le sue dita curiose stavano già sfiorando la mia anima, emigrata in quel frangente tra le mie gambe inermi…….

Le sentivo apprezzare l’umido piacere, così come io stavo apprezzando il loro farsi strada, nella speranza che salissero fino a perdersi nel buio del mio corpo…….

Ma così come erano arrivate si allontanarono, insieme al loro e al mio padrone.

Altri rumori temuti, altri rumori desiderati…..ma indecifrabili.

Passi lenti verso me……..la sua lingua nuovamente sui miei capezzoli imprigionati e turgidi……..piacere che si intensifica…….poi un nuovo baratro.

Sento un calore atroce che di colpo si concentra sul mio seno…….sembrano gocce di fuoco che cadono lentamente provocandomi ad ogni contatto fitte veloci, profonde, che si raffreddano con il raffreddarsi della cera……..dall’odore capisco che è cera………candele…….intraviste su un tavolo e ora a pochi centimetri dal mio corpo…….

Non le posso vedere ma percepisco il loro odore, il loro calore, il loro scivolare bollenti su di me…….

Un altro tipo di dolore, un altro passo nei meandri di un piacere mai provato……..

Ancora gocce, ancora fuoco, ancora paura, ancora freddo, ancora tremori, ancora pensieri, ancora piacere, ancora piacere……..

 

E mi ritrovo a pensare come mai quel calore sui miei seni sta alzando anche la temperatura del mio mare, della mia anima emigrata……………

Ormai non provo più nemmeno ad urlare……non riuscirei, così mi abbandono del tutto, lascio che il mio padrone mi porti via completamente.

 

“ Il viaggio continuò, portandomi nei meandri reconditi della mia estasi, lambendo rive di dolore che esplodevano in mille sfumature del piacere.

Le sue mani, la sua bocca, la sua lingua scoprirono tutti gli angoli del mio corpo, assaporandolo a fondo.

Sentirsi usata per raggiungere un piacere così trasversale mi portava ad immaginare le sfumature della mia anima, ormai in balia di una tempesta penetrante.

Stavano cadendo i veli della ragione e nemmeno mi sforzavo di raccoglierli.

Sentivo il mio traghettatore condurmi dentro di me insieme ai suoi colpi profondi, affondati nella condivisione di un’estasi umida di umori e sapori.

La mia lingua, la sua lingua, ricettori di gusti così proibiti, portatrici di sensazioni nascoste nei nostri desideri…….

Le mie labbra avvolte attorno al suo piacere scorrevano, il suo piacere tra le mie labbra si sentiva rinchiuso in una prigione mai così desiderata……….

 

……..Perditi dentro me, mio padrone, perditi nella tua esplorazione dei miei desideri desiderati…..

Cercami dentro, cerca la mia anima, toccala, usala, consumala, non lasciare che si perda nella razionalità fredda……….

 

E poi ancora tra le mie labbra, vieni, ti aspetto, aspetto il tuo dolce consenso, dimmelo, dimmelo che in questo viaggio sono stata io la tua traghettatrice, dimmelo non a parole, ma fammi assaggiare il tuo godere della mia servilità, il tuo godere del mio dolore che dolore non è più………

Ti aspetto e ti tengo prigioniero in questo vivo pertugio pulsante di saliva………sì, tienimi con le tue mani, non lasciare che mi allontani, affonda dentro la mia gola che non vuole urlare ed esplodi, riempimi di te, sì, dai, dentro e fuori, dammi la tua anima bianca, fatti gustare, non voglio consumare nulla di quello che mi darai……..

 

Ti sento, mio padrone, eccoti, ti sento, caldamente fragile mentre liberi il tuo piacere…….sei stato buono con me…..sento la tua dolce anima inondarmi mentre le tue mani forti mi tengono strette a te……..com’è calda la tua anima, densa di dolcezza……..guardala, mentre sgorga dalle mie labbra, guardala scivolare lentamente sul mio seno da te martoriato, guardala qui, sul mio volto, guardala…..bastardo……..”

 

Fuori l’autunno in questa sera sembra sempre più presente.

Sono ancora seduta davanti a questo specchio, nuda nel corpo e nell’anima…….come sempre.

 
 
 
Vai alla Home Page del blog
 
 

INFO


Un blog di: vellutoblues
Data di creazione: 11/11/2006
 

immagine

 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

ULTIME VISITE AL BLOG

tetidgl6Dr.Uvschettino70fuocoezagaramorissima67elisabettainunsognocuorerubinoneroVadinho30mogan_67livelive3corra59open72giabomariasantoro79marina0609
 

ULTIMI COMMENTI

una parola.......lunga lunga lunga...quanto un'attesa
Inviato da: fartimale
il 11/05/2007 alle 10:20
 
In effetti.... ;-))
Inviato da: vellutoblues
il 23/03/2007 alle 21:31
 
un wow è insopprimibile ..;-) plum
Inviato da: StephanieP
il 23/03/2007 alle 11:55
 
sempre sensualissime le tue foto velluto.ciao. plum
Inviato da: StephanieP
il 15/03/2007 alle 11:07
 
bentornato..
Inviato da: profumo_di_malva
il 14/03/2007 alle 07:21
 
 

CHI PUò SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963