Respira
Ieri mi è giunta la triste notizie che un mio cugino è morto per un infarto fulminante.
La morte in sé non mi suscita pensieri particolari. Periodicamente mi giungono notizie simili, zii e zie che purtroppo lasciano questa terra, ad una certa età è inevitabile.
Questa volta il trapassato non era così avanti con l’età, qualche anno in più di me.
Non so – mio cugino – che vita ha vissuto in questi ultimi decenni, non lo vedevo da lustri, ma certo è stata, forse, breve – la sua esistenza.
Quando si riflette sulla morte, è altrettanto inevitabile, scivolare in una certa retorica e morale.
Una cosa è certa!? Al morto, nulla più interessa e forse è in pace.
Noi che restiamo ci avvolgiamo d’un sudario malinconico, fatto di pensieri acuminati e afflizioni che solo il tempo, piano piano, sopisce.
Adesso, si possono prendere, solo, due strade.
Riflettere sul dolore lasciato dalla morte. Inevitabile. I vivi soffrano, i vivi ricordano, i vivi rimuginano.
O
Riflettere sulla morte che deve arrivare, anche questo è inevitabile, un trapasso ci porta a pensare alla nostra mortalità.
Chissà se esiste una terza opzione?
Magari è, semplicemente, cambiare discorso.
“La vita è un sogno dal quale ci si sveglia morendo.”
Virginia Woolf
I sogni sono, di solito, belli.
La vita non è, mai sempre e solo, un sogno, ogni tanto spunta qualche incubo.
Invidio gli ottimisti.
Alcuni brani per passare il tempo è perdersi nel silenzio dei pensieri.