Creato da universopensiero il 20/11/2009

RivoluzioneInteriore

"Non siamo più centrali di quanto non lo sia qualsiasi altro punto dell’universo" Giordano Bruno (1548-1600)

AREA PERSONALE

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Giugno 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
 
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 8
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

 

L'ago della bilancia di un uomo per bene (cattolico divorziato). La MORALE è sempre quella.. fatela agli altri, mai a voi stessi

Post n°97 pubblicato il 22 Gennaio 2011 da universopensiero

21 gennaio 2008

Dichiarazione di Bruno TABACCI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: UDC)

Cuffaro, Cesa, Mele: ora basta assolverci da soli.
«Casini sbaglia a sottovalutare il caso-Sicilia. Così la politica si riduce a casta arrogante»

http://www.openpolis.it/dichiarazione/328154

Col compiacimento di chi si sente un libero pensatore, Bruno Tabacci scandisce parole grosse, che pochi altri politici possono permettersi: «Confesso che le brutte vicende di questi giorni - i rifiuti campani, la vicenda Mastella, la condanna a Cuffaro - mi hanno messo in una condizione di grande prostrazione. Nella vicenda politica oramai c'è soltanto la violenza delle diverse bande in campo. Comincio a provare disgusto per quel che siamo diventati: l'etica pubblica si disperde, siamo diventati campioni del conflitto di interesse, che esalta il nostro personale contro quello generale». Allievo di Albertino Marcora, già presidente democristiano della Regione Lombardia negli anni della Prima Repubblica, indagato e assolto durante Tangentopoli, da anni Bruno Tabacci vive con indipendenza di giudizio la militanza nell'Udc e nel centrodestra.

Il leader del suo partito, Pier Ferdinando Casini, ha tirato un sospiro di sollievo perché il Governatore di Sicilia Totò Cuffaro non è mafioso e dunque può restare al suo posto dopo una condanna a 5 anni. Lei condivide? «Non sono d'accordo con la sottovalutazione fatta da Casini. La mia solidarietà umana a Cuffaro è fuori discussione, ma nella mia coscienza emerge un dissenso politico per l'indifferenza con la quale si valutano le sentenze giudiziarie. Qui non stiamo parlando di un divieto di sosta».

 

Casini ospite di Annozero del 31 Marzo 2008 dichiara di assumersi le responsabilita' politiche di un'eventuale condanna dell'ex governatore della Sicilia Toto' Cuffaro

 


22 GENNAIO 2011

Casini e Follini: "Dispiaciuti
Per noi non è un mafioso"

http://www.livesicilia.it/2011/01/22/casini-e-follini-dispiaciuti-per-noi-non-e-un-mafioso/

In un comunicato congiunto Pier Ferdinando Casini e Marco Follini si dicono "umanamente dispiaciuti per la condanna di Totò Cuffaro" ed esprimono "rispetto per la sentenza, come è doveroso in uno Stato di diritto e tanto più da parte di dirigenti politici. Ma, non rinneghiamo tanti anni di amicizia e resta in noi la convinzione che Cuffaro non sia mafioso".

In quest'ora di infinita amarezza voglio attestare solidarietà pubblica all'amico Totò Cuffaro, che ritengo vittima di un clamoroso errore giudiziario". E' quanto dice Renato Farina, deputato del Pdl.

"Nonostante le nostre strade politiche si siano separate da qualche tempo, sono sempre stato convinto dell'innocenza di Cuffaro e dell'assenza di qualsiasi legame tra lui e la mafia. Oggi, nel pieno rispetto della sentenza, mi sento umanamente vicino a Totò e alla sua famiglia in questo momento di profondo sconforto". E' quanto afferma, in una nota, il segretario nazionale dell'Udc Lorenzo Cesa, appresa la notizia della condanna definitiva di Salvatore Cuffaro a sette anni di reclusione per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra.

"Dolore e vicinanza al senatore Cuffaro. Cristianamente gli saremo vicini nei giorni difficili che verranno, ma passeranno". Così il ministro Gianfranco Rotondi nel corso di un incontro a Milano con i quadri del Pdl.

 

Caso Cuffaro, l'ex governatore va a Rebibbia: "Mi costituisco"

Pubblicato: Gen 22, 2011

www.siciliatoday.net

"Rispetto la magistratura, adesso andrò a costituirmi". Sono le prime parole di Totò Cuffaro dopo la sentenza delle seconda sezione della Corte di Cassazione che ha sancito la parola fine sul processso Talpe DDA confermando la sentenza che condanna l'ex governatore a 7 anni di carcere.

"Mi appresto ad andare a scontare la mia pena - ha aggiunto - come è giusto per uno che è stato condannato, con grande fiducia nelle mie istituzioni che ho visto crescere nella mia cultura. Contento di questo ho trasferito questo messaggio ai miei figli e alla mia famiglia".

Dopo aver parlato con i giornalisti Totò Cuffaro si è allontanato a bordo di una Punto grigia diretto al carcere di Rebibbia.

CUFFARO DECADE DA SENATORE
Una delle conseguenze della conferma della condanna a 7 anni di reclusione per l'ex governatore della Sicilia Salvatore Cuffaro, attualmente Senatore dei Popolari Italia, è quella della decadenza dal seggio di palazzo Madama, ma il senatore potrebbe evitare la decadenza presentando anticipatamente le proprie dimissioni a Palazzo Madama


Ruby, Berlusconi: "Mi sto divertendo, sono sereno". La Cei: "Sconvolgente, risposte subito"

http://notizie.tiscali.it/articoli/politica/11/01/18/ruby-camera-dimissioni.html


Il Colle e la Cei chiedono al premier Silvio Berlusconi di chiarire la sua posizione in merito al caso Ruby mentre le opposizioni, senza girar troppo intorno ai discorsi, lo invitano a dimettersi immediatamente. il Cavaliere, tuttavia, non ha alcuna intenzione di lasciare la guida dell'esecutivo e, lasciando Palazzo Grazioli, a chi gli chiede se ha intenzione di dimettersi risponde: "Non faccio gestacci in pubblico. Ma dico, ma siete matti? Mi sto divertendo, sono assolutamente sereno". Tutta questa polemica, ne è convinto, "sarà un boomerang per loro". "La legge contro la prostituzione - aggiunge - l'ho fatta io". Ciò a cui si sta assistendo, spiega non è altro che un "processo mediatico" frutto di una "giustizia eversiva", ha commentato il presidente del Consiglio. "Se facessi festini con 24 ragazze sarei meglio di Superman....".
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si è detto preoccupato per gli ultimi sviluppi del caso Ruby e per il coinvolgimento del presidente del Consiglio. "A smentita di quanto riferito da qualche organo di stampa, non c'è stato in questi giorni alcun colloquio telefonico tra il Presidente del Consiglio e il Presidente della Repubblica". E' quanto si legge in una nota della Presidenza della Repubblica. "Si smentisce egualmente - prosegue la nota - che il Capo dello Stato abbia letto o comunque ricevuto, non competendogli in alcun modo, le carte trasmesse dall'Autorità giudiziaria alla Camera dei Deputati che dovrà pronunciarsi sull'autorizzazione richiestale a eseguire una specifica perquisizione". "Naturalmente, il presidente della Repubblica è ben consapevole del turbamento dell'opinione pubblica dinanzi alla contestazione, da parte della Procura della Repubblica di Milano al presidente del Consiglio, di gravi ipotesi di reato, e dinanzi alla divulgazione di numerosi elementi riferiti ai relativi atti d'indagine".
"Senza interferire nelle valutazioni e nelle scelte politiche che possano essere compiute dal presidente del Consiglio, dal governo e dalle forze parlamentari - viene aggiunto - egli auspica che nelle previste sedi giudiziarie si proceda al più presto ad una compiuta verifica delle risultanze investigative".
La Cei chiede sobrietà e chiarimenti, asse Vaticano con il Colle - La consueta prudenza ha lasciato il passo alla gravità delle accuse. I vertici della Chiesa cattolica hanno atteso, prima di intervenire sull'affaire Ruby. Per evitare di commentare fatti non ancora accertati, per non tirare ulteriormente la corda di un rapporto, quello con Silvio Berlusconi, già complicato. Il profluvio di rivelazioni, però, così come di lettere indignate dei lettori, ha spinto le gerarchie ecclesiastiche italiane e vaticane ad esprimere le prima critiche e puntualizzazioni. "In questi anni questo giornale ha ripetutamente ri¬cordato a tutti - premier in primo luogo - che per servire degnamente nella sfera pubblica bi¬sogna sapersi dare, e tener cara, una misura di sobrietà e di rispetto per se stessi, per ogni altro e per il ruolo che si ricopre", scrive il direttore del giornale dei vescovi 'Avvenire', Marco Tarquinio, in un editoriale di prima pagina intitolato 'Chiarezza necessaria'. Usa non a caso il termine "sobrietà", lo stesso evocato, al primo sorgere delle storie di Escort, dal suo predecessore Dino Boffo. "Io non so, insomma, come si concluderà l'indagine milanese a carico del presidente Berlusconi. Ma so che deve concludersi presto".
Tarquinio sottolinea che se sul piano delle possibili conseguenze penali il reato della concussione è "il più grave", il reato della prostituzione minorile "sul piano della valutazione morale" è "addirittura insopportabile". Il direttore del giornale Cei non risparmia termini forti: "Anche solo l`idea che un uomo che siede al vertice delle istituzioni dello Stato sia implicato in storie di prostituzione e, peggio ancora, di prostituzione minorile ferisce e sconvolge". Anche l'agenzia stampa dei vescovi, il Servizio informazione religiosa ('Sir'), chiede "che si faccia chiarezza in termini stringenti" sulla vicenda Ruby, "così da non tenere sul filo la politica, le istituzioni, più ampiamente la governabilità". Invoca "chiarezza" anche il vescovo di Mazara del Vallo Domenico Mogavero. Dopo le testate della Cei sarà il presidente in persona della Conferenza episcopale italiana, il card. Angelo Bagnasco, a menzionare l'argomento in occasione della prolusione per il consiglio permanente che si apre lunedì prossimo.
Per differenza di ruolo, il Vaticano tiene un profilo più basso - Nei giorni scorsi i media vaticani hanno evitato di citare tanto le intercettazioni sulle serate ad Arcore quanto la replica di Berlusconi. Oggi, per la prima volta, l''Osservatore romano' interviene, ma lo fa senza commenti o editoriali. Il giornale vaticano, invece, pubblica integralmente la nota con la quale il Quirinale ha sottolineato il "turbamento" degli italiani e la necessità di una "compiuta verifica" dei fatti "al più presto". E' il segno che il cardinale Tarcisio Bertone vuole evitare lo scontro con Palazzo Chigi e lasciare alla Cei la gestione della dialettica italiana. La Santa Sede, del resto, parla con tutti, e anche a pochi giorni dal voto di fiducia Bertone intervenne ad un pranzo con Berlusconi e i nuovi cardinali italiani. Nella Curia romana, certo, i malumori non mancano, ma non mancano neppure i dubbi sulla tempistica con cui è esploso lo scandalo Ruby. Ad ogni modo, nel Palazzo apostolico si spera che la vicenda si chiarisca entro il prossimo 11 febbraio, quando Bertone e i vertici della Segreteria di Stato e della Cei incontreranno Berlusconi e Napolitano all'ambasciata italiana presso la Santa Sede in occasione della commemorazione dei Patti lateranensi.
Nel mondo cattolico, tuttavia, c'è chi difende Berlusconi a spada tratta. Il premier è un "perseguitato politico" e pubblicare le intercettazioni sul cosiddetto caso Ruby "non è giustizia, è gogna, linciaggio", scrive il settimanale cattolico 'Tempi', vicino a Comunione e liberazione. Una lettrice scrive: "Io sono quella che si dice una cattolica berlusconiana, nel senso che ho sempre votato Berlusconi. Ma adesso, in quanto cattolica e in quanto femmina, confesso che ho più di una perplessità". E il direttore Luigi Amicone risponde: "Tutte le accuse sono fatte salve. Tranne la presunzione di innocenza e il diritto a difendersi in un regolare processo". Amicone, peraltro, ironizza sul sospetto del leader radicale Marco Pennalla circa "un complotto vaticano per far fuori Berlusconi e sostituirlo con Formigoni".
Dopo la cautela di lunedì, il Pd rompe gli indugi e chiede le dimissioni del presidente del Consiglio per il caso-Ruby. Le notizie contenute nel dossier inviato dalla Procura di Milano alla Camera dei deputati hanno convinto i democratici che non si poteva aspettare oltre e, dopo una consultazione tra il segretario Pier Luigi Bersani e i capigruppo Anna Finocchiaro e Dario Franceschini, si è deciso di chiedere il passo indietro del premier. Ha cominciato Bersani, conversando con i giornalisti: "Il mondo ci guarda, e visto che ce l'ha così intensa, Berlusconi si ritiri a vita privata". Ma poi la richiesta è stata portata anche in Parlamento dai due capigruppo, che hanno parlato in Aula. Linea sulla quale si è attestato anche Antonio Di Pietro, leader di Idv, secondo il quale il Parlamento dovrebbe votare "al più presto" la sfiducia a Berlusconi. Un passo indietro che, secondo il Pd, dovrebbe permettere al capo dello Stato e alla "stessa maggioranza" di lavorare per trovare la soluzione migliore, ovvero un altro governo che affronti le emergenze. Tesi, ovviamente, respinta dal Pdl: se Berlusconi cade ci sono solo le elezioni: "Se non ci si lascia governare, il voto è l'unica alternativa", avverte il ministro degli Esteri Franco Frattini.
Casini: "Fossi Berlusconi valuterei un passo indietro" - Il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini suggerisce al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, di fare un passo indietro dopo lo scandalo scoppiato in seguito al caso Ruby, sottolineando che adesso non serve più minimizzare quello che sta accadendo e nemmeno prendersela con la magistratura. "Se fossi Berlusconi - ha dichiarato Casini durante una conferenza stampa nella sede del partito a Milano - valuterei l'ipotesi di fare un passo indietro che rilancerebbe la sua coalizione e permetterebbe alla politica di occuparsi delle riforme di cui il paese ha bisogno". A questo punto, ha aggiunto Casini, "non serve più minimizzare quello che sta accadendo e neanche prendersela con la magistratura, siamo alla sostanza e non alla forma" e Berlusconi "deve chiarire davanti ai giudici e non scappare dai giudici". Se il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi non deciderà di fare un passo indietro in seguito allo scandalo Ruby e decidesse invece di andare a elezioni, secondo il leader dell'Udc sarebbe opportuno "andarci il prima possibile, noi siamo pronti" anche se secondo Casini equivarrebbe ancora una volta "a non prendere una decisione".
Secondo il leader dell'Udc lo scandalo Ruby "è una vicenda spiacevole di cui parlare, a nessuno piace sindacare a casa altrui, ma così non si può andare avanti. Berlusconi è una persona intelligente e dovrebbe far prevalere la serenità di giudizio rispetto all'orgoglio. Non possiamo far finta che i fatti non esistano, Berlusconi si deve assumere le sue responsabilità". Quindi, ha aggiunto Casini, il presidente del Consiglio "si difenda, faccia un passo indietro così si parlerà dei problemi degli italiani". Il leader centrista ha concluso sottolineando che "siamo arrivati in una spirale che porta a un avvitamento, siamo sulla bocca di tutti, facciamo ridere il mondo ed è un grave pregiudizio per l'Italia. Chi ha a cuore le sorti del paese deve porsi questo problema".

L'Avvenire: "Insopportabile sul piano morale - "Chiarezza necessaria" sulla vicenda Ruby, questo il titolo dell'editoriale di Avvenire nel quale si esprime "preoccupazione" e si attende che l'inchiesta si concluda al più presto. Per il giornale dei vescovi, se i due reati contestati - concussione e prostituzione - fossero confermati, sarebbero il primo "il più grave", il secondo "sul piano della valutazione morale, addirittura insopportabile". Il fatto, si legge ancora, che un Premier "sia implicato in storie di prostituzione e, peggio ancora, di prostituzione minorile, ferisce e sconvolge". Una vicenda, arrivata il giorno dopo la sentenza sulla Consulta, che si è abbattuta "come un tornado" sul Premier e "sull'immagine internazionale del nostro Paese". Ma tutto questo "poteva non accadere" e certo, si può "legittimamente argomentare su questo ennesimo e increscioso affondo giudiziario" ma "ci si deve interrogare anche e soprattutto su altro", ciò di cui parlò il Presidente della Cei Bagnasco a proposito del "contegno" di chi copre incarichi pubblici perché "per servire degnamente nella sfera pubblica bisogna sapersi dare, tenere cara, una misura di sobrietà e di rispetto per se stessi, per ogni altro e per il ruolo che si ricopre". Intanto, all'Italia, "è dovuto almeno questo: un'uscita rapida da questo irrespirabile polverone".


18 gennaio 2011


 

 
 
 

Questo è un buon consiglio.. un'uscita rapida dal polverone. Insabbiando tutto com'è consuetudine in certi ambienti di potere?

Post n°96 pubblicato il 18 Gennaio 2011 da universopensiero

LASTAMPAPolitica
18/01/2011 - BERLUSCONI NELLA BUFERA - PRIMI MALUMORI CATTOLICI
Caso Ruby, lo sgomento dei vescovi
"Irrespirabile polverone, fare luce"

Avvenire: «Storia che ferisce»

ROMA
Il giornale dei vescovi "Avvenire" interviene sul caso Ruby invocando «sobrietà» per coloro che operano nella sfera pubblica e invitando tutte le parti a fare subito chiarezza. In un editoriale pubblicato in prima pagina, il direttore Marco Tarquinio sostiene che «anche solo l’idea che un uomo che siede al vertice delle istituzioni dello Stato sia implicato in storie di prostituzione e, peggio ancora, di prostituzione minorile ferisce e sconvolge».

E ricorda che «in questi anni questo giornale ha ripetutamente ricordato a tutti - premier in primo luogo - che per servire degnamente nella sfera pubblica bisogna sapersi dare, e tener cara, una misura di sobrietà e di rispetto per se stessi, per ogni altro e per il ruolo che si ricopre». In proposito, Tarquinio ricorda le parole pronunciate a settembre dal cardinale Bagnasco: «In qualunque campo, quando si ricoprono incarichi di visibilità, il contegno è indivisibile dal ruolo».

Quanto all’inchiesta, il giornale dei vescovi chiede che si concluda presto. «A noi italiani, a tutti noi, comunque la pensiamo e comunque votiamo, è dovuto almeno questo: un’uscita rapida da questo irrespirabile polverone. E ognuno deve fare per intero la propria parte perchè questo avvenga con tutta l’indispensabile pulizia agli occhi dell’Italia e del mondo»


A Savona il secondo incontro delle vittime dei preti pedofili

Articolo n° 131054 del 16 gennaio 2011 delle ore 17:26

http://www.ivg.it/2011/01/si-terra-a-savona-il-secondo-incontro-internazionale-delle-vittime-dei-preti-pedofili/


Savona. Si terrà nella città della Torretta, il 14 maggio prossimo, l'evento "La colpa", il secondo incontro internazionale delle vittime dei preti pedofili. "Prosegue la proposta di incontro fra le vittime (e i loro familiari) che hanno subito violenza sessuale da parte di consacrati della chiesa cattolica o di altre chiese. Come deciso a Verona durante il primo incontro nazionale italiano, si è scelto di cambiare ad ogni appuntamento il luogo dell'incontro, per poter dare un'impronta dell'evento su tutto il territorio, una testimonianza data proprio li, dove si sono consumati i crimini del clero" spiega Francesco Zanardi coordinatore del gruppo nazionale "La Colpa".

"Nell'incontro del direttivo che si è tenuto a Milano il 7 gennaio 2011 si è scelta Savona come località per l'incontro primaverile del 14 maggio. Una testimonianza molto importante per via dei recenti casi di pedofilia che la nostra città ha subito, molto importante anche il modus operandi dei vertici del clero e dei sacerdoti, che a Savona è noto e molto chiaro, una testimonianza importante sia per noi Italiani che combattiamo dal territorio più compromesso dal clero, ma anche per le associazioni estere che interverranno, perche svela i meccanismi che poi in realtà la chiesa adopera in tutto il mondo per insabbiare i crimini del clero. L'incontro durerà per tutta la giornata e sarà diviso in diverse parti, alle 8,30 ci sarà l'incontro a porte chiuse tra le vittime di abusi e i famigliari, presenti anche le vittime del caso italiano più grave, quello dell'istituto cattolico per sordomuti Antonio Provolo di Verona che da solo conta più di 100 vittime, le vittime dei casi locali e quelle che interverranno dai vari paesi europei" spiega Zanardi.

"Verso le ore 10,30 ci sarà una breve conferenza stampa, per presentare il programma della giornata dopo, comincerà l'incontro vero e proprio, aperto al pubblico. Durante la giornata, non abbiamo ancora stabilito l'ordine esatto ma si tratteranno i seguenti punti: I traumi psicologici dell'abuso da parte di sacerdoti, le problematiche legali della pedofilia clericale, interverranno psicologi e avvocati. Ore 13 pausa pranzo di un'ora per ricominciare alle 14 quando tratteremo il caso specifico di Savona, esporremo le famose registrazioni e le testimonianze, non solo delle vittime. Alle 15,30 circa ci sarà l'incontro tra le associazioni italiane-europee e i parlamentari già intervenuti a Verona, per valutare la proposta di una commissione parlamentare di inchiesta contro la chiesa per crimini contro l'umanità" aggiunge il coordinatore de "La Colpa".

"L'incontro si concluderà alle 18 con una breve conferenza stampa, durante la quale i signori giornalisti potranno intervistare chi sarà disposto a rilasciare dichiarazioni. È stata scelta questa formula perché durante l'incontro, anche se le porte saranno aperte alla Press, per motivi di privacy e tutela delle vittime non sarà possibile effettuare riprese o fotografie. Data la presenza di persone sordomute saranno presenti in sala diversi interpreti" conclude Zanardi.

 

 
 
 

Renzi parla da segretario del PD alleato di Berlusconi, infatti sta già prendendo le distanze dal mondo reale. ROTTAMA RENZI

Post n°95 pubblicato il 11 Gennaio 2011 da universopensiero

FIAT: RENZI (PD), INVESTIMENTO A MIRAFIORI E' UNA GRANDE OCCASIONE

(ASCA) - Firenze, 10 gen - ''Ho visto con piacere che tutto il Pd pensa che gli investimenti che la Fiat vuol fare siano una grande occasione per il Paese''. Lo rileva il sindaco di Firenze Matteo Renzi (Pd), rispondendo a una domanda dei giornalisti nel corso di una conferenza stampa.

''Forse - rileva il primo cittadino fiorentino - e' la prima volta che la Fiat, abituata a chiedere soldi agli italiani per la cassa integrazione (certo, perché il 2011 è appena iniziato, n.d.r.), li mette per un progetto industriale. E' una gigantesca chance per il futuro dell'Italia. In un periodo in cui chiudono tante aziende, se riusciamo a rilanciare e fare anche di Mirafiori uno dei poli di sviluppo, insieme alle altre scommesse che Marchionne ha fatto come i poli americano e brasiliano, credo che sia una cosa positiva''.

''Poi - ha concluso il primo cittadino - naturalmente la discussione tra i sindacati e sui sindacati riguardano loro: la discussione in corso in questo momento mi sembra di piu' tra la Fiom e la Cgil, che non tra il Pd e i sindacati''.

/www.asca.it/news-FIAT__RENZI_(PD)__INVESTIMENTO_A_MIRAFIORI_E__UNA_GRANDE_OCCASIONE-980238-ORA-.html

Marchionne è solo un dipendente degli Agnelli. E' pagato per farli guadagnare e per agire da parafulmine. Nient'altro. La sua crudezza di linguaggio (e di azione) che scade nella pura provocazione per i cassintegrati, i licenziati e per gli operai che accettano ogni condizione per non perdere il posto di lavoro, è inaccettabile. I suoi padroni gli mettano la museruola. Se la Fiat ha ogni diritto di spostare la sua produzione all'estero, gli italiani hanno un diritto ancora più grande di presentarle il conto.Per decenni i profitti degli Agnelli e dei grandi azionisti li hanno pagati i contribuenti italiani, dalla cassa integrazione quando la Fiat aveva i conti in rosso, ai contributi per le rottamazioni, agli incentivi per le fabbriche al Sud. Gli Agnelli, la cui voce non si è ancora sentita durante la trattativa, facciano pure armi e bagagli, ma prima paghino le decine di miliardi di cui sono debitori allo Stato italiano.

"Siamo un gruppo di italiani sotto i 40 anni che vivono e lavorano all'estero, ma che continuano ad avere contatti diretti con l'Italia a cui ci legano affetto e nostalgia, accompagnati dalla rabbia di vederlo in costante declino.
Nessuno di noi si è finora impegnato direttamente in politica, pur essendo simpatizzanti per la sinistra nel suo significato più ampio, ma ciò che sta succedendo non può lasciarci indifferenti. Per questo abbiamo deciso di manifestare le nostre preoccupazioni su alcuni temi importanti:
- il ricatto di Marchionne un contratto imposto e non negoziato
- la convocazione di un referendum somigliante ai plebisciti del Ventennio in cui l'unica scelta è tra disoccupazione e condizioni imposte dal padrone
- la deroga a diritti costituzionali riconosciuti attraverso la stipula di contratti privati
- la rinuncia al contratto collettivo nazionale nel silenzio di Confindustria e di gran parte dei sindacati (che a priori avrebbero dovuto rifiutarsi di firmare un contratto diverso da quello nazionale per gli operai di Mirafiori)
- l'esclusione del più grande sindacato metalmeccanico dalla rappresentazione sindacale.br>Consideriamo tutto ciò molto grave.
Lo troviamo ancor meno accettabile in un periodo di crisi economica e rigettiamo il tentativo di far pagare ai lavoratori i costi del fallimento del neo-liberismo. Ci stupiamo di fronte al silenzio imbarazzante di gran parte dell'opposizione, soprattutto quella parlamentare, e pensiamo che sia il momento di schierarsi nettamente. La FIOM non difende solamente i lavoratori di Mirafiori, difende la Costituzione, la democrazia, la libertà di scelta. Difende, in sostanza, la possibilità di un futuro per il nostro Paese, che ci sembra sempre più lontano. Schierarsi oggi dalla parte dei diritti dei lavoratori vuol dire difendere un modello sociale basato non solo su solidarietà e uguaglianza - concetti che sarebbe ridicolo definire datati - ma anche su una più equa distribuzione del reddito, così da evitare crisi di sovrapproduzione e bolle speculative. Significa rigettare lo sfruttamento intensivo della forza lavoro, tipico dei paesi in via di sviluppo e non certo delle economie avanzate. Non sono riformisti coloro che vogliono riportare indietro le lancette della storia, ma reazionari. Non sono eroi quelli che, fomentando una guerra tra poveri, ci portano sulla strada del sottosviluppo. Non sono innovatori coloro che, invece di puntare sulla ricerca e l'investimento in capitale umano, cercano semplicemente di abbattere i costi col dumping sociale.
Siamo per altro convinti che gli attacchi alla Costituzione, ai diritti, al nostro contratto sociale e, in breve, al futuro del nostro Paese, si possano fermare. Questa speranza si lega a due elementi: lo sdegno per la realtà delle cose e il coraggio di cambiarle. Per questo non abbiamo dubbi: stiamo con la FIOM."

Laura Andrazi, Paris, Francia - Alessio Baldini, University of Leeds, UK - Giorgia Maria Battistello, Six Telekurs, London, UK - Tommaso Cavazza, Barcelona, Spagna - Francesca Congiu, University of Leeds, UK - Ilaria Giglioli, University of California at Berkeley, USA - Matteo Giglioli, Palo Alto, California, USA - Simone Giovetti, United Cities of France (Cooperazione Francese), Francia - Silvia Gurrieri, Paris, Francia - Giandomenico Iannetti, University College London, UK - Salvatore Marchese, Brno, Repubblica Ceca - Nicola Melloni, London Metropolitan University, UK - Vasco Molini, Maputo, Mozambico - Valentina Rigamonti, USAID, Afghanistan -Pietro Roversi, Oxford University, UK - Davide Sormani, Brno, Repubblica Ceca - Gigliola Sulis, University of Leeds, UK - Elia Valentini, University College London, UK - Alessandro Volpi, London, UK

http://www.beppegrillo.it/

 
 
 

PEDOFILIA, SOLO PROMESSE DAL VATICANO: A Malta l’ennesimo caso di vittime degli abusi di preti senza giustizia...

Post n°93 pubblicato il 10 Gennaio 2011 da universopensiero

di Marco Politi
Attendono ancora giustizia le vittime maltesi degli abusi commessi da sacerdoti. È un caso esemplare, perché dimostra che in Vaticano la macchina dei rinvii continua ad essere attiva. Era il 18 aprile scorso quando la Bbc riferiva delle lacrime di Benedetto XVI (giunto nell’isola) durante l’incontro con un gruppo di persone violentate. Ma le sanzioni della Chiesa non sono arrivate. Ora le vittime si sono rivolte direttamente al Papa con una lettera pubblicata da Repubblica: “Stiamo ancora soffrendo e siamo senza giustizia dopo sette anni. Per favore, ci aiuti, La preghiamo molto”. Le vittime sono ex allievi dell’orfanotrofio di Santa Venera. I preti accusati Charles Pulis, Joe Bonnet e Conrad Sciberras (a suo tempo trasferito ad Albano Laziale) sono stati favoriti dall’estrema lentezza della giustizia civile ed ecclesiastica. Sul piano civile, dopo sette anni dagli avvenimenti, si è conclusa l’istruttoria ma non è iniziato il processo. Sul piano ecclesiastico i superiori dell’ordine di san Paolo (cui gli accusati appartengono) hanno fatto sì che i tre preti fossero allontanati dal contatto con minori. Non solo: l’inchiesta interna dell’arcivescovado di Malta ha appurato e dichiarato che le accuse “risultano fondate”. Poi tutto si è inceppato. In una lettera spedita l’ottobre scorso alle vittime, i missionari dell’ordine di san Paolo specificano: “Abbiamo trasmesso gli atti a Roma”. Silenzio dalla Congregazione per la Dottrina della fede, cui spetta la parola decisiva. Eppure le nuove norme emanate dal Vaticano luglio scorso offrono la possibilità di saltare le procedure normali dei processi ed emanare una sentenza con “decreto extragiudiziale”...

IL SILENZIO del Vaticano rischia di mettere in forse la credibilità di Benedetto XVI, che a partire dalla sua Lettera agli irlandesi del marzo scorso si è speso solennemente
per una politica di totale rigore. Allora Benedetto XVI affermò che la preoccupazione primaria doveva essere la sorte delle vittime e non un “malriposto” intento di difendere l’onorabilità   dell’istituzione ecclesiastica. Ancora a dicembre il Papa si è rivolto alla Curia, sottolineando il “danno per tutta la vita” arrecato alle vittime dai preti pedofili. Alla durezza delle dichiarazioni non corrisponde, tuttavia, un eguale rigore nel procedere contro i colpevoli, nell’accertare fatti ancora nascosti, nel risarcire le vittime. Il Vaticano non ha aperto gli archivi per appurare gli insabbiamenti degli anni Ottanta e Novanta, e non ha creato un “osservatorio globale”, come proposto da alcuni vescovi, per monitorare la situazione a livello mondiale. Si avverte palpabilmente l’azione di freno della macchina vaticana e soprattutto della “struttura italiana”. Continua a prevalere la posizione di quei prelati, convinti che è meglio “quaeta non movere”, in italiano più semplicemente: non svegliare il can che dorme. Dunque, il più possibile non attivarsi per scoprire i delitti. La situazione dell’Italia, territorio direttamente sottoposto alla giurisdizione del pontefice, è paradossale. La Chiesa italiana, a differenza di altre Chiese europee, non si è data linee guida per affrontare il fenomeno, non ha promosso una commissione d’inchiesta, non ha nominato un responsabile nazionale per seguire gli abusi, non ha attivato un numero verde. Il prete anti-pedofili don Noto aveva proposto di creare in ogni diocesi un “Vicario per l’infanzia”: niente... Nei giorni scorsi si è tornati a parlare di (ex) don Gelmini per un ricovero in ospedale. Gelmini, accusato di abusi, è stato pressato dalle autorità ecclesiastiche perché chiedesse la riduzione allo stato laicale. Così, ora che è un normale cittadino, l’istituzione ecclesiastica se ne può lavare le mani e non cercare nemmeno di rispondere delle sue azioni...

NON È un bell’esempio per eventi (la comunità fondata da Gelmini è ad Amelia, in Umbria) accaduti ad appena cento chilometri da piazza San Pietro. Intanto la Cei non ha reso noti i nomi dei cento preti coinvolti, su cui già esistono dossier: cifra comunicata dallo stesso vertice della Conferenza episcopale. L’effetto freno si avverte anche nelle affermazioni contenute nel recente libro-intervista di Benedetto XVI “Luce
del mondo”. Il Papa da un lato sostiene che gli autori di abusi vanno “puniti”, però poi aggiunge: “Quanto i casi debbano essere resi pubblici, è una questione a parte…”. Non è un pungolo alla trasparenza... 

(Il Fatto di Dom. 9 Gen. 2011)
 

 
 
 

Se la chiesa scomunica chi abortisce ma non lo stupratore

Post n°92 pubblicato il 10 Gennaio 2011 da universopensiero

26/03/2010 11:30

Fonte:

http://www.provincia.grosseto.it/pariopportunita/news.php?id=5338

www.womenews.net

Pubblichiamo il testo di una lettera aperta indirizzata al prete di Pollena Trocchia, che ha minacciato barricate e occupazione dell'ospedale Apicelli di Pollena Trocchia (Napoli), definendolo "mattatoio" ed etichettando i medici abortisti come "macellai". A Don Giuseppe Cozzolino, parroco della Chiesa di S. Giacomo Apostolo Pollena Trocchia (Na).

Egregio Don Giuseppe,

Le scrive una prof.ssa di Lettere Classiche che ha operato, l'anno scorso, sul suo stesso territorio, del quale serba caro ricordo.
Come Lei, anche la sottoscritta ha scelto di educare, di istruire, di nutrire le menti e le anime, liberandole dai pregiudizi - tramite la riflessione e la dialettica -, dall'odio e dalla violenza - tramite la ricognizione storica degli eventi passati, alla luce dei quali inquadrare quelli presenti - e dall'indifferenza qualunquistica - tramite il riconoscimento e la contemplazione del Bello e del Sublime. Tra i pregiudizi più radicati da estirpare, c'è sempre, patente o strisciante, nelle aule come nella società, ancora purtroppo legata a modelli patriarcali di pensiero e di comportamento, quello relativo al minus esse della donna, umiliante e dolorosissimo, feroce e violentemente anticristiano, contro il quale la Chiesa e la Scuola dovrebbero lavorare in concordia e con lena, consapevoli del fatto che è proprio dalla sperequazione di trattamento riservata ai due sessi che procedono i tre quarti delle storture che affliggono il mondo intero, come unanimemente riconosciuto da quanti hanno imparato a patire nella propria carne le sofferenze di tutti gli offesi. Mi hanno terribilmente ferito ed allarmato le parole violentissime e impietose da Lei adoperate nel proscrivere una pratica legittima e legale quale quella dell'aborto, una mutilazione cui nessuna donna si risolve con facilità e leggerezza, e che non può in nessun caso essere paragonato ad un omicidio, sia considerando la scienza medica, sia la logica e sia la misericordia. Per quanto riguarda la scienza medica, siamo ormai tutti scolarizzati ed informati quanto basta per sapere che ogni donna in età fertile espelle, nella sua vita, senza neppure accorgersene, dai 10 ai 30 ovuli già fecondati, i quali, per motivi diversi e del tutto naturali, non riescono ad attecchire alle pareti dell'utero. Qualunque ginecologo potrà confermarglieLo: dobbiamo dunque ritenere che ogni donna sia naturaliter
Si rende conto della follia e dell'assurdità insite in una simile deduzione, e della conseguente mostruosità della Sua inaccettabile oltranza verbale, che si spinge a parlare di "mattatoi" e di "macellai" ? Passiamo ora alla logica: Lei parla di "bambini" riferendosi a quelle che, al momento dell'aborto, sono parti del corpo della madre, progetti di esseri umani non ancora dotati di sistema nervoso, incapaci di ogni percezione, che senza il corpo materno non sopravviverebbero.
La Chiesa ha fatto dell'aristotelismo, filtrato attraverso il tomismo, la base teoretica dei suoi assetti dottrinali: in base a quale logica, dunque, si pretende di considerare la potenza più rilevante dell'atto? Se a partorire fossero gli uomini, varrebbe sempre l'assioma che la madre è solo un mero "contenitore" di sperma che DEVE figliare anche sotto violenza, anche quando il parto determini la sua morte o un trauma psico-fisico irreversibile, che verrà scontato pure dal nato? E se, poi, figliare in qualsivoglia condizione, anche dopo l'orrore di un annichilante stupro, significasse raggiungere la "santità", ebbene: chi è che può estorcere la santità o imporla a qualcuno come traguardo esistenziale e morale? Cassiodoro diceva, invitando i cattolici del VI secolo a rispettare gli Ebrei: "Religionem imperare non possumus, quia nemo cogitur ut credat invitus...
un'assassina?
Se non si può estorcere la fede, come si può estorcere a una donna il senso dell'essere madre?

Inoltre: Lei davvero crede che esista qualche creatura al mondo che più di una donna comprenda intimamente cosa significhi dare la vita? Potrà dirmi che la Chiesa (contro S. Tommaso, peraltro, il quale diceva che l'anima viene infusa da Dio solo al 40° giorno dal concepimento) considera l'ovulo fecondato come una vita già in atto... ma - Le chiedo - la vita della madre non è forse una vita? Con che criterio si sceglie di macellare la donna per salvare un ovulo fecondato, magari mercé un atto di violenza barbarica e mostruosa che uccide la dignità, la fede, la speranza, l'amore e l'essenza stessa della vita della donna? E veniamo alla misericordia: come questo strano governo che ci ritroviamo, che scende in piazza contro i magistrati antimafia, contro chi lavora per la giustizia e il bene della società, Lei ha minacciato le barricate contro le vittime di violenze che sono oggetto di collettiva rimozione, di cui nessuno vuole udire il raccapricciante racconto, ovvero contro disgraziate che per motivi serissimi (che nessun prete sa o desidera ascoltare) decidono di interrompere una gravidanza...
Come mai nessun prete minaccia mai, invece, di chiudere le porte del tempio a chi stupra e devasta i corpi, le menti e le anime delle donne?
(come lei sai, a parte le 2000 morte ammazzate all'anno, sono 6 milioni e mezzo le donne violentate, in Italia, quasi sempre da mariti, padri e fidanzati, per non parlare di quanti vanno a comprare e stuprare corpi di bambine rapite con l'inganno e costrette alla prostituzione sulle nostre tristissime strade!).
Come mai Lei non indíce crociate contro i padri di questi figli non nati
, sempre sfuggenti e inesistenti, che lasciano le donne in perfetta solitudine a gestire situazioni drammatiche?
Come mai la donna e solo la donna, insieme al medico che applica la legge in scienza e coscienza, viene ritenuta dalla Chiesa responsabiledella "tenuta morale" della società
, mentre lo stupratore, ovvero il maschio fecondatore, ha sempre diritto a lasciare la scena indisturbato, nonché a essere perdonato settanta volte sette? Lei avrà sicuramente letto dell'orrendo caso della bambina latinoamericana di 9 anni stuprata dal patrigno e rimasta incinta. La decisione di farla abortire per evitare che il parto squartasse il suo corpicino violato e segnato per sempre, poco più di 30 kg in tutto, ha indotto il vescovo brasiliano Josè Cardoso Sobrinho a scomunicare la madre, il medico e la bimba stessa, ma non lo stupratore, che potrà continuare ad accostarsi tranquillamente ai sacramenti! Non è forse un abuso della misericordia, questo? A Lei pare che Cristo, che sta dalla parte delle vittime e degli ultimi, cioè di chi la violenza la subisce, possa aver avallato e possa approvare una simile barbarie? Cosa fa propendere la Chiesa per la giustificazione dello stupro e della violenza? Forse una necessità diffusamente avvertita dai suoi membri, che sta emergendo con tutto il suo indicibile e disgustoso lezzo proprio in questi giorni? Diceva Eraclito che se la felicità consistesse nel possesso di cose materiali, allora potremmo chiamare "felici" i buoi quando trovano cicerchie da mangiare; nel suo solco, si può dire che se la vita consiste solo nell'essere al mondo o nel respirare, allora nessuna morale ha senso, ed è perfettamente giusto e giustificato essere mafiosi o criminali!
Eppure c'è stato un tempo in cui la Chiesa metteva al rogo gli eretici perché, perdendo la vita "materiale", ritrovassero quella "spirituale", quella "vera", cioè... Non solo! La Chiesa ammette che si espianti un fegato da un corpo ancora palpitante per poterne salvare un altro, accettando che, in quel caso, la "morte cerebrale" basti a ritenere l'anima del donatore già ascesa al cielo... Quanta incoerenza, dunque, e quanta violenza contro di noi, povere donne (così tanto onorate, invece, dal Cristo, quando la Terra ebbe il privilegio di ospitarLo!), sempre valutate e considerate solo in ragione del sesso, ossessione dei maschi, morbosamente legate dalla Chiesa alla sola copula, mortificate nelle aspettative del nostro fecondo ingegno, dipinte come ianuae diaboli dalla squallida concupiscenza maschile, represse, zittite, menomate e marginalizzate, fatte a pezzi come Ippazia, usate e abusate solo per rabbia, invidia e sete di potere! Se il voler diventare madre e l'essere predisposta a farlo non è necessario per figliare; se il figlio è solo un pezzo di carne che deve uscire a qualsiasi costo dalle viscere anche squarciate di una "madre-per-forza", allora proclamo io che il senso della vita è stato completamente distorto e Le prevengo che sarò io a fare le barricate contro chiunque oltraggerà Cristo e la Vita stessa infierendo ancora sulle donne, negando loro, vittime "storiche" stanche di esserlo, quella dignità che viene riconosciuta ai più grandi e disgustosi peccatori, quelli che i piccoli, cioè, li "scandalizzano", e negando loro la suprema libertà di decidere cosa fare del proprio corpo, di decidere se e quando diventare madri. L'aborto è un orrore cui nessuna donna, sia pure folle, si sottoporebbe mai; va scongiurato educando i giovani al rispetto e al linguaggio dei sentimenti, alla procreazione responsabile e amorevole. Se proprio ha voglia di fare le barricate e di occupare dei locali, vada ad occupare, piuttosto, i luoghi in cui i corpi delle donne vengono mercificati, i luoghi in cui si selezionano le donne come le vacche, per farne delle prostitute reali o virtuali! Se potessi essere un prete (e non posso per un'altra violenza fatta dalla Chiesa alle donne, un'altra assurda esclusione MAI prescritta né prevista da Cristo!), io tuonerei dalla mattina alla sera contro le trasmissioni indecenti che corrompono le menti dei nostri ragazzi meccanizzando e volgarizzando il sesso; scenderei in piazza contro la pubblicità oscena che trasforma il sesso in un'esperienza obbligata e legata al consumo di beni o alla logica del branco; denuncerei tutti quelli che teorizzano o sdoganano la strumentalizzazione infame del corpo femminile: queste sono le vergogne da combattere! Questi dovrebbero essere i veri "nemici" della Chiesa! Se potessi essere un prete, infine, entrerei in quelle fredde stanze dove le donne sono sole con il loro terribile rimorso, i loro incubi feroci e il loro ventre "freddo come una rana"; prenderei loro le mani tremanti e gelate e le rassicurerei, dicendo che Cristo patisce ogni volta insieme a loro, perché nessun offeso della Terra, nessun "ultimo" è "più ultimo" di una qualsiasi donna.Nella speranza che i nostri cuori possano incontrarsi nella Pace e nella consolante luce della Giustizia di Dio

Prof.ssa Marcella Ràiola, Torre del Greco (Napoli)

 
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

ULTIME VISITE AL BLOG

florianaportafrance.spampinatoquiperegochri.castofraz13dodge79m.maurichmacridagiufra1968thedoors_italyblasussvalentina90_3ciberbiamteodoranilettor
 

ULTIMI COMMENTI

ottimo post http://www.onlinecasino.onweb.it
Inviato da: alexpix1975
il 26/07/2014 alle 21:09
 
LA VOLETE CAPIRE CHE SE LA FIOM ANDRA' AVANTI A...
Inviato da: s.bernasconi45
il 14/01/2014 alle 18:04
 
...grande!!! :)
Inviato da: dueoreper1Nick
il 25/06/2011 alle 00:33
 
:) Grazie... Contraccambio sia il saluto che la stima.
Inviato da: universopensiero
il 12/04/2011 alle 19:00
 
Vi è una schiavitù forzata e una schiavitù volontaria......
Inviato da: coluci
il 16/03/2011 alle 14:41
 
 

CHI PUò SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963