delete

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A volte, rileggendomi mi viene da stendere un velo pietoso, ma caratterialmente detesto cancellare perché, fra gli accessori scolastici, la gomma stona. Fa eccezione. Le correzioni, gli errori sono un bagaglio. Il segno di un percorso, come le rughe sul viso. Spietate ma utili. E poi, senza traccia di tutto il percorso come fai a valutare davvero il genio? Un capolavoro può impiegare anni di trattative con te stesso oppure può nascere d’emblée e con la gomma non farai nemmeno un rito abbreviato. Basterà un veloce patteggiamento.
Come con certe persone quando il tavolo è lungo. Sarà merito del lievito. Non quello della pizza ma quello col quale siamo cresciuti noi. Al tavolo, stanno quasi sempre sedute dall’altra parte del mondo. Dopo però, camminando, i mondi cercano da soli i propri equilibri finché le ellissi si affiancano. Lunghezze d’onda.
Quella che certe sere si arriccia dolcemente dove arriva. A riva.
deleteultima modifica: 2019-02-22T14:41:26+01:00da arienpassant

8 pensieri riguardo “delete”

  1. Ho una collezione di gomme da fare invidia a uno studente dell’artistico perché cancellare mi dà sollievo e lo stesso avviene con la roba che butto via. E’ vero, rileggere per rileggersi è una sorta di rewind utile, ma è proprio necessario? non è preferibile lasciar fare al ricordo che per quanto ingannevole ci offre un riparo, se non altro, dai segni di interpunzione, pure quelli capaci di fare la differenza nelle nostre vite? Alle rughe non c’è rimedio, bisogna tenersele o barattarle con una faccia “gommosa”, ma di foto, blog, lettere (tu ne scrivevi?), diari preferisco farne un falò liberatorio.

  2. Con i ricordi ho uno strano rapporto. Non li cerco anzi li sfuggo perché il più delle volte vengono loro da me. Non bussano, non hanno delicatezza e nemmeno discrezione. Le foto, blog, lettere (sì, ne scrivevo, avevano un odore diverso dalle mail), non sono invadenti come i ricordi. Se non vai tu a riaprirle loro se ne stanno da parte come un hard disk esterno. Diari no. Mai scritti. Non conservo però e non sto contraddicendomi rispetto alla gomma. Anzi. Intendo dire che le cose fatte ormai le hai fatte e se un post, rileggendolo, non mi piace, lo lascio dov’è perché sono cose che ormai ho detto.
    Ho solo estremizzato il concetto sulla povera gomma che non ha colpe 🙂
    Parlo per me, il ricordo non è mai un riparo o un porto. Non li coccolo e nemmeno li rinnego o li ripudio. Come qualcosa che hai vissuto ma poi è finita, bella o brutta che sia stata, punto. E’ con le cose che cerco che mi dico virgola e non punto. Tante volte proprio non ci riesco a dire punto. Sì, i segni d’interpunzione fanno la differenza ma il tuo è un alibi che scarichi su di essi perché, in realtà, siamo noi la differenza.
    Poi non so, forse lo dicevi per l’uso che faccio io delle virgole. Lo so, alle volte, a leggermi si rischia il mal di mare. Me lo disse uno su un blog di una rivista. Una roba così più o meno “è interessante leggerti ma le tue virgole mi mettono ansia”. 🙂

  3. In realtà sono io ad abusare delle virgole, a volte me ne rendo conto e altre no, ma le tue virgole non mi sono mai parse eccessive, tutt’altro…comunque i ricordi “belli” me li tengo stretti, letteralmente parlando, perché ho una memoria piuttosto labile; per quelli “brutti” ho una capacità di rimozione incredibile, opera naturalmente del DNA 🙂

  4. immagino allora che dormi abbracciata con te stessa. Sulla memoria labile, anch’io. In effetti non è labile ma è come se avesse capito come sono fatto e rimuove da sola senza farmi sforzare. Le voglio bene proprio per questo. E’ amicizia vera 🙂

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