Creato da kappa2o il 25/09/2006
 

Villa Desperate

[...per vivere la realtà in un mondo di sogni...]...manuale per essere felici!

 

 

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Desperate Disperate a bordo dell'Houseboat in Olanda....

Post n°1354 pubblicato il 14 Agosto 2009 da kappa2o

Ok! Ormai simo diventati padroni del mezzo, la chiatta per noi non ha più segreti. Cominciamo a pensare di tornarci a casa via mare circumnavigando l’Europa intera, tanto le provviste potrebbero bastarci almeno fino a Natale, cenone compreso, se solo non avessimo a bordo lo Chief della nouvelle cousine la cui specialità è il sugo con la pasta…insomma, ci sentiamo ormai come Klark Kant dopo essere entrato nella cabina del telefono: trasformati, in veri lupi di mare.

Beh certo il traguardo non è stato del tutto indolore…abbiamo attraversato varie fasi….da quella “Fatece largo che arrrivamo nooooiiii…(che è meglio per voi!)” poi la fase della festa nazionale del parabordo per poi attraversare indenni la fase del “Valzer Olandese”…

Però ora manovriamo il natante con insperata destrezza quindi arrivati ad Utrecht ci aspettavamo di trovare il comitato di benvenuto col sindaco che ci attendeva con diademi e coroncine, scettri e diplomi…probabilmente ci aspettavano proprio in fondo al canale, proprio là dove il canale finisce, proprio là dove c’è quella larga che fa  proprio al caso nostro, dove potremmo dare sfoggio delle nostre abilità senza ad dover richiamare la giornata nazionale del parabordo…proprio là dove osano le quaglie…

Insomma iniziamo la nostra inversione ad U…Mirko al timone e tutto il resto dell’equipaggioall’esterno con pancia in dentro e petto in fuori per la serie “guarda mò qua se siamo sboroni!”. Il flebile segnale di attenzione: “rami sotto al pelo dell’acqua!” viene decisamente ed inevitabilmente ignorato e comunque sembra inutile perché la barcazza prosegue decisa il suo percorso…prosegue decisa…prosegue…prosegue molto decisa…forse un po’ troppo decisa…la ciurma intanto rimane chiusa nel suo assoluto mutismo e senza spostare nemmeno un piede, si comincia a rendere conto che stiamo per speronare un enorme (ma non troppo) cespuglio dalle dimensioni di una mietitrebbia da contoterzista. L’unica reazione dell’equipaggio è stato il repentino spostamento del busto all’indietro modello MATRIX, seguito immediatamente dopo dalla felice e fortunata scoperta che il cespuglio era in realtà un rovo di numerose, grosse e mature more e prugne selvatiche, proprio all’altezza del nostro naso….quindi al grido “EEEEEhhhhh….LE MOOOOOREEEEEE….!!!!” è iniziato nella frenesia più totale l’assalto a 8 mani e 4 bocche, avventati su ste bacche come i naufraghi dell’isola dei famosi a cui viene data per ricompensa una piadina con la porchetta calda. Mentre si gridava: “Prendi le forbici!” per riuscire a scippare quanto più era umanamente possibile fare, una voce da lontano riportava alla realtà l’equipaggio(veramente portava alla realtà solo una parte di equipaggio…) Mirko dalla cabina farfugliava qualcosa tipo”non và più la retro!”, alla tredicesima che ripeteva la stessa frase io e Cic, cominciano da insospettirci, ci siamo girati……….ABEMUS PAPAM…!!! …una fumata bianca partiva dal retro del barcozzo…e la voce di Mirko si sentiva più nitida e quelle parole assumevano un significato…in un attimo i sorrisi dell’equipaggio si sono spenti…(veramente si sono spenti sono ad una parte dell’equipaggio).

Siamo stati costretti quindi a guardarci attorno: davanti a noi rovi di more ed arbusti di varia natura alti almeno 3 metri e 20, dietro fumo, sotto e tutt’attorno acqua….ma non la solita acqua di palude verdastra/marroncetta dove, al limite, ti puoi pure fare uno schifoso bagno per salvare la pelle, NO! L’acqua di cui eravamo circondati era color catrame, con cartacce e bottiglie di plastica galleggianti al cui contatto la carne ci si sarebbe staccata dall’osso e ne avremmo portato le conseguenze per il resto della nostra vita…e saremmo stati invasi da qualsiasi famiglia di batteri che avrebbero poi in noi soggiornato.

Bene. Ragioniamo. Siamo relativamente vicini ad un provvidenziale palo per gli attracchi (cazzo ci farà poi lì quel coso e chissà chi è stato l’ultimo a utilizzarlo e anche solo a vederlo ad occhio nudo) con varie peripezie siamo riusciti a passarci la fune attorno quindi un punto “fermo” ora l’avevamo…!

 

Dunque guardiamo la barcozza…la necessità aguzza l’ingegno…

I prodi Cic e Mirko prendono la passerella lunga 2,50 metri e larga 30 cm e riescono a poggiarla per 2 / 3 centimetri alla terra ferma in mezzo ai rovi, e per altri 2 / 3 cm alla balaustra del barcozzo….posizionata la passerella la percuotono un attimino per testare la stabilità e poi il prode Cic, senza nemmeno voltarsi indietro mi fa:” Vai Katia! Sali!”….?!?!?!?!?!!?....presa di sorpresa ho tentato di dar voce alle mie forti perplessità sulla modalità per selezionare la prescelta ma, considerando che 2 donne stavano ancora spogliando il cespuglio di tutti  i suoi frutti, uno era il timoniere a bordo e il restante non sapeva nuotare, mi è parsa poi la scelta più valida anche se la meno gradita.

Quindi, mio malgrado, sono salita, io e IO MIO ENORME CULO, su quell’esile passerella la cui stabilità è certa come la mia proverbiale “fortuna” in certe situazioni….armata di infradito, pantaloncini corti e magliettina a maniche corte affronto la natura selfaccccia e odiosamente pungente fino ad arrivare inspiegabilmente sana e salva alla riva…

Mi sento unta dal Signore invece poi mi accorgo che è solo sudore il mio…e raggiungo la bancina per l’attracco…end naaaoooo…????

Mentre studiavamo la maniera di farmi giugere la fune posteriore per trainare il barcozzo, un simpaticissimo signore olandese mi avvicina e con un inglese stentato (che io stentavo a capire) mi rincuorava con le seguenti parole: “iu ar crezi to andare la a fare manovra là!” “dovete andare indietrobek…!” èèèèè….mica ci avevamo pensato noi…! “ai cno…bat it’s brochen!” e lui…”…OOOooohhhh….it’s broken…!....BBBBIGGG PROBBBLEM…!!!” ….OOOOOooooHHH…mavvvedidiannnarteneafffanculovà! e mi indicava il cielo…non ho ben capito se intendesse dire se ci voleva solo un miracolo e quindi di rivolgerci all’Onnipotente o se indicasse una direzione per chiamare il rimorchiatore….forse più la seconda…perchè mentre indicava si sfregava l’indice al pollice e diceva: “bat mooor expensiiiiv…..!!!” MA LI MORTAAAAAACCCCITUAAAAA…!!!!  Poi mi spiega che lì lui non sarebbe stato di molto aiuto (ma vàààààà…!?!?!) e che quindi se ne tornava nel suo barcozzo…(èèè vai vaaaaaiiii….!)

Nel fratempo il timoniere armato di macete (un paio di forbici) ha lasciato il timone e si è fatto largo nel rovo e con un lavoro di squadra siamo riusciti a far arrivare quella corda sulla banchina dove ho avuto modo di rispolverare i vecchi approcci al tiro alla fune nei trascorsi col Ghetto…finalmente scastrata la barcazza dalli’incaglio  il peggio è passato e cerchiamo di ormeggiarla per bene a traino senza dover accendere il motore, c’era solo una barcuzza da scavallare con le funi….ma ormai tutto era sotto controllo…

Quindi…Cic e Mirko alla fune davanti, la Cristiana a metà impegnata a non evitare un ramo dritto in faccia e dietro io e….io e……???? io e basta…!?!?!? SUSAAAAANNNNNAAAAAAA…?????? DOVE CAAAAZZZZO SEEEIIIII????? Ci stavamo per trascinare via il barcuzzo parcheggiato quando da sottocoperta sbuca la Susanna che, forse per la tensione, forse per le prugne selvatiche, aveva ben pensato che poteva essere il momento ideale per assecondare i segnali del suo intestino….

Ma alla fine siamo giunti a destinazione e il motore era come nuovo e il vecchio gufo di merda olandese è stato aggiornato del fatto che ce la siamo cavati alla grande senza l’aiuto né dell’onnipotente e né senza expendere nazzzing per calling ze rimorchiator! (anche se alla fine farsi rimorchiare ad Utrecht avrebbe reso la vacanza un po' più piccante….!

 
 
 
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