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Il diavolo e l’acqua santa: Sergio Dangelo e Lorenzo LOME Menguzzato alla Galleria Civica di Trento.

Lo Studio d’Arte Gentile Polo, dietro invito dell’amico LOME, ha partecipato al dibattito artistico intorno a poesia e arte fra l’artista Sergio Dangelo (Milano, 19 Aprile 1932) e Lorenzo LOME Menguzzato (Trento, 27 Agosto 1967) presso la Galleria Civica di Trento.

Nelle delicate atmosfere surrealiste legate alla rappresentazione della Natura delle enormi tele dipinte dall’artista Sam Falls (San Diego, CA, 1984) la serata ha preso il via con la condivisione dei gusti poetici degli artisti LOME e Dangelo e la presentazione dei coloratissimi libri oggetto creati a due mani dagli artisti in dialogo, pensati per poter essere appesi anche come quadro a due facce.

Partono poi gli aneddoti dall’espediente del tavolo traballante, apprezzato ironicamente dal milanese perché gli ricordano i turbolenti viaggi in mare, e LOME gli fa un affondo confidando che il collega mette sempre una zeppa ai tavoli dei ristoranti in cui si reca a mangiare. La situazione comica resta in tema marino con Sergio Dangelo che racconta di aver consigliato ad Alberto Moravia, che si lamentava spesso di essere stanco del suo lavoro, di andare a fare il pescatore di altura o il minatore mettendo fine alle lamentele. Va da sé che “Gli indifferenti” di Moravia non poteva piacergli e che Dangelo preferisca, per sua stessa ammissione, Emile Zola e l’ultima produzione poetica di Montale, quella meno “incomprensibile”.

Prosegue il racconto anedottico sulla poesia Lorenzo che riferisce di aver incontrato un giorno Alda Merini la quale, alla domanda su cosa pensasse della poesia, avrebbe risposto che la poesia non conta niente, conta solo la musica. Da queste affermazioni sarebbe nato l’interesse del collega Dangelo anche per la musica.

Quanto agli happening artistici (manifestazione artistica d’avanguardia, in voga dalla fine degli anni ’50 del XX secolo negli Stati Uniti, e poi diffusa anche in Europa a partire dagli anni ’60, caratterizzata dall’improvvisazione e dalla partecipazione del pubblico all’evento) per Sergio Dangelo sarebbero inutili.

Quando faceva docenza alle Accademie d’Arte lui non spiegava cattedraticamente né faceva produrre disegni o quadri improvvisati, bensì chiedeva agli studenti il perché usassero un dato colore o tecnica nei loro lavori. Gli studenti erano così coinvolti dal metodo di insegnamento da accorrere a frotte e dai suoi corsi sarebbero usciti anche dei buoni pittori nonostante non producessero i classici esercizi scolastici.

L’attrazione degli studenti per il suo metodo sarebbe stato tale che per invidia gli altri insegnanti lo avrebbero fatto fuori da almeno tre Accademie di Belle Arti…

A questo punto è intervenuta una domanda dal pubblico all’artista Lorenzo LOME Menguzzato: se dunque la produzione poetica e artistica sono inutili, il Bosco dei Poeti realizzato dall’artista nella tenuta di famiglia non sarebbe uno spreco di energia creativa rispetto allo scambio intellettuale studente-docente?

Il pittore trentino si è difeso bene sostenendo che ogni opera che gli viene donata, trascritta o fotografata è uno scambio in sé simile a quello studente-docente, con la differenza che mentre questo si limita alle aule scolastiche nel Bosco dei Poeti chiunque, in qualsiasi momento può ammirare o fermarsi a leggere una o più opere. Poesie, fotografie e schede delle opere sono messe liberamente a disposizione del pubblico in teche limitrofe alle opere d’arte lungo tutto il percorso nel bosco: possono essere consultate, meditate, acquisite e anche discusse sul posto e poi riposte nell’apposita teca per gli altri visitatori.

Fa da chiosa alla risposta l’osservazione che tutte le schede di poesia, fotografia e tecniche sono in formato A4 per una scelta volontaria di “democrazia dell’Arte”, per cui non si dà più importanza l’una o all’altra, ma sta al visitatore decidere in base al gusto.

A questo punto una amica del Sig. Gentile Polo, la pedagoga Annachiara Marangoni chiede all’artista Sergio Dangelo quale fosse dunque il mistero della sua opera artistica. Dopo un primo attimo di meditazione l’artista milanese risponde che non c’è mistero nella sua produzione perché nel mondo contemporaneo l’arte non deve avere un senso. L’Arte è un gioco ludico fatto da adulti in cui l’unica consapevolezza non sta nel dare un senso al gesto, ma nello scegliere il gesto, il gioco in sé cum grano salis. 

Noi tendiamo a dare troppa importanza al casus, mentre dobbiamo dare importanza al caso non dandogliela. Prendendo ad esempio la leggenda di Giotto e del suo cerchio perfetto: secondo Dangelo Giotto avrebbe distratto Cimabue con le pecore “Guarda la pechorella…” con il suo fare toscano, per estrarre il carboncino e fare il famoso cerchio; giratosi il maestro avrebbe esclamato “Oh che tu hai fatto? E’ mirabile…” riferendosi al gesto, non al motivo. Ma non chiedete al Sig. Sergio Dangelo come conosca la versione originale perché è un segreto…

Altra domanda curiosa del pubblico è stata rivolta sempre al Sig. Dangelo riguardo la sua conoscenza con Fortunato Depero (Fondo, 30 Marzo 1892 – Rovereto, 29 Novembre 1960) pittore, scultore e designer italiano.

L’artista milanese ammette di averlo visto dal vivo solo poche volte, in particolare legate alla diatriba artistica su chi avesse inventato il termine nucleare per l’Arte.

(Nota mia: l’Arte Nucleare è’ la corrente artistica nata a Milano, quando Enrico Baj e Sergio Dangelo pubblicano nel 1951 il Manifesto tecnico della Pittura nucleare, partendo dai presupposti dello Spazialismo, le influenze dell’automatismo surrealista unite agli influssi dell’informale europeo, agli stravolgimenti dello spazialismo di Fontana e alle sperimentazioni di Gianni Dova.
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Secondo il Manifesto della corrente artistica, l’Arte Nucleare si impone di “abbattere tutti gli ismi di una pittura che cade invariabilmente nellaccademismo. Vogliono reinventare la pittura disintegrandone le forme tradizionali. Nuove forme delluomo possono essere trovate nelluniverso dellatomo e nelle sue cariche elettriche. Non siamo in possesso della verità che può essere trovata solo nellatomo. Siamo coloro che documentano la ricerca di questa verità [] La forza di gravità non appesantirà più le nostri menti e non ci riporterà a terra perché è stata sconfitta dallarte nucleare, un supercarburante atomico per i nostri voli interplanetari.”)

Secondo il racconto di Sergio Dangelo l’artista Fortunato Depero avrebbe lamentato che i milanesi si erano appropriati indebitamente del termine Arte nucleare da lui coniato. Dangelo sarebbe risalito in quel di Rovereto per chiarire la diatriba e il tutto si risolse in scherzo e Depero, per risposta avrebbe donato un disegno a testa ai nuclearisti intervenuti, a cui Dangelo avrebbe risposto più tardi con il dono di una statuetta di sua produzione.

Dopo tanto parlare infine Lorenzo ha invitato tutti al rinfresco, dove sono stati serviti vini ottimi etichettati Bosco dei Poeti ad accompagnamento di formaggi grana ed a pasta molle, asparagi, crostini rossi al piccante, neri al carbone vegetale e verdi vegetali,  salsa allo yogurt e quella al pomodoro finocchio e kiwi, ed altre leccornie. Ovviamente noi dello Studio d’Arte Gentile Polo non potevamo esimerci dall’assaggiare come tutti queste bontà!

Verso la metà del rinfresco ci ha raggiunti anche l’artista Sergio Dangelo e l’avvocato Dott. Carlo Chelodi si è affrettato a presentare alla pedagoga Annachiara Marangoni in qualità di poetessa. Sfortunatamente l’artista milanese pur complimentandosi per l’avvenenza della bella artista, non ricordava di averla già in qualche modo conosciuta alla conferenza rispondendo alla domanda sul mistero della sua produzione artistica.

La poetessa, già imbarazzata, ha provato ad invitare l’artista alla sua performance al Castello di Drena con un generico “Ma lei ci viene al castello?”, probabilmente supponendo che il suo amico, l’avvocato Chelodi, avesse già informato il Sig. Dangelo dell’evento. Così non era, ed alla risposta che non sapeva a quale castello in particolare si riferisse, la poetessa si è purtroppo spazientita allontanandosi.

Questo piccolo qui pro quo in compenso ha fatto sì che l’artista Sergio Dangelo, vedendo la sua interlocutrice allontanarsi, si accorgesse di me, dello Studio d’Arte Gentile Polo, e si avvicinasse. Alla domanda: “Ma tu ci verresti con me al castello?” improvvisa, occhi negli occhi del grande artista milanese, ho risposto un “Certo!” così sicuro e sorridente da stupire me stessa. Emozionato dalla mia risposta l’artista milanese mi ha chiamata “Tesoro” e mi ha fatto l’onore di prendermi la testa fra le mani e darmi un bacio sulla guancia! Alla mostra di Loppio l’autografo, ora un bacio… quando lo racconterò al nostro allestitore Nico (Nicola) andrà in brodo di giuggiole!

A questo punto ha potuto farsi avanti anche il mio “capo”, il Sig. Gentile Polo, che ha ringraziato “il maestro per averci onorato della sua presenza, anche se siamo solo dei provinciali.”,stringendogli vivamente la mano nelle sue e ricevendo in risposta una rassicurazione: “Nessun artista è provinciale, siamo tutti al centro dell’Arte.”.

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Il diavolo e l’acqua santa: Sergio Dangelo e Lorenzo LOME Menguzzato alla Galleria Civica di Trento.ultima modifica: 2018-04-12T17:01:40+02:00da lucia.martorelli