La Vita e La Morte
Vivi ogni giorno della tua vita come se fosse l'ultimo perché il giorno che lo sarà non avrai voglia di crederlo. Diario di un Rianimatore.
Benchè l'onda delle parole ci sovrasti sempre, le nostre profondità sono sempre silenti.
Post n°99 pubblicato il 07 Marzo 2008 da vita_e_morte
Ho scritto ubriaco ,ho scritto piangendo, ho scritto sbattendo i tasti e spezzando mine, gocciolando sangue e asciugandomi di solitudine. Siamo un susseguirsi di capitoli, l’aprirne uno nuovo racchiude in sé la consapevolezza del vissuto e la voglia di scrivere i prossimi su un bianco diverso, oggi Vita e Morte dal suo palco s’inchina, ha una mano sul cuore, ringrazia in lacrime il pubblico pagante, applausi, un passo indietro scrutando le migliaia di menti, quanto siete belle, “chissà dove andrete vite perdute e ritrovate” l’ultimo pensiero, prima dell’odore di stoffa rossa. E’ un diario di storia vera, questo ne è il capitolo finale; nel tempo di una carezza mi riporta alle prime righe… scritte da quel giovane innamorato che correva nella nebbia perché forse quello era l’unico modo per poterla vedere ancora una volta, una volta ancora, e non importava se fosse stato in un letto di terapia intensiva. Questo Blog è stato il mio microcosmo, il mio rifugio, la mia casa di panpepato. Attorno ad esso hanno navigato centinaia di satelliti ed ombre scure, briciole di neve e lucciole di primavera, ho conosciuto anime fredde Re magi di calore, sorrisi di occhi stanchi e viandanti bagnati, ho potuto ascoltare fiabe d’altri tempi e mondi di fate, ho coperto orme codarde e tagliole di volpi, ho respirato grano ed inseguito una stella cometa. Nei sogni avevo smesso di crederci, poi il tempo passa, la coscienza matura, prima piove poi di arcobaleni ne vedi ancora e giorno dopo giorno si rischiariscono i sensi, per primo torna l’olfatto ed il fiore d’oriente lascia posto agli agrumi della terra fertile, poi torna l’udito che da Piano diventa violino e chitarra e infine il tatto degli occhi, il sapore di vero e la vista di domani. Cosa voglio e cosa ricerco da quest’unica vita ancora in vero non lo, sempre più in alto respiro scrutando qualcosa che possa sorprendermi sopra ogni cosa, a 28 anni ho conosciuto la morte e apprezzato la vita, vivo nella totale indipendenza economica e non credo vi sia un lavoro più bello del mio, ho due amici veri che valgon per cento, ho salute ed Amore, occhi puliti a guardarmi, odore di caffè, risate ed intelligenza. Non so cosa mi spinge a volere nei polmoni arie diverse, “Perché vuoi farlo?” mi hanno chiesto alla sede di Emergency quando ho chiesto di poter partire con loro parecchi mesi senza ricevere compenso,”Cosa ti spinge...noi ora abbiamo bisogno in Afghanistan, cosa ti spinge?” …per quanto m’aspettassi una domanda del genere la vera risposta l’ho tenuta per me, lo so che il non accontentarsi non potrà mai portare alla vera felicità, forse perché non riuscirò mai a sentirmi arrivato, forse perché mi manca la guerra per capire l’uomo, forse perché di luce io voglio morirne. Vita e Morte, due parti così presenti in me, Yin e Yan, ed io sono l’uno e sono l’altra, sempre,in quello che faccio, che scrivo, che voglio, poli opposti d’una pila d’energia..e mi piacciono entrambi,forse allo stesso modo. Non so se sia fortuna o condanna, l’idea di crearmi una famiglia, di avere dei figli di essere chiamato papà mi attira quanto quella di passare una vita in giro per il mondo a mettere in pratica l’unica cosa che so fare. C’è una splendida canzone di De Gregori che inizia così… “Il più bel sogno fu,il sogno non sognato, E il miglior bacio quello non restituito, Ed il più lungo viaggio fu quel viaggio che non fu iniziato, E fu senza saluto il più compiuto addio”.( http://www.youtube.com/watch?v=Z8iUCP9-Q6k )Vorrei trovare qua dentro la mia verità, rimango in silenzio di fronte alla bellezza dei significati presenti dietro ogni parola,è però un silenzio di bosco, con fischi di vento forte che mi ricordano quando da bambino rimanevo ore a guardare i temporali contandone i lampi, “cerchi sempre energia” mi disse una volta il mio povero nonno. Tra voi c’è gente che mi legge e mi scrive sin dall’inizio, ha osservato da spettatore il mio crescere tenendomi compagnia quando ero io per primo ad allontanare chiunque. La bellezza delle amicizie virtuali forse sta proprio in questo, nel parlar all’anima e non alla persona. Tante sono le persone che mi scrivevano d’ aver pianto leggendomi …leggevano “Quel giorno quando LO vidi” e mi scrivevano parole viscerali d’emozione sincera… Sapere di essere capace di creare emozioni nel periodo in cui io stesso ero certo di non poterne più provare mi ha salvato la vita, per quanto possa sembrare assurdo mi serviva una scintilla e mai avrei pensato che la scintilla potesse arrivare da una penna che neanche sapevo di saper usare. Ho sempre pensato che le parole fossero il miglior regalo di sempre, avevo smesso di crederci, bello aver ricominciato. Tempo fa, una persona indelebile mi raccontò uno storia vera, credo fosse la sua di storia, credo volesse dire che chi ama è per sempre, era una canzone..e diceva così… "NEL MOLO DI SAN BLAS"
rimase sola |
Post n°98 pubblicato il 25 Gennaio 2008 da vita_e_morte
Eccomi… quanto sono piccolo..sempre a mettermi in mostra… ero sicuro di averli indosso quei braccioli.. quel molo di legno lo sento fermo sotto i miei piedi..la rincorsa, il salto..l’impatto con l’acqua…vado giù.. mi bruciano gli occhi,poi i polmoni, freddo…mi sento morire, i capelli…chi mi sta tirando?…c’è meno buio… luce,mamma, respiro. Eccomi… che freddo in questa stanza…sì che è estate… qui non dovevo venire da solo…speriamo non mi scoprano…le finestre sono chiuse…qualche spiraglio c’è però…uno cade proprio su questa enorme cassa di legno…l’aria è un po’ secca…prendo questo sgabello così vedo…Nonno…sei qui…come sei bianco…non ti tocco un po’ mi fai paura…ti guardo…sei così nobile…ieri sera non mi hanno lasciato venir su a salutarti..mi han detto che hai chiamato tua madre…ti guardo ancora un po’…non faccio rumore,non dire alla mamma che sono venuto qui. Eccomi…è tutto nero pece…perché mi hai chiuso qui dentro…non ce la faccio ad arrivare alla maniglia, perché non ci credi che voleva ammazzarlo il mio fratellino?E’ mio…mio cugino è cattivo…apri per piacere…non respiro qui…ci sono i mostri. Eccomi...avevo studiato…non me lo meritavo…perché mi hai detto che non diventerò mai nessuno..come fai a saperlo già…non capisco, non glielo dirò mai, nascondo. Eccomi…qui in metropolitana come ogni mattina …chissà se oggi si farà autogestione…Ma quello…che cazzo..non urlare così…avrà 6 anni…lasciala stare…non la smette…non osare alzare un dito…l’ha fatto…perdo il controllo…ma porca puttana prenditela con uno grosso come te pezzo di merda!... Dio che male all’occhio, mi gira la testa..non me l’aspettavo facesse così male…mi devo sedere…lo dischiudo un attimo…le porte si richiudono…una piccola mano che piange fa ciao…ciao bambina. Eccomi….su quella maledettissima strada…vedo la donna lontana in un lago di sangue…la piccola…piccola mi senti…quello che scricchiolio di vertebre…quanta gente intorno…Signora lei mi sente…Un nome flebile…poi più niente…Allora è questa la morte…devo sedermi…sono impreparato…forse se ne avessi saputo di più….sono tutto sporco…ho bisogno di sedermi…ma perché quello fotografa... quanto sangue…credo di averne anche in viso… lampeggianti…eccoli…ora ci pensano loro..a mettere due lenzuoli. Eccomi…quel telefono…la devo chiamare…ma è quasi Natale…cinque anni…devo farlo comunque…Pronto, piango“io non lo so perché non ti amo più”. Eccomi…Milleuno, milledue, mille tre…dai carica ancora,proviamo una volta ancora…quelle mani rugose sopra le mie…Fermati..quel sorriso di chi conosce i limiti, Fermati. Eccomi…quanti anni che non mi inginocchiavo più… ti prego, ti prego…fa che non vi siano metastasi. Eccomi…era tanto che non capitava…ecco la stretta…la ricordo…non era così però…mano destra sul cuore…stringe…forte…fermo…silenzio..lo sento…ti prego riparti…Tum.potenziale d’azione.vivo. Eccomi…No…non ridarmelo…sono tuoi questi due cerchi d’argento..ti prego…ma che stai facendo…sento i treni che passano…i tuoi occhi gonfi come i miei…non prendere quel treno…perché mi abbracci così…non te ne andare…ma era tuo questo..non può essere…ma stanotte cos’era…Mi accascio a terra…Addio per sempre...occhi rotondi. Eccomi..quanta nebbia…volto rigato..centoquaranta..ma perché?...centosessanta…Non si vede niente…Centosettanta...non mi interessa niente..vibra il volante…ma perché?centottanta. Eccomi…è notte…forse da solo non ce la faccio..forse devo capire chi sono davvero…mi ritenevo invincibile ed invece eccomi qua…che faccio…questa è dunque la solitudine dei soli, vorrei iniziare a scrivere…un blog…cosa sono io?non so…mi sento Vita e mi sento morte…inseguo la prima e ho spade contro la seconda, quanto male che mi vuole…non posso stare con la faccia a terra…datemi una penna…una penna,e scriverò fino a che non camminerò di nuovo con la nobiltà e l’Amore che è nel sangue di chi porta ed ha portato il mio cognome. |
Post n°97 pubblicato il 27 Dicembre 2007 da vita_e_morte
Che la Morte stia fuori dalla mia porta e da quella della mia famiglia, che non si poggi ancora sul mio cuore passando dagli occhi. “Che le ferite di ieri possano smettere di sanguinare”. Che quella coccinella rossa e nera possa vedermi oggi ed accompagnarmi a capelli bianchi e fragili. Che possa dimenticare il male delle persone e portare con me solo il ricordo dei ciliegi in fiore. Che Lei un giorno possa trovare il perché della morte del suo primo ed unico vissuto maiuscolo riiniziando a vivere come sognava la bambina imbronciata seduta in un candido vestito bianco. Che non porti mai nella mia famiglia la sofferenza e le spine d’inferno che ogni giorno vedo e vedrò. Che il silenzio d’ora d’ogni giorno possa un giorno trasformarsi in fragoroso baccano di bimbi disordinati. Che possa vederla un giorno danzare mandolino avvolta da una lunga gonna bianca sulle spiagge di Grecia. Che possa toccare presto la terra d’Africa, che non dia mai fine al crescere dei miei occhi. Che il tumore la lasci in pace perché ha ancora troppo da dare. Che quel cerotto sul piede possa curarle lo sguardo con sui si volge alla vita. Che lui si renda conto di quello che sta facendo a sua moglie ed ai suoi figli, che cambi , perché è brutto farsi pena da vecchi. Che questa casa rossa possa uccidere gli scheletri di cent’anni in due. Che possa vivere con fierezza alla luce del sole. Che quelle 23 persone al tavolo rosso e d’oro possano essere per sempre benedette. Che possa un giorno vedere un viso rosa e castano addormentarsi la vigilia con la stessa purezza che era mia tanti anni fa. Che sia io l’artefice del mio destino, che la mano con la quale tra 50 anni stringerò un bastone sia ferma e decisa, vissuta e lavata dal sangue, viva in ogni cellula, saggia nelle vene e pulita in globuli stretti a boccate di ossigeno puro. Amen. |
Post n°96 pubblicato il 27 Novembre 2007 da vita_e_morte
“Parti con noi, sei mesi, da Febbraio, al tuo ritorno avrai nuovi occhi ed il senso di ogni cosa.” |
Post n°95 pubblicato il 20 Novembre 2007 da vita_e_morte
|
Post n°94 pubblicato il 15 Novembre 2007 da vita_e_morte
Sveglio classista pulito superbo massimalista, Intelligente nero, confusionario veloce vero, Benestante autoritario incostante buono elitario, Profondo ascoltatore, sborone agnostico smantellatore, Come un animato cartone, monto e disfo prova a farmi cambiare opinione, Presente viaggiatore poca modestia e sogni da sognatore, Impaziente e puntuale due nonni sottotenente e generale, Furioso di poche virtù garante, fiero testardo ottimo amante, in movimento lucido e acceso ma in solitudine spento e viso teso, alle spalle ferito quando m’illudevo di voler seguir quel dito, rialzato disilluso ridicolo zoppo confuso; Mesi d’inverno con centinaia di mandorle calde gusto inferno; Viso rigato e contorto ricevetti un nuovo battesimo acqua pulita quel giorno all’aeroporto, la mia vita come paradossale ma non potrei respirare se l’oceano non sapesse sale, Asciugarsi dall’umidità mentre veloce cammini come bimbo in una folle città, stendere le ossa al sole sputare nella fossa e piantare dieci agosto viole, grazie per tutto quello che sono e per tutto quello che ho, sono fortunato e forse in vero, ancora non lo so. |
Post n°93 pubblicato il 11 Novembre 2007 da vita_e_morte
Madonna dama di Luna, che già legò, il suo velo alla punta della lancia del nobil Cavalier, Suo caldo Sol, eleggendolo a Suo preferito nel Torneo della Vita, l’invita or a passar con Lui la notte dell’anno che corre quando la di Lei Laurea a compiutezza giunse..e saran là delizie, nettare e ambrosia…fuochi mossi dal sussurrar del vento, estasi, favola, incanto…e poi…sol della Notte il silenzio, della Luna la magia, dell’Amor il Regno. |
Post n°92 pubblicato il 05 Novembre 2007 da vita_e_morte
|
Post n°91 pubblicato il 31 Ottobre 2007 da vita_e_morte
E se fosse il sorriso l’arma migliore contro la gente cattiva? Se fossero le carezze a fermare i proiettili e gli occhi buoni a rimarginare scudo ferite, se il Buona Vita si sostituisse all’Addio, se si ricordassero solo i colori d’ali e se l’odore di polline fresco fosse musica per ottant’anni. Se fosse così per quanto male mi si volesse fare non sarebbe che una goccia di pioggia lungo una lama di spada. |
Post n°90 pubblicato il 18 Ottobre 2007 da vita_e_morte
A volte la Morte ti vuol abbracciare dopo i tuoi primi deboli vagiti, quando sei ancora troppo piccolo e fragile per distinguere i colori e le forme del mondo. A volte tua mamma non ti sente piangere, di sfuggita ti vede portar via, sente voci, qualche grido, camici, mascherine, passi di gente che corre, parole che non capisce. A volte tuo padre rimane seduto immobilizzato, pallido guarda il nulla e l’unico suo barlume di forza lo volge alla più importante preghiera della sua vita. A volte la tua pelle viene incisa quando ancora hai fresco l’odore di placenta. A volte decidi che questa è la tua vita, che non te la vuoi far togliere, che bisogna combattere perchè quell'animo è un dono che non riavrai più. …e allora vivi. Benvenuto Mattia. |
Post n°89 pubblicato il 13 Ottobre 2007 da vita_e_morte
|
Post n°88 pubblicato il 28 Settembre 2007 da vita_e_morte
..sono così lontano che non so neanche più io dove. |
Post n°87 pubblicato il 22 Agosto 2007 da vita_e_morte
Vivo silenzi abbracciato a del vino, luna bianca nella crudeltà di bivi sinceri. Egocentrico nella ricerca, inseguo una felicità rivolta alla mia completezza. Ferito a morte da chi aveva i miei occhi, ledo ora membra nello stesso identico modo.
Presuntuoso in pensieri, siedo in un piedistallo costruito di piastrine. Seguace del tutto o nulla, cerco purezza vera in cuore di perenne tachicardia. Vorrei delle parole scritte su vetro, non più spazzate da una manciata di freddo. Vorrei l’odore del caffè la mattina, vestirmi con il sorriso del ritorno a casa.
Non c’è giornata che non mi macchi di sangue, peccatore nell’aver bagnato di questo rosso anime che non lo meritavano. Cerco la risposta a mille domande, vorrei avesse un nome femminile. Incapace di comprendere il mio muro, credo in un viaggio che fornirà quel piccone. Nella mia scienza il futuro di ignoti, prego che il mio sia benedetto da fiamma candela.
Mi pianga la nuvola del nascere, bagnami di forza creatrice allontanandomi lava e distruzione, datemi ossigeno puro e racconti di favole, un La per iniziare a suonare. |
Post n°86 pubblicato il 18 Agosto 2007 da vita_e_morte
|
Post n°84 pubblicato il 14 Agosto 2007 da vita_e_morte
Avvolto in un soffitto dipinto ascolto note di piano danzare in ghiaccio di stelle, fuori una fredda notte estiva, cianosi blu di punta di dita, di naso, di lobi d’orecchie. Ricordo sogni turbati da scuri colori di affreschi antichi, ricordo il salire sulle gambe per ascoltare di vita, ricordo il racconto dei cuccioli di rondine con destino di morte se avessero spiccato il volo troppo presto o troppo tardi. Sguardo in cielo, stanotte si vedono, le guardo solo, non posso far altro, cerco Cassiopea. Buio, mi muovo a memoria in sassi che anni fa complicavano un incedere incerto, arrivo al giardino delle capriole, accarezzo l’erba bagnata di pioggia non caduta, ne strappo uno stelo per portarlo alle labbra, non si allontana, girovagando giardini chissà perché non ha mai ricevuto una margherita. Scovo una piccola chioccia, corpo delicato difeso da corazza sembra non temere una mano a racchiuderla, la ripongo, dove andrai.. Mi volto,enorme scalone di pietra dura portasti in sposa il sangue dal quale provengo, ascolto il lento respiro, un giorno forse, attenderò anch’io al primo scalino. E’ una mezzanotte di venti, quelli caldi sono fermi da un vortice d’iceberg intorno a me,posti a muraglia ne vedo solo la punta ignorandone da cieco la profondità. Ho la mano sinistra piena di passato, la destra di un rombo d’aereo, omeri e tibie a reggere presente. Sogno la terapia per un cuore di cicatrici, un’altra potrebbe romperlo, non mi sento bene, cerco e prego sangue puro, senza meritarlo. |
Post n°83 pubblicato il 12 Agosto 2007 da vita_e_morte
|
Post n°82 pubblicato il 07 Agosto 2007 da vita_e_morte
Ognuno di noi lungo il sentiero della propria esistenza si è trovato più e più volte di fronte a dei bivi..a delle scelte..decisioni dalle quali non si può più tornare indietro, decisioni con conseguenze che muteranno la propria e, a volte, addirittura l'altrui vita. . I molteplici problemi connessi all’interruzione volontaria della gravidanza (Ivg) vanno posti nella prospettiva di un’affermazione convinta della positività dell’esistenza. Come in ogni tempo, così anche nel nostro tempo è necessario contrastare le pulsioni e le culture di morte e favorire in ogni modo pensieri di accoglienza reciproca, di tolleranza, di convivenza. Gli ideali positivi sono sovente minacciati: Per affrontare i molteplici problemi della Ivg, occorre dunque ricordare il quadro complesso in cui L’evoluzione del problema: i dati Un’analisi della problematica etica connessa con l’Ivg richiede che si prenda in considerazione il Definizione biologica e biografica di "vita" Da un punto di vista biologico, il fenomeno vita presenta molte caratteristiche simili in tutte le specie animali. A livello della cellula e delle sue strutture morfo-funzionali, non vi sono significative differenze Nascita, relazionalità, autodeterminazione femminile Ci inoltriamo qui in un nuovo aspetto del nostro tema. In esso entra in campo la persona della madre e la relazione dell’embrione-feto con la madre quale essere personale pienamente autonomo. La protezione della vita umana e la Ivg
Responsabilità morale e sanzione giuridica
Ivg e servizio sanitario
|
Post n°81 pubblicato il 29 Luglio 2007 da vita_e_morte
Mezzo respiro seduto in disparte, lapilli di luce avvolgono volti nel loro riflesso, tramonto di ore passate a guardare un seme incompleto cresciuto trifoglio.
Luna d’eclisse che giace lontano, tuffo in un mare colmo di scogli, guardami a metà crescere in un cuore malato di buio.
Notte in lenzuola vestite di ghiaccio, immagine di sudori sbagliati avvolti in perché, insonnia pesante in letto cemento piume bianche di ventun grammi strappati.
Mani sporche di un sentire pulito, ascolto disilluso sogni rugiada, ora risposa. inverno di loto. |
Post n°80 pubblicato il 18 Luglio 2007 da vita_e_morte
A te che ora hai i piedi nel mare,che quella supernova si avveri nella comunione di respiro. A te che stai girando l’Italia, gemelli diversi fino al midollo. A te che sola dormirai in quel letto condiviso per 56 anni, la tua preghiera compagna di ogni notte. A te che non pensavi ti saresti più innamorata, non vedo l’ora ti accarezzare il tuo bambino. A te che adultero vivi nell’ombra, negli occhi dei tuoi figli la punizione più grande. A te che farfallina, lo avrei fatto al perso ogni istante. A te che ti ritrovi malato del male che curi, la mia stima all’estremo. A te che hai pianto quella sera senza Luna, sei goccia pulita e rosso puro. A te che lamaretta, esplodi energia in ogni tuo gesto. A te che cardiologia, nessuno se lo meritava più di te. A te che frontale a ventitrè anni, hai molto da insegnarmi. A te che vuoi cambiar vita, fallo ora o qualcuno lo farà per te. A te che mi siedi in spalla, non sarai mai solo. A te che concedi il tuo corpo, non è così che ti abbandonerà la solitudine. A te che quell’esame è diventato il tutto, mi puoi deludere solo se abbandoni. A te che tumore al seno, sei esempio e guida. A te che giovane sposa piangi ogni giorno a fianco di una morte cerebrale, non dannarti nei perché. A te che hey tu, ho paura tornerai sempre indietro. A te che vuoi il mio male, hai un animo troppo piccolo per farmene. A te che l’hai insultata, lettera minuscola. A te con i tuoi segreti, perché lo hai fatto? A te che mi hai versato vino per tanti anni, sogno una famiglia come la tua. A te che mi hai spiegato la morte, insegnerò quanto appreso. A te che pistola contro, è colpa della tua cultura. A te che cinque buste colorate, un pensiero ogni singolo giorno. A te che ti sposi per dimenticarmi, scusami. A te che sclerosi multipla, non mi interessa il difetto invisibile ma è splendido tutto quanto si vede. A te che non vuoi invecchiare, non farlo. A te che chissà quando nascerai, completerai il senso di quest’unica vita. |
Post n°79 pubblicato il 15 Luglio 2007 da vita_e_morte
Chissà la paura in quegli occhi da bambino quando una polizia corrotta schiacciava in terra il tuo viso, fetore anfibio. Chissà le ossa di un quindicenne colpite da un manganello. Chissà quale paura quando cani dal sorriso sardonico vennero in cella a dirti “aspettaci che ripassiamo più tardi”. Chissà che pensieri a vedere il nonno rincasare prima e a fil di voce raccontare di gendarmi comunisti che fucile alla mano si eran fatti consegnare le chiavi dei tuoi palazzi. Chissà che vuol dire ritrovarsi poveri in un giorno. Chissà che si prova nel vedere la propria madre piangere per non poter cucinare la torta di compleanno al proprio figlio perché l’odore del dolce era vietato se non nelle feste di regime. Chissà che si prova a vedersi chiusi i confini da un giorno all’altro per quarant’anni e sapere del nonno in Italia che è morto senza più potervi rivedere, chissà che si prova a sapere che ogni sera, ogni giorno si sedeva su quel molo guardando verso la sua terra. Chissà che si prova a non poter più parlare, scrivere, leggere, studiare e pensare liberamente. Chissà che si prova a sapere di amici d’infanzia dimenticati in galere d’inferno per vent’anni ,torturati violentati ed uccisi per le loro idee contrarie al regime. Chissà quale voglia di scappare una volta caduta quella statua in piazza, chissà l’umiliazione continua per la fama globale fatta sporco luogo comune dei violenti della tua nazione, chissà che vuol dire piangere addio alla propria madre a diciott’anni per andare a studiare in un paese libero, chissà le volte che ti sei sentito dire “devo lasciarti perché i miei non vogliono che stia con uno della tua nazione”, chissà una nuova lingua, chissà la laurea chissà l’esame di pochi giorni fa. Sei la persona più corretta ed onesta che abbia mai incontrato, occhi d’onore come quelli di tuo padre, nessuno se lo meritava quanto te, hai vinto,finalmente. |
TAG
AREA PERSONALE
ULTIMI COMMENTI
I MIEI BLOG AMICI
- IN ME
- Tabula Dicta
- Addicted to Caos
- Frammenti di me...
- ...RICORDI...
- iN mEzZo aLLe PaGiNe
- Frame by Frame
- Il velo tra i mondi
- DEVA LOU
- Quaderno a righe
- Rosa pequeña
- POR LA CARRETERA
- Rizoma
- ovunque, il rosso...
- le mie prigioni
- autointervista
- infinitamente io....
- confetto al pepe.
- FATA MORGANA
- pensieri,parole,vita
- Writer
- Lullaby of Lily
- Ti porterò in Africa
- LE CANZONI DEI FOLLI
- UnPostoChiamatoQUI
- Roseline
MENU
PREGHIERA
"Dammi il supremo coraggio dell'amore,
questa è la mia preghiera,
coraggio di parlare,
di agire, di soffrire,
di lasciare tutte le cose, o di essere lasciato solo.
Temperami con incarichi rischiosi, onorami con il dolore,
e aiutami ad alzarmi ogni volta che cadrò.
Dammi la suprema certezza nell'amore, e dell'amore,
questa è la mia preghiera,
la certezza che appartiene alla vita
nella morte, alla vittoria nella sconfitta,
alla potenza nascosta nella più fragile bellezza,
a quella dignità nel dolore, che accetta l'offesa, ma disdegna di ripagarla
con l'offesa.
Dammi la forza di Amare sempre e ad ogni costo."
K.Gibran
CROCEFISSIONE.
Quando l'amore vi chiama, seguitelo. Anche se le sue vie sono dure e scoscese. E quando le sue ali vi avvolgeranno, affidatevi a lui. Anche se la sua lama, nascosta tra le piume vi può ferire. E quando vi parla, abbiate fede in lui. Anche se la sua voce può distruggere i vostri sogni come il vento del nord devasta il giardino. Poiché l'amore come vi incorona così vi crocefigge.
E come vi fa fiorire così vi reciderà.
K.Gibran
LE ALI SPEZZATE
Esiste qualcosa di più grande e più puro
rispetto a ciò che la bocca pronuncia.
Il silenzio illumina l'anima,
sussurra ai cuori e li unisce.
Il silenzio ci porta lontano da noi stessi,
ci fa veleggiare
nel firmamento dello spirito,
ci avvicina la cielo;
ci fa sentire che il corpo
è nulla più che una prigione,
e questo mondo è un luogo d'esilio.
K. Gibran
IL PROFETA
C'è fra voi chi cerca
la compagnia delle persone loquaci
per timore della solitudine.
Il silenzio della solitudine
svela infatti ai loro occhi
la loro nuda essenza,
cosa dalla quale rifuggono.
E vi sono quelli che parlano,
e senza consapevolezza né preveggenza
rivelano una verità
che sono i primi a non capire.
E vi sono coloro che hanno
la verità dentro di sé,
ma non la esprimono a parole.
Kahlil Gibran
CROCEFISSIONE.
Quando l'amore vi chiama, seguitelo. Anche se le sue vie sono dure e scoscese. E quando le sue ali vi avvolgeranno, affidatevi a lui. Anche se la sua lama, nascosta tra le piume vi può ferire. E quando vi parla, abbiate fede in lui. Anche se la sua voce può distruggere i vostri sogni come il vento del nord devasta il giardino. Poiché l'amore come vi incorona così vi crocefigge.
E come vi fa fiorire così vi reciderà.
K.Gibran
Inviato da: chiaracarboni90
il 22/09/2011 alle 14:56
Inviato da: ballasempreballerina
il 11/08/2010 alle 20:40
Inviato da: lauraditerlizzi
il 02/03/2009 alle 17:53
Inviato da: Ali_di_Farfalla84
il 01/10/2008 alle 12:56
Inviato da: la_nu_vo_la
il 03/07/2008 alle 10:18