“Adesso tocca a noi e stavolta non useremo i guanti”: Trump ha firmato l’Insurrection Act?

Trump: 'Barr agisca contro i Biden, è corruzione' - USA 2020 - ANSA.it

Negli Stati Uniti procede sempre più speditamente il riconteggio delle schede elettorali in Arizona, tanto che ormai rimangono soltanto otto scatoloni contenenti le schede da contare. Secondo quanto riporta The Gateway Pundit, “hanno riferito che stanno riscontrando delle gravi discrepanze nei totali delle schede, in alcuni casi fino al 20% delle schede mancanti”. Il numero dei voti ricontati non sembra dunque corrispondere al numero di voti dichiarati: quando fra pochissimo il riconteggio arriverà finalmente a conclusione, si potrà avere la prova definitiva dell’avvenuta frode elettorale ai danni dell’allora Presidente Donald Trump.

Le verifiche sulle schede effettuate in Arizona, ovvero le valutazioni indipendenti ed oggettive volte ad ottenere delle prove al fine di stabilire in quale misura i criteri prefissati siano stati soddisfatti o meno, in gergo si chiamano audit.

La giornalista Christina Bobb – di One America News – ha affermato che un certo numero di rappresentanti degli Stati americani potrebbero presto recarsi in Arizona per osservare le procedure del primo audit forense completo della storia.

Secondo quanto riporta The Gateway Pundit, la scorsa settimana una delegazione della Pennsylvania composta dal Senatore di Stato Doug Mastriano, dal Senatore di Stato Cris Dush e dal Rappresentante di Stato Rob Kauffman si è recata al Veterans Memorial Coliseum per le osservazioni dirette.

Il Senatore di Stato Dave Argall, dopo la visita in Arizona della delegazione, si è dichiarato a sostegno di una verifica forense completa in Pennsylvania, con queste parole:

Appoggio la richiesta di un audit elettorale, al fine di rispondere a eventuali domande persistenti che rimangono sull’equità delle elezioni del 2020 in Pennsylvania. Questa è la strada migliore per affrontare le legittime preoccupazioni della grande maggioranza dei miei elettori che hanno votato per rieleggere il presidente Trump e tutti i Pennsylvaniani. Questo è solo uno dei tanti sforzi di riforma elettorale che vorrei vedere approvati qui nelle prossime settimane.”

Queste notizie sono di particolare importanza, infatti la Pennsylvania è uno di quegli Stati chiave che hanno determinato la sconfitta dell’allora Presidente Trump. Questo significa che ciò che accadrà in questo Stato sarà decisivo.

Se la Pennsylvania guarderà, come sta accadendo, all’Arizona come modello da replicare, si creerà un’onda impossibile da fermare: lo storico audit dell’Arizona, come scritto sopra, sta per concludersi molto presto, mentre diventa sempre più evidente che gli altri Stati americani desiderano replicare questo processo proprio perché è il gold standard per verificare l’integrità delle elezioni.

Le ultime scatole che rimangono da contare in Arizona sono quelle rimaste sul carrello elevatore che si vede nella foto sopra


Il presidente Donald Trump ha condiviso un post su Telegram venerdì scorso, scrivendo:

“Grandi patrioti guidati dal Senatore di Stato Doug Mastriano, dal Senatore di Stato Cris Dush e dal Rappresentante di Stato Rob Kauffman, si sono recati nella Contea di Maricopa, in Arizona, per apprendere le migliori pratiche per condurre una verifica forense completa delle elezioni generali del 2020. Ora il Senato della Pennsylvania deve agire. Il Presidente del Senato Jake Corman deve mantenere la sua promessa ai suoi elettori di condurre una verifica forense completa. Il Senatore Dave Argall, presidente del Comitato del Governo statale, deve autorizzare le citazioni in giudizio, se necessario. La gente della Pennsylvania e dell’America merita di conoscere la verità.”

 

Mentre il generale Mike Flynn, fedelissimo di Donald Trump, ha da poco diffuso un video che mostra come il clima sia divenuto rovente e sembra vicina la resa dei conti. Queste le parole pronunciate da Trump:

“Come tutti sanno, la mia famiglia, il vostro grande Paese e il vostro Presidente hanno attraversato un terribile calvario a causa di persone molto disoneste e corrotte. Hanno fatto tutto il possibile per distruggerci e così facendo hanno gravemente ferito la nostra Nazione. Sanno che quello che stanno facendo è sbagliato. Ma si sono posti molto più avanti del nostro grande Paese. Settimane fa e nuovamente ieri, coraggiosi politici e leader repubblicani hanno avuto la saggezza, la forza d’animo e la forza per fare quello che tutti sanno essere giusto. Non mi piacciono le persone che usano la loro fede come giustificazione per fare ciò che sanno essere sbagliato. Né mi piacciono le persone che dicono: “Prego per te”, quando sanno che non lo faranno. Così tante persone sono state ferite. Non possiamo lasciare che tutto questo vada avanti.”

Ecco due delle tre schermate finali del video:

“Adesso tocca a noi!”

“E senza guanti…”

 

Qui il link del video.

Vedremo cosa accadrà in Arizona e nelle prossime settimane, ma sicuramente le parole di Donald Trump fanno pensare ad un suo ritorno, e non certo alle prossime elezioni presidenziali del 2024.

Nel frattempo un dato importante che non può passare inosservato a un’analisi attenta, è che molti avvenimenti accaduti a partire dal mese di gennaio 2021, quando Trump ormai non era più Presidente, facciano pensare ad una sorta di regia occulta, stavolta non più operata dal deep state, la quale sta conducendo gli Stati americani proprio dove voleva Donald Trump.

Il deep state ha tramato per la frode elettorale ai danni di Trump e ha spinto per i blocchi colossali e ingiustificati con il pretesto del CoVID, come sta emergendo dalle 3234 pagine di mail del dott. Anthony Fauci, che di recente sono state rese pubbliche e che dimostrano come Fauci fosse al corrente già a partire dal febbraio 2020 di fatti ed evidenze scientifiche sul CoVID-19, che tuttavia ha continuato volutamente ad ignorare.

Anche in politica estera ci sono tracce evidenti che fanno sembrare l’esistenza di una regia occulta: una linea dura in perfetta continuità con la politica antecedente del Presidente Trump, imposta adesso dall’attuale Presidente Joe Biden nei confronti della Cina, con un susseguirsi di sanzioni contro Pechino che hanno superato addirittura quelle decise da Donald Trump. Mentre con la Russia di Vladimir Putin si procede attualmente verso una politica distensiva, dato in perfetta continuità con la linea imposta da Trump quando ancora rivestiva la carica presidenziale.

Arriva poi una segnalazione molto importante del giornalista Cesare Sacchetti, che dal suo blog rimanda all’articolo della giornalista di News With Views, Laurie Roth, la quale avanza un’ipotesi che spiegherebbe bene quanto scritto sopra.

Il titolo dell’articolo della Roth è: “I militari e Trump hanno il controllo?”

Lo riporto integralmente perché, a mio avviso, è utile leggerlo in tutte le sue parti:

“Ho appena parlato al telefono con una fonte militare di alto livello e fidata che conosco. Mi ha confermato alcune fatti.

Per quanto riguarda la speculazione/confusione sul fatto che il Presidente Trump abbia firmato o meno l’Insurrection Act, lo ha fatto. La firma è stata posta il il 14 gennaio 2021. L’atto di firmare gli ha dato immediatamente altri due mesi in qualità di Presidente, secondo le stesse direttive della legge stessa. Mi è stato poi detto che i militari gli hanno concesso altri due mesi come Presidente. La seconda estensione era finita il 20 maggio e molto probabilmente è stata nuovamente prorogata dai militari, che ora sono in controllo secondo quanto prevede l’Insurrection Act firmato.”

“Attualmente, continua la caccia a Trump con l’avvocato di Manhattan Cy Vance che convoca un Gran Giurì contro il Presidente Trump, per quanto riguarda le sue tasse e le sue pratiche commerciali. L’unico problema che si può profilare per loro è che non possono arrestare un Presidente in carica e mi è stato assicurato che egli è ancora Presidente. Ancora una volta, i pazzi liberali e i legali stanno tentando disperatamente di fare tutto il possibile per fermare Trump.”

Continua la Roth:

“È stato confermato oggi che molti Generali si sono rivolti a Trump per candidarsi alla carica per eliminare il deep state, la cabala criminale. Essi stanno effettuando arresti dalla falsa inaugurazione della presidenza di Joe Biden. Il supporto militare è tutto intorno a Trump e continua sotto l’Insurrection Act.

Mi è stato detto che i militari passano attraverso il tribunale FISA e hanno già svolto la loro indagine, determinando che c’era una frode elettorale internazionale e nazionale. Conoscevano da tempo i numeri reali delle elezioni e dei voti e hanno agito di conseguenza.

I nostri militari sono vincolati dalla Costituzione, dal loro dovere e dall’atto di insurrezione firmato per avere il controllo, fare ciò che devono fare, effettuare arresti e fare quel che è giusto. Stanno sostenendo una nuova elezione in agosto e il ritorno del presidente Trump. Mi è stato detto che tornerà molto presto.”

La giornalista del News With Views conclude quindi:

“La mia fonte ha condiviso molto di più con me e mi ha dato la vera speranza che la giustizia si stesse svolgendo in grande stile e che la verità sarebbe presto venuta fuori nonostante i media esauriti e i politici carichi di ego.

[…] Pregate per il Presidente Trump e per i nostri militari mentre la verità viene fuori davvero.

Dio benedica l’America.”

Si potrebbe obiettare che questo articolo possa essere del tutto infondato visto che l’atto non è stato mai promulgato ufficialmente dall’allora Presidente Trump e quindi non è stato reso pubblico. Ma – come ricorda Cesare Sacchetti – nella realtà non è così e ciò è affermato nella stessa legge.

La legge a cui si fa riferimento è conosciuta negli Stati Uniti come “atto contro le insurrezioni”, in inglese Insurrection Act, ed assegna dei poteri speciali emergenziali al Presidente degli Stati Uniti per poter sedare ribellioni ed azioni volte a minare in modo diretto la sovranità degli Stati Uniti d’America.

L’atto contro le insurrezioni è stato inserito in origine nell’ordinamento americano nel 1807 e ratificato dall’allora Presidente Thomas Jefferson. Le disposizioni previste da questa legge sono state inserite, nel periodo successivo, nella legge nota come “Posse Comitatus Act” del 1878. Una parte di tali disposizioni prevede che per quanto attiene la “difesa nazionale” dalle minacce esterne non si debba seguire la stessa procedura che è prevista per l’attivazione della legge contro le insurrezioni.

In tale evenienza il Presidente degli Stati Uniti non è tenuto ad informare il Congresso e a fare una proclamazione ufficiale dell’atto, secondo alcune interpretazioni giuridiche.

Significa quindi che se la sicurezza stessa del Paese dovesse esser messa a rischio da delle minacce in grado di rovesciare il Presidente e la Costituzione, allora il Comandante in capo può firmare la legge senza dover rendere un annuncio ufficiale.

Il Presidente in situazioni di emergenza, come quelle esposte, può ricorrere anche ad altri poteri straordinari in linea con la Costituzione e leggi federali americane.

I PEAD (Presidential Emergency Action Documents) sono dei documenti presidenziali per azioni di emergenza e sono nati durante la presidenza di Eisenhower nei primi anni’50: sono degli atti concepiti allo scopo di fronteggiare delle situazioni di emergenza e garantire la “continuità di governo”. Ci troviamo nel periodo della guerra fredda tra USA e URSS e nel timore di un possibile conflitto nucleare. Dunque la prima preoccupazione era assicurare che rimanesse un governo in piene funzioni nel caso fosse scoppiato un conflitto nucleare.

I poteri dei PEAD si sono poi progressivamente estesi, includendo altre situazioni di pericolo o di emergenza per la sicurezza degli Stati Uniti.

Questi atti sono segreti e dunque non sottoposti alla ratifica del Congresso degli Stati Uniti.

Nessuno quindi può essere informato sui fatti ad eccezione dei vertici delle alte forze armate, i quali sono informati dallo stesso Presidente sul fatto che è stato dichiarato uno stato di emergenza e il comandante in capo assume perciò poteri straordinari per poter fronteggiare la situazione.

Se tutto questo sarà davvero confermato, i Paesi che dovessero aver tramato per la frode elettorale in Europa, insieme a Cina e Canada che risulterebbero anch’essi coinvolti, dovranno presto rispondere alle massime autorità americane. E l’Italia potrebbe essere in prima linea, con l’avvocato Carlo Taormina che è stato incaricato dallo stesso Presidente Trump con il compito di far luce sulla vicenda.

E questo spiegherebbe quella regia occulta operata dietro le quinte da Donald Trump con il sostegno dei militari.

E’ interessante notare, a questo proposito, cosa scrive Cesare Sacchetti, secondo il quale sarebbero avvenuti quattro passaggi per colpire al cuore il Nuovo Ordine Mondiale.

Il primo passaggio è stato colpire la grande finanza internazionale che è “il portafoglio di tutte le lobby di Washington.

L’operazione GameStop non appare affatto il risultato di un incontro casuale di quattro investitori dilettanti che si sono messi d’accordo per comprare le azioni di questa società facendo perdere sommi enormi ai fondi di investimento di Wall Street che avevano invece scommesso che le azioni sarebbero scese e hanno dovuto pagare miliardi di dollari ai piccoli azionisti americani.

GameStop è stato l’inizio di una demolizione controllata. È stato l’inizio di un attacco al cuore del sistema del mondialismo”.

Altro passaggio è stato sicuramente quello di rimuovere tutte le restrizioni e privazioni della libertà dei cittadini americani a causa del CoVID. Restrizione del tutto inutili e dannose per la salute come sta emergendo chiaramente adesso dalle email del dott. Fauci, che, forse opportunamente, sono saltate fuori proprio adesso.

Negli Stati Uniti ormai ben 46 Stati su 50 hanno eliminato l’obbligo di indossare le mascherine. Se il Nuovo Ordine Mondiale ha necessariamente bisogno della partecipazione degli Stati Uniti per potersi realizzare, molti governatori locali hanno vietato le vaccinazioni, senza che per questo si sia verificato un aumento del numero dei casi di malati CoVID e della mortalità.

Terzo passaggio è stato la l’operazione che ha coinvolto la nave cargo Ever Given, gestita dalla compagnia Evergreen, che si era arenata sul Canale di Suez. Che qualcosa non quadrasse, era chiaro dal primo momento. Diverse fonti ne hanno parlato allora e alcuni esperti hanno rilevato che il posizionamento di una nave di proporzioni tanto grandi nello spazio molto ristretto del Canale di Suez non è stato assolutamente casuale.

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Il giornalista americano Scott McKay ha rivelato che sui container di quella nave c’erano bambini rapiti in varie parti del mondo, che erano destinati a divenire vittime della rete pedofila internazionale. La sua fonte di informazione sarebbe stata una fonte militare americana di alto livello. I bambini sarebbero stati recuperati dalle forze speciali americane e russe. Ricordiamo come il nascosto ma enorme traffico internazionale di bambini, destinati a finire ogni anno nel giro della pedofilia, rende del tutto credibili tali affermazioni.

Inoltre con il blocco di quel tratto del Canale di Suez, le merci provenienti dalla Cina sono rimaste ferme per molti giorni, colpendo l’economia cinese e tutta la globalizzazione: infatti la Cina si serve del Canale di Suez per scambiare le sue merci. E’ quindi di un tratto strategico di mare.

Il quarto ed ultimo passaggio consiste nello scoperchiamento della frode elettorale e nel ritorno ufficiale di Trump al potere. Il riconteggio delle schede elettorali in Arizona è giunto ormai quasi al suo termine; mentre ciò che è avvenuto inizialmente nella contea di Maricopa, come abbiamo visto, sta divenendo il modello di altri Stati chiave come la Pennsylvania, per poi trascinare via via tutti gli altri in un’ondata inarrestabile. Ormai il processo ha avuto inizio. La sua logica conclusione sarà il ritorno di Donald Trump al potere molto prima della scadenza del mandato di Biden nel 2024.

Tutto quanto avvenuto deve necessariamente essere stato programmato molto prima delle elezioni del 2020. Donald Trump sapeva già che si sarebbero verificati dei brogli, tanto che ne aveva apertamente paventato il rischio. E’ logico pensare che abbia preso delle precauzioni e delle contromisure adeguate. L’operazione vede certamente la collaborazione attiva dei militari, che si trovano al sostegno di Trump, e senza i quali non avrebbe potuto realizzarsi.

L’ordine esecutivo, intitolato “Imposizione di determinate sanzioni in caso di ingerenza elettorale straniera nelle elezioni USA”, firmato da Donald Trump nel 2018, va proprio in questa direzione. In esso si prospettava l’attivazione di uno stato di emergenza nel caso in cui si fossero verificate ingerenze straniere volte a manipolare il risultato delle elezioni americane.

Se l’Unione Europea globalista e grande sostenitrice dell’élites finanziarie internazionali, che puntano al Great Reset e al Nuovo Ordine Mondiale per il futuro dei popoli, continuerà a sottovalutare questi chiari ed evidenti segnali, potrebbe ripetersi ancora una volta quel che accadde nel 1945, quando gli Stati Uniti vinsero la guerra sconfiggendo definitivamente il Terzo Reich. Anche allora era stato sottovalutato il potenziale bellico statunitense.

Intanto negli USA tutta l’impalcatura del CoVID è ormai prossima al crollo definitivo, mentre l’Europa continua di fatto ad ignorare la realtà con un “negazionismo” evidente, abusando del significato di tale termine e trasformandolo in un’etichetta da attribuire a coloro che dissentono, allo scopo di isolarli e screditarli.

Si avverte forte in Europa l’odore delle peggiori dittature della storia, e che abbiamo creduto non avrebbero potuto mai più trovare spazio in questo tempo.

Ma il ritorno di Donald Trump è ormai vicino?

 

“Adesso tocca a noi e stavolta non useremo i guanti”: Trump ha firmato l’Insurrection Act?ultima modifica: 2021-06-14T05:09:19+02:00da daniela.g0