Implantologia dentale a carico immediato all on 4-6

L’implantologia All on 4, messa a punto dal celebre odontoiatra portoghese Dr. Malò, prevede l’inserimento di soli 4 impianti dentali in titanio all’interno dell’osso nella cavità orale del paziente in punti ben precisi che permettono al clinico di agganciare la nuova protesi fissa totale immediatamente dopo l’inserimento degli impianti realizzando il carico immediato.

Il paziente possa uscire dallo studio dentistico con i nuovi denti in bocca e, quindi, con una situazione orale completamente risanata sia per quanto riguarda l’estetica sia per le funzionalità, pensiamo alla masticazione quindi alla digestione ma anche alla corretta fonazione e respirazione.

In quali casi l’implantologia All on 4 è più adatta ?

Edentulia totale

la mancanza totale di denti all’interno del cavo orale oppure in una parte di esso come ad esempio nel solo osso mascellare o mandibolare può essere dovuta a differenti ragioni tra cui è possibile individuare sicuramente un evento di origine traumatica come un incidente oppure come risultato di altre cause, vedi ad esempio carie ed infezioni non tempestivamente e/o adeguatamente curate od anche, semplicemente, una questione di vecchiaia che ha determinato la caduta degli elementi dentali.

Inutile dire che questi soggetti vivono la situazione peggiore poiché sia dal punto di vista funzionale che da quello estetico sono completamenti scoperti.

L’implantologia All on 4 su detti soggetti permette una soluzione più rapida poiché non ci sono estrazioni dentali da effettuare salvo i casi in cui il clinico debba intervenire per una bonifica che si concretizza nell’estrazione di radici di denti o parti di esse nonché nella preparazione dell’osso ricevente.

Protesi parziale mobile sorretta da denti residui

Detti pazienti si recano dal dentista poiché hanno ancora una parte della dentatura, in alcuni casi abbastanza compromessa (in alcuni soggetti, può dare adito a dolore derivante da infezione, ascesso etc.) che però riesce ancora a sorreggere una protesi scheletrata o scheletrato.

La motivazione che spinge questa seconda categoria di persone a rivolgersi all’odontoiatra sta nel fatto che i denti residui possono risultare estremamente mobili e prossimi a cadere conseguentemente tutta l’arcata ne sarebbe compromessa.

Prima di poter iniziare le procedure prevista dall’implantologia All on 4, il medico deve intervenire per bonificare la parte interessata procedendo con le debite estrazioni dei denti residui

Stabilizzare la protesi mobile con impianti dentali

E’ noto, soprattutto ai diretti interessati che la protesi mobile (la classica dentiera che si tolgono durante la notte) anche se costruita con la massima attenzione e precisione, con l’andare del tempo tende a muoversi (ad esempio poiché la struttura gengivale sottostante si retrae lasciando piccoli spazi vuoti all’interno del quale vanno ad annidarsi microscopiche parti di cibo che, a loro volta, provocano dolore durante la masticazione ed una situazione non ottimale per quanto riguarda l’igiene della bocca).

Quando la protesi dentale mobile si sposta anche la fonazione ne risente parecchio, specialmente alcune lettere non sono pronunciate correttamente (in alcuni casi, molto imbarazzanti, l’aria che si incanala crea un sibilo).

Indipendentemente dalla situazione di partenza, l’odontoiatra, prima di poter procedere con l’implantologia All on 4 quindi al posizionamento degli impianti dentali endossei deve riportare le condizioni generali del cavo orale alla normalità e, successivamente, richiede al paziente degli esami clinici (Ortopantomografia e TAC ) per preparare l’intervento.

Inserimento degli impianti dentali con la tecnica All on 4

Esistono sostanzialmente due approcci differenti che il clinico può utilizzare e sono:

Implantologia All on 4 con dima di Malò

Una volta estratti i denti residui o parti di essi si procede con la bonifica della parte. Il passo successivo è quello di posizionare la dima chirurgica di Malò sulla mandibola in modo tale che detta dima e le tacche su di essa possano guidare l’odontoiatra nel corretto inserimento degli impianti nonché nella loro inclinazione all’interno dell’osso.

All on 4 con l’implantologia computer guidata

A partire dai dati della TAC (oppure TAC DENTALSCAN Cone Beam 3D) il computer riproduce virtualmente la struttura ossea del paziente e decide in quali punti inserire gli impianti. Tutti i dati vengono inviati ad una struttura che realizza una dima chirurgica molto più complessa rispetto a quella del Dr. Malò e che assomiglia ad una miniprotesi con dei forellini situati in corrispondenza dei punti in cui il medico inserirà le frese per preparare la sede ossea che riceverà l’impianto in titanio.

Indipendentemente dalla tecnica utilizzata per l’alloggiamento degli impianti dentali (con guida del computer o meno), si procede alla sutura dei lembi che sono stati creati ed a posizionare i transfer per rilevare le impronte dentali.

A questo punto la palla passa al laboratorio odontoiatrico che inizia la preparazione dell’arcata provvisoria immediatamente dopo la determinazione dell’altezza di masticazione rilevata attraverso l’utilizzo di una struttura in cera realizzata sulle personali caratteristiche proprie del caso in esame.

Una volta pronta l’arcata, essa viene inserita nel cavo orale del paziente e fissata sulla testa agli impianti grazie alla parte sporgente di essi (detta emergenza). Si procede poi a controllare l’occlusione e ad apportare le necessarie modifiche nel caso in cui siano necessarie.

Dopo circa sette o dieci giorni il paziente viene chiamato per la prima visita post operatoria durante la quale si procede anche alla rimozione dei punti di sutura.

Durante i due mesi successivi non resta altro che attendere la completa guarigione delle ferite all’interno della bocca, attendere l’assestamento delle gengive (compresa la papilla nel caso di protesi senza gengiva finta) in base alla nuova arcata.

Trascorso tale periodo, detto di osteointegrazione, durante il quale il paziente ovviamente riferirà al dentista eventuali problematiche che saranno così tempestivamente risolte anche sul definitivo, arriva il momento di sostituire protesi provvisoria con quella definitiva costruita in base alle scelte precedentemente fatte dal cliente ed dei consigli dell’odontoiatra.

Conclusioni

Riassumendo, l’implantologia All on 4, in pochissimo tempo e con un intervento mininvasivo, permettere di riabilitare completamente l’estetica e le funzionalità della bocca del paziente.

Grazie ai quattro punti di ancoraggio individuati dal Dr. Malò e all’estrema precisione raggiunta dai software che elaborano le informazioni sullo stato del paziente, è possibile intervenire anche in quei casi in cui in passato non si poteva a causa della ridotta dimensione dell’osso.

Gli impianti dentali sono delle viti in titanio utilizzate per sostituire le radici dei denti mancanti.

Gli impianti dentali sono delle viti in titanio utilizzate per sostituire le radici dei denti mancanti.

Le viti hanno una forma conica o cilindrica con lunghezza e diametro variabili in base alle necessità.

Il dentista può inserire gli impianti sia nella mascella sia nella mandibola.

Lo scopo del loro utilizzo è quello di sostenere una singola capsula, un ponte di 3 o 4 elementi oppure un’intera arcata quando mancano tutti i denti (edentulia completa).

Altro beneficio attribuibile alle riabilitazioni implanto-protesiche è che, rallentando il riassorbimento del tessuto osseo, prevengono l’invecchiamento prematuro e contribuiscono a mantenere i tratti del viso.

Riabilitando la corretta masticazione, i muscoli facciali tornano tonici a tutto vantaggio della pelle che risulta più tesa, fresca e giovane.

Dal punto di vista pratico è bene affidarsi ad un implantologo specializzato cioè un laureato in odontoiatria che abbia anche frequentato con profitto la scuola di specializzazione in implantologia

Quanti impianti dentali servono ?

La risposta a questa domanda è strettamente legata al caso specifico che il dentista si trova ad affrontare.

Solo dopo un’attenta diagnosi il medico può prospettare al paziente diverse soluzioni implantologiche per la sostituzione dei denti mancanti.

Di seguito riportiamo i casi più frequenti in cui è possibile utilizzare impianti dentali in titanio in sostituzione dei denti persi prematuramente:

Sostituire un dente

In mancanza di un solo dente le soluzioni sono principalmente due: un ponte dentale in cui gli elementi dentali contigui sorreggono quello mancante

I denti sani che fanno da pilastro devono essere preparati (limati e ridotti a monconi) ed è un vero peccato.

La seconda soluzione prevede l’inserimento di un solo impianto dentale sormontato da un moncone o abutment a cui il dentista fissa la capsula o corona protesica personalizzata.

Per sostituire più denti adiacenti

Per sostituire 3 o 4 denti adiacenti si usa il ponte sorretto da impianti dentali che svolgono il compito di pilastri di sostegno.

E’ possibile aggiungere uno o più impianti nel mezzo per irrobustire la struttura che deve resistere alle forze esercitate durante la masticazione.

Per supportare un’arcata completa

In presenza di pochi denti mal ridotti oppure in totale assenza di elementi dentali, l’implantologia prevede la riabilitazione di tutta la bocca.

La soluzione più comune è il ponte circolare completo su 4, 6 o 8 viti (raramente si arriva a 10).

Il numero di impianti dentali necessari non è quasi mai in rapporto di 1:1, un dente un impianto.

Una sola vite ha la capacità di supportare più di un elemento dentale finto.

Se le gengive del ricevente sono ancora in buono stato, il ponte completo non ha la classica gengiva rosa (detta flangia).

I nuovi denti protesici escono direttamente dalle gengive del paziente senza la necessità di ricoprirle.

Per ancorare una protesi fissa

In caso di edentulia totale (mancanza di tutti i denti) ed in presenza di importante recessione gengivale ed ossea, la soluzione è la protesi fissa con flangia Toronto Bridge.

Bastano 4 o 6 impianti dentali per ogni arcata.

La flangia ha lo scopo di nascondere gli impianti e permette di utilizzare denti della giusta misura.

Mancando tessuto osseo, lo spazio vuoto risultante viene colmato dalla gengiva finta.

Se così non fosse, il dentista sarebbe costretto ad utilizzare denti più lunghi con grave compromissione estetica.

Per stabilizzare la dentiera

La vecchia dentiera, quella che i nostri nonni mettevano nel bicchiere sul comodino prima di andare a dormire, è ormai in disuso.

La protesi mobile, infatti, comporta notevoli problemi di masticazione ma anche di fonetica.

La mancanza di denti è la causa principale del riassorbimento dei mascellari che, assottigliandosi, provocano la profonda modificazione dei tratti del viso.

Una persona senza denti appare più vecchia di quella che è in realtà.

Oggi si preferisce fissare la dentiera con impianti dentali creati appositamente che lasciano al portatore la possibilità di rimuoverla per l’igiene quotidiana.

In questo caso si parla di overdenture su mini impianti dentali con barra o con testa sferica e di protesi totale removibile o semifissa.

Struttura di un impianto dentale

Com’è fatto un singolo impianto dentale ?

In base all’immagine pubblicata sopra, distinguiamo 4 parti fondamentali:

1 Impianto, vite o fixture

L’impianto dentale vero e proprio, detto anche fixture o vite, è la parte che il dentista inserisce all’interno dei mascellari ed ha forma cilindrica o conica del tutto simile alla radice di un dente naturale.

La superficie della vite non è liscia bensì caratterizzata da elementi che migliorano la ritenzione della fixture stessa.

Tali elementi variano da produttore a produttore ma, in generale, possiamo trovare caratteristiche comuni.

La filettatura e le scanalature offrono maggiore superficie di contatto al nuovo tessuto osseo che va ad imprigionare l’impianto rendendolo ben saldo nell’alveolo.

Alcuni trattamenti come: anodizzazione, mordenzatura con acidi e sabbiatura, rendono rugosa o porosa la superficie implantare.

L’irregolarità della superficie implantare è osteoinduttiva poiché favorisce e velocizza il processo di osteointegrazione a tutto vantaggio del paziente che vede diminuire i tempi di guarigione.

2 Abutment

L’abutment o moncone è chiamato componente trasmucoso poiché attraversa le gengive ed ha lo scopo di permettere la connessione con la corona singola, con il ponte oppure con la protesi completa.

Esistono abutment angolati a 45°, dritti, in ceramica, in zirconio ma i più utilizzati sono costruiti con il titanio.

Solitamente l’abutment è un componente a se, ma in alcuni casi può essere parte integrante dell’impianto e forma, con questo, un corpo unico.

3 vite di giuntura impianto-abutment

La piccola vite di giuntura tra impianto ed abutment serve solo nel caso in cui quest’ultimo non faccia parte integrante dell’impianto.

Notiamo la mancanza della vite di connessione nei presidi in ceramica ed anche nei mini-impianti.

4 Protesi dentale

La protesi dentale non fa parte dell’impianto ma abbiamo voluto ugualmente inserirla in questa breve descrizione poiché completa il lavoro del dentista.

In base alla riabilitazione da eseguire, l’implantologo può connettere all’abutment, fissato sull’impianto dentale:

  • una singola corona o capsula protesica;
  • un ponte su impianti;
  • un ponte circolare completo utilizzando viti di ritenzione o del cemento per assicurarla nel cavo orale del paziente

Quanto dura un impianto dentale ?

Tecnicamente l’impianto dentale dura tutta la vita nel senso che è difficilissimo che si verifichi un cedimento od una rottura.

In virtù della bassissima percentuale di rotture molte case produttrici possono permettersi di dare la garanzia a vita dei loro prodotti.

Bisogna, però, fare attenzione e capire bene cosa si intende per garanzia.

Alcuni produttori garantiscono l’integrità dell’impianto e non il fatto che esso rimanga saldamente ancorato al vostro osso per tutta la vita (dall’inserimento in avanti).

Esistono troppi fattori che influiscono sulla durata degli impianti dentali affinché si possa avere una garanzia a vita circa la buona riuscita dell’operazione nel lungo periodo (oltre 10 anni).

Statisticamente, un impianto dentale può durare anche 20 anni a patto di mantenere l’igiene dentale quotidiana, presentarsi alle visite di controllo ed effettuare la pulizia semestrale.

Quanto costano gli impianti dentali ?

In base ai listini pubblicati in rete da molti dentisti, abbiamo cercato di fare una media plausibile andando a ricercare anche le motivazioni di tali prezzi.

Diciamo subito che le nostre ricerche evidenziano una spesa minima di 450 Euro fino ad arrivare a 1350 Euro per ogni vite in titanio.

I prezzi indicati comprendono, di norma, il costo del solo impianto e non il lavoro finito compreso di materiali accessori ed indispensabili.

Quali altri costi ci sono e come mai tanta differenza di prezzo ?

Alla prima domanda rispondiamo che non sempre (quasi mai) nei listini è compreso il costo del moncone dell’impianto dentale e la corona o protesi in caso di arcata completa o parziale.

La differenza di prezzo sta nel fatto che alcune case produttrici investono molto denaro nella ricerca e nei test, soprattutto quelli commissionati a ditte terze che ne certificano i risultati.

Anche il marketing per promuovere un nuovo prodotto fa aumentare il costo degli impianti dentali su cui è spalmato il ricarico per rientrare dalle spese effettuate.

Titanio, zirconio e ceramica

Quali sono i principali materiali utilizzati oggi in implantologia ?

TITANIO

Il materiale in assoluto più utilizzato dai produttori di tutto il mondo è il titanio nella forma (CP4).

L’introduzione di questo metallo si deve alla scuola italiana di implantologia (Prof. Tramonte).

Il titanio è altamente biocompatibile con i tessuti con cui entra in contatto quindi non provoca allergie.

Un’altra caratteristica di questo metallo è la resistenza alle sollecitazioni bio-meccaniche (masticazione).

Da ultimo, ma non per importanza, il titanio favorisce l’osteointegrazione che è il processo di formazione di nuovo tessuto osseo, creato da cellule chiamate osteoblasti.

Il nuovo tessuto duro si posiziona attorno alla superficie dell’impianto per renderlo ben saldo, stabile e formare un tutt’uno con la mascella o la mandibola.

Dopo circa un mese dall’inserimento, è quasi impossibile estrarre la vite; questo a dimostrazione del fatto che le cellule che creanol nuovo tessuto lavorano correttamente.

Per velocizzare l’osteointegrazione e per aumentare il grado di ritenzione, la superficie delle viti non è più liscia come una volta bensì porosa (si parla di microporosità).

ZIRCONIO

Lo zirconio sembra essere una valida alternativa per la costruzione degli impianti dentali ma è ancora in fase di sperimentazione.

Finora non esiste una casistica di studio sufficientemente ampia ed approfondita da far ritenere lo zirconio migliore del titanio.

Le caratteristiche dello zirconio sono la maggiore biocompatibilità e la capacità di ritenere meno placca batterica.

Alcuni dentisti lo trovano più estetico poiché è un metallo bianco.

Bisogna però precisare che il colore dell’impianto non è una limitazione all’estetica poiché la vite deve essere inserita all’interno dell’osso e quindi risulta invisibile dall’esterno.

CERAMICA

Da qualche anno sono apparsi sul mercato anche gli impianti in ceramica compresi di abutment (monconi).

Le caratteristiche della ceramica sono simili a quelle dello zirconio ma, a differenza di quest’ultimo, il grado di resistenza alle sollecitazioni meccaniche è minore.

Il rischio di rotture, quindi, è elevato soprattutto quando il dentista deve lavorare il moncone in ceramica per adattarlo alle esigenze del paziente in cura.

Chi inserisce gli impianti ?

Prima del 1989, l’inserimento delle viti implantari era consentito, per legge, a tutti coloro che avevano conseguito la laurea in medicina e l’abilitazione alla professione medica.

Da quella data in poi, solo gli odontoiatri possono svolgere la professione di dentisti ovvero professionisti che hanno conseguito la laureati in odontoiatria e protesi dentaria.

Come e pechè i nostri denti si scoprono dalla base gengivale? Colletti Scoperti

La parodontologia definisce la recessione gengivale, detta anche ed impropriamente “gengive ritirate” come lo spostamento verso il margine apicale del tessuto gengivale che normalmente circonda il colletto del dente.

In parole più semplici si riscontra recessione gengivale quando: nell’arcata inferiore le gengive si spostano verso il basso mentre nell’arcata superiore si spostano verso l’alto.

Le gengive ritirate scoprono il cemento radicolare del dente naturale ed espongono quest’ultimo a maggiore sensibilità dentinale oltre che permettere ai batteri della placca di poter attaccare una zona del dente meno resistente dello smalto rendendo più frequenti i casi di carie, e pulpite.

Per coloro che hanno corone in metallo ceramica, montate o meno su impianti dentali, la recessione gengivale lascia scoperta la parte del manufatto in cui non vi è la copertura della ceramica quindi diventa visibile la struttura in metallo, di solito scura, creando non pochi problemi estetici.

Cause recessione gengivale

Individuare con esattezza le cause della recessione gengivale può rivelarsi un compito molto arduo poiché, in alcuni casi, il problema delle gengive può essere dato da più fattori sinergici e, allo stesso tempo, ciò che si pensa esserne la causa potrebbe, invece, essere l’effetto.

Prendiamo ad esempio la parodontite ovvero la malattia che colpisce gli apparati di sostegno del dente (legamento parodontale, osso alveolare e gengiva): essa potrebbe senz’altro essere la causa della recessione gengivale ma potrebbe essersi sviluppata a ridosso di un determinato dente o più denti poiché le gengive di questi ultimi erano già compromesse quindi non perfettamente aderenti al colletto degli elementi dentali lasciando quindi spazio alla placca e permettendole così di infiltrarsi nel solco gengivale e creare le tasche gengivali da cui la parodontite profonda.

Avendo già trattato le cause della recessione gengivale legate alla carente igiene orale quali la gengivite e la parodontite, vediamo insieme quali altre situazione sono in grado influire o determinare la recessione gengivale:

Spazzolamento troppo energico

L’uso scorretto dello spazzolino da denti, invece che essere lo strumento con il quale mantenere la pulizia e la salute dei nostri denti, se usato malamente, può diventare l’arma che rovina le nostre gengive.

Le gengive maggiormente soggette al danno derivante dallo spazzolamento troppo energico sono quelle che ricoprono le superfici vestibolari dei canini e dei premolari a causa della loro posizione facilmente raggiungibile.

La situazione peggiora se, oltre all’eccessiva pressione e sfregamento esercitati, le gengive risultano particolarmente sottili per natura.

Protesi o otturazioni inadeguate

Può capitare che, allo scopo di ricostruire la corona del dente distrutta da una carie molto vasta o incapsulando un dente, la protesi o manufatto che si utilizza sia leggermente imperfetta o poiché preme sui tessuti irritando le gengive o perché favorisce il deposito di placca anch’esso causa di infiammazione gengivale.

I restauri protesici inadeguati rientrano trai i fattori iatrogeni ovvero complicanze dovute a trattamenti medici, conseguenti ad una terapia medica o, in questo caso, odontoiatrica.

Piercing ed oggetti tenuti in bocca

Con il diffondersi della moda del piercing alle labbra della bocca, aumentano anche i casi di gengive ritirate a causa del continuo sfregamento tra il piercing e le gengive stesse.

Anche l’abitudine di tenere penne o matite in bocca, oltre ad essere poco igienico, può causare problemi alle nostre gengive

Età

Con l’avanzare dell’età i problemi di salute aumentano ed anche quelli legati alle gengive non sono da meno. In particolare, in soggetti che hanno superato i settanta, le gengive non sono più così aderenti al colletto del dente come lo erano in passato quindi è necessaria una maggiore attenzione ed una pulizia più approfondita per evitare che micro frammenti di cibo possano infiltrarsi nel solco gengivale, infiammare le gengive e causarne la recessione.

Sintomi

I sintomi della recessione gengivale passano spesso “sottogamba” poiché non sono tali da provocare dolore o particolari fastidi ai soggetti che ne soffrono ma non per questo le gengive ritirate devo essere considerate come un problema di poco conto poiché, ricordiamo, che la loro compromissione può portare alla mobilità dentale ed alla perdita dei denti.

Denti allungati

A causa della recessione gengivale i denti di chi ne soffre sembrano essere diventati più lunghi “sindrome dei denti allungati”.

In realtà i denti sono sempre della stessa lunghezza ma, la porzione di gengiva che si è spostata verso la radice del dente ha lasciato scoperto il colletto e parte del cemento radicolare a seconda della gravità della recessione stessa quindi la parte dell’elemento dentale visibile è aumentata.

Anche lo spazio interdentale sembra essere aumentato a causa della recessione gengivale poiché è venuta meno la parte di tessuto detta papilla che si trova proprio fra un dente e l’altro.

Colore dei denti

Come conseguenza delle gengive ritirare, si registra anche l’apparente cambiamento del colore dei denti.

In realtà, quando le gengive si ritirano lasciano scoperta una porzione di radice che, notoriamente, è caratterizzata da un colore più tendente al giallo rispetto al naturale colore bianco dello smalto della corona.

Il cambiamento del colore della base della corona potrebbe essere dovuto anche dall’eccessiva presenza di tartaro stratificato.

Sanguinamento delle gengive

L’infiammazione dei tessuti molli può portare al sanguinamento delle gengive specialmente durante le manovre di igiene orale quotidiana.

Ipersensibilità dentale

Quando le gengive si ritirano, una parte del cemento radicolare rimane scoperto quindi soggetto stimoli termici come il caldo od il freddo dovuto a cibi o bevande.

Alitosi

Se la recessione gengivale è causata da parodontite, la quale a sua volta presenta tasche gengivali piene di materiale in decomposizione e purulento, il soggetto colpito denuncia una più o meno marcata alitosi e l’alterazione del senso del gusto.

Classificazione di Miller

Esiste una vera e propria classificazione della recessione gengivale approntata dal Dr Preston D. Miller nel 1985 ed a cui la maggior parte degli odontoiatri si rifà per determinare il grado di recesso durante la diagnosi e studiare la corretta terapia.

  • Classe 1:
    La recessione gengivale non si estende oltre la linea di giunzione mucogengivale, non si registra perdita di osso alveolare ne di tessuto interprossimale;
  • Classe 2:
    La recessione si estende oltre la linea di giunzione mucogengivale ma non vi è perdita di tessuto molle ne di osso;
  • Classe 3:
    Recessione che si estende oltre la linea di giunzione mucogengivale e si registra anche la perdita di tessuto molle e/o osso;
  • Classe 4:
    La recessione gengivale supera abbondantemente la linea di giunzione mucogengivale ed il tessuto interdentale è fortemente mancante.

In base a quanto stabilito dal Dr. Preston Miller e dalla letteratura odontoiatrica, solo nei casi di gengive ritirate appartenenti alla prima e seconda classe è possibile ottenere la completa ricopertura del cemento radicolare esposto.

Terapie

Individuare la più corretta cura della recessione gengivale dipende, fondamentalmente, dal grado di recessione a cui il dentista si trova davanti e dal tipo di gengiva.

In altre parole il medico deve valutare di quanto le gengive si sono ritirate, lo spessore di queste ultime ed anche il grado di cheratinizzazione che le contraddistingue.

Fondamentalmente il rimedio principale per la recessione gengivale consiste nell’intervento chirurgico che può essere ad un lembo, a due oppure una sorta di commistione delle due tecniche di chirurgia parodontale.

Implantologia Zigomatica – Impianti dentali Zigomatici prezzi costi

Implantologia Zigomatica – Impianti dentali Zigomatici

ALTERNATIVA ALL’INNESTO D’OSSO  – ALTERNATIVA AL RIALZO DEL SENO MASCELLARE

LA MANCANZA D’OSSO OGGI PER NOI, NON RAPPRESENTA PIU’ UNO OSTACOLO NELL’OTTENIMENTO DEI DENTI FISSI

Sei vittima di un intervento sbagliato ai denti o hai paura del dentista?

Anche tu puoi tornare a mangiare, a sorridere, a sentirti a tuo agio quando sei in compagnia… a toglierti quel pensiero enorme dalla testa e quel fastidio a volte insopportabile dalla tua bocca.

Siamo in grado di risolvere casi che appaiono irrisolvibili ed aiutare chi ha poco osso, chi ha inserito impianti all’estero, chi si è affidato a dentisti inesperti ed ha peggiorato una situazione già delicata.

Se dopo la visita, come spesso accade, saremo in grado di ridarti il sorriso, allora ti offriremo anche una garanzia di 5 anni sulle protesi, oltre ad una garanzia di ben 10 anni sugli impianti.

Partiamo con il sapere: Che cos e’ l’osso zigomatico? Dove praticamente viene inserito l’impianto zigomatico.

L’osso zigomatico è un osso pari di forma quadrangolare che si trova lateralmente al mascellare, al di sotto dell’osso frontale, al davanti del temporale e della grande ala dello sfenoide. Riunendosi con il processo zigomatico dell’osso temporale forma l’arcata zigomatica che rappresenta un ponte di connessione tra la scatola cranica e il massiccio faciale. Presenta due facce, quattro margini (due superiori e due inferiori) e quattro angoli.
La faccia laterale o malare è liscia e convessa.
La faccia mediale o temporale è concava e concorre a delimitare le fosse temporale e infratemporale.
Il margine antero-inferiore si articola con il processo zigomatico dell’osso mascellare.
Il margine postero-inferiore si fa ascendente in dietro per continuare con il margine inferiore del processo zigomatico del temporale.
Il margine antero-superiore od orbitario, concavo e smusso, delimita lateralmente e inferiormente l’apertura anteriore dell’orbita; da esso si distacca una lamella, il processo fronto-sfenoidale che si dirige posteriormente per articolarsi con le ossa frontale, sfenoidale e mascellare. La superficie interna, concava, di questa lamella rappresenta la faccia orbitaria dell’osso zigomatico che entra a far parte della parete laterale dell’orbita; la superficie esterna rappresenta invece la faccia temporale.
Il margine postero-superiore o temporale dell’osso zigomatico è incurvato a S e delimita la fossa temporale, dando anche attacco all’aponeurosi temporale; nella sua parte postero inferiore esso si pone in giunzione con il processo zigomatico dell’osso temporale.
Dei quattro angoli, quello superiore rappresenta un punto articolare per l’osso frontale.
L’osso è attraversato da un canale a forma di Y in cui decorre il nervo zigomatico. Il canale ha inizio in corrispondenza del foro zigomatico-orbitario che si trova nella faccia orbitaria dell’osso e si biforca quindi in due rami di cui uno si apre sulla faccia malare con il foro zigomatico-faciale, l’altro sulla faccia temporale con il foro zigomatico-temporale.

La mascella superiore esterno vista
1 – processo frontale;
2 – lacrimale gola;
3 – superficie orbitale;
4 – infraorbitale solco;
5 – margine infraorbitale;
6 – tubercolo mascellare;
7 – forame infraorbitale;
8 – processo zigomatico;
9 – aperture alveolari;
10 – fang fossa;
11 – elevazione alveolare

Negli ultimi tempi l’odontoiatria, come d’altronde tutta la medicina, si impegnando sempre di più nella ricerca di nuove tecniche, sempre meno invasive. In particolar modo l’implantologia sta utilizzando sempre di più gli innovativi impianti zigomatici, in particolar modo in quei casi in cui la zona mascellare presenta ridotto spessore osseo. In particolar modo questa tecnica viene vivamente consigliata, quando il paziente soffre di atrofia mascellare ossia non dispone di abbastanza osso per favorire l’inserimento di un normale impianto.

Bisogna però essere attenti che si soffra di atrofia mascellare grave, altrimenti anche questa tecnica sarà vana! Si tratta di una tecnica che è stata messa a punto per la prima volta in Svezia negli anni Ottanta.

  • In realtà quando vi è poco osso, possono crearsi due situazioni:
    – L’innesto dell’osso, il quale viene prelevato da un altro punto del corpo e impiantato nella zona mascellare;
    – l’inserimento di un impianto zigomatico.

La scelta di un impianto zigomatico comporta numerosi vantaggi tra cui:

IMPLANTOLOGIA ZIGOMATICA IMPIANTI DENTALI ZIGOMATICIQuello di riabilitare in modo sistematico e fisso l’arcata in cui vi è una carenza di osso. Il tutto avviene in modo immediato, infatti, il paziente nell’arco delle 24, massimo 48 ore avrà i suoi denti fissi. Evitando cosi degli interventi molto complessi e per nulla sicuro come quello dell’innesto osseo. Questa tipologia di intervento deve essere effettuato sotto anestesia generale, quindi solo ed esclusivamente in strutture ben organizzate, protette e a norma di legge. Prima di tuto si provvede ad un posizionamento degli impianti, il tutto dura circa due ore, in seguito, si procede al posizionamento della protesi fissa avvitata sugli impianti. Ovviamente subito dopo l’intervento, il paziente subirà un edema e un fastidioso dolore che sarà però gestibile con l’assunzione di antidolorifici e comuni antinfiammatori. Dopo questo trattamento anche l’aspetto estetico del paziente migliorerà, in quanto oltre a compensare i denti mancanti questa tipologia di impianto, permette di ripristinare la gengiva e l’osso che risultava assente, dando cosi tessuto ai tessuti molli del viso e riempiendoli!

  • TEMPI 24/48 ORE
  • PREZZO DAI 13/16 MILA EURODIPENDE DALLA CONDIZIONE DELL’OSSO E DALLA TECNICA

INTERVENTO A CARICO IMMEDIATO DENTI FISSI 24 ORE ZIGOMATICI

Implantologia senza osso tecnica dello Split Crest

ALTERNATIVE ALL’INNESTO OSSEO E AL RIALZO DEL SENO MASCELLARE

Espansione ossea per l’inserimento di impianti dentali

Per l’inserimento di impianti dentali è fondamentale che il paziente presenti sufficiente materia ossea nella mascella.
Tuttavia, la caduta dei denti o la loro perdita dovuta a un trauma, una parodontite profonda o una carie mal curata, provoca sempre un importante riassorbimento osseo che, a sua volta, modifica il profilo delle creste mascellari.
Questa atrofia ossea è poi un problema che si presenta quando il paziente desidera avvalersi di una protesi fissa su impianti dentali. Occorre, dunque, praticare un intervento di rigenerazione ossea pre-protesica per inserire impianti di calibro e lunghezza adeguati al carico masticatorio da sopportare EVITANDO INNESTI E RIALZI D’OSSA MASCELLARE

Tale rigenerazione consiste in una espansione controllata dell’osso mascellare ottenibile tramite una tecnica denominata split crest. Essa consiste nel separare chirurgicamente le zone corticali -vestibolare e palatina- dell’osso mascellare con spostamento in avanti della vestibolare. Si tratta in pratica di una frattura ossea controllata. Nello spazio ottenuto vengono inseriti impianti dentali endossei con innesto di tessuto osseo omologo (proprio del paziente), eterologo e collagene.

Oltre a questa tecnica per riabilitare l’intera arcate dentale di un paziente senza osso per evitare che quest’ultimo si debba sottoporrea a rialzi o innesti d’osso mascellare, viene eseguita nella parte posteriore della bocca, dove si è sprovvisti di osso, l’inserimento di due impianti dentali Pterigoidei, che serviranno a realizzare i pilstri posteriori, dove poggera’ la protesi dentale fissa definitiva, per sopportare le foture forze di masticazione.

AL TERMINE DELL’INTERVENTO IL NOSTRO PAZIENTE SENZA OSSO E’ STATO RIABILITATO CON 6 IMPIANTI DENTALI NEL PREMAXILLA E 2 PTERIGOIDEI IN ZONA POSTERIORE SPROVVISTA DI OSSO, CON QUESTA TECNICA ABBIAMO DATO AL PAZIENTE TRA 4/6 MESI LA POSSIBILITA’ DI TORNARE A SORRIDERE CON DENTI FISSI SENZA ESSERSI SOTTOPOSTO A INNESTI D’OSSO E A RIALZI DEL SENO MASCELLARE, CHE NON AVREBBERO DATO LA CERTEZZA DELLA RIUSCITA DELL’INTERVENTO, QUINDI SENZA GARANZIE,

Questa e’ una delle valide tecniche implantari, che eseguiamo nei nostri centri, per evitare al

paziente, sia gli innesti d’osso, che i rialzi di seno mascellare in mancanza di osso, interventi questi, lunghi, circa 2 anni senza i denti fissi, costosi, perche’ si vanno a sommare all’intervento, dolorosi per il paziente e senza garanzie di successo.

Presso le nostre sedi, se sei un paziente con grave atrofia mascellare e desideri tornare a sorridere, tramite la sicurezza di essere in buone mani, senza paura di sbagliare, contattaci oggi stesso ti dare l’opportunità di eseguire una visita gratuita, oppure potrai inviarci la tua tac cone beam, per una valutazione specialistica senza impegno, evitando in questo modo:

ALTERNATIVA ALL’INNESTO D’OSSO  – ALTERNATIVA AL RIALZO DEL SENO MASCELLARE EVITANDO DI RESTARE 2 ANNI SENZA DENTI

LE NOSTRE TECNICHE ALTERNATIVE PER PAZIENTI SENZA OSSO MASCELLARE

Implantologia senza osso? Tecniche Alternative agli innesti, i rialzi con gli Impianti dentali Pterigoidei

L’impianto pterigoideo è un impianto dentale che viene inserito nell’area molare dell’arcata superiore e raggiunge il processo pterigoideo. L’osso in questa zona alle volte presenta delle caratteristiche atte a renderlo ideale per un inserimento di un impianto ed assicurarne la perfetta osteointegrazione. L’impianto pterigoideo è quindi la soluzione è ideale per evitare l’innalzamento del seno mascellare. E’ però questo un tipo di intervento estremamente specialistico che rientra nella casistica dell’Implantologia avanzata. Non pochi sono infatti i rischi di operare nelle vicinanze dell’emergenza di un’arteria molto importante quale è l’arteria palatina.

Gli impianti pterigo-mascellari rappresentano un’alternativa poco nota al rialzo di seno mascellare: una soluzione complessa dal punto di vista chirurgico ma che promette grandi vantaggi per il paziente. Sfruttando l’ancoraggio osseo nelle lamine pterigoidee e garantendo l’utilizzo del pilastro di resistenza omonimo, diventa un’arma di trattamento in più di cui un professionista può avvalersi. L’impianto pterigoideo ha una lunghezza media di 18 mm, inclinato di circa 45° sul piano sagittale e 15° su quello lateromediale, che a partenza dal tuber mascellare interseca le lamine ossee della fossa pterigoidea.

INTERVENTO DI INSERIMENTO IN PAZIENTE SENZA OSSO DUE IMPIANTI PTERIGOIDEI PRE CREARE I PILASTRI POSTERIORI, CHE SORREGGERANNO LA PROTESI FISSA IN QUESTO MODO BAIPASSARE GLI INNESTI E I RIALZI DEL SENO MASCELLARE, CHE SENZA GARANZIE TRA CIRCA 2 ANNI DAREBBERO LO STESSO RISULTATO

La tecnica consiste nello sfruttare un pilastro di resistenza dello scheletro facciale, in cui fisiologicamente si scaricano le forze durante i cicli di masticazione con i denti naturali. L’impianto, a partenza intraorale con corpo e apice nel pilastro, permette di trasferire i carichi direttamente al pilastro, saltando denti e osso alveolare. La tecnica quindi non è di tipo ricostruttivo, ma vicariante soltanto la funzione e non l’anatomia delle strutture perdute.

In anestesia locale, viene scheletrizzata la tuberosità del mascellare, una volta identificati i reperti anatomici orali ed extraorali si provvede al posizionamento dell’impianto, in un tempo medio di intervento di 20 minuti. L’indicazione è nelle ricostruzioni implanto-protesiche delle edentulie posteriori del mascellare atrofico, dovute sia a perdita ossea verticale del processo alveolare proprio, sia alla fisiologica pneumatizzazione del seno mascellare.

Presso le nostre sedi, se sei un paziente con grave atrofia mascellare e desideri tornare a sorridere, tramite la sicurezza di essere in buone mani, senza paura di sbagliare, contattaci oggi stesso ti dare l’opportunità di eseguire una visita gratuita, oppure potrai inviarci la tua tac cone beam, per una valutazione specialistica senza impegno, evitando in questo modo:

ALTERNATIVA ALL’INNESTO D’OSSO  – ALTERNATIVA AL RIALZO DEL SENO MASCELLARE EVITANDO DI RESTARE 2 ANNI SENZA DENTI

LE NOSTRE TECNICHE ALTERNATIVE PER PAZIENTI SENZA OSSO MASCELLARE

Implantologia dentale faq

Domande e risposte sull’implantologia dentale

Implantologia a carico immediato senza osso

Implantologia a carico immediato con poco osso

IMPLANTOLOGIA FISSA SENZA OSSO – EVITANDO INNESTI D’OSSO E RIALZI

Siamo specializzati nellla riabilitazione implantare del paziente atrofico con tecnica del carico immediato senza osso. Il paziente che desidera sottoporsi a questa tipologia d’intervento, spesso e volentieri presenta assenza parziale o totale di ossa mascellare, nella parte posteriore dei molari.

Le soluzioni, che incontrano oggi i pazienti, con queste tipologie, sono gli innesti d’osso autologo o il rialzo del seno mascellare.

La nostra offerta, si distinque proprio in questa fase, presso le nostre sedi, offriamo valide alternative al rialzo del seno mascellare e all’innesto d’osso autologo, per preparare e sottoporre il paziente all’inserimento degli impianti dentali, che forniranno successivamente i pilastri qui poggera’ la protesi fissa definitiva.

Le nostre alternative, offrono una soluzione su misura, a seconda delle tipologia e gravità d’assenza d’osso, che il paziente rappresenta.

Presso le nostre strutture, l’intervento di implantologia dentale senza osso avviene in 24 ore. In questo modo andiamo a risolvere definitivamente il problema principale di questa categoria, l’inserimento di impianti dentali in soggetti, che se non trattati con le nostre tecniche non avrebbero potuto inserire gli impianti dentali, se non prima trattati con innesti e rialzi.

Una volta terminato in 24 ore l’intervento chirurgico il medico valuterà se il paziente potrà effettuare un caricamento della protesi fissa immediata sugli impianti dentali, oppure dovra’ aspettare 4/6 mesi portando una protesina mobile, per giungere ad osteointegrazione avvenuta a mettere i denti fissi.

Se anche tu’ soffri di atrofia mascellare e desiderando i denti fissi, ma dove ti sei rivolto, ti è stato prospettatto di sottoporti ad innesti o rialzi del seno e vuoi evitarli, mandaci una panoramica o chiamaci al 388 7527525 per usufruire di una prima valutazione, se anche tu’ puoi sottoporti a queste tecniche che ti evitano almeno 2 anni senza denti fissi, dolore e dispendio ulteriore di risorse finanziarie, senza la garanzia finale, della soluzione definitiva.

TRATTIAMO QUALSIASI TIPOLOGIA DI ATROFIA MASCELLARE, DALLA PIU’ ORDINARIA A QUELLA STRAORDINARIA IN TUTTI I CASI OFFRIAMO SOLUZIONI CELERI, PRECISE, DEFINITIVE A PREZZI ONESTI E CALMIERATI.

SEGUONO 3 INTERVENTI DI IMPLANTOLOGIA A CARICO IMMEDIATO CON DENTI FISSI IN 24 ORE IN PAZIENTI SENZA OSSO CON IMPIANTI ZIGOMATICI

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