CASANOVE. Anche l’Arte è un “grande seduttore” come Casanova, il cui richiamo omofonico nel titolo appare un mal sentito che attrae tuttavia, come il romanesco ‘casanova’, per indicare un nuovo spazio dedicato alla seduzione dell’arte. Boudoir e fumoir nella doppia esposizione, in città, e fuori città, per mantenere un dialogo tra interno ed esterno, e altre significative e necessarie dualità.
“CasaNove”, un nuovo spazio per l’arte contemporanea. Nove, dal suo interno 9 in via Cola di Rienzo 190, Roma. Nell’idea di rigenerare una casa romana, l’artista Carlo Marchetti ha ideato un primo evento d’arte (Urbana) legato ad una esposizione successiva fuori città (Extraurbana), nel secentesco Casale d’Artista OperaDomus con interventi site specific.
Primo appuntamento Urbana 9 giugno 2022, CasaNove, il progetto titolato come lo stesso spazio, aprirà al pubblico, critici, collezionisti e appassionati d’arte con nove artisti, 9artefici in esposizione:
Raimondo Bonamici, Cecilia De Paolis, Ugo Lo Pinto, Carlo Marchetti, Claudio Marini, Mario Nalli, Paolo Romani, Stefano Trappolini, Daniela Zannetti.
Figli della ‘pittura italiana’, gli Artisti di “CASANOVE” costituiscono una micro collettività dell’informale romano ed ulteriore matrice di transito di artisti che raccoglie, a partire dagli studi d’artista, tutta la vitalità germinativa dell’Arte. Nel display finale presenta il suo percorso e, con esso tutta l’esperienza energetica che se ne può trarre.
Artisti diversi per generazione, cultura e sintassi, associati però da un comune orientamento che li induce a consacrare l’arte nella liturgia dell’incontro. Aktionen prima ancora che mercato; con cifre stilistiche e poetiche frutto di un perenne corpo a corpo con l’arte, “come limite iniziale del possibile” (G. Celant); perenne atto di investigazione: di smuovere il pensiero, “di ripulire lo sguardo” (R.Tambor).
Il secondo appuntamento 2 luglio Extraurbana sposta il focus performativo nel Casale d’Artista fuori città, spazio in cui gli autori torneranno a confrontarsi sul rapporto esterno interno, con la presenza di opere permanenti nel casale e lo spazio esterno da occupare.
Il progetto è curato da Daniela Zannetti Giornalista – Cultural Producer. realizzato con ‘Artisti in Transito’ e Carlo Marchetti artista.
L’Opening urbana capitolina 9 giugno 2022 ore 19:00
Via Cola di Rienzo, 190 scala B – interno nove
(quinto piano)
Roma
L’Opening extra urbana 2 luglio 2022 ore 17:00
Via degli Aranci 1, Velletri/Cisterna
Ending urbana 23 giugno
Ending extra urbana 17 luglio
Con l’opening inaugurale, le esposizioni resteranno aperte nei fine settimana, e su appuntamento nei restanti giorni. Info: “Artisti in transito” Sitnewsfeel@gmail.com – Carlo Marchetti, 339 238 8942 (e whatsapp).
ElettrikaPsike
L’arte-casanova di Casa Nove è seduttrice perché altro non potrebbe essere, in quanto se – duce, conducendo in disparte, per sviare. E d’altronde il processo seduttivo non è richiamato anche dalla sua stessa duplicità, la doppia esposizione, il dentro e il fuori dalla città? E per condurre in un luogo a parte, distogliendo l’attenzione da qualsivoglia vincolo – sia quello della lusinga come del bene stesso – il progetto non teme neppure di aprirsi spiragli, per l’appunto nell’altrove, origliando l’I Ching. E solo al fine di carpire, ad ogni passo, l’intenzione degli artisti direttamente svelata da un Oracolo dei mutamenti. E così scopriamo ed apprendiamo che l’intento di questa seduzione tra un’immagine mentale e quella proiettata nell’atto creativo è il compromesso perfetto di un’infatuazione complice di un idillio senza colpa. Senza colpa, infatti, è il luogo e la condizione dove collocare il limite da valicare e dove anche le sfumature cromatiche di un solo dettaglio sono (e fanno) la sostanziale differenza. La seduzione di Casanova, come quella di Casa Nove, è un’opera d’arte, ed entrambe sono un incantesimo. Mettendo in gioco l’accoppiata complice di passione e risolutezza, traghettano il seduttore e il sedotto nell’inevitabile corrispondenza emotiva in questo transito di artisti. Artisti differenti e multiformi, ma legati da quella linea che delinea il mal d’arte in cerca del possibile, quel male incurabile che scuote le viscere per far piangere l’anima in assenza di passaggi, conversazioni e risonanze vibratorie che spezzano catene e cliché. Una nostalgia che infetta nel tempo, evocando flussi fuori dal tempo e che non può allontanarsi dal caos pigmentato delle molteplici materie sulle quali mescere il profumo dell’arte, né dall’ordine di un rigore tecnico e di metodo. E così aspettiamo, consci di assistere ad un atto seduttivo, l’entrata in casa. Una Casa Nove fatta di scatti, acquerelli, figli e prodotti di umani byte, pronti ad assistere ad una partita giocata fra pensiero e creazione. In frequenze sempre alchemicamente reciproche.