Un’infermiera imprigionata in una Aleppo assediata e distrutta dai bombardamenti, ha scritto una lettera straziante, che spiega il motivo per cui ha scelto di porre fine alla propria vita, piuttosto che affrontare lo stupro per mano di “animali” dell’esercito siriano. Questa lettera suggerisce che nella capitale siriana molte donne sono in pericolo in questo momento, e c’è da temere per loro. Il post con la lettera è stato condiviso da un operatore umanitario, Abdullateef Khaled:
Si può leggere nella tragica testimonianza prima del gesto estremo: “Io sono una delle donne di Aleppo, che presto saranno stuprate in pochi istanti.. Non ci sono altre armi o uomini che possono mettersi tra noi e gli animali che stanno per venire, chiamati “esercito” del paese………….. Sto commettendo un suicidio.. e non mi importa se voi dite che mi troverò nel fuoco dell’inferno! Sto commettendo un suicidio perché non voglio che diversi membri del regime di Assad mi violentino, mentre solo ieri avevano paura di pronunciare la parola “Aleppo”. Mi sto suicidando perché il giorno della “resurrezione” ha avuto luogo ad Aleppo e non credo che le fiamme dell’inferno siano peggio di tutto questo. Mi sto suicidando. E quando leggete sappiate che sono morta pura, nonostante tutti”. Ieri, la Croce Rossa ha dichiarato che un cessate il fuoco sarebbe stato l’unico modo per salvare vite umane in Siria, l’ultima occasione per migliaia di persone intrappolate ad Aleppo. Le forze e fazioni ribelli hanno raggiunto un cessate il fuoco ieri sera tardi, al fine di permettere ai civili di evacuare la città. Anche se questa mattina si sono sentite esplosioni e la tregua stenta a concretizzarsi.