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La Quarta Terrazza. Questa epoca in cui l’espressione culturale è sovente o necessariamente il frutto di contaminazioni tra le arti, sulle solide colonne di architetture perenni, dei luoghi di bellezza immutevole e ammirevole, lo sguardo contemporaneo può realizzare un dialogo rinnovato di percezioni ed emozioni.

Il modo di osservare cambia, come è cambiato il turismo o il viaggio (post pandemia) alla riscoperta di luoghi di prossimità. In alcuni casi dunque è riscoperta, in altri anticipazioni di un modo di viaggiare. L’offerta stessa può modificare l’interesse del fruitore. In questa idea di viaggio riesce a mantenere l’idea classica dell’intrattenimento e del tempo libero –  sempre più spesso snaturati dal concetto di divertimento obbligato –  al contempo sollecitando qualcosa di più intimo e strutturato in cui la curiosità gioca un elemento fondamentale: le connessioni a diversi stati emotivi, proiezioni del sé secondo l’interazione con i luoghi, e la loro testimonianza aggiornata dall’informazione. Si apre un mondo da vedere sorretto da uno spirito di partecipazione all’ambiente che ci circonda. Una sorta di Psico Viaggio. Un Cambio di mentalità. Un avventuroso godimento tra annunci incalzanti.

In questo affondo da cui può risalire la storia, la natura, (o l’enogastronomia) e lo stile di vita, è la tecnologia ad affacciarsi con forza, meglio quel metaverso, quel concetto di mondo in cui possiamo essere avatar e protagonisti virtuali, indossando cioè se stessi in una diversa personalità: i paramenti di una estensione che ci rappresentano in modo quasi teatrale. Questa condizione che permette l’approccio al mondo con altri occhi, tra pubblico e scena. Un avatar che qualifica i concetti e garantisce l’esperienza. Come appunto gli Avatar che sono  essenza e sostanza della narrazione interiore, dove l’ideale incontra il reale, e la narrazione reale di un luogo che integrando sostiene.

Per Cloning, così, sul fondo del lavoro di Adele Cammarata – Il ritorno dell’Avatara, basato su un racconto di Claude Cahun –  si è strutturata una storia titolata “La Quarta Terrazza” che ruota attorno al museo “Pezzi di Umano”.

::: Dopo aver ricevuto una lettera di incarico dal passato (Marci, 1666), la protagonista ‘T’AVAAR’ decide di eseguire alcune istruzioni contenute nella missiva. E si ritrova a viaggiare per svelare alcuni misteri. Due Libri, La Quarta Terrazza, un Calendario e un Museo Umano. Nel fare ciò si accorge che parla più voci, diversi linguaggi, esprime l’anima dei luoghi, ripetendo se stessa, come clone altro, in più frammenti di viaggio in cui diventa la guida di viaggio per gli spettatori. Per questo decide un itinerario che dalle storie del passato la porta al museo umano, e contemporaneo che ribalta l’inizio della storia. Ricavando per tutti un dialogo con gli spettatori, il sogno che spiega la realtà e la risposta alla lettera datata 1666 :::

Trovando nel genere magico il necessario ad esprimere le dinamiche di La Quarta Terrazza, e  anche ciò che normalmente non è sotto gli occhi di tutti o di ogni momento, la linea principale della storia è  un viaggio di prossimità, fatto di tappe in cui la guida è l’avatara ‘T’AVAAR’ in grado di indossare più personalità e rappresentare molteplici visioni e linguaggi, ripetendo se stessa, clone in più frammenti. Adunando a sé fattori salienti dei luoghi; interpretati e ri – consegnati dalla ricerca condotta, tra letteratura e architettura; ambiente e diversi misteri che hanno fascinato il mondo. Un momento in cui cogliere specifiche importanti, come quando si fa ricerca con hyperlink, dalla rivisitazione della scoperta dei libri più misteriosi del mondo ll Voynich  e Il sogno di Polifilo; dai giardini segreti delle ville, illustrando tra le tante meraviglie (di una regione come il Lazio), la villa monumentale di Villa Mondragone con Voyonich il libro più misterioso del mondo e il calendario Gregoriano  –  Inter gravissimas, bolla papale del  1582 promulgata a Villa Mondragone,  i giardini immaginati da  Francesco Colonna principe prenestino considerato l’autore più attendibile di ‘Hypnerotomachia Poliphili’ – manoscritto reso a stampa nel 1499 da Aldo Manuzio. E sino a sconfinare nella vicina Arcidosso e approdare alla psicodidattica del museo Pezzi D’umano.

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Pezzi d’Umano è  la GALLERIA-MUSEO ARTEREASTRA di Arcidosso (GR) – Toscana, Italia, un luogo che accoglie l’intera opera psico-didattica di Maurizio Pizzetti: un contenitore artistico che nasce con 5 percorsi per poi divenire “Il Viaggio” con 12 fermate. Queste offrono  al fruitore la possibilità di allargare i propri confini nel mondo dell’arte, poi, di far puntare un occhio sulla propria consapevolezza attraverso l’introspezione e di ciò che lo circonda in parallelo con la ricerca psico-fisica dell’individuo. Smuovere, in maniera naturale, due elementi fondamentali nella ricerca della consapevolezza: l’emotività e la comunicazione – spiega Maurizio Pizzetti che al progetto dedica da oltre ventanni il suo impegno. Così come ‘T’AVAAR’ intraprende il suo viaggio con delle informazioni, ma via via deve osservare ben altra realtà. Dall’incalzante formula pubblicitaria degli Annunci dell‘Occasione Unica a Le “sorti” degli oracoli di Fortuna Primigenia di Praeneste  – la Quarta Terrazza del complesso monumentale di Palestrina,  santuario celebre in tutto il mondo Romano – il bene e il male  trasmutano nei segni botanici del Voynich e nei passeggi del sogno di Polifilo: nei giardini segreti, quando con l’adozione del nuovo calendario, il tempo si nasconde per dieci giorni.  E in quello accade di tutto. Accade il viaggio. Tra pezzi d’Umano. Il viaggio iniziatico. Un cangiamento di stato.

Cover Pezzi d’umano fermata 8 Divinizzazione dell’arte.  Ricordi e Spiritualità; fermata 3 Io tu gli altri. Condivisioni |  MusArtereastra |  fermata 5 Arte di tutti. Abiti della mente . Voyonich, dettagli;

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Psico viaggio La Quarta Terrazza | Pezzi D’umanoultima modifica: 2022-11-03T10:59:03+01:00da Dizzly