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Nel segno del colore: Elisabetta Doniselli racconta l’arte di Gentile Polo

Nel segno del colore, l’arte di Gentile Polo ha incontrato la nota prof.a di Trento Elisabetta Doniselli.

Laurea Magistrale in Lettere moderne presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore nel 1983, insegnante per 34 anni in Storia dell’Arte del Liceo classico Giovanni Prati di Trento, Elisabetta Doniselli è sempre stata impegnata in attività di inventariazione museale, formazione di guide turistiche e operatori didattici museali, in corsi post-laurea per operatori del territorio, aggiornamenti per guide turistiche, organizzazione di eventi artistici, presentazione di cataloghi per le mostre d’Arte, è inoltre socia ANISA (Associazione Nazionale Insegnanti di Storia dell’Arte) e FAI (Fondo Ambiente Italiano).

Nell’incontro con le opere e la tecnica dell’artista Gentile Polo ha lasciato il suo stimato commento critico che desideriamo riportare integralmente di seguito (foto: Gentile Polo):

“L’arte corre nel tempo in cui vive e con cui vive e si nutre, sembra cogliere il ritmo dell’esistenza stessa e gli aspetti salienti del tempo e dei luoghi vissuti dall’artista.

In questo senso Gentile Polo attraversa tempi e luoghi, vicini od esotici con la medesima cura per le cose, le situazioni e le persone. La sua antica passione per il disegno e per la pittura coltivate già sui banchi di scuola, traspare dall’ampia produzione di questi ultimi tre anni. Da cosa emerge? La passione emerge dal modo coinvolgente con cui racconta storie, coinvolgente perché anima la scena con un segno vivo e mobile, sia nel b/n che nel colore. Un segno ed un colore apparentemente naturalistici.

Nella sua formazione Polo ha riflettuto su quella fase della storia della pittura a cavallo tra postimpressionismo e divisionismo, passaggio verso il contemporaneo in cui il colore eredita dalla cultura scientifica del tempo, l’energia luministica nella scomposizione, nel dividersi in singole virgole, segmenti, tocchi di colori primari (vedi l’opera dei divisionisti come Segantini, Previati, Pelizza, in seguito nei futuristi) che poi nell’atto visivo confluiscono sulla retina in un unico vibrante effetto cromatico, intenso come la luce solare en plein air, quindi secondo natura.

 

2013_Gentile-Polo_Il-raccoglitore-di-mele_VENDUTO (In foto:”Il raccoglitore di mele” di Gentile Polo, 2012)

 

Va detto che spesso il supporto bianco emerge, è visibile  tra una pennellata e l’altra, contribuendo notevolmente ad accelerare il senso della luce. La pittura, invece, prima di questa svolta di fine ‘800, usava la sfumatura, l’effetto chiaroscurale, quello insegnato dalla tradizione accademica. Il supporto non è un semplice dato tecnico, è un’imprimitura bianca di un certo spessore, nella quale la preparazione è costituita da una serie di leggeri, minuti incavi, una texture sotterranea su cui la pennellata gioca con una ininterrotta mobilità.

Ma l’effetto complessivo che si viene a creare è indipendente dal soggetto: può muoversi ad esempio ad onda, su una figura o su uno sfondo, per guidare lo sguardo, pilotarlo verso il fulcro del significato, della comunicazione. Ecco allora, l’isolamento del soggetto rispetto ciò che sta intorno, il risalto rispetto l’ambientazione. Vale, infatti, per il concetto che porta con sé, per il suo senso profondo, quello che si è depositato nella memoria dell’artista, come nudo valore etico, scavalcando quell’involucro formale, allestito intorno.

Questa peculiarità è un fattore fondamentale dell’opera di Polo come spiega il titolo della mostra nel segno del colore: ogni soggetto prende forza dalla qualità luministica ma anche dal taglio dell’impaginazione.

 

2013_Gentile-Polo_Fedeltà (In foto:”Fedeltà” di Gentile Polo, china e acquerello su carta – 2013)

 

L’argomento selezionato viene di solito isolato nei disegni e nel bianco/nero in genere, su orizzonti deserti; di rado, infatti,  immerge i temi in dettagliate ambientazioni (i soggetti con gli animali cani al marciapiede, cavalli, galline, mucche etiopi), anzi organizza delle textures leggere, quasi il corrispondente dell’acquatinta. Anche nel caso di storie e persone occidentali ed esotiche (Spiagge e bagnanti di Ancona, Seduti al sole, Metafora alpina, bozzetto di Allegoria della libertà) torna questa scelta: addita delle situazioni in genere statiche, e si sofferma su di esse, si lascia  irretire  da  quei  tempi  lunghi,  quasi  in  una  contemplazione,  soprattutto  delle atmosfere africane.

 

2013_Gentile-Polo_Allegoria-della-libertà_VENDUTO (In foto: “Allegoria della libertà” di Gentile Polo, acquerello 2013)

 

In  lavori  recenti  –  ad  esempio  Coscienze  a  confronto,  Allegoria  della  libertà entrambi del 2013 come altri -, lo sfondo e il primo piano sono ritmati da una scacchiera cromatica, volutamente anti naturalistica che incornicia il tema. E’ chiaro che in tal modo è avvenuto il taglio, il distacco rispetto al compiacimento descrittivo dell’ambientazione.  Si tratta qui di cogliere la scelta intrapresa da Polo.

 

2013_Gentile-Polo_Coscienze-a-confronto_s (In foto:”Coscienze a confronto” di Gentile Polo, acquerello, 2013)

 

Spesso l’effetto dei viaggi consiste nello sviluppo di una profonda pietas nei confronti della varia umanità incontrata, non traducibile con la parola attuale pietà, bensì con il termine latino indicante il rispetto verso il prossimo, verso il sentimento religioso: nel caso dei temi africani non c’è, infatti, la curiosità per il dato etnico, volutamente non descritto dalla pennellata. Volumi di figure, accanto ad animali domestici, storie sospese in attesa  di  chissà  quali  sviluppi  precari -eroici – drammatici, come in Africa (2012).

La medesima constatazione commossa e muta in tematiche che parlano del suo volontariato in progetti umanitari quali Amicizia e indifferenza, Lavoro minorile, Lavaggio automatico a Dubbo.

 

2012_Gentile-Polo_Clochard-amicizia-e-indifferenza_s (In foto:”Amicizia e indifferenza” di Gentile Polo, acquerello 2012)

 

Nella grafica l’espressività percorre una diversa strada, inserendo campiture di colore di immediato effetto comunicativo: è il caso di Giallo … (2013) in cui accanto ad un frammento di vita lavorativa fissato dalla china – impaginazione da reportage fotografico – , l’intensità del colore racchiude un racconto: un flash monocromatico restituisce una larga gamma di suggestioni sia emotive che sensoriali, soprattutto sonore e olfattive.

Analoga soluzione in Solo nella povertà, nel quale la fascia nera annulla l’orizzonte e cancellando il contesto, parla in modo inequivocabile all’osservatore del dramma della solitudine e dell’emarginazione; la fascia nera addensa il senso dell’opera sulla figura rannicchiata e contorta sui giornali sparsi a terra. Insieme alla china acquarellata soprastante evoca una dimensione esistenziale senza appello: qui l’esito formale e quello iconografico sembrano perfettamente compenetrati.  Clochard torna sul soggetto, isolato in questo caso dalle scarne linee geometriche dello sfondo, questa volta campiture vuote.

 

2013_Gentile-Polo_Mucche-Etiopi (In foto:”Mucche etiopi” di Gentile Polo, china su carta, 2013)

 

Temi umili, semplici nature morte, come l’oggetto del raccolto – qualcosa che sa di terra, humus, sia la pannocchia, le cortecce -, che gli accessori delle abitazioni – Camini – o ancora resti del passaggio dell’uomo – ferraglie – o come i molti animali domestici che vivono nelle sue raffigurazioni, inscindibili dalla sfera della quotidiana fatica, ovunque la si provi.

Conseguenza di queste scelte tematiche, spesso intrecciate con l’etica del suo impegno umanitario, sono i pochi paesaggi, nei confronti dei quali prevale l’incanto e l’ammirazione della natura così come il perenne gioco dei riflessi sull’acqua. (Elisabetta Doniselli, Stenico, 21 giugno 2013)

 

2013_Gentile-Polo_Luci-dall'-acqua_VENDuTO (In foto:”Luci dall’acqua” di Gentile Polo, acquerello 2013)

Nel segno del colore: Elisabetta Doniselli racconta l’arte di Gentile Poloultima modifica: 2020-02-06T18:05:20+01:00da lucia.martorelli