Giugno 2020: Ivan Graziani – AGNESE DOLCE AGNESE (1979)

Ivan Graziani - Agnese dolce Agnese

 

Data di pubblicazione: 1979
Registrato a: Milano
Produttore: Ivan Graziani
Formazione: Ivan Graziani (voce, chitarra), Claudio Maioli (pianoforte), Gilberto Rossi (batteria), Bob Callero (basso), Walter Calloni (batteria), Giuseppe Pippi (basso), Fabrizio Foschini (pianoforte), Maurizio Preti (percussioni)

 

Lato A

 

                        Taglia la testa al gallo
                        Fame
                        Veleno all’autogrill
                        Il piede di San Raffaele
                        Docrto Jeckyll e Mister Hyde
 

Lato B

 

                        Agnese
                        Il prete di Anghiari
                        Fuoco sulla collina
                        Modena park
                        Canzone per Susy

 

Io credo di avere la voce di una bambina perversa.
Ma soprattutto di usare la voce come uno strumento,
spesso duello col pianoforte
(Ivan Graziani)

 

Artista poliedrico e decisamente avanti rispetto alla sua contemporaneità, Ivan Graziani è una delle pietre di diamante della canzone italiana. Il suo stile, in bilico tra melodia dolceamara, folklore e avanguardia, ha saputo coniugare nuovi linguaggi nella musica rock italiana, aprendo la strada a tutta una nuova generazione di cantautori che non si limitavano a cantare le storie, ma davano spazio alla musica, alla ritmica come forma di racconto. Mettiamoci anche una sferzante ironia, condita da un particolare timbro vocale, l’artista teramano è riuscito senza dubbio a far convivere melodia e rock come pochi.
Agnese dolce Agnese è il disco che più di ogni altro nella sua discografia, lunga e articolata, ha segnato la sua consacrazione presso un pubblico più vasto, e nello stesso tempo può essere considerato uno dei suoi album migliori. Grazie a singoli di una grande portata, il disco ha trascinato il folk-rock in territori più congeniali per il grande pubblico, senza peraltro sminuire l’ecletticità delle sue trovate.
Si parte col folk frizzante e popolano di Taglia la testa al gallo, che pare provenire dritta dritta dal repertorio classicheggiante di Angelo Branduardi, e si dimena con i suoi ritmi irregolari e per poi planare nella strofa in un mood più rilassato. Fame invece segue più da vicino gli stilemi del pop-rock anglosassone, che peraltro in quel periodo stava seguendo anche Lucio Battisti, con la ritmica pulsante e un ritornello giostrante. Veleno all’autogrill mette in evidenza tutta la sua tecnica chitarristica, con riff taglienti e velatamente hard. Il piede di San Raffaele invece mette in luce tutta la sagace ironia di Graziani, raccontando la storia di una certa Signora Sofia, sfruttata dal suo amante diciottenne, e di Isidoro, giovane omosessuale sbeffeggiato per i suoi capelli ossigenati, i collant, le scarpe verdi e la sciarpina di seta. Entrambi possono trovare riparo in una fede devozionistica, baciando il piede del santo. Il lato A si chiude con i riff saturi di Doctor Jeckyll e Mister Hyde, destinata a diventare un must nei suoi concerti.
Il secondo lato si apre con la dolcissima Agnese, che in un certo senso la si può considerare come la sua While my guitar gently weeps (anche per via dell’incipit). Infatti risente tanto di quella malinconia lontana cui George Harrison seppe conferire al celeberrimo pezzo dei Beatles. Uno dei suoi pezzi più belli in assoluto. Il prete di Anghiari invece è una sorta di ballata blues che si apre ad uno scenario festaiolo carico di ironia. Fuoco sulla collina è una ballata rock che pare abbia aperto parecchie strade al pop rock di Vasco Rossi dei primi anni ’80, soprattutto per il suono delle chitarre. Modena park risente ancora di certe influenze derivanti da Lucio Battisti, e la conclusiva Canzone per Susy è una romantica e nostalgica melodia con cui suggellare un album straordinario, sospeso tra poesia e fantasia, melodia e ritmo.
Ivan Graziani ci lascerà un triste giorno di capodanno del 1997, consumato da un tumore. Volle espressamente essere seppellito con la sua chitarra e il suo gilet di pelle, perché l’artista non abbandona mai il suo amore. E il “finché morte non vi separi” non vale di certo per il rapporto tra l’artista e la musica…

 

Giugno 2020: Ivan Graziani – AGNESE DOLCE AGNESE (1979)ultima modifica: 2020-06-15T12:59:00+02:00da pierrovox

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