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Un blog creato da verdilecco il 21/02/2007

OCCHI VERDI A LECCO

se chiedere la pace tra uomo e natura è chiedere troppo, io chiedo troppo.

 
 

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Proposta "indecente"?

Post n°151 pubblicato il 18 Gennaio 2010 da verdilecco
 
Foto di verdilecco

Dirottare le risorse umane, economiche, organizzative previste per l'Expo 2015 da Milano a Haiti. Chi, legittimamente, ha già messo occhi (e portafogli) sul luculliano banchetto che si va imbandendo non verrà deluso: potrà operare, incassare e dunque non obiettare. Però, anziché fare lavori non sempre utili, a volte dannosi, quasi sempre superflui a Milano, edificherebbe opere indispensabili a Port-au-Prince.
Il titolo della manifestazione: “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, anziché fare da specchietto per le allodole, acquisirebbe senso compiuto.

Alberto Valsecchi

 
 
 

quelli che il clima...

Post n°150 pubblicato il 13 Gennaio 2010 da verdilecco
 
Foto di verdilecco

 

Ammetto che quando ci si trova da settimane imbacuccati e col riscaldamento che sbuffa, il pensiero non corre immediato al cambiamento climatico che spinge verso il caldo. Nello stesso momento, in Islanda, c’è chi scuote il termometro per vedere se davvero faccia così poco freddo. Ecco, per capire la differenza tra tempo e clima, fra la temperatura che avvertiamo qui e ora e il trend climatico di lungo periodo che stiamo imprimendo al pianeta, si potrebbe partire dalla globalizzazione delle informazioni meteo: non è la maniera scientificamente più corretta, ma basterebbe.

Il caos climatico, che alimentiamo bruciando petrolio e tagliando foreste, è un’altalena violenta e non un forno a crescita programmata. Eppure, basta qualche giorno di freddo in Italia per mandare in tilt la comprensione della realtà climatica globale. Alla fine di un anno tra i dieci più caldi degli ultimi due secoli un amico mi fa: «C’era un riscaldamento climatico fantastico sulle piste di Bormio: una neve...». E il vicino: «Com’era la storia del caldo?».

Fossero solo loro. Fosse solo uno scherzo. Ma basta sfogliare i giornali per vedere che c’è chi prende sul serio le burle. Il sistema è semplice: si pesca la più ambigua delle informazioni prodotte ogni giorno, si estrae il più ambiguo dei frammenti di notizia e lo si presenta come la Verità che rompe il muro dei luoghi comuni. Il giorno dopo questa notizia si rivela una bufala? Niente paura: nasce un’altra Verità che durerà almeno tre ore. È così che rischiamo di finire lessati.

Alberto Valsecchi

 
 
 

pace e natura: 2 facce della stessa medaglia

Post n°149 pubblicato il 08 Gennaio 2010 da verdilecco
 
Foto di verdilecco

Ieri sera, nel corso di una riunione politica, ho cercato di porre l`attenzione sui reiterati richiami del Papa alla necessità improrogabile di una riconcilizione tra uomo e natura. Infatti Bebedetto XVI da tempo non perde occasione per spingere ad: "Una revisione profonda e lungimirante del modello di sviluppo, che implichi una riflessione sul senso dell’economia e dei suoi fini, per correggerne le disfunzioni e le distorsioni. Lo esige -continua- lo stato di salute ecologica del pianeta; lo richiede anche la crisi culturale e morale dell’uomo, i cui sintomi sono da tempo evidenti in ogni parte del mondo". Il monito papale non è rivolto solo ai potenti della Terra, ma a tutte le persone di buona volontà, pertanto anche a quelle che si apprestano ad amministrare la nostra città.
Alcuni dei partecipanti alla riunione (non chi l`aveva convocata) mi hanno guardato attoniti per poi riprendermi, come a dire: "se questo Papa è il tuo modello di riferimento, allora non ci siamo......"
Beh! invito loro (come ho fatto) e tutti coloro che pensano di possedere un`idea compiuta di questo pontefice sulla base di alcune sue affermazioni, estrapolate e pompate dai media, a leggere il messaggio per la giornata mondiale della pace pronunciato lo scorso primo gennaio. Il titolo è estremamente evocativo: "Se vuoi coltivare la pace, custodisci il creato".
Ritenevo superfluo scrivere dell`importanza, novità (rispetto il pensiero dominate, non certo rispetto i suoi predecessori) e attualità di tale messaggio, ma visto il pre-giudizio e la confusione ancora dilagante, nonchè l`omissione della maggior parte dei preti che guidano le nostre parrocchie, mi sono sentito in dovere di farlo.

Alberto Valsecchi

 
 
 

un brutto pareggio

Post n°148 pubblicato il 31 Dicembre 2009 da verdilecco
 
Foto di verdilecco

Leggo riguardo “l'interessante” e "appassionante" dibattito sulla competizione tra Lecco e Como. Meglio la città Voltiana o quella Manzoniana?
Io mi limito a rilevare che l'annuale classifica de “Il Sole 24 Ore” su la qualità della vita ha decretato, solo pochi giorni fa, un brutto pareggio. I due capoluoghi lariani sono entrambi crollati al settantaquattresimo posto in classifica: alle porte del quartile che raggruppa gli ultimissimi della classe. I problemi? Molti sono condivisi dalle due cugine: densità demografica insostenibile, smog, traffico, carenza di verde e vie ciclabili, ecc. Altri sono differenziati. La mia attenzione è stata tuttavia catturata da un dato tragicamente allarmante quanto colpevolmente sottaciuto: la mortalità per tumore sul totale dei decessi. Lecco è centoquattresima su centosette, Como, poco sopra, è novantasettesima. Dopo Lecco (35 morti di cancro ogni 100): Milano, Bergamo e Brescia. Immediatamente prima: Cremona, Lodi, Sondrio (centesima). Insomma, nonostante sia la sede dei migliori centri per la cura del terribile male, la Lombardia è il luogo dove l'incidenza del cancro è a livelli più alti: e di molto. Ma nessuno lo dice e nessuno fa nulla per rendere la regione più salubre. Credo però che molti lo sappiano o, almeno, lo sospettino, ma preferiscano dimenticarselo.
D'altra parte che ci importa: come ogni sera Formigoni ci ricorda dal TG3 Lombardia, siamo tra le locomotive d'Europa, competitivi come pochi altri. E poi abbiamo l'Expo del 2015. Solo un pignolo un po' pedante come il sottoscritto può pretendere di vivere anche in una regione almeno mediamente salubre.

alberto valsecchi

 
 
 

un gigantesco autoscrontro

Post n°147 pubblicato il 16 Dicembre 2009 da verdilecco
 
Foto di verdilecco

La schizzofrenia è al potere. Diminuzione delle emissioni? Mobilità sostenibile? Belle parole, ma quando si passa all'azione le scelte vanno nella direzione opposta. Leggo sulla stampa odierna che ci meritiamo l'autostrada Lecco, Como, Varese. Si! siamo talmente irragionevoli ed incapaci di leggere la realtà che ce la meritiamo proprio. Sono sempre più allibito: invece che studiare, progettare e costruire un efficace e moderno collegamento ferroviario tra Brescia, Bergamo, Lecco, Como e Varese (e da qui a Malpensa) a servizio del trasporto di persone e merci, le lobby spingono per l'ennesima autostrada. Alllora, invece che questo stillicidio di nuove strade, mettiamo in cantiere l'asfaltatura di tutta la Lombardia, così non ci si pensa più una volta per tutte. Un unico immenso piazzale dove auto, furgoni e camion possano schizzare e vomitare scarichi indisturbati, come su un gigantesco autoscrontro. E, naturalmente, che vinca il più forte.
 
Alberto Valsecchi

 
 
 

La storia si ripete: riecco gli scettici.

Post n°146 pubblicato il 15 Dicembre 2009 da verdilecco
 
Foto di verdilecco

Nel 1953 le manifatture del tabacco pubblicarono nei giornali americani una pagina così intitolata: «La nostra sincera dichiarazione ai fumatori di sigarette». Il messaggio di questo convincente testo era che il fumo non danneggiava la salute, e che questa affermazione si fondava su basi scientifiche.

Il direttore scientifico del Comitato per la Ricerca dell'industria del tabacco (Crit) così scrisse nel 1957: «Il problema delle cause di qualsiasi tipo di tumore è complesso e difficile da analizzare. Nonostante l'attenzione si concentri sulle accuse secondo cui il fumo produce il cancro ai polmoni, nessuno ha stabilito che il fumo della sigaretta o alcuna delle sostanze che lo compongono provochi il cancro nell'uomo».

La strategia centrale del Crit era quella di finanziare gli scienziati capaci di portare alla luce la diversità dei fattori che possono provocare il cancro, ed evitare così di attribuire al tabacco quella che era la sua reale importanza. L'idea era quella di creare confusione, scetticismo, controversie e stimolare «un sano dibattito scientifico» sull'argomento. E lo scopo è stato raggiunto. I giornalisti, sempre alla ricerca di controversie e costretti a un'equa rappresentazione delle opinioni, offrivano alle parti lo stesso spazio e dignità informativa.

Il problema è che già nel 1950 esisteva evidenza incontrovertibile del rapporto di causa-effetto tra fumo e cancro ai polmoni. Sono dovuti passare alcuni decenni affinché la disonestà delle manifatture del tabacco e gli scienziati alle loro dipendenze venissero smascherati, e il legame tra tabacco e cancro non rappresentasse più un argomento controverso.

Mezzo secolo dopo, ci troviamo nella stessa situazione. Ma la controversia questa volta non si concentra sugli scienziati che credono che il fumo provochi il cancro e i loro colleghi scettici, bensì tra quelli che credono che il clima stia cambiando come conseguenza delle attività umane quali industrializzazione o deforestazione e coloro che credono che tali cambiamenti dell'ambiente non si stiano verificando.

Le somiglianze con il dibattito tra il cancro e la sigaretta sono affascinanti. Le strategie, e perfino le frasi utilizzate dagli scettici sul cambiamento climatico, sono incredibilmente simili. Chiunque degli attuali scettici può fare propria la frase pronunciata nel 1953 dal direttore scientifico del Crit e sostituire la parola "cancro" con "cambiamento climatico": direbbero che «il problema delle cause di qualsiasi tipo di cambiamento climatico è complesso e difficile da analizzare».

Questa è la strategia: la prima linea difensiva sostiene che il cambiamento climatico non esiste. Una volta che i dati hanno demolito questa difesa, la seconda argomentazione è quella di affermare che non esistono prove che sia l'attività umana a provocare i cambiamenti (e quindi non c'è niente che vada cambiato). E quando anche questa difesa viene distrutta dalla valanga di dati disponibili, il rifugio degli scettici è quello di affermare che le variazioni climatiche sono il prodotto di numerosi fattori, e che l'attività umana è solo uno di questi, e neppure il più importante.

L'unica differenza con la controversia tra cancro e tabacco è rappresentata dalla natura degli interessi che entrano in gioco per finanziare il fronte degli scettici. Mentre la confusione sugli effetti del tabacco era creata unicamente dalle aziende produttrici di sigarette, gli scettici sul cambiamento climatico possono contare su molti generosi mecenati: le aziende petrolifere, del gas, del carbone, quelle elettriche o automobilistiche, tra le altre.

Il successo più recente ottenuto dagli scettici è stato quello di entrare in possesso della corrispondenza elettronica tra i ricercatori dell'Università di East Anglia nel Regno Unito. Secondo gli scettici, il contenuto di questi messaggi dimostrerebbe che gli scienziati avrebbero manipolato i dati, e che le conclusioni delle loro ricerche sarebbero quindi inesatte.

Il problema di questa affermazione è che, nonostante questo possa essere vero, le conclusioni fondamentali sul riscaldamento globale non cambiano. Secondo la prestigiosa rivista Climate, «nulla di quanto contenuto in quei messaggi demolisce le basi scientifiche dell'argomento che sostiene che il riscaldamento globale rappresenti una realtà… Questa conclusione si basa su molteplici e robuste prove, molte delle quali sono completamente indipendenti dai dati scambiati nelle e-mail». Ciononostante, si tratta di una difesa irrilevante per gli scettici, che nelle mail di "Climagate" trovano la conferma che il cambiamento climatico sia una grande truffa. «Ovviamente, questo scandalo consente di mettere in dubbio le proposte che verranno promosse a Copenaghen. Ho sempre creduto che le decisioni debbano basarsi sulla solidità della scienza, non sulla politica... Senza disporre di risultati scientifici affidabili, e con tanti interessi in gioco, dobbiamo essere molto cauti nel valutare i risultati di questa conferenza politicizzata». Questo scrive una scettica che mette in discussione le migliaia di scienziati che hanno dedicato la propria vita allo studio dell'argomento. Di chi si tratta? Di Sarah Palin, la rinomata ambientalista dell'Alaska.

Moises Naim (direttore di foreign policy)
Il sole 24 ore del 13.12.09

 

 
 
 

si può, anzi si deve fare

Post n°145 pubblicato il 05 Dicembre 2009 da verdilecco
 
Tag: salute, smog
Foto di verdilecco

(m. gal.) «Ma non è vero che si può fare ben poco. Gli amministratori invece possono incidere sulla qualità dell'aria con misure precise e coraggiose. Le stesse che hanno assunto molte grandi città europee e qualche piccola città italiana, come Ferrara per esempio, dove le strade sono diventate per scelta a misura di bici, non di auto». Il coordinatore dei Verdi, Alberto Valsecchi, è uno dei promotori dell'esposto che punta il dito contro l'inerzia di chi amministra il Lecchese, ed è convinto che non solo si può fare molto e si fa invece poco o niente, ma che il problema smog è allegramente preso sottogamba.
Cosa possono fare in concreto gli amministratori che non hanno fatto?
Lo smog è prodotto dal riscaldamento e dal traffico, principalmente. Per il riscaldamento qualcosa è stato fatto e la cultura del costruire a risparmio energetico, seppure lentamente, si sta diffondendo. Quanto al traffico, responsabile del 60% dello smog, non ce n'è: bisogna ridurlo.
Sì, un bel sogno.
«Per niente. A Monaco di Baviera, a Copenaghen, ma anche a Ferrara la gente gira più in bicicletta che in macchina perché gli amministratori si sono preoccupati di ridisegnare le strade dando la precedenza alle ciclabili. E chiamiamole strade ciclabili, non piste che sanno tanto di gita domenicale quando per una volta si può lasciare l'auto in garage».
E poi?
Poi bisogna avere il coraggio di fare politiche che rendano difficile la vita agli automobilisti. C'è chi esce in macchina per andare a comprare il latte al supermercato distante trecento metri. E allora i parcheggi devono avere prezzi disincentivanti. Da noi non c'è un'isola pedonale vera e propria In piazza Garibaldi le auto le trovi a tutte le ore. Invece tutto il centro cittadino dovrebbe essere reso inaccessibile, fornito all'esterno di tutti i parcheggi, finora inutilizzati, che pure ci sono.
Ma il traffico e lo smog dell'attraversamento non si possono eliminare.
Ma almeno si potrebbe controllare che i tre camini in via Rosmini, a Castione alle pendici del S. Martino e sulla nuova Lecco-Ballabio, siano riforniti di potenti filtri di depurazione. Per Castione e via Rosmini non ci metto la mano sul fuoco. Secondo me sparano nei nostri cieli quantità di smog impressionanti. E chi va a camminare in montagna fa le inalazioni.

La Provincia 4.12.09

 
 
 

lo smog rende aggrssivi

Post n°144 pubblicato il 26 Novembre 2009 da verdilecco
 
Foto di verdilecco

La notizia è di oggi. Se la guida è nervosa e il volante stressa, non è tutta colpa di un carattere agitato o di un'agenda troppo piena. Il traffico dà alla testa e non è solo un modo di dire: respirare i fumi dei gas di scarico danneggia le cellule del cervello, scatena l'ansia e alimenta l'aggressività. In altre parole rende più litigiosi, dentro e fuori dall'abitacolo. A 'giustificare' la scontrosità metropolitana e le risse fra automobilisti è uno studio condotto dagli scienziati dell'università del Cairo. La ricerca riguarda i ratti. Ma gli autori sono convinti che, anche nell'uomo, inalare ogni giorno le sostanze chimiche contenute nella benzina comprometta la salute fisica e mentale. I roditori di laboratorio sono stati esposti ai gas di scarico. I ratti che li inalavano risultavano molto più predisposti a farsi la guerra, o ad assumere posizioni d'attacco rispetto a quelli che respiravano aria pura. Dall'analisi cerebrale, poi, è emerso che i fumi avevano prodotto danni alle cellule.

Numerose ricerche precedenti avevano già sancito che i gas tossici aumentano la probabilità di aborto, sterilità, demenza, allergie, tumori e malattie cardiovascolari. Alla lista dei danni si aggiunge ora l'aumento dell'aggressività: Il rischio per la popolazione, quotidianamente esposta all'inquinamento cittadino, cresce esponenzialmente con l'aumentare del traffico. Un'emergenza se si calcola che milioni di persone ogni giorno sono esposti ai fumi dei loro stessi veicoli e di tutti gli altri che intasano le nostre città.

Si sa, l'aria pulita fa bene mentre lo smog fa molto male, ma, almeno da noi, tutto resta uguale. Tranne che per i numerosi quanto ignari 'sfortunati'.

Alberto Valsecchi

 
 
 

finalmente un provvedimento utile!

Post n°143 pubblicato il 21 Novembre 2009 da verdilecco
 
Foto di verdilecco

Finalmente il parlamento ha deliberato qualcosa di veramente utile agli italiani: l'aumento dei Segretari d'aula. Ne sentivamo la mancanza. Personalmente (sono laureato in scienze politiche e bene o male mi occupo di politica da qualche annetto) non sapevo neanche esistessero, ma, immagino, la maggioranza del popolo sovrano aspettasse con trepidazione il provvedimento.
Che finalmente è arrivato, col voto favorevole della quasi totalità dei senatori, sempre concordi quando si tratta di aumentare i loro benefici. Si perchè solo di questo si tratta: a due senatori, in aggiunta ai 10 che già ne godevano, è stato attribuito l'uso di auto blu, telefonino e, udite, udite, ben tre segretarie ciascuno. Chi paga? Il popolo sovrano naturalmente.

P.S. Il tutto mentre il vertice FAO si chiudeva con l'ennesima dichiarazione di principio e un pugno di mosche per i poverissimi del pianeta.

Alberto valsecchi

 
 
 

a proposito di turismo

Post n°142 pubblicato il 13 Novembre 2009 da verdilecco
 
Foto di verdilecco

Rapporto tra qualità e prezzo, ambiente e ospitalità sono le voci che maggiormente penalizzano la percezione dell'Italia come destinazione turistica, o meglio come marchio, a livello globale. Mentre tiene l'offerta di arte e cultura nella quale siamo ancora primi. I punti di debolezza e di forza emergono dalla quinta edizione del Country Brand Index (Cbi), lo studio sull'immagine di marca dei principali paesi del mondo condotta da FutureBrand e Weber Shandwick. Quest'anno l'Italia perde due posizioni rispetto all'anno scorso, collocandosi al sesto posto della top ten mondiale. Il motivo? L'autore ci spiega che: «A non convincere sono: il rapporto tra prezzo e qualità, le spiagge ed in generale la cattiva conservazione dell'ambiente e un certo provincialismo culturale e un individualismo autenticamente nostrano che certamente contribuiscono al pregiudizio di immagine».
Credo che gli amministratori locali, che da anni parlano, parlano e.... parlano di sviluppo turistico di Lecco e della provincia, debbano tenere in alta considerazione quanto confermato (ad occhi solo un pò attenti) dallo studio. Altro che l'iper-citata carenza di alberghi; quello che manca sono: ambiente salvaguardato e quindi attraente, prezzi accessibili, e bed & breakfast ospitali.

Alberto Valsecchi

 
 
 
 

CANTICO DELLE CREATURE

 

IN EQUILIBRIO

Secondo molte medicine gli uomini sono creati per vivere e per funzionare in armonia con se stessi e con il loro ambiente. Ogni persona e quindi l'intera collettività influenza lo spazio intorno e al tempo stesso ne viene influenzata. Ogni individuo e tutta l'umanità nel suo insieme hanno pertanto la possibilità di elevarsi, facendo evolvere la creazione. La corrispondenza tra uomo e natura è la condizione necessaria per la salute e quindi deve essere abbandonata la credenza che l'io sia un tutto unico separato dagli altri organismi.

 

LE NUOVE FRONTIERE DEL CAMBIAMENTO

La missione mondiale dei Verdi è sempre più quella di diffondere consapevolezza e di cambiare le politiche e gli stili di vita per costruire un’alternativa culturale, etica, economica e sociale in armonia con i cicli naturali. Ciò è condizione essenziale non solo per salvare il pianeta ma anche per  garantire il benessere dei cittadini, sempre più minacciato da una crescita quantitativa incontrollata.
Quella che ci proponiamo è la politica della qualità e dell’armonia, di un benessere vero non minacciato dall’inquinamento, dagli sconvolgimenti climatici dalle guerre e dalle ingiustizie.

 
 
 
 

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