L’improvvisa scomparsa di Monte San Francesco Sopra Velate

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San_Francesco_in_Pertica.jpegNelle mie ricerche compiute per la stesura di Humilitas – Quando la storia è scritta dai vincitori, mi sono imbattuto in un libro dal titolo “Monte San Francesco sopra Velate – La cancellazione repentina di una storia millenaria” di Andrea Ganugi. Monte San Francesco si trova dirimpetto il ben più famoso Sacro Monte di Varese. Eppure, il luogo è documentato in tal modo da far comprendere come esso sia stato attraversato da una storia millenaria. Solo un uomo di potere come Carlo Borromeo poteva cancellarne le tracce, a causa della disobbedienza dei frati ivi residenti. Questo quanto si potrebbe pensare, visto che i dettami della Controriforma dovevano essere accettati da tutti, pena l’eliminazione. In realtà, il discorso economico, anche in questo caso, sta alla base delle scelte compiute dal famoso cardinale. Eccone una spiegazione documentata. E’ soprattutto dai primi anni del 1400 che il santuario diventa una delle mete devozionali preferite dalle più importanti casate nobiliari milanesi: dapprima i Visconti, successivamente gli Sforza. Già meta di pellegrinaggio, anche per la fortunata posizione che lo poneva nella rotta verso le valli svizzere, dal 1412 venne esentato da qualsiasi forma di tassazione. Un privilegio che altri luoghi e ordini religiosi (come gli Umiliati) avevano acquisito e che il Borromeo prese di mira per adempiere ai suoi scopi. Nell’archivio della Diocesi di Milano vi è un documento che testimonia la visita pastorale di Carlo Borromeo alla pieve di Varese. Durante tale visita (1574) dettò delle condizioni ai frati affinché potessero mantenere consacrata la loro chiesa francescana di Monte Velate. Le condizioni riguardavano l’esecuzione di una serie di opere da eseguire sulla struttura e l’arredo della chiesa di San Francesco. Tali opere richiedevano uno sforzo economico notevole, pertanto non furono mai portate a compimento. Ciò fece si che la chiesa non riacquistò il perduto titolo di luogo di culto. Pertanto ne venne decretata la sconsacrazione. Nel libro di Ganugi si sottolinea come fonti orali riportino che i frati “dissidenti” furono addirittura murati e bruciati vivi. Parrebbe troppo se l’episodio non venisse contestualizzato in una cornice storica ben precisa. Nei luoghi dove si svolge questa storia e soprattutto nelle valli a nord di Milano, convivevano tradizioni religiose e costumi di vita arcaici, fede e superstizione; con la Controriforma si propagarono in tutta Europa processi a uomini e donne accusati di stregoneria e di patti col diavolo. Anche chi viveva lontano dalle città, come i frati, guaritrici, eremiti…spesso erano accusati ingiustamente, venivano processati, torturati e condannati a morte. Insomma, chi non si conformava con il nuovo ordine costituito veniva eliminato.

 

L’improvvisa scomparsa di Monte San Francesco Sopra Velateultima modifica: 2018-02-27T16:25:37+01:00da humilitasomniavincit
2017 "Humilitas" by Diego Moretti