Pare essere la traccia più utilizzata dagli insegnanti di scuola media dal 2010 al 2016. Tema troppo generico, forse proprio per questo interessante da tagliare. Mettiamoci dunque sui banchi di scuola, puntando almeno alla sufficienza. Se poi il tema dovesse sollazzare qualche studente, non si esiti a copiarlo spacciandolo come proprio.
La tecnologia di oggi; un vantaggio? Uno svantaggio? Forse entrambe le cose, più probabile nessuna delle due. La tecnologia è la mano armata dell’evoluzione, per natura incontrollabile e incontrastabile. Figlia dell’evoluzione naturale, non va mai arginata, ma studiata, interpretata e applicata. Un fiume può portar vita o morte, e le pietre o gli sbarramenti che ne modificano la traccia, porsi come causa di cambiamento. Quello che non possiamo fare, è chiudere la sorgente.
Quando pensiamo agli smartphone, universalmente accettati come il simbolo dell’abuso tecnologico, fatichiamo a vederli per quello che sono; delle protesi. Nella società moderna, quella dell’informazione, l’utilizzo assiduo di uno smartphone, diventa esso stesso protesi del nostro corpo, come un paio di occhiali, come un orologio. Potremmo mai vivere, in caso di deficit visivo, senza occhiali o senza lenti a contatto? Potremmo mai vivere, la notte, senza luce elettrica? Ovviamente no. Nell’era dell’informazione, ecco che lo smartphone diviene protesi necessaria, obbligatoria.
La protesi è un elemento volto a sostituire qualcosa di mancante, e non certamente un upgrade fisico. E se la società dell’informazione ci avesse reso inadatti, handicappati a farne parte senza protesi? Il paradosso tra causa ed effetto che ne scaturisce può far certamente riflettere, ma non risolverebbe il problema. La freccia del tempo scorre in un unico verso. Per vivere nell’era dell’informazione, serve la protesi per accedere all’informazione. Non è un abuso, è una necessità. Possiamo criticare l’epoca, ma se vogliamo viverci all’interno per lavorare all’evoluzione successiva, dobbiamo dotarci degli strumenti necessari.
Affrontare lo spazio senza tuta spaziale non è un gesto intelligente, è un atto suicida. Ma grazie a quella tuta spaziale, un domani potremo vivere su Marte senza tuta spaziale. Se pensassimo invece di vivere sempre con addosso la tuta spaziale, saremmo pazzi.
L’abuso tecnologico di oggi è proprio questo. Che ben venga. Siamo gli astronauti in cerca di un nuovo mondo, esploratori del digitale, del virtuale e di tutto ciò che artificiosamente ci porterà all’era successiva. Naturalmente.
Quindi gli svantaggi della tecnologia, o meglio i fastidiosi effetti collaterali del portare una tuta spaziale, iniziamo a vederli per quelli che sono. Chi non vuole indossare la tuta, non si senta eroe o particolarmente intelligente.
Sbaglieremo, verremo accusati di dipendenza tecnologica, di stupidità. Ma noi sorrideremo come folli esploratori, certi di non essere compresi. Più o meno inconsapevolmente usciremo da questa era di passaggio, gettando le basi per l’epoca successiva, quella della post-informazione. E sarà bellissima, qualunque cosa sia.
