“Nel bacio degli amanti che si scambiano i silenzi
c’è una storia da buttare
e un’altra tutta da rifare”
Prenotare 3 camere in 2 diversi hotel (una per te, una per me, un’altra per noi), è stato roccambolesco
ma volevamo evitare che amici e famiglie potessero insospettirsi.
Mi aveva sorpreso la tua serenità nel fidarti della mia scelta pur sapendo quanto sono imbranato: “pensaci tu” .
L’hotel Residence Henry IV era, tra i tanti a Parigi, quello in cui nessuno dei nostri conoscenti o familiari ci avrebbe cercato, tanto il suo genere un pò tanto “stile impero” era lontano dai nostri rispettivi gusti , assai più semplici delle colonnine decorate che sorreggevano il lavabo della toilette o dei tetti pesantemente affrescati.
Dal balcone che dava direttamente sulla elegante Rive Gauche si poteva avvertire la sensazione di poter toccare con mano la cattedrale di Notre Dame e gustare la frescura proveniente dai Jardin di Luxembourg: ti sei affacciata, hai chiuso gli occhi ed ha preso un respiro profondo, sorridendo.
Poi ti sei girata, hai poggiato la tua mano sul mio petto ed hai avvicinato le tue labbra alle mie:
è stata la prima volta che ci siamo baciati.
Le nostre labbra si cercavano e ritrovavano, senza violenza, senza desiderio,
sembrava si riconoscessero e, finalmente, si riunissero dopo tanto tempo:
scorrevano l’una sull’altra studiando le forme, l’una dell’altro, saggiandone la morbidezza,
sorprendendosi a trovare il giusto incastro l’una nell’altra.
Poi gentilmente ti sei staccata da me –
“abbiano camminato tanto, vado a sciacquarmi la faccia” –
ed io sono rimasto assorto in uno stato per me insolito
di serenità e benessere,
come quando sei rimasto troppo a lungo sott’acqua in apnea
e riemergi stanco alla superficie del mare per riprendere fiato
e ti scopri ad apprezzare la sensazione dell’aria
che ti riempie i polmoni: il tuo bacio mi aveva riempito il cuore.
Ero assorto, dalla porta del bagno la tua voce
mi ha riportato alla realtà –
“amore puoi venire un attimo ?”.