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Post n°108 pubblicato il 09 Ottobre 2011 da universopensiero

 

 
 
 
 
 
 
 

Dedicato a chi ha creduto nei referendum del 12-13 giugno 2011 e ha votato SI ...

Post n°105 pubblicato il 16 Giugno 2011 da universopensiero

... perché il vento del cambiamento non smetta di soffiare anche in Italia.

Non ci può essere un buon futuro, se non c'è un buon presente.

 

 

 

 

 
 
 

Bisogna dare una vera alternativa all'Italia... il quarto polo (alias il popolo italiano) libero dalla partitocrazia

Post n°104 pubblicato il 16 Giugno 2011 da universopensiero

Democrazia diretta

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

La democrazia diretta è la forma di democrazia nella quale i cittadini, in quanto popolo sovrano, non sono soltanto elettori che delegano il proprio potere politico ai rappresentanti ma sono anche legislatori aventi il diritto, costituzionalmente garantito, di proporre e votare direttamente le leggi ordinarie e la costituzione attraverso diversi istituti di consultazione popolare e diverse forme di partecipazione popolare.

La democrazia diretta è stata la prima forma di un governo democratico, essendosi affermata nel V secolo a.C. ad Atene. Un successivo esempio notevole di democrazia diretta è stata la Comune di Parigi oltre ai soviet in Russia e Germania nel 1917 che si erano formati in seguito alle idee rivoluzionarie che serpeggiavano in Europa in quelli anni. La democrazia diretta venne anche utilizzata nelle assemblee decisionali del Sessantotto. Può essere considerata democrazia diretta la forma organizzativa che in Messico si è dato il ramo civile del movimento zapatista chiapaneco.

Fra i sostenitori della democrazia diretta vi sono sicuramente gli anarchici del ramo socialista, che rifiutano la democrazia rappresentativa.

Indice

La democrazia diretta oggi

Uno strumento di democrazia diretta che sta affermandosi nella nostra cultura è il bilancio partecipativo dall'esperienza di Porto Alegre in Brasile.

Le nuove tecnologie informatiche e di comunicazione potrebbero essere sfruttate per nuove forme di democrazia diretta e-democracy (per esempio oggi è concepibile, almeno in Occidente, un referendum elettronico).

L'Italia prevede tre strumenti di democrazia diretta: il referendum, l'iniziativa popolare legislativa e la petizione. L'influenza di tali strumenti è, nel complesso, abbastanza marginale.

La Petizione popolare (art. 50 Cost.) è marginale perché da sempre ignorata dalle Camere a cui è destinata, ma il valore di uno strumento costituzionale non dipende da quanto viene tenuto in considerazione da chi dovrebbe tenerne conto, ma dal valore implicito. La Petizione non è ancora stata regolamentata con Legge dal Parlamento.


L'iniziativa popolare legislativa
(art. 71 Cost.) è marginale perché da sempre ignorata dalle Commissioni parlamentari a cui è destinata, ma il valore di uno strumento costituzionale non dipende da quanto viene tenuto in considerazione da chi dovrebbe tenerne conto. L'iniziativa popolare legislativa è stata vanificata attraverso i Regolamenti interni delle Camere che prevedono che i Disegni Di Legge di iniziativa parlamentare abbiano la precedenza su quelli di iniziativa popolare, in netto contrasto con il principio fondamentale che caratterizza la Democrazia stabilito dal comma 2 art. 1 della Costituzione italiana: "la sovranità appartiene al popolo". Seppur sia vero che alla fine è il Parlamento a dover realizzare la Legge, è anche vero che la Legge, prima di divenire tale, si presenta inizialmente come Disegno Di Legge, che deve essere discusso ed eventualmente modificato (emendato) dai componenti della Commissione parlamentare competente per materia che lo deve esaminare. La nota stonata è proprio nelle priorità assegnate alla discussione dei Disegni Di legge in giacenza nelle varie Commissioni parlamentari poiché dovrebbero essere esaminati e discussi PRIMA quelli di iniziativa popolare, essendo il popolo ad essere sovrano.

I referendum a livello nazionale sono di due tipi: Abrogativo (art. 75 Cost.) e Confermativo (art. 138 Cost.) e sono anch'essi marginali perché le Leggi abrogate dal popolo mediante referendum ex art. 75 Cost. sono state reintrodotte dal Parlamento senza consultarsi col popolo, ma il Referendum abrogativo nazionale secondo la Costituzione italiana è un potente strumento di DD in quanto è uno strumento di controllo del popolo sull'operato del Parlamento, strumento che è stato ostacolato notevolmente con i paletti imposti mediante la sua legge attuativa (Legge 352/70) e che consistono nell'autenticazione delle 500.000 firme dei cittadini sostenitori da presentarsi in soli tre mesi di tempo (impresa possibile ai soli partiti politici di cui fanno parte i parlamentari stessi). Mentre la legge attuativa (352/70) prevede infatti che soltanto 10 cittadini possano proporre quesito referendario con cui abrogare parzialmente o totalmente una Legge, la legge stessa impedisce poi ai 10 cittadini proponenti il quesito di raccogliere le 500.000 firme di altri cittadini sostenitori per portare l'intera popolazione alle urne.

I referendum a livello locale sono attualmente di tre tipi: Abrogativo, Consultivo e Propositivo poiché in applicazione dei principi costituzionali che prevedono l'autonomia legislativa ed attuativa degli Enti locali (artt. 114, 117, 118 e 123 Cost.) negli Statuti e nei Regolamenti comunali e regionali possono essere introdotti qualsiasi tipo di referendum che trovano applicazione a livello territoriale quindi potrebbero essere introdotti anche quelli di tipo Deliberativo e Revocativo poiché la legge non lo vieta (comma 3 art. 8 Dlgs 267/00).


La Svizzera è l'unico stato che applica la democrazia diretta a livello nazionale, cantonale e comunale. Il popolo può bloccare una legge o una modifica della costituzione deciso dal parlamento tramite referendum o può imporre un cambiamento legislativo o costituzionale tramite un'iniziativa popolare. In due cantoni svizzeri, il Canton Appenzello Interno e il Glarona, la votazione avviene in modo tradizionale tramite alzata di mano (Landsgemeinde); altrove il voto viene espresso al seggio o per corrispondenza.

In quasi tutte le democrazie moderne, comunque, esistono istituti di democrazia diretta, anche se perlopiù sono fortemente limitati dai rispettivi governi o parlamenti.

Democrazia diretta nell'antica Atene

Con Clistene nasce la democrazia nel 508 a.C. La democrazia radicale si raggiunge con Efialte e Pericle.

Per partecipare all’assemblea sono necessari due requisiti:

  • Essere cittadino ateniese, di sesso maschile. Dunque gli schiavi, le donne e gli stranieri non potevano votare.
  • Essere maggiorenne cioè aver superato 18 anni

L’assemblea ha potere esecutivo, legislativo e giudiziario. Per il potere legislativo ha solo il potere di proporre ma non abolire leggi. L’assemblea è presieduta da un individuo scelto a caso e tutti possono intervenire indossando una corona di mirto, simbolo di inviolabilità.

Democrazia diretta in Svizzera

Exquisite-kfind.pngPer approfondire, vedi la voce Votazioni in Svizzera.

Generale

In Svizzera la democrazia ha sia forma diretta che rappresentativa. La fusione delle due forme non è una caratteristica unica della Svizzera, ma rispetto agli altri paesi ciò è accentuato. I cittadini possono sia proporre leggi sia respingere leggi già approvate dal parlamento.

Sono presenti numerosi metodi per consultare il popolo, a seconda della questione:

  • Iniziativa popolare per la revisione totale della Costituzione federale. 100 000 aventi diritto di voto possono proporre la revisione totale della Costituzione e tale revisione è sottoposta al Popolo per approvazione.
  • Iniziativa popolare per la revisione parziale della Costituzione federale elaborata. 100 000 aventi diritto di voto possono chiedere la revisione parziale della Costituzione presentata in forma di progetto elaborato e tale revisione è sottoposta al voto del Popolo e dei Cantoni.
  • Referendum obbligatorio. Devono essere approvate dal voto del Popolo e dei Cantoni le modifiche della Costituzione, l’adesione a organizzazioni di sicurezza collettiva o a comunità sopranazionali e le leggi federali dichiarate urgenti (prive di base costituzionale e con durata di validità superiore a un anno). Devono essere approvate dal Popolo le iniziative popolari per la revisione totale della Costituzione, le iniziative popolari per la revisione parziale della Costituzione presentate in forma di proposta generica e respinte dai rappresentanti ed il principio di una revisione totale della Costituzione in caso di disaccordo fra i due rami del parlamento.
  • Referendum facoltativo. Se 50 000 aventi diritto di voto o otto Cantoni (repubbliche federate della Svizzera) ne fanno richiesta sono sottoposti al voto del Popolo: le leggi federali, le leggi federali dichiarate urgenti (con durata di validità superiore a un anno), i decreti federali, i trattati internazionali.

La popolazione votante si aggira intorno al 40%. Per aumentare questa percentuale si sta sperimentando l’uso del voto elettronico.

Particolare

In Svizzera, come in tutti i paesi democratici, i cittadini eleggono i propri rappresentanti. Ma la Svizzera dà ai cittadini anche la possibilità di partecipare direttamente al processo decisionale. Benché la democrazia diretta non sia una prerogativa unica della Svizzera, il sistema svizzero è probabilmente il più ampio nel mondo. I cittadini svizzeri possono sia fare proposte legislative, sia respingere la legislazione già approvata dal Parlamento. L'unico caso in cui il Parlamento può agire contro questo diritto è se la proposta legislativa è anticostituzionale o se viola il diritto internazionale.

Iniziativa popolare

Se gli elettori (di solito un gruppo di interesse) raccolgono 100.000 firme a favore di una determinata iniziativa, la questione deve essere sottoposta ad una votazione in tutto il paese. In teoria, un'iniziativa può trattare solo temi di carattere istituzionale, ma in pratica sono tenute su questioni molto diverse. Di recente sono state lanciate iniziative su questioni quali i tagli alle spese militari (respinta) e la limitazione della popolazione straniera al 18% (respinta). Iniziative più "originali" hanno riguardato una semplificazione della procedura per l'apertura delle case da gioco (accolta) e il divieto della produzione e della vendita dell'assenzio (accolta).

La prima iniziativa lanciata con il sistema attuale, per la quale si votò nel 1893, chiedeva che fosse vietato il metodo ebraico di macellazione senza lo stordimento iniziale dell'animale. Passò, contro il parere del Parlamento.

Referendum

Gli svizzeri usano il termine "referendum" per indicare una votazione popolare indetta per opporsi ad un testo legislativo già approvato dall'Assemblea federale. Se una persona o un gruppo contrario al testo legislativo proposto riesce a raccogliere 50.000 firme entro 100 giorni dalla sua data di pubblicazione ufficiale, gli elettori saranno chiamati a decidere. Nella maggior parte dei casi un referendum è indetto solo se coloro che hanno un interesse particolare per la questione riescono a raccogliere un numero sufficiente di firme. Tuttavia, le autorità sono tenute ad indire un referendum se la legge proposta riguarda un emendamento costituzionale o la firma di un importante accordo internazionale senza possibilità di recesso.

Quanto si vota?

Il popolo svizzero è chiamato a votare circa quattro volte all'anno su una ventina di questioni di importanza nazionale. Ci possono essere anche più referendum ed/od iniziative a livello cantonale e comunale, su questioni prettamente locali come l'acquisto di quadri particolari per il museo municipale, l'orario di apertura dei negozi, una modifica della destinazione d'uso di un terreno. Le autorità locali cercano di far coincidere le proprie votazioni con quelle nazionali, in modo da non chiamare gli elettori alle urne troppo spesso.

La discussione è sempre importante

Alcune votazioni sono chiare e comprensibili ed interessano la gente perché riguardano la loro città, il loro lavoro o i loro figli. Altre volte il quesito non è così chiaro e gli elettori non sono sicuri dell’influsso che potrebbe avere sulla loro vita quotidiana. Solo la metà delle proposte dei referendum e solo un decimo di quelle delle iniziative popolari sono approvate dagli elettori. La partecipazione al voto di solito è intorno al 40%. Si sta ora considerando la sperimentazione del voto per via elettronica, con la speranza di incrementare in questo modo la partecipazione.

Anche se un’iniziativa non è approvata, il dibattito che ne deriva costituisce un importante contributo alla vita politica, e può spesso cambiare gli atteggiamenti a lungo termine.

Bibliografia

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