Giusto per votare no al referendum. Alcune riflessioni facili facili.

banner

La settimana è stata intensa. La vicenda del più grande creativo dop italiano, dove dop sta per dopato, ha turbato gli animi di tanti italiani, compresa la mia. Il susseguirsi di voci, comunicati, affermazioni, ha portato ancora una volta alla divisione.

Condannare Lapo o non condannare Lapo? Gli intellettuali (cioè quelli che vanno in tv) hanno pure azzardato un “chissenefrega, ho cose più importanti a cui pensare.” Un vero lusso di questi tempi, beati loro. Noi del popolino una posizione dobbiamo averla sempre.

Come noto siamo un paese esasperato da continue richieste di divisione. Dalla legalizzazione delle droghe leggere alla prostituzione, passando per Lapo Elkann, Fabrizio Corona, la Tizia di Cogne, la repubblica o la monarchia?, il nucleare le trivelle e come avrete già capito, il referendum costituzionale del 4 dicembre 2016. Pare proprio che un dibattito sul contenuto sia impossibile. Non serve leggere niente, capire niente o pensare a niente. Dobbiamo solo esprimere un rapido giudizio sulla base dell’azione di convincimento del testimonial di turno. Come nella pubblicità. Comprare o non comprare?

Io mi sono fatto un’idea su questo referendum. Ho interamente letto il testo e i riferimenti alle norme. Poi ho ascoltato Matteo Renzi via web due ore (fronte del si), e subito dopo sono andato a teatro ad ascoltare Marco Travaglio per due ore (fronte del no). In sostanza mi sono fatto una par condicio tutta mia. Per una volta ho provato a mettere la testa al posto del cuore.

Ecco le mie riflessioni personali in 5 punti:
(ora finalmente e finemente di parte)

  1. La riforma prevede un senato non elettivo, pertanto le regioni nomineranno i senatori in modo autonomo, sulla base di criteri personali o di partito. In caso di vittoria del si, i cittadini non avranno più voce in capitolo nel votare uno dei due rami del parlamento, non tanto perché verrà abolito, ma perché non sarà più elettivo.

  2. In caso di vittoria del si, i nuovi senatori saranno senatori part-time. Cioè divideranno il loro tempo tra consigli regionali/comunali e senato. Per il ruolo di senatore non percepiranno stipendio, ma come bonus avranno l’immunità parlamentale. Ma chi andrebbe a fare un lavoro gratis? Probabilmente a chi interessa l’immunità parlamentare come bonus. Ma a chi interesserà l’immunità parlamentare come bonus?

  3. In caso di vittoria del si, i tempi di approvazione delle nuovi leggi verranno notevolmente allungati. (posto che in Italia le leggi andrebbero ridotte e non incrementate) Il bicameralismo non viene abolito, ma vengono introdotti nuovi iter, più di dieci, per l’approvazione di una legge. Oggi ce ne sono solamente due, quello ordinario e quello costituzionale. Tutto questo è regolamentato dal nuovo articolo 72 della costituzione. In caso di vittoria del si, esploderanno inevitabilmente i ricorsi alla corte costituzionale per via dei nuovi conflitti tra stato, regione e nuovo senato. Vi invito a leggere il vecchio articolo 72 della costituzione e quello nuovo che è stato proposto. (dai, fate uno sforzo, ricordatevi che altrimenti moriremo tutti).


  4. Viene introdotto il ballottaggio anche per le elezioni nazionali. In sostanza se al primo turno non viene raggiunto almeno il 40% delle preferenze, andranno al ballottaggio i primi due partiti. In un sistema tripolare come il nostro (PD, PDL, M5s), dove nessuno va mai oltre il 30% delle preferenze, se non in casi rari, praticamente saremo sempre al ballottaggio. E quale è il problema direte voi? Il problema è il premio di maggioranza. Diciamo che i primi due partiti prendono il 27% e il 33% al primo turno (cosa probabile), chi vincerà al ballottaggio avrà un premio di maggioranza, aggiudicandosi il 54% dei deputati. Tenendo conto che l’affluenza media alle elezioni degli ultimi anni rasenta il 50%, in caso di vittoria del partito al 33%, verremo governati da un premier come espressione di un partito con poco più del 15% degli elettori. Ballottaggio e premio di maggioranza così combinati, mi spaventano un po’. Teniamo inoltre conto, come detto, che l’altro ramo del parlamento non è più elettivo.

  5. Le leggi di iniziativa popolare, che a questo punto restano forse l’unico lume di democrazia rimasta, vedono il proprio iter modificato in caso di vittoria del si, e non di poco. Oggi, per proporre una legge di iniziativa popolare servono 50.000 firme. In caso di vittoria del si le firme richieste salgono a 150.000, cioè il triplo. Come mai? Perché? Praticamente è un bavaglio, sarà impossibile proporre leggi di iniziativa popolare in futuro. Idem per i referendum abrogativi, dove le firme richieste salgono da 500.000 a 800.000.

La costituzione del 1948 è espressione di menti brillanti, comuniste, fasciste, cattoliche, liberali, guerrafondaie, pacifiste. Per due anni le migliori persone, di tutti i colori politici, hanno sintetizzato un testo espressione del desiderio popolare per poi votarlo praticamente all’unanimità. Io mi aspetto questo da una costituzione, mi aspetto questo da una classe dirigente. Questa riforma invece, che ricordiamo modificherà due terzi della costituzione, è stata scritta da Denis Verdini, Calderoli e Maria Elena Boschi nei ritagli di tempo. E’ figlia di inciuci, divisioni, ricatti, arrivismo e smania di potere.

Io la rimando al mittente. Vi assicuro che non morirà nessuno e non è la volta buona. Tornate quando sarete più preparati.

Alessandro Fazzini

Giusto per votare no al referendum. Alcune riflessioni facili facili.ultima modifica: 2016-12-03T12:33:30+01:00da

Related posts