Siamo l’eccellenza al giusto prezzo per carico immediato senza gengiva e impianti dnetali fissi senza osso – Giudicate voi

INTERVENTO DI IMPLANTOLOGIA DENTALE A CARICO IMMEDIATO DI ENTRAMBE LE ARCATE CON DENTI FISSI IMMEDIATI, CON CIRCOLARI SENZA FINTA GENGIVA – REALIZZATA A MANO E SU MISURA DA NOSTRI ESPERTI ODONTOTECNICI

l’implantologia a carico immediato consente di inserire gli impianti dentali e, nella stessa seduta, fissare la protesi, in molti casi si tratta di una protesi provvisoria.

Con questa tecnica implantare il paziente può lasciare lo studio dentistico con i nuovi denti in bocca o, al massimo, attendere le 24 ore successive per finire il lavoro.

Il carico immediato permette differenti tipi di riabilitazione, può essere utilizzato per un singolo dente, per un ponte dentale oppure per un’intera arcata od entrambe quando la persona richiedente è completamente senza denti, edentulia completa.

Come si effettua il carico immediato ?

Abbiamo pensato di descrivere nei minimi dettagli tutti i singoli passaggi che caratterizzano l’intervento di implantologia per ottenere i denti nella stessa seduta in cui si inseriscono i perni in titanio.

Consigliamo di approfondire l’argomento con i dentisti a cui chiederete il preventivo dei costi.

Fase 1: Verifica della quantità ossea

La condizione necessaria e sufficiente per poter eseguire il posizionamento della protesi sugli impianti nella stessa seduta è la giusta quantità di osso a disposizione dell’implantologo.

Se tale quantità manca è necessario ricrearla con interventi come il rialzo del seno mascellare oppure innesti di materiale osteoinduttivo (che favorisce la formazione di nuovo osso).

Per verificare lo stato dei mascellari, il dentista sottopone il candidato ad un esame volumetrico tridimensionale chiamato Tomografia Computerizzata 3D od anche Dentalscan Cone Beam 3D

Fase 2: estrazione dei denti residui

Dopo aver somministrato l’anestesia locale, l’intervento inizia subito con l’estrazione degli ultimi elementi dentali presenti nel cavo orale seguita dalla bonifica di tutta la bocca.

E’ necessario eliminare i residui di materiale infetto ad esempio se i denti naturali sono molto cariati oppure affetti da parodontite.

In quest’ultimo caso, il dentista provvede ad asportare anche parti di tessuto molle, gengiva, che potrebbe veicolare nuova infezione alle viti.

Fase 3: presa delle impronte

Una volta risanata tutta la bocca, è il momento della presa delle impronte dentali con particolare riferimento alle altezze per il calcolo della quantità di gengiva finta e della misura dei denti protesici.

Se i mascellari e le gengive sono in buone condizioni, la flangia finta rosa non è necessaria.

Con le impronte, l’odontotecnico può cominciare subito la costruzione della protesi fissa in modo che sia pronta una volta terminata la fase implantologica vera e propria.

Fase 4: inserimento degli impianti per il carico immediato

Questo è il momento più importante di tutta la procedura implantologica poiché l’odontoiatra comincia a perforare l’osso con frese via via di misura maggiore fino ad arrivare a quella propria della vite che si deve utilizzare.

Finita la preparazione dell’osso ricevente, inizia l’avvitamento dell’impianto che può essere fatto attraverso un avvitatore motorizzato e collegato ad un misuratore elettronico della forza oppure con uno strumento manuale con tacche chiamato cricchetto o torque.

Indipendentemente dalla modalità di inserimento scelta, il successo del carico immediato si realizza solo se il dentista può avvitare l’impianto con una forza pari o superiore a 35 Nm (Newton metri) a volte si utilizza la sigla Ncm (Newton per centimetro).

Sotto tale misura gli impianti non avrebbero la stabilità necessaria per supportare la protesi durante la masticazione e tutta la riabilitazione implanto-protesica fallirebbe.

L’alternativa è quella di adottare fin da subito il carico differito.

Una volta che gli impianti sono in sede, il medico e l’odontotecnico prendono nuovamente le impronte per trasferire sulla protesi la posizione degli impianti e creare i fori in cui andranno inserite le viti di fissaggio della protesi.

Fase 5: posizionamento della protesi

Tutto è pronto, il paziente può finalmente ricevere i nuovi denti che saranno avvitata agli impianti immediatamente.

L’ultimo step è quello di controllare il bilanciamento dell’occlusione.

Con una strisciolina di carta colorata tra le due arcate, il medico chiede di aprire e chiudere la bocca.

Se ci sono punti di precontatto, essi si colorano ed il dentista può smussarli con il trapano a turbina.

Vantaggi dell’implantologia a carico immediato

I tempi di realizzazione dei lavori sono estremamente ridotti. Si ottengono i denti subito od entro, al massimo 24, 48 ore;

riduzione dello stress operatorio e post operatorio per la persona che affronta l’intervento che esce dallo studio del dentista con i nuovi denti già in bocca e perfettamente funzionanti;

Il paziente non è costretto a lunghi periodi di disagio sociale e funzionale a causa della mancanza degli elementi dentali;

inserire gli impianti e posizionare la protesi in un’unica volta, permette la riduzione dei costi poiché si concentra tutto il lavoro in una sola seduta oltre a quelle successive di controllo.

Questo implica meno appuntamenti, meno anestesia, meno assistenza da parte dell’odontoiatra (assistenti), meno esami radiologici per verificare il grado di osteointegrazione ed il tutto determina una diminuzione del prezzo per il paziente.

Nessuna attesa per i tempi di osteointegrazione in cui è necessario portare una protesi mobile totale (dentiera) per poter mangiare e parlare correttamente sentendosi a disagio.

Comportamenti da tenere dopo l’intervento

Nei primi 20 giorni l’implantologo prescrive l’utilizzo di un collutorio alla clorexidina allo 0,2% da utilizzare almeno una volta al giorno per risciacqui dopo aver pulito i denti.

Lo scopo della clorexidina è quello di disinfettare le ferite delle gengive e di abbattere la percentuale di batteri che potrebbero dar luogo ad infezione.

Spazzolare la protesi caricata immediatamente come si faceva con i denti naturali quindi con uno spazzolino a setole medie o morbide e dentifricio.

L’acquisto di un idropulsore è vivamente consigliato specialmente poiché gli ultimi modelli hanno un’ottima pressione e capacità di rimuovere i resti di cibo rimasti tra la le gengive e il manufatto protesico.

Per le prime 3 settimane è consigliato non far uso di filo interdentale e scovolino poiché si corre il rischio di strappare i punti di sutura

Subito dopo l’intervento è bene scegliere un’alimentazione che prediliga cibi morbidi;

Ogni 3 mesi è necessario recarsi presso la clinica odontoiatrica per effettuare il controllo e, se necessaria, anche la pulizia della protesi fissa. Successivamente, la frequenza delle visite può essere portata a 2 volte all’anno.

Il ponte circolare su impianti o full arch è una protesi dentale fissa costituita da 12 o 14 denti protesici per arcata uniti insieme (solidarizzati) e connessi ad impianti dentali oppure ai denti naturali ridotti a monconi

Quando una persona, per differenti ragioni, è affetto da edentulia completa (circa il 12,5% della popolazione oltre i 65 anni di età) oppure ha in bocca qualche dente residuo mal ridotto che deve essere estratto, la soluzione per ripristinare la funzione masticatoria, fonetica ed estetica è quella di costruire un ponte che sostituisca tutti gli elementi dentali.

Materiali di costruzione

L’odontoiatria protesica moderna offre un ampio ventaglio di scelta per quanto attiene ai materiali per la costruzione di un ponte circolare completo. I limiti sono dati solo dalle possibilità economiche del paziente (i costi).

Ponte circolare in metallo e ceramica

Fino a pochi anni fa, le corone del ponte circolare su impianti erano costituite da ceramica per la parte esterna, visibile e da una struttura interna in metallo che conferiva solidità e robustezza.

Con l’andare del tempo, alcuni studi avrebbero messo in luce il fatto che tale metallo fosse nocivo per la salute dei pazienti; altri studi, invece, avrebbero smentito i primi e comunque tale diatriba non è stata ancora risolta totalmente.

Se dal punto di vista economico il ponte circolare in metallo ceramica risulta a portata delle tasche di più persone, dal punto di vista estetico esso non ha quella resa che ci si aspetterebbe dalla ceramica proprio per la presenza del metallo sottostante che ne impedisce la translucenza.

Ponte circolare in ceramica e ossido di zirconio (zirconia)

I nuovi ponti circolari sono proposti con materiali di prim’ordine come ossido di zirconio (zirconia) e ceramica o addirittura, interamente in ossido di zirconio completamente realizzati adottando la tecnica computerizzata CAD/CAM dentale.

La zirconia è un metallo bianco in grado di conferire al ponte circolare su impianti incredibile resistenza biomeccanica, maggiore biocompatibilità ed impareggiabile estetica. Purtroppo i prezzi del ponte circolare in zirconia su impianti dentali non è proprio alla portata di tutti anche se è doveroso ammettere le relative caratteristiche e la complessità di lavorazione ne giustificano ampiamente i costi.

Ponte circolare in disilicato di litio

Meno costoso della porcellana integrale ma altrettanto resistente. La sua particolarità è che ha una singolare reazione alla luce artificiale come riflettori e luci utilizzate durante gli spettacoli quindi è molto gettonato dagli artisti del piccolo e grande schermo.

Inserimento impianti dentali per il ponte circolare

Finora abbiamo parlato della parte visibile del ponte circolare su impianti, è giunta l’ora di vedere insieme come esso viene stabilizzato in bocca al paziente.

Partendo dal presupposto che il paziente arrivi in studio dal dentista completamente senza denti o con qualche elemento dentale da estrarre, la base su cui la protesi sarò fissata è costituita da impianti dentali in titanio osteointegrati.

Il ponte circolare su impianti potrà essere cementato oppure avvitato agli impianti che lo sorreggono e supportano.

Se il paziente possiede i seguenti requisiti minimi:

  • Buona qualità e quantità di osso valutata oggettivamente attraverso l’utilizzo di indagini radiografiche (ortopantomografia o DENTALSCAN) e che garantisca la necessaria stabilità primaria degli impianti appena inseriti (ovvero essere immediatamente ben saldi nei mascellari da consentire il carico immediato);
  • Assenza di bruxismo (digrignamento dei denti) o grave malocclusione;
  • Assenza di malattie sistemiche non tenute debitamente sotto controllo (diabete);
  • Assenza di malattie parodontali particolarmente invalidante (parodontite);

allora il dentista può pensare anche alla tecnica che consente il carico immediato.

In caso contrario, in assenza di osso sufficiente, le soluzioni prospettabili riguardano l’innesto di osso, il rialzo del seno mascellare oppure passare direttamente all’implantologia a carico differito, in cui gli impianti vengono inseriti e lasciati sommersi sotto la gengiva per il tempo necessario alla loro completa osteointegrazione. Solo in un momento successivo, l’implantologo procederà a scoprire gli impianti già saldi ed a caricarli collocando il ponte circolare fisso.

Costo del ponte circolare su impianti

Prima di scrivere i prezzi medi che abbiamo trovato su Internet e chiedendo preventivi a differenti dentisti, alcune premesse sono d’obbligo:

  • stiamo parlando di un presidio protesico ad alto impatto estetico e che richiede una comprovata capacità del dentista e dell’odontotecnico;
  • il numero degli impianti da inserire è maggiore, (6, 8 o 10) quindi i costi aumentano;
  • i materiali di costruzione del ponte circolare sono più costosi rispetto a quelli della protesi fissa;

detto ciò passiamo ai prezzi:

I prezzi medi del ponte circolare su impianti vanno da 8000 fino a 18000 Euro per ogni arcata e la differenza è ben giustificabile se pensiamo al numero degli impianti che in alcuni casi è di 12 (due arcate) in altri 20 sempre per entrambe le arcate.

Conclusioni

Il ponte circolare su impianti rappresenta la scelta principale per tutti coloro che desiderano ottenere dalla protesizzazione un elevato risultato estetico senza che l’ingombro della flangia finta modifichi la sensazione di avere ancora i denti naturali. Infatti, la prima differenza tra protesi fissa su impianti e ponte circolare completo sta proprio nel tipo di presidio, molti pazienti, vedendo per la prima volta, una protesi fissa, l’hanno subito paragonata ad una dentiera.

Con il termine protesi fissa si intende la protesi che non può essere rimossa dal paziente poiché cementata o avvitata ad elementi pilastro, si tratta dei denti naturali del paziente quando ancora in buono stato oppure impianti dentali osteointegrati.

La protesi fissa è chiamata di “ricostruzione” quando ha il compito di ricostruire la parte del dente asportato dal dentista durante le cure ed allo stesso tempo di proteggere la parte restante.

E’ detta di sostituzione, invece, quella protesi fissa che va a sostituire parte o tutti i denti mancanti che sono caduti naturalmente oppure sono stati estratti poiché ridotti in pessime condizioni e non più utilizzabili.

Tipi di protesi fissa:

Intarsio dentale

L’intarsio dentale è la protesi fissa più piccola che esiste poiché è destinato alla ricostruzione di una parte della corona del dente che è stata danneggiata dalla carie che ne ha corroso buona parte dello smalto oppure da una frattura a causa di un trauma (incidente stradale o sportivo).

In altre parole, quando il dentista decide che un’otturazione dentale non garantisce l’estetica, la tenuta e la giusta resistenza ma non si vuole arrivare alla capsula, allora l’intarsio è la protesi fissa ideale.

I materiali di costruzione prevedono sia la ceramica che lo zirconio (in alcuni casi anche il disilicato di litio). L’intarsio, a differenza dell’otturazione che è realizzata direttamente nella bocca del paziente, è costruito in laboratorio sulla base di un’impronta dentale ad alta precisione e cementato sul dente.

In alternativa è possibile procedere alla presa delle impronte con una lampada intraorale pere poi passare alla fabbricazione dell’intarsio attraverso la tecnologia CAD/CAM computerizzata.

Capsula dentale

La capsula dentale è una protesi fissa che serve per ricreare completamente la corona del dente ovvero la parte visibile, quella che vediamo durante il sorriso e che utilizziamo per masticare.

La capsula è posizionata sul dente naturale dopo che questo è stato curato a causa di carie profonda o pulpite e, all’occorrenza, è stata praticata anche la relativa devitalizzazione.

Per fare spazio alla capsula dentale, il dentista è costretto a monconizzare il dente o la parte che ne rimane ovvero a rendere la parte superiore del dente più piccola. In questo caso si dice che il dente è stato incapsulato.

In base alle cure apportate e quindi ai tempi di guarigione, l’odontoiatra potrebbe optare per una protesi fissa provvisoria o capsula provvisoria in attesa di quella definitiva.

Questo tipo di protesi fisso mono-dente (per un solo dente) è realizzata utilizzando differenti tipi di materiali. La scelta dell’uno o dell’altro è dettata dai risultati che si desiderano ottenere e dai costi che il paziente è in grado di affrontare.

L’odontoiatria protesica oggi offre i seguenti tipi di protesi fissa per un solo dente:

Corona in resina o composito

La corona in resina acrilica o composito è la protesi fissa che normalmente viene utilizzata come presidio provvisorio, in attesa della guarigione dei tessuti ed è anche la più economica.

Corona metallo ceramica

Il metallo o, meglio, la lega di metallo costituisce la struttura interna della capsula, quella a contatto con il dente ridotto a moncone o con il perno-moncone. La ceramica, invece, è utilizzata per la parte esterna ed estetica della protesi fissa.

Una delle caratteristiche che contraddistingue la corona in metallo ceramica è la particolare resistenza durante la masticazione. Nel panorama delle protesi fisse per un solo dente è quella che fino ad oggi è stata più largamente utilizzata dai dentisti di tutto il mondo.

Corona ceramica integrale

La corona in ceramica integrale è la protesi fissa singola che vanta l’estetica migliore poiché, data la mancanza del metallo sottostante, si lascia attraversare dalla luce proprio come i denti naturali.

E’ particolarmente adatta a sostituire o ricoprire i denti anteriori mentre per quelli posteriori è preferibile un materiale più resistente che possa resistere alle forze espresse durante la masticazione.

Corona zirconio ceramica

La zirconia o ossido di zirconio, negli ultimi tempi, è diventato il materiale di riferimento per restauri protesici molto resistenti e con un’estetica inarrivabile utilizzando altri materiali.

In combinazione con la tecnologia CAD/CAM, è possibile ricavare la protesi fissa attraverso la fresatura computerizzata di un blocchetto di ossido di zirconio ottenendo un dispositivo odontoiatrico di estrema precisione, leggerezza e biocompatibilità.

La corona in zirconia e ceramica unisce in se la resistenza dell’ossido di zirconio sintetizzato e la resa estetica della ceramica.

Faccette

L’odontoiatria estetica ricomprende le faccette dentali o veneers nella categoria delle protesi fisse poiché anch’esse, una volta cementate non possono essere rimosse dal paziente.

Le faccette dentali sono dei sottilissimi gusci di ceramica o zirconio che vengono applicate sopra ai denti naturali che, in alcuni casi devono essere limati per far posto allo spazio occupato dalle faccette ed in altri casi no.

Con questo tipo di protesi fissa è possibile risolvere differenti problemi estetici del paziente: eccessivo spazio tra i denti incisivi (diastema), cambiare colore agli elementi dentali, allungare i denti, coprire una pigmentazione indelebile etc.

Ponte dentale parziale

Il ponte dentale parziale è la protesi fissa che serve per sostituire uno o più denti adiacenti (solitamente fino a 4 o 5).

Il numero di capsule dentarie necessarie ed unite tra loro dipende dal numero di denti naturali che si desidera rimpiazzare.

Il ponte parziale può essere agganciato:

Su denti naturali

In questo caso le corone dei denti naturali del paziente che serviranno da pilastro devono essere ridotte a moncone ed incapsulate quindi, se gli elementi dentali sono sani, procedere alla monconizzazione risulta un vero delitto mentre, se non lo sono, è l’occasione buona per curarli e renderli utili al supporto del ponte.

Su impianti dentali

Se non si vogliono toccare i denti naturali e sani, l’unica alternativa è l’inserimento di impianti dentali in titanio che, una volta osteointegrati, saranno connessi al ponte e lo manterranno in posizione.

Protesi fissa Maryland Bridge

Quando è necessario porre rimedio alla mancanza di un singolo dente o più denti adiacenti, una delle soluzioni proposte dall’odontoiatria è la protesi fissa detta ponte Maryland Bridge.

Essa consiste in una protesi fissa parziale il cui numero di capsule è uguale al numero di elementi dentali da sostituire e l’ancoraggio in bocca è assicurato da alette laterali in metallo, ceramica o composito che aderiscono, attraverso uno speciale adesivo, allo smalto dei denti naturali che fanno da pilastri.

In alcuni casi la superficie linguale dei denti naturali che supportano il ponte Maryland Bridge, deve essere preventivamente limata per far spazio alle alette mentre in altri casi basta l’adesivo.

Protesi fissa su impianti dentali

Utilizzata per sostituire tutti i denti, spesso sia dell’arcata superiore che quella inferiore, è costituita da una parte in resina acrilica rosa che simula la gengiva e rappresenta la base su cui vengono montati i denti protesici.

La gengiva finta è utilizzata per colmare lo spazio lasciato libero dal riassorbimento osseo e da eventuale recessione gengivale altrimenti il dentista sarebbe costretto ad utilizzare denti molto lunghi ed antiestetici.

La ritenzione è garantita da impianti dentali in titanio (od anche in ceramica o in zirconio) osteointegrati.

Le tecniche per utilizzate per arrivare a realizzare una protesi fissa su impianti dentali sono molteplici: si va dal classico intervento di chirurgia orale a due fasi, all’implantologia a carico immediato ove l’implantologo, attraverso le opportune indagini radiografiche (panoramica o TC 3D DENTALSCAN), sia certo della presenza delle condizioni necessarie e sufficienti per il successo degli impianti.

Per coloro che si presentano già completamente edentuli (senza denti) è anche possibile porre in essere la tecnica transmucosa.

La caratteristica principale della protesi fissa su impianti dentali sta nel fatto che la protesi è estremamente fissa in bocca quindi non ha spostamenti o basculamenti durante la masticazione o la fonazione come invece accade con la protesi mobile o dentiera.

Ponte circolare completo su impianti dentali

Il ponte circolare completo è una protesi fissa molto simile a quella descritta nel paragrafo precedente ma non ha la gengiva finta quindi il paziente ed i suoi interlocutori avranno la netta sensazione che i denti protesici fuoriescano dalle gengive naturali.

A differenza della protesi fissa con flangia, il ponte circolare completo su impianti è più facile da tenere pulito poiché presenta meno punti difficile da raggiungere durante l’igiene orale quotidiana.

Protesi fissa completa su denti naturali

Quando il paziente si presenta in studio con ancora qualche dente in bocca, il dentista, previa anamnesi, può decidere che gli elementi dentali residui siano sufficienti a svolgere il lavoro che, altrimenti, andrebbe fatto dagli impianti dentali.

In questo caso quindi si procede con la cura delle radici ancora in buono stato ed all’estrazione dei denti che non possono essere di alcun aiuto.

Il passo successivo è quello di ridurre a moncone i denti curati e prepararli, con eventuale utilizzo di perni moncone, a fare da pilastri per il sostegno e la ritenzione della protesi che in questo caso si chiama appunto protesi fissa su denti naturali.

Protesi fissa temporanea o provvisoria

La protesi fissa temporanea è un dispositivo odontoiatrico molto importante sia per il paziente che per il dentista poiché permette all’uno di non rimanere senza denti durante il periodo di cura ed all’altro di rispettare i dovuti tempi biologici necessari ai tessuti molli e duri per guarire.

La protesi fissa temporanea può essere parziale quando supplisce temporaneamente alla mancanza di uno o più denti adiacenti (capsula dentale o ponte parziale), oppure totale quando a mancare sono tutti i denti di un’intera arcata (ponte circolare completo oppure protesi fissa su impianti Toronto Bridge).

Caratteristiche comuni

Ogni protesi fissa, pur essendo progettata e realizzata sulla base delle personali caratteristiche del paziente, deve essere costruita, dall’odontotecnico, con caratteristiche ben precise che accomuna tutte le protesi e che riassumiamo di seguito:

Modellazione anatomica:

se la protesi fissa è costituita da un intarsio o da una capsula, queste devono adattarsi, per forma e colore, ai denti già presenti nella bocca del paziente.

E’ molto importante che la protesi sia perfettamente adattata poiché, in caso contrario, può diventare la causa di infiammazione gengivale, gengivite e ristagno di particelle di cibo favorendo l’accumulo della placca batterica, carie e tartaro.

Corretto punto di contatto

Deve essere ricercato e raggiunto per distribuire uniformemente le forze espresse durante la masticazione

Occlusione ottimale

L’allineamento verticale della protesi fissa con gli omologhi naturali oppure tra le due arcate protesizzate, elimina il problema del “precontatto occlusale” che concentra lo stress masticatorio in punti ben precisi nei quali si formano vesciche e decubiti.

Rispetto delle proporzioni interdentali

Tra un dente e l’altro deve esserci il giusto spazio, ne di più ne di meno, altrimenti la papilla interdentale non avrebbe la giusta collocazione e si rischierebbero anche pericolosi ristagni di cibo.

Bombatura dei denti protesici (curvatura assiale)

Se la curvatura (assiale) della singola capsula o dei denti di una protesi fissa su impianti è poco accentuata il cibo urterà frequentemente la gengiva, provocando arrossamenti ed infiammazioni. Se invece la curvatura assiale è molto accentuata avremo ristagni di cibo, accumulo di placca e formazione di carie e tartaro.

Manutenzione ed igiene della protesi fissa

L’igiene orale e la pulizia dei denti deve essere sempre eseguita anche quando una persona non ha più in bocca i propri denti che sono stati sostituiti da una protesi dentale fissa anzi, soprattutto quando si ha in bocca una protesi.

Se il dispositivo protesico è parziale (supplisce alla mancanza di uno o più denti vicini), si consiglia la pulizia con uno spazzolino come normalmente si fa con i denti naturali per rimuovere residui di cibo che possono rimanere incastrati a livello interdentale (tra il dente vero e quello finto); oltre a ciò, è doveroso dotarsi ed utilizzare lo scovolino per andare a ripulire anche quei punti che sono difficilmente raggiungibili con lo spazzolino da denti.

Le la protesi dentale fissa è totale, come un ponte circolare completo od una protesi fissa su impianti dentali, l’igiene diventa ancora più importante poiché trascurandolo è possibile causare problemi agli impianti dentali.

Se non si rimuovono i batteri a mezzo scovolino o filo interdentale, questi possono provocare la perimplantite che è una delle cause del fallimento degli impianti.

Controllo periodici dal dentista

I controlli periodici dal dentista servono per la corretta manutenzione della protesi fissa poiché essa deve essere costantemente monitorata a scopo preventivo.

Per la protesi fissa Toronto Bridge, i controlli periodici, ogni 3 mesi, sono anche l’occasione per svitare la protesi e procedere alla sua pulizia poiché, come sappiamo, la flangia rosa che simula la gengiva limita enormemente le manovre atte all’eliminazione di tutti i detriti di cibo.

Durante i controlli, il dentista è in grado di accertare se è ora di effettuare la ribasatura della protesi oppure se questa risulta ancora idonea a svolgere in maniera ottimale il suo lavoro.

Conclusioni

La scelta della protesi fissa è un momento molto importante nella al vita di una persona poiché tale scelta va ad influenzare notevolmente la quotidianità del paziente, sia dal punto di vista estetico che da quello funzionale.

Gli impianti dentali sono delle viti in titanio utilizzate per sostituire le radici dei denti mancanti.

Le viti hanno una forma conica o cilindrica con lunghezza e diametro variabili in base alle necessità.

Il dentista può inserire gli impianti sia nella mascella sia nella mandibola.

Lo scopo del loro utilizzo è quello di sostenere una singola capsula, un ponte di 3 o 4 elementi oppure un’intera arcata quando mancano tutti i denti (edentulia completa).

Altro beneficio attribuibile alle riabilitazioni implanto-protesiche è che, rallentando il riassorbimento del tessuto osseo, prevengono l’invecchiamento prematuro e contribuiscono a mantenere i tratti del viso.

Riabilitando la corretta masticazione, i muscoli facciali tornano tonici a tutto vantaggio della pelle che risulta più tesa, fresca e giovane.

Dal punto di vista pratico è bene affidarsi ad un implantologo specializzato cioè un laureato in odontoiatria che abbia anche frequentato con profitto la scuola di specializzazione in implantologia

Quanti impianti dentali servono ?

La risposta a questa domanda è strettamente legata al caso specifico che il dentista si trova ad affrontare.

Solo dopo un’attenta diagnosi il medico può prospettare al paziente diverse soluzioni implantologiche per la sostituzione dei denti mancanti.

Di seguito riportiamo i casi più frequenti in cui è possibile utilizzare impianti dentali in titanio in sostituzione dei denti persi prematuramente:

Sostituire un dente

DETTAGLI: UN IMPIANTO PER UN DENTE >>

In mancanza di un solo dente le soluzioni sono principalmente due: un ponte dentale in cui gli elementi dentali contigui sorreggono quello mancante

I denti sani che fanno da pilastro devono essere preparati (limati e ridotti a monconi) ed è un vero peccato.

La seconda soluzione prevede l’inserimento di un solo impianto dentale sormontato da un moncone o abutment a cui il dentista fissa la capsula o corona protesica personalizzata.

Per sostituire più denti adiacenti

DETTAGLI: PONTE DENTALE SU IMPIANTI >>

Per sostituire 3 o 4 denti adiacenti si usa il ponte sorretto da impianti dentali che svolgono il compito di pilastri di sostegno.

E’ possibile aggiungere uno o più impianti nel mezzo per irrobustire la struttura che deve resistere alle forze esercitate durante la masticazione.

Per supportare un’arcata completa

DETTAGLI: PONTE CIRCOLARE COMPLETO SU IMPIANTI >>

In presenza di pochi denti mal ridotti oppure in totale assenza di elementi dentali, l’implantologia prevede la riabilitazione di tutta la bocca.

La soluzione più comune è il ponte circolare completo su 4, 6 o 8 viti (raramente si arriva a 10).

Il numero di impianti dentali necessari non è quasi mai in rapporto di 1:1, un dente un impianto.

Una sola vite ha la capacità di supportare più di un elemento dentale finto.

Se le gengive del ricevente sono ancora in buono stato, il ponte completo non ha la classica gengiva rosa (detta flangia).

I nuovi denti protesici escono direttamente dalle gengive del paziente senza la necessità di ricoprirle.

Per ancorare una protesi fissa

DETTAGLI: PROTESI FISSA SU IMPIANTI >>

In caso di edentulia totale (mancanza di tutti i denti) ed in presenza di importante recessione gengivale ed ossea, la soluzione è la protesi fissa con flangia Toronto Bridge.

Bastano 4 o 6 impianti dentali per ogni arcata.

La flangia ha lo scopo di nascondere gli impianti e permette di utilizzare denti della giusta misura.

Mancando tessuto osseo, lo spazio vuoto risultante viene colmato dalla gengiva finta.

Se così non fosse, il dentista sarebbe costretto ad utilizzare denti più lunghi con grave compromissione estetica.

Per stabilizzare la dentiera

DETTAGLI: PROTESI OVERDENTURE SU MINI IMPIANTI >>

La vecchia dentiera, quella che i nostri nonni mettevano nel bicchiere sul comodino prima di andare a dormire, è ormai in disuso.

La protesi mobile, infatti, comporta notevoli problemi di masticazione ma anche di fonetica.

La mancanza di denti è la causa principale del riassorbimento dei mascellari che, assottigliandosi, provocano la profonda modificazione dei tratti del viso.

Una persona senza denti appare più vecchia di quella che è in realtà.

Oggi si preferisce fissare la dentiera con impianti dentali creati appositamente che lasciano al portatore la possibilità di rimuoverla per l’igiene quotidiana.

In questo caso si parla di overdenture su mini impianti dentali con barra o con testa sferica e di protesi totale removibile o semifissa.

Struttura di un impianto dentale

Com’è fatto un singolo impianto dentale ?

In base all’immagine pubblicata sopra, distinguiamo 4 parti fondamentali:

1 Impianto, vite o fixture

L’impianto dentale vero e proprio, detto anche fixture o vite, è la parte che il dentista inserisce all’interno dei mascellari ed ha forma cilindrica o conica del tutto simile alla radice di un dente naturale.

La superficie della vite non è liscia bensì caratterizzata da elementi che migliorano la ritenzione della fixture stessa.

Tali elementi variano da produttore a produttore ma, in generale, possiamo trovare caratteristiche comuni.

La filettatura e le scanalature offrono maggiore superficie di contatto al nuovo tessuto osseo che va ad imprigionare l’impianto rendendolo ben saldo nell’alveolo.

Alcuni trattamenti come: anodizzazione, mordenzatura con acidi e sabbiatura, rendono rugosa o porosa la superficie implantare.

L’irregolarità della superficie implantare è osteoinduttiva poiché favorisce e velocizza il processo di osteointegrazione a tutto vantaggio del paziente che vede diminuire i tempi di guarigione.

2 Abutment

L’abutment o moncone è chiamato componente trasmucoso poiché attraversa le gengive ed ha lo scopo di permettere la connessione con la corona singola, con il ponte oppure con la protesi completa.

Esistono abutment angolati a 45°, dritti, in ceramica, in zirconio ma i più utilizzati sono costruiti con il titanio.

Solitamente l’abutment è un componente a se, ma in alcuni casi può essere parte integrante dell’impianto e forma, con questo, un corpo unico.

3 vite di giuntura impianto-abutment

La piccola vite di giuntura tra impianto ed abutment serve solo nel caso in cui quest’ultimo non faccia parte integrante dell’impianto.

Notiamo la mancanza della vite di connessione nei presidi in ceramica ed anche nei mini-impianti.

4 Protesi dentale

La protesi dentale non fa parte dell’impianto ma abbiamo voluto ugualmente inserirla in questa breve descrizione poiché completa il lavoro del dentista.

In base alla riabilitazione da eseguire, l’implantologo può connettere all’abutment, fissato sull’impianto dentale:

  • una singola corona o capsula protesica;
  • un ponte su impianti;
  • un ponte circolare completo utilizzando viti di ritenzione o del cemento per assicurarla nel cavo orale del paziente

Quanto dura un impianto dentale ?

Tecnicamente l’impianto dentale dura tutta la vita nel senso che è difficilissimo che si verifichi un cedimento od una rottura.

In virtù della bassissima percentuale di rotture molte case produttrici possono permettersi di dare la garanzia a vita dei loro prodotti.

Bisogna, però, fare attenzione e capire bene cosa si intende per garanzia.

Alcuni produttori garantiscono l’integrità dell’impianto e non il fatto che esso rimanga saldamente ancorato al vostro osso per tutta la vita (dall’inserimento in avanti).

Esistono troppi fattori che influiscono sulla durata degli impianti dentali affinché si possa avere una garanzia a vita circa la buona riuscita dell’operazione nel lungo periodo (oltre 10 anni).

Statisticamente, un impianto dentale può durare anche 20 anni a patto di mantenere l’igiene dentale quotidiana, presentarsi alle visite di controllo ed effettuare la pulizia semestrale.

Quanto costano gli impianti dentali ?

In base ai listini pubblicati in rete da molti dentisti, abbiamo cercato di fare una media plausibile andando a ricercare anche le motivazioni di tali prezzi.

Diciamo subito che le nostre ricerche evidenziano una spesa minima di 450 Euro fino ad arrivare a 1350 Euro per ogni vite in titanio.

I prezzi indicati comprendono, di norma, il costo del solo impianto e non il lavoro finito compreso di materiali accessori ed indispensabili.

Quali altri costi ci sono e come mai tanta differenza di prezzo ?

Alla prima domanda rispondiamo che non sempre (quasi mai) nei listini è compreso il costo del moncone dell’impianto dentale e la corona o protesi in caso di arcata completa o parziale.

La differenza di prezzo sta nel fatto che alcune case produttrici investono molto denaro nella ricerca e nei test, soprattutto quelli commissionati a ditte terze che ne certificano i risultati.

Anche il marketing per promuovere un nuovo prodotto fa aumentare il costo degli impianti dentali su cui è spalmato il ricarico per rientrare dalle spese effettuate.

Titanio, zirconio e ceramica

Quali sono i principali materiali utilizzati oggi in implantologia ?

TITANIO

Il materiale in assoluto più utilizzato dai produttori di tutto il mondo è il titanio nella forma (CP4).

L’introduzione di questo metallo si deve alla scuola italiana di implantologia (Prof. Tramonte).

Il titanio è altamente biocompatibile con i tessuti con cui entra in contatto quindi non provoca allergie.

Un’altra caratteristica di questo metallo è la resistenza alle sollecitazioni bio-meccaniche (masticazione).

Da ultimo, ma non per importanza, il titanio favorisce l’osteointegrazione che è il processo di formazione di nuovo tessuto osseo, creato da cellule chiamate osteoblasti.

Il nuovo tessuto duro si posiziona attorno alla superficie dell’impianto per renderlo ben saldo, stabile e formare un tutt’uno con la mascella o la mandibola.

Dopo circa un mese dall’inserimento, è quasi impossibile estrarre la vite; questo a dimostrazione del fatto che le cellule che creanol nuovo tessuto lavorano correttamente.

Per velocizzare l’osteointegrazione e per aumentare il grado di ritenzione, la superficie delle viti non è più liscia come una volta bensì porosa (si parla di microporosità).

ZIRCONIO

Lo zirconio sembra essere una valida alternativa per la costruzione degli impianti dentali ma è ancora in fase di sperimentazione.

Finora non esiste una casistica di studio sufficientemente ampia ed approfondita da far ritenere lo zirconio migliore del titanio.

Le caratteristiche dello zirconio sono la maggiore biocompatibilità e la capacità di ritenere meno placca batterica.

Alcuni dentisti lo trovano più estetico poiché è un metallo bianco.

Bisogna però precisare che il colore dell’impianto non è una limitazione all’estetica poiché la vite deve essere inserita all’interno dell’osso e quindi risulta invisibile dall’esterno.

CERAMICA

Da qualche anno sono apparsi sul mercato anche gli impianti in ceramica compresi di abutment (monconi).

Le caratteristiche della ceramica sono simili a quelle dello zirconio ma, a differenza di quest’ultimo, il grado di resistenza alle sollecitazioni meccaniche è minore.

Il rischio di rotture, quindi, è elevato soprattutto quando il dentista deve lavorare il moncone in ceramica per adattarlo alle esigenze del paziente in cura.

Chi inserisce gli impianti ?

Prima del 1989, l’inserimento delle viti implantari era consentito, per legge, a tutti coloro che avevano conseguito la laurea in medicina e l’abilitazione alla professione medica.

Da quella data in poi, solo gli odontoiatri possono svolgere la professione di dentisti ovvero professionisti che hanno conseguito la laureati in odontoiatria e protesi dentaria.

La comunicazione a due sensi tra il dentista ed il paziente deve essere la più esplicativa e semplice possibile in modo tale che l’uno possa rendersi conto a cosa sta andando in contro in termini di disagio, vantaggi e spesa economica mentre il medico può comprendere quali siano le effettive esigenze del paziente. – Implantologia Bologna

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Chi può usufruire di questa tecnica?

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Prezzi

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CONFRONTO PREZZI TRA ITALIA, CROAZIA

E I NOSTRI PREZZI IN VERDE

Confronto Prezzi All on 4

  • In Italia (€10.000-15.000)
  • In Croazia (€7.000-9.000)
  • Noi Implantologia Network (€7.800)

Confronto Prezzi All on 6

  • In Italia (€11.000-17.000)
  • In Croazia (€8.000-9.500)
  • Noi Implantologia Network (€7.800)

Confronto Prezzi All on 4 Totale

  • In Italia (€20.000-32.000)
  • In Croazia (€16.000-18.000)
  • Noi Implantologia Network (€14.000-16.000)

Confronto Prezzi Impianti Zigomatici

  • In Italia (€20.000-30.000)
  • In Croazia (€15.000-20.000)
  • Noi Implantologia Network (€14.900)

Confronto Prezzi Sedazione Cosciente

  • In Italia (€1.500-2.000)
  • In Croazia (€800-1.000)
  • Noi Implantologia Network (€400-500)

388 7527525 contatti stefimariotti@live.it

Confronto Prezzi Corona zirconia

  • In Italia (€700-1000)
  • In Croazia (€A Partire 284)
  • Noi Implantologia Network (A Partire €283)

Confronto Prezzi Faccetta ceramica

  • In Italia (€500-800)
  • In Croazia (€a partire 280)
  • Noi Implantologia Network (a partire €279)

Confronto Prezzi 3 denti contigui

  • In Italia (€4.000-4.800)
  • In Croazia (€a partire 3.800)
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Confronto Prezzi Impianto

  • In Italia (€1.200-1.800)
  • In Croazia (€a partire 700)
  • Noi Implantologia Network (a partire €599)

Confronto Prezzi Impianto Completo

  • In Italia (€1.800-2.400)
  • In Croazia (€a partire 890)
  • Noi Implantologia Network (a partire €600)

388 7527525 contatti stefimariotti@live.it

Implantologia a carico immediato

Con questa tecnica implantare il paziente può lasciare lo studio dentistico con i nuovi denti in bocca o, al massimo, attendere le 24 ore successive per finire il lavoro.

Il carico immediato permette differenti tipi di riabilitazione, può essere utilizzato per un singolo dente, per un ponte dentale oppure per un’intera arcata od entrambe quando la persona richiedente è completamente senza denti, edentulia completa.

Come si effettua il carico immediato ?

Abbiamo pensato di descrivere nei minimi dettagli tutti i singoli passaggi che caratterizzano l’intervento di implantologia per ottenere i denti nella stessa seduta in cui si inseriscono i perni in titanio.

Consigliamo di approfondire l’argomento con i dentisti a cui chiederete il preventivo dei costi.

Fase 1: Verifica della quantità ossea

La condizione necessaria e sufficiente per poter eseguire il posizionamento della protesi sugli impianti nella stessa seduta è la giusta quantità di osso a disposizione dell’implantologo.

Se tale quantità manca è necessario ricrearla con interventi come il rialzo del seno mascellare oppure innesti di materiale osteoinduttivo (che favorisce la formazione di nuovo osso).

Per verificare lo stato dei mascellari, il dentista sottopone il candidato ad un esame volumetrico tridimensionale chiamato Tomografia Computerizzata 3D od anche Dentalscan Cone Beam 3D

Fase 2: estrazione dei denti residui

Dopo aver somministrato l’anestesia locale, l’intervento inizia subito con l’estrazione degli ultimi elementi dentali presenti nel cavo orale seguita dalla bonifica di tutta la bocca.

E’ necessario eliminare i residui di materiale infetto ad esempio se i denti naturali sono molto cariati oppure affetti da parodontite.

In quest’ultimo caso, il dentista provvede ad asportare anche parti di tessuto molle, gengiva, che potrebbe veicolare nuova infezione alle viti.

Fase 3: presa delle impronte

Una volta risanata tutta la bocca, è il momento della presa delle impronte dentali con particolare riferimento alle altezze per il calcolo della quantità di gengiva finta e della misura dei denti protesici.

Se i mascellari e le gengive sono in buone condizioni, la flangia finta rosa non è necessaria.

Con le impronte, l’odontotecnico può cominciare subito la costruzione della protesi fissa in modo che sia pronta una volta terminata la fase implantologica vera e propria.

Fase 4: inserimento degli impianti per il carico immediato

Questo è il momento più importante di tutta la procedura implantologica poiché l’odontoiatra comincia a perforare l’osso con frese via via di misura maggiore fino ad arrivare a quella propria della vite che si deve utilizzare.

Finita la preparazione dell’osso ricevente, inizia l’avvitamento dell’impianto che può essere fatto attraverso un avvitatore motorizzato e collegato ad un misuratore elettronico della forza oppure con uno strumento manuale con tacche chiamato cricchetto o torque.

Indipendentemente dalla modalità di inserimento scelta, il successo del carico immediato si realizza solo se il dentista può avvitare l’impianto con una forza pari o superiore a 35 Nm (Newton metri) a volte si utilizza la sigla Ncm (Newton per centimetro).

Sotto tale misura gli impianti non avrebbero la stabilità necessaria per supportare la protesi durante la masticazione e tutta la riabilitazione implanto-protesica fallirebbe.

L’alternativa è quella di adottare fin da subito il carico differito.

Una volta che gli impianti sono in sede, il medico e l’odontotecnico prendono nuovamente le impronte per trasferire sulla protesi la posizione degli impianti e creare i fori in cui andranno inserite le viti di fissaggio della protesi.

Fase 5: posizionamento della protesi

Tutto è pronto, il paziente può finalmente ricevere i nuovi denti che saranno avvitata agli impianti immediatamente.

L’ultimo step è quello di controllare il bilanciamento dell’occlusione.

Con una strisciolina di carta colorata tra le due arcate, il medico chiede di aprire e chiudere la bocca.

Se ci sono punti di precontatto, essi si colorano ed il dentista può smussarli con il trapano a turbina.

Vantaggi dell’implantologia a carico immediato

I tempi di realizzazione dei lavori sono estremamente ridotti. Si ottengono i denti subito od entro, al massimo 24, 48 ore;

riduzione dello stress operatorio e post operatorio per la persona che affronta l’intervento che esce dallo studio del dentista con i nuovi denti già in bocca e perfettamente funzionanti;

Il paziente non è costretto a lunghi periodi di disagio sociale e funzionale a causa della mancanza degli elementi dentali;

inserire gli impianti e posizionare la protesi in un’unica volta, permette la riduzione dei costi poiché si concentra tutto il lavoro in una sola seduta oltre a quelle successive di controllo.

Questo implica meno appuntamenti, meno anestesia, meno assistenza da parte dell’odontoiatra (assistenti), meno esami radiologici per verificare il grado di osteointegrazione ed il tutto determina una diminuzione del prezzo per il paziente.

Nessuna attesa per i tempi di osteointegrazione in cui è necessario portare una protesi mobile totale (dentiera) per poter mangiare e parlare correttamente sentendosi a disagio.

Comportamenti da tenere dopo l’intervento

Nei primi 20 giorni l’implantologo prescrive l’utilizzo di un collutorio alla clorexidina allo 0,2% da utilizzare almeno una volta al giorno per risciacqui dopo aver pulito i denti.

Lo scopo della clorexidina è quello di disinfettare le ferite delle gengive e di abbattere la percentuale di batteri che potrebbero dar luogo ad infezione.

Spazzolare la protesi caricata immediatamente come si faceva con i denti naturali quindi con uno spazzolino a setole medie o morbide e dentifricio.

L’acquisto di un idropulsore è vivamente consigliato specialmente poiché gli ultimi modelli hanno un’ottima pressione e capacità di rimuovere i resti di cibo rimasti tra la le gengive e il manufatto protesico.

Per le prime 3 settimane è consigliato non far uso di filo interdentale e scovolino poiché si corre il rischio di strappare i punti di sutura

Subito dopo l’intervento è bene scegliere un’alimentazione che prediliga cibi morbidi;

Ogni 3 mesi è necessario recarsi presso la clinica odontoiatrica per effettuare il controllo e, se necessaria, anche la pulizia della protesi fissa. Successivamente, la frequenza delle visite può essere portata a 2 volte all’anno.

Carico immediato post-estrazione

Le viti in titanio possono essere inserite immediatamente dopo l’estrazione dei denti naturali o parti di essi.

Si tratta di impianti post-estrazione progettati appositamente per essere inseriti subito dopo l’estrazione del dente. La superficie porosa di tali perni favorisce l’integrazione con l’osso.

Gli impianti post-estrazione garantiscono, da subito, la stabilità necessaria per contrastare i carichi masticatori.

Controindicazioni

Fino a qualche anno fa, alcune malattie sistemiche come il diabete e l’osteoporosi erano viste come delle serie controindicazioni all’implantologia soprattutto a causa dei medicinali assunti per tenerle sotto controllo. Pensiamo, ad esempio, a chi è in cura con corticoidi e bifosfonati.

Oggi anche chi soffre di tali patologie ha la possibilità di ottenere i nuovi denti subito, è necessario affrontare l’argomento con il dentista scelto per trovare la giusta strada ed arrivare all’esito desiderato.

Il candidato ideale

Il candidato ideale è la persona in buona salute, con un quantità di osso mandibolare o mascellare sufficiente a garantire la stabilità immediata dell’impianto (si parla di 35 o 40 Nm – Newton Metri), non fumatore, non affetto da patologie che abbassano le difese del nostro corpo (HIV), non in cura con radiofrequenza.

Chi NON può sottoporsi al carico immediato ?

Fondamentalmente ci sono poche caratteristiche che il clinico deve confermare per poter procedere ovvero:

  • i bambini e gli adolescenti non possono essere trattati poiché non hanno ancora completato lo sviluppo;
  • le persone con mascellari molto atrofizzati devono preventivamente sottoporsi al reintegro con innesti di materiale biocompatibile;
  • Chi soffre di bruxismo (digrignamento dei denti durante il giorno o la notte) deve prima risolvere il problema con speciali bite da portare di notte altrimenti i continui micromovimenti non permetterebbero la corretta guarigione;
  • Le gravi malocclusioni devono prima essere affrontate dal punto di vista ortodontico e solo dopo si può procedere con l’implantologia.
  • Diciamo subito che la procedura implantologica descritta in questo articolo rappresenta un metodo di lavoro non un prodotto come un impianto oppure la ceramica per i denti protesici quindi non ha un prezzo a se stante.Esistono, invece, offerte complete di riabilitazione per un solo dente fino ad entrambi le arcate.

Le tecniche dentali ormai passate, come funzionavano?

Gli impianti dentali sottoperiostei (Sub-Periostal) entrano di diritto in un ipotetico libro sulla storia dell’implantologia, insieme alle varie tecniche implantologiche ed i differenti tipi di impianti dentali utilizzati finora allo scopo di ripristinare la corretta masticazione, occlusione ed estetica di quei pazienti che hanno perso tutti i denti oppure solo alcuni di essi..

Ogni riabilitazione implanto-protesica che si rispetti è preceduta dalla valutazione obiettiva della situazione della bocca del paziente completata dalla documentazione fornita dagli esami radiologi.

Dall’accurata anamnesi, il dentista può studiare la situazione migliore per il caso in esame e prospettarla al paziente.

Quando la valutazione dei denti, delle gengive e, soprattutto delle ossa mascellari (mandibola e mascella) indica una scarsissima quantità e qualità di osso presente ovvero non c’è più cresta ossea sufficiente per procedere all’inserimento degli impianti dentali in titanio osteointegrati, una delle vie percorribili è quella di adottare impianti sottoperiostei, che hanno come principale caratteristica quella di non dover essere inseriti nell’osso bensì vengono appoggiati ad esso appena sotto il periostio (quella speciale membrana che circonda le ossa).

Posizionamento degli impianti sottoperiostei

Prima del posizionamento degli impianti dentali sottoperiostei, è necessario sottoporre il paziente ad un accurato esame radiologico (Tomografia Computerizzata tridimensionale) per rilevare la conformazione dei mascellari.

La scansione viene poi inviata al computer che pilota una speciale fresatrice che funziona con tecnologia CAD/CAM dentale la quale realizza fattivamente l’impianto sottoperiosteo (ma sarebbe meglio chiamarlo griglia) con precisione micro-millimetrica.

Allo steso tempo, si realizza anche la protesi fissa che dovrà essere posizionata nella stessa seduta in cui si effettua l’implantazione.

Anestesia locale

A questo punto, tutto il materiale è pronto ed il dentista o l’implantologo può chiamare il paziente in studio e cominciare la seduta con la somministrazione dell’anestesia locale.

Scollamento delle gengive

Il clinico utilizza il bisturi per incidere le gengive e scollarle dall’osso.

Inserimento degli impianti sottoperiostei

Con l’osso perfettamente separato dai tessuti molli, il dentista può fissare gli impianti dentali sottoperiostei all’osso mascellare, riunire i lembi creati e suturare.

Connessione della protesi agli impianti dentali

Dagli impianti già posizionati sotto la gengiva spuntano dei monconi ai quali va fissata la protesi preventivamente realizzata. In altre parole, il paziente lascia lo studio del dentista con i nuovi denti in bocca.

La connessione immediata della protesi fissa agli impianti sottoperiostei (potremmo azzardare il termine “a carico immediato” anche se, in verità, si riferisce a tutt’altra tecnica) ed il suo normale utilizzo da parte del paziente, stimolare l’organismo alla formazione di quella speciale fibrosi che incorporerà definitivamente la struttura adagiata all’osso rendendola definitivamente stabile.

Per dovere di completezza, dobbiamo aggiungere che sia gli impianti dentali sottoperiostei che l’implantologia iuxtaossea che li utilizza sono caduti in desuetudine dopo il miglioramento degli impianti osteointegrati, delle tecniche implantologiche per il loro inserimento (vedi ad esempio l’implantologia computer guidata e quella a carico immediato) nonché tutte le procedure per sopperire alla scarsa quantità di osso utilizzabile (innesti ossei e rialzo del seno).

Concludendo

Oggi gli impianti sottoperiostei non sono (quasi) più utilizzati da nessun dentista e se provate a chiedere informazioni a riguardo nei molti forum presenti in rete, vi renderete conto che l’unanime consiglio sarà quello di rivolgervi all’implantologia osteointegrata per ottenere risultati più predicibili e duraturi nel tempo.

Vantaggi e svantaggi degli impianti dentali in ceramica

Gli impianti dentali in ceramica apparsi ultimamente sul mercato sono stati portati all’attenzione degli addetti all’implantologia e del pubblico come alternativi agli impianti dentali in titanio, sarebbero caratterizzati da una maggiore biocompatibilità rispetto a questi ultimi poiché realizzati in biossido di zirconio e sono di colore bianco quindi più simili al colore naturale dei denti.

Premesso che non esiste ancora una documentazione scientifica degli impianti dentali in ceramica paragonabile a quella degli omologhi in titanio, ci sentiamo ugualmente di evidenziarne alcuni pregi e difetti sulla base dei riscontri fatti dai dentisti che li hanno utilizzati e che hanno pubblicato le loro opinioni in merito.

Vantaggi degli impianti dentali in ceramica

  • Sarebbero caratterizzati da una maggiore tollerabilità biologica dovuta al biossido di zirconio utilizzato per la loro produzione anche se, di intolleranza al titanio usato in odontoiatria non c’è un’effettiva documentazione;
  • Gli impianti in ceramica sono bianchi quindi hanno un colore simile a quello della radice naturale del dente. Anche questa caratteristica ha poco senso poiché, come sappiamo, gli impianti dentali vanno inseriti all’interno dell’osso e quindi non si vedono (potrebbero essere anche azzurri o verdi che non si noterebbe al differenza);
  • Hanno un’ottima stabilità anche se non si conosce la durata nel tempo (oltre i 10 anni dall’inserimento).

Svantaggi

  • Hanno costi di produzione maggiori;
  • Non è possibile utilizzarli per l’implantologia a carico immediato;
  • Hanno tempi di osteointegrazione maggiori rispetto a quelli in titanio;
  • Per garantire una maggiore stabilità, gli impianti in ceramica sono prodotti prevalentemente in un unico pezzo (vite ed abutment – moncone – uniti insieme). Questa caratteristica implica che per una minima personalizzazione il clinico è costretto ad agire sul moncone stesso rendendolo più fragile;
  • In fase di studio, all’implantologo non è consentito l’utilizzo di abutment angolati come spesso si utilizzano nell’implantologia ALL-ON-4;
  • Anche quando è possibile adoperare impianti in ceramica con moncone separato, non ci sono studi che ne garantiscono il corretto comportamento a lungo termine (si parla del collegamento tra la protesi fissa e l’impianto).

I maggiori produttori di impianti dentali, tuttavia, continuano ad investire ingenti quantità di denaro per arrivare ad eliminare gli inconvenienti che oggi caratterizzano gli impianti in ceramica poiché il biossido di zirconio sta riscuotendo il meritato successo in altri ambiti della medicina e questo lascia presupporre che la domanda di questo tipo di impianti dentali, in futuro, crescerà.

Vista la piccola nicchia di mercato che oggi occupano gli impianti dentali in ceramica, non vorremmo che il lettore fosse portato a paragonarne l’evoluzione e la sparizione a quanto successo agli impianti a lama o pterigoidei/iuxtaossei.

Implantologia dentale a carico immediato solidarizzata

L’implantologia elettrosaldata è la tecnica odontoiatrica attraverso la quale gli impianti dentali endossei in titanio inseriti nella bocca del paziente vengono collegati tra loro (solidarizzati) attraverso un filo anch’esso in titanio elettrosaldato alla parte emergente di ogni impianto (chiamata appunto emergenza).

Attraverso la loro unione, la stabilità di ogni impianti aumentare ed è possibile procedere con il carico immediato ovvero il dentista può collocare immediatamente la protesi (generalmente provvisoria) nella bocca del paziente il quale potrà lasciare lo studio con i nuovi denti perfettamente funzionanti.

Il filo in titanio utilizzato nell’implantologia elettrosaldata ha lo scopo di unire tra loro gli impianti dentali in modo tale da assicurare un’adeguata resistenza al carico masticatorio di ogni singolo elemento grazie “all’aiuto” ricevuto dagli altri elementi attraverso appunto il filo di titanio.

Come ci ricorda l’illustre Prof. Tramonte, la difficoltà di realizzare l’implantologia a carico immediato, cioè garantire un’immediata soluzione estetica e funzionale al problema di endentulia (parziale o totale) è individuabile nelle ottimali condizioni ossee del paziente richieste.

Ma come bisogna procedere se dette condizioni ottimali non sussistono ovvero il dentista si trova di fronte ad un’insufficiente quantità d’osso o se esso non è della giusta qualità (pensiamo alle persone affette da osteoporosi) ?

La risposta potrebbe essere quella che è conveniente cambiare tecnica ed utilizzare l’implantologia a carico differito congiuntamente ad un’integrazione ossea.

Quest’ultima tecnica odontoiatrica però, costringe il paziente ad intraprendere un iter molto più lungo poiché nella prima fase l’odontoiatra inserisce gli impianti dentali e, solo dopo aver atteso alcuni mesi per l’adeguata osteointegrazione, potrà essere montata la protesi dentaria.

Con l’unione di tutti gli impianti dentali attraverso il filo di titanio, invece, è possibile porre in essere il carico immediato facendo risparmiare al paziente tempo, dolore e soldi.

In definitiva, l’implantologia elettrosaldata appare come una delle soluzioni all’apparente possibilità di effettuare il carico immediato ma non tutta la comunità odontoiatrica la pensa alla stessa maniera.

Per dovere di completezza dobbiamo aggiungere alla presente trattazione anche l’opinione di chi non è favorevole all’adozione di questa tecnica implantologica e spiegarne le motivazioni.

Alcuni odontoiatri ritengono (come è possibile leggere sui loro rispettivi siti Internet) che con l’implantologia elettrosaldata:

  • si possano utilizzare impianti non recentissimi quindi privi di quelle caratteristiche che permettono la loro immediata stabilizzazione che, a sua volta, consente il carico immediato;
  • il paziente è esposto ai fumi della saldatura effettuata all’interno del cavo orale;
  • il dentista è costretto ad attuare il carico immediato quando invece sarebbe molto più indicato procedere con l’implantologia a carico differito.

Lo scopo di questo articolo non è quello di stabilire se l’implantologia elettrosaldata sia o meno valida od addirittura migliore di altre procedure implantologiche bensì ci limitiamo a portare il lettore a conoscenza dell’esistenza di questa tecnica ed ad invitare tutti gli interessati ad approfondire l’argomento con il dentista di fiducia e, soprattutto, in base alle reali problematiche da risolvere.

Gli osteoblasti producono il nuovo tessuto osseo attorno all’impianto

La parola stessa “differito” fa pensare a qualcosa che viene posticipato ed infatti nell’implantologia a carico differito la protesi viene agganciata agli impianti dentali solo dopo un determinato periodo di tempo in cui si attende il completamento della loro osteointegrazione ovvero che gli osteoblasti e gli osteoclasti facciano il loro mestiere.

Gli osteoblasti producono il nuovo tessuto osseo attorno all’impianto od agli impianti immobilizzandoli nella posizione in cui sono stati alloggiati e creare così un tutt’uno con essi mentre; gli osteoclasti provvedono ad eliminare i residui prodotti durante la fase chirurgica.

Senza voler ulteriormente scendere in dettagli tecnici ed utilizzare una terminologia poco chiara se non agli addetti ai lavori, possiamo dire che l’odontoiatra ha la possibilità, in base agli esami clinici, di preventivare se gli impianti che devono essere inseriti per sorreggere la protesi sono in grado di supportare subito il carico masticatorio (come accade per il carico immediato) oppure necessitano del periodo di osteointegrazione.

In altre parole se l’impianto dentale inserito non ha da subito la necessaria e sufficiente stabilità per resistere alla forza che normalmente una persona esercita quando mastica allora è necessario attendere prima di installare la protesi.

In linea di massima l’attesa per il paziente è di circa 3 o 4 mesi per l’arcata inferiore (mandibola) e 5 o 6 mesi per quella superiore (mascella).

Durante questo periodo è la stabilità secondaria a crescere ovvero la stabilità garantita dalla quantità d’osso ricreata a che ha circondato l’impianto e che si aggira attorno al 60%. La restante percentuale si otterrà non appena i carichi masticatori andranno a sollecitarne la creazione.

Come si svolge l’intervento ?

Dal punto di vista del paziente, la procedura implantare a carico differito si svolge seguendo il seguente protocollo:

  • l’odontoiatra inserisce gli impianti necessari (che possono essere sommersi o scoperti) ed al paziente non resta altro che aspettare
  • Trascorso il tempo pocanzi indicato, il dentista provvederà a scoprire gli impianti, se necessario, ed a collegare gli stessi con la protesi dentaria che a quel punto potrà essere inserita nella bocca del paziente senza il timore di impianti dentali poco stabili.

Per coloro che se lo stessero domandando, l’implantologia a carico differito non è migliore di quella a carico immediato, è soltanto diversa ma porta ad un identico risultato. Come dire, non è importante il metodo utilizzato, l’importante è il risultato ottenuto anche se dobbiamo sottolineare che esistono alcuni disagi per coloro che si sottopongono a tale procedura:

Disagi causati dall’implantologia a carico differito

  • In primis i lunghi tempi di attesa che devono trascorrere senza denti in bocca od al limite con protesi mobili che non è il massimo della comodità;
  • in secondo luogo, il paziente subisce un doppio stress operatorio e post operatorio poiché la procedura è divisa in due momenti ed è maggiormente aggressiva dal punto di vista dei tessuti e delle zone interessate;
  • il prezzo complessivo a cui si va in contro è maggiore poiché maggiori sono le volte che ci si deve recare presso lo studio medico e maggiori sono gli interventi che il dentista deve porre in essere.

Riassumendo possiamo dire che:

L’implantologia a carico differito è necessaria quando gli impianti dentali inseriti non sono immediatamente stabili abbastanza da supportare il carico masticatorio, è fonte di garanzia per il paziente che in questo modo non rischia di vedere inficiato il lavoro del medico, è caratterizzata da qualche disagio funzionale dovuto alla mancanza dei denti per un periodo relativamente breve e da una lieve differenza di prezzo che risulta maggiore rispetto alla tecnica a carico immediato.

Impianti dentali in titanio, integrati nell’osso, uniti insieme da una barra

Gli impianti con barra e chiavistello sono impianti dentali in titanio, integrati nell’osso, uniti insieme da una barra che può essere di titanio o di lega nobile (oro) e servono per bloccare la dentiera in maniera stabile e sicura al pari, o quasi, di una protesi fissa su impianti.

Il chiavistello a sblocco manuale posto sul lato linguale o palatale, serve appunto per impedire qualsiasi movimento alla protesi overdenture. Il portatore può decidere autonomamente quando sbloccare il manufatto protesico ed estrarlo dal cavo orale.

Come funziona il chiavistello ?

Alla struttura implantare composta dagli impianti e dalla barra, è aggiunto un vero e proprio chiavistello (come quello utilizzato per l’uscio di casa) che permette al paziente, utilizzando le dita, di bloccare e sbloccare la dentiera.

Quando il chiavistello è aperto (non attivo) il paziente può tranquillamente rimuovere la protesi dalla bocca, magari per le normali procedure di igiene orale quotidiana. Quando il chiavistello è chiuso (attivo), non c’è modo di rimuoverla dal cavo orale.

La caratteristica principale di una protesi ancorata ad impianti con barra e chiavistello attivo è quella di dare al paziente la sensazione di notevole stabilità e sicurezza.

L’ancoraggio della barra con chiavistello è tale da permettere all’odontotecnico di rimuovere dall’arcata superiore della protesi il famoso e tanto odiato palato in resina realizzando una dentiera o protesi mobile senza palato (overdenture).

Quando utilizzare gli impianti con barra e chiavistello ?

I casi che necessitano degli impianti con barra e chiavistello per la ritrazione della protesi dentale sono riconducibili ad un’unica esigenza ovvero quella di stabilizzare la dentiera.

Per inserire le viti di titanio, il dentista utilizza quelle zone dei mascellari in cui c’è ancora abbastanza osso e tra un impianto e l’altro interpone una barra.

Alle barre corrispondono delle clip a sella all’interno della protesi: queste ultime due strutture vengono bloccate dal chiavistello che, sua volta, è controllato dal paziente.

Procedure implantologiche

Le tecniche con il dentista inserisce gli impianti dentali con barra e chiavistello sono differenti a seconda del caso in esame. Riassumendo quelle più utilizzate, abbiamo:

Carico immediato

L’implantologia a carico immediato carico immediato si pone in essere quando esistono i presupposti ovvero quando la stabilità degli impianti appena inseriti e collegati gli uni agli altri a mezzo della barra è tale da consentire il collocamento immediato della protesi senza che le forze espresse durante la masticazione possano in qualche modo creare problemi agli impianti o, decretare il loro fallimento.

Carico differito

Con il carico differito, l’implantologo inserisce gli impianti nell’osso ma, prima di poterli collegare alla protesi deve passare il classico periodo di tempo chiamato osteointegrazione ovvero il tempo necessario affinché gli impianti si integrino completamente con l’osso circostante.

Solo dopo tale periodo di tempo, è possibile collocare la barra a chiavistello agli impianti dentali e posizionare la protesi. Per i mesi in cui il paziente attende il processo di integrazione, il dentista gli fornirà una protesi mobile provvisoria.

Alternative agli impianti con barra e chiavistello

In alternativa alla soluzione descritta nel presente articolo, esistono altri due modi di realizzare una protesi overdenture su impianti dentali ovvero utilizzando:

  • Impianti dentali con barra;
  • Mini impianti dentali;
  • Impianti con testa sferica

La scelta della tecnica per stabilizzare la protesi nel cavo orale del paziente spetta al dentista che la esegue tenendo presente il reale caso in esame e con l’obiettivo di realizzare il miglior lavoro possibile per quel particolare caso e non in senso generico.

E’ possibile sostituire un solo dente mancante?

E’ possibile sostituire un solo dente mancante con un solo impianto dentale, abutment e corona (che può essere costruita utilizzando differenti materiali).

Nel corso della vita, ad una persona può capitare di perdere un dente per differenti ragioni: carie dentale, trauma o incidente, per malattie irreversibili che colpiscono i tessuti di sostegno dell’elemento dentale, la parodontite od anche ascesso.

Indipendentemente dalla causa che ha determinato la caduta od alla estrazione del dente, sostituirlo non è solo la soluzione ad un problema estetico bensì anche dal punto di vista funzionale.

Un dente mancante impone un sovraccarico masticatorio sugli altri denti vicini e, a lungo andare, può anche determinare lo spostamento di questi ultimi dalla loro sede naturale procurando non pochi problemi di occlusione (o malocclusione).

Casistica

Prima di inserire il singolo impianto dentale, il dentista o implantologo deve stabilire la corretta procedura da utilizzare.

Paziente parzialmente edentulo da tempo.

In questo caso al paziente manca un solo dente, tale mancanza, però, perdura da tempo e la gengiva si è chiusa.

Estrazione del dente o della radice residua

A seguito di un trauma profondo che ha determinato anche la frattura profonda della radice naturale del dente oppure di una carie divenuta pulpite che ha distrutto sia lo smalto che buona parte della radice del dente, il dentista non può fare altro che estrarre il dente o la parte di esso ancora in sede.

Esami radiografici

In entrambe i casi si procede con esami radiologici, solitamente una ortopantomografia (OPT), o più comunemente, panoramica dentale meglio ancora se 3D come la DENTALSCAN, in grado di fornire immagini tridimensionali digitali ad altissima risoluzione dei denti, delle arcate dentarie e delle ossa mascellari e mandibolari.

Anestesia

Prima di inserire l’impianto dentale nell’osso mascellare il dentista somministra l’anestesia locale al paziente il quale, se particolarmente ansioso o fobico, potrebbe apprezzare l’utilizzo della sedazione cosciente.

Inserimento dell’impianto dentale

Sulla base dello studio del caso in esame, delle condizioni di salute del paziente e quelle delle ossa mascellari, l’implantologo può decidere di inserire l’impianto dentale utilizzando tecniche differenti:

un solo intervento chirurgico

La procedura implantologica che prevede una sola operazione per l’inserimento dell’impianto dentale è detta “one stage” ovvero in una sola volta.

Il dentista può decidere se collocare l’impianto incidendo la gengiva ed il periostio avendo quindi la visione del campo operatorio oppure adottare la implantologia transmucosa la quale prevede la perforazione delle gengive e dell’osso in un’unica volta senza la necessità di bisturi e suture.

L’intervento di conclude con il fissaggio di un moncone provvisorio sulla testa dell’impianto dentale.

Due interventi per inserire l’impianto dentale per un solo dente

Nel corso del primo intervento il dentista incide la gengiva, inserisce fisicamente l’impianto all’interno dell’osso mascellare, posiziona la vite di guarigione per preservare la parte interna dell’impianto e sutura il lembo creato riposizionando la gengiva.

Trascorso il necessario periodo di osteointegrazione, si effettua il secondo intervento che prevede una nuova incisione della gengiva per scoprire l’impianto, asportare la vite di guarigione ed ancorare il moncone o abutment.

Se sussistono le condizioni necessarie e sufficienti , si potrà caricare l’impianto sin da subito utilizzando l’implantologia a carico immediato.

Costruzione e posizionamento della capsula

Quando il moncone è ancorato all’impianto, si effettua la presa delle impronte dentali utilizzando la classica pasta rosa che indurisce rapidamente oppure con la lampada intraorale che realizza le impronte dentali digitali.

A questo punto la palla passa al laboratorio odontotecnico che, sulla base delle impronte classiche o sulla scansione 3D, realizza il modello reale che monterà su uno strumento chiamato articolatore il quale ha lo scopo di riprodurre i movimenti della bocca durante l’occlusione.

La nuova corona dovrà essere costruita in modo tale da non andare ad alterare l’occlusione. in altre parole, l’odontotecnico deve assicurarsi che il nuovo dente non sia ne più basso ma, soprattutto non più alto degli altri adiacenti. In quest’ultimo caso si parla di difetto da precontatto.

All’odontotecnico è affidato anche il compito di soddisfare le esigenze estetiche del paziente, quindi di realizzare un manufatto che rispetti il colore dei denti adiacenti in modo da nascondere il più possibile il ricorso all’implantologia

La corona protesica, una volta ultimata e testata sull’articolatore, sarà fissata alla sovrastruttura/moncone.

Visite di controllo

Terminato il lavoro di inserimento del singolo impianto dentale per un solo dente, al paziente saranno fissati successivi appuntamenti per verificare che tutto funzioni perfettamente.

E’, altresì, molto importante che il paziente osservi la corretta igiene orale (link a Pulizia impianto singolo) in modo da evitare problemi o fallimento dell’impianto.

La perimplantite è un’infezione prevalentemente di origine batterica che colpisce gli impianti dentali

La perimplantite è un’infezione prevalentemente di origine batterica che colpisce prima le gengive dando origine alla mucosite perimplantare e, in mancanza dell’intervento del dentista o dell’igienista dentale, progredisce spingendosi più in profondità seguendo la linea dell’impianto dentale e determinando il progressivo riassorbimento dell’osso ad esso circostante causando, quindi, l’instabilità dell’impianto stesso che è destinato a cadere.

La perimplantite e la parodontite hanno in comune la maggior parte dei batteri responsabili delle due patologie ed anche alcune terapie (cure) che andremo a descrivere nei paragrafi successivi.

Quali sono le cause della perimplantite ?

I batteri che causano l’infezione che da origine alla perimplantite convivono già all’interno del cavo orale in una sorta di equilibrio numerico, non provengono dall’esterno. A causa di diversi fattori (scarsa igiene orale, sbalzi ormonali, terapie invasive o patologie sistemiche come il diabete) tale equilibrio viene a mancare e la quantità di batteri patogeni aumenta formando la placca dentale.

Gli agenti patogeni all’interno della placca tendono a consumare carboidrati rilasciando acidi che provocano l’infezione delle gengive e la loro infiammazione. Fino a questo momento, gli impianti dentali non sono ancora stati intaccati e tutto rimane a livello gengivale; in parodontologia si identifica questa situazione con il termine di mucosite perimplantare che è ancora reversibile ovvero completamente curabile.

In mancanza dell’intervento del dentista o dell’igienista dentale, i batteri che sono causa dell’infezione, si spingono più in profondità e la mucosite diventa perimplantite.

I tessuti che circondano l’impianto dentale, tessuti molli e osso mascellare, sono interessati dall’infiammazione che ne determina un lento ed inesorabile riassorbimento il quale, a sua volta, innesca un’eccessiva mobilità dell’impianto.

Non avendo più la necessaria quantità di osso che ne garantisce la stabilità, l’impianto è destinato a cadere compromettendo il restauro protesico (capsula dentale o protesi fissa su impianti).

La perimplantite è solo uno dei potenziali problemi con gli impianti dentali e può essere determinante per il loro fallimento (erroneamente detto “rigetto dell’impianto dentale”).

All’inizio dell’articolo abbiamo detto che la perimplantite è causata prevalentemente da batteri ma questo non è il solo fattore eziologico scatenante poiché esiste anche la perimplantite da trauma occlusale ciò significa che il lavoro che l’odontotecnico ha fatto per eliminare il più possibile le tensioni meccaniche che si instaurano quando la protesi dentaria viene connessa agli impianti dentali, non ha dato i risultati voluti. Tecnicamente siamo difronte ad una passivazione insufficiente o scorretta.

Perimplantite con impianti osteointegrati e impianti sottoperiostei

Impianti sottoperiostei

Gli impianti sottoperiostei si differenziano da quelli osteointegrati poiché non vengono inseriti nell’osso ma appoggiati ad esso creando un’ampia incisione a livello gengivale e collocando gli impianti stessi (o meglio, la loro base o griglia) tra l’osso mascellare ed il periostio (la membrana di tessuto connettivo che riveste le ossa).

L’implantologia iuxtaossea che si avvale di questo tipo di impianti è praticamente stata abbandonata a favore di quella osteointegrata che offre risultati superiori e più duraturi.

Impianti osteointegrati

Gli impianti endossei o osteointegrati sono inseriti quasi totalmente nell’osso e la loro parte emergente è minima.

In caso di perimplantite con impianti sottoperiostei, i batteri responsabili, una volta superato il tessuto gengivale, hanno a disposizione tutta la base dell’impianto che non è immersa nel tessuto duro e possono quindi colonizzare tutto il metallo a disposizione. Il risultato di tale ’attacco batterico è una perimplantite che coinvolge immediatamente tutta la superficie su cui poggia l’impianto sottoperiosteo.

Quando la perimplantite appare, invece, in pazienti che si sono sottoposti ad implantologia osteointegrata (che prevede l’inserimento dell’impianto dentro l’osso in posizione verticale o perpendicolare al mascellare), la parte di osso coinvolta dall’infezione è circoscritta a quella in prossimità della vite di titanio.

Riassumendo

Con gli impianti sottoperiostei abbiamo una perimplantite orizzontale che devasta molto rapidamente l’osso su cui poggia poiché esso è totalmente scoperto mentre, con gli impianti osteointegrati si sviluppa la perimplantite verticale poiché la patologia segue la linea verticale della vite.

Sintomi

I sintomi della perimplantite sono molto simili a quelli della parodontite che, nella fase detta gengivite interessa i soli tessuti molli mentre nella fase parodontale vera e propria colpisce anche l’osso. Il dolore è una componente non necessariamente presente ed assolutamente soggettiva.

Sintomi mucosite perimplantare

A questo stadio, la perimplantite, con il nome di mucosite, interessa solo i tessuti gengivali che stanno attorno all’impianto dentale. I sintomi più caratteristici sono l’arrossamento della mucosa ed il sanguinamento spontaneo a causa dell’infiammazione.

Sintomi perimplantite

Superato lo stadio precedente, l’infezione arriva all’osso mascellare causandone il progressivo riassorbimento.

Ai sintomi summenzionati, dobbiamo aggiungere la possibilità di formazione di pus (suppurazione), una costante profondità di sondaggio parodontale e sensazione di dolore più o meno moderato nel caso in cui il dentista proceda con la percussione del sito a scopo diagnostico (picchietta la capsula con lo specchietto).

Il riassorbimento dell’osso è chiaramente visibile e quantificabile attraverso un normale esame radiologico (lastra endorale o panoramica), si osservano evidenti radiotrasparenze.

Terapie

Esistono differenti metodologie per curare la perimplantite e, a tutt’oggi, nessuna sembra poter essere detta migliore di altre, tutto dipende dall’esperienza del dentista e dalla sua predilezione per una terapia piuttosto che per un’altra.

In linea di massima, quando la perimplantite è ancora allo stadio di mucosite ovvero non ha ancora intaccato l’osso, la terapia più adatta è quella non-chirurgica affidata all’igienista dentale mentre se l’osso è chiamato in causa, l’adozione di pratiche chirurgiche è inevitabile.

L’implantologia moderna si avvale di nuovi strumenti terapeutici come il laser per curare la perimplantite e strumenti come iBrush per decontaminare la superficie implantare.

Prevenzione

Prima di inserire gli impianti dentali

La prevenzione della perimplantite inizia ancora prima che gli impianti dentali vengano inseriti in bocca. In altre parole, quando il dentista procede con la valutazione circa la possibilità di adottare gli impianti dentali e protesi per risolvere il problema della mancanza di uno o più denti, egli deve necessariamente tenere presente anche la tendenza del paziente ad essere soggetto a parodontite.

Nel caso in cui poi, la malattia parodontale si già presente nel cavo orale del paziente, è di fondamentale importanza non procedere con l’implantologia poiché il tasso di fallimento degli impianti dentali sarebbe molto alto. E’ essenziale, invece, procedere con la bonifica della bocca e con la decontaminazione dei denti naturali poiché i batteri responsabili della parodontite possono facilmente migrare da un dente ad un impianto e dar vita così alla perimplantite.

Dopo l’inserimento degli impianti

Dopo la bonifica della bocca ed ultimato l’intervento di implantologia, è necessario che il paziente sia inserito in un programma di prevenzione che prevede appuntamenti trimestrali per il controllo dei tessuti in modo da permettere al dentista di intervenire in tempo in caso di nuovi focolai di infezione

Una volta diagnosticata, la perimplantite è una di quelle patologie molto complicate da debellare completamente se non attraverso procedure di chirurgia orale alquanto invasive ed anche in quest’ultimo caso non è detto che ci si riesca pienamente. Da quanto detto, va da se che la prevenzione è la prima linea di difesa che possiamo mettere in atto per scongiurare il peggio.

In quest’ottica, l’igiene orale domiciliare praticata dal paziente, previa educazione alla stessa da parte del dentista o dell’igienista dentale, e gli appuntamenti per la pulizia professionale della protesi e degli impianti sono di fondamentale importanza per far durare a lungo i restauri protesici.

Implantologia dentale a carico immediato computer guidata

L’ implantologia computer guidata (in inglese computer guided implantology) è una metodologia che consente di pianificare al computer l’intervento implantologico, fabbricare una dima chirurgica che guidi l’inserimento degli impianti nelle ossa mascellari del paziente sfruttando al meglio la disponibilità ossea e porre in essere, così, interventi mininvasivi con risultati ottimali quanto predicibili.

La tecnologia ha ormai permeato tutte le attività che quotidianamente svolgiamo sia nel lavoro che nel tempo libero.

Anche l’odontoiatria in molte delle sue branche tra cui anche l’implantologia si avvale oggi di software altamente innovativi che aiutano il dentista ad avere una visione chiara e molto precisa del caso in esame, delle possibili soluzioni implantologiche, nonché di preventivare step by step tutta la procedura che porterà il paziente ad avere nuovamente i denti in bocca quindi, un bel sorriso ed un’efficiente masticazione.

Vediamo insieme quali sono le varie fasi di intervento e le caratteristiche principali di questo tipo di tecnologia.

Fase 1: Dima radiologica e TAC oppure  DENTALSCAN Cone Beam 3D

Durante il primo appuntamento il paziente si reca presso lo studio medico per permettere al dentista di prendere le impronte dentali. Direte voi: “quali impronte prende se il paziente non ha denti ?” Il primo passaggio di impronte serve all’odontotecnico, su indicazioni del dentista, per preparare uno strumento detto impropriamente maschera o, propriamente, “dima radiologica” una sorta di mini-protesi che però racchiude tutti i dettagli tecnici che saranno propri della futura protesi.

La dima radiologica viene adeguatamente posizionata all’interno del cavo orale del paziente che con essa si sottopone all’esame radiologico chiamato TAC.

Il medico trasferisce sul proprio computer i dati della TAC che contengono preziose informazioni sulla struttura ossea del paziente nonché sugli spazi occupati dalla protesi. Un software particolare elabora i dati provenienti dalla TAC e li trasformare in immagini 3D (tridimensionali) che danno al medico l’esatta visione del campo operatorio.

Fase 2: Ricostruzione virtuale con immagini 3D e preparazione dell’intervento

Una volta che il computer ha elaborato le immagini provenienti dalla TAC e ricostruito in maniera tridimensionale ed assolutamente precisa la bocca del paziente o, più precisamente, la struttura dei mascellari, l’odontoiatra può cominciare il lavoro di preparazione dell’intervento di implantologia computer guidata direttamente sul modella virtuale senza la necessità che il paziente sia presente in studio.

Il modello riprodotto dal computer permette di avere una visione completa di quello che è lo stato delle ossa in cui verranno inseriti gli impianti dentali che sosterranno la protesi, il dentista è in grado così di valutare esattamente la quantità e la qualità di osso a disposizione.

Si procede quindi ad individuare l’esatta posizione degli impianti e la loro eventuale inclinazione come accade nell’implantologia All on four.

Oltre alla posizione, la ricostruzione virtuale permette di individuare in anticipo anche il tipo di impianti dentali da usare per lo specifico caso in esame (si parla di lunghezza e di diametro)

La simulazione al computer non permette solo di preventivare la biomeccanica della futura protesi ma anche di prestare attenzione sui risultati estetici.

Concluso il lavoro di preparazione sul modello tridimensionale, tutte le informazioni vengono inviate ad un laboratorio (solitamente la casa madre del software per l’implantologia computer guidata o assistita) che ricostruisce tridimensionalmente la struttura ossea del paziente e su questa modella la dima chirurgica ovvero una sorta di protesi personalizzata con dei forellini che letteralmente guidano l’odontoiatra nell’inserimento degli impianti dentali all’interno della bocca del paziente.

Fase 3: inserimento degli impianti e posizionamento della protesi

Quando il dentista riceve la dima chirurgica può convocare il paziente e dare inizio all’ultima fase dell’implantologia computer guidata.

La dima chirurgica viene sistemata all’interno della bocca del paziente a cui è già stata somministrata l’anestesia locale ed il dentista inizia a forare i tessuti molli seguendo i forellini sulla dima per arrivare all’osso e preparare così la sede in cui gli impianti devono essere posizionati secondo il modello tridimensionale.

La guida ha una importanza fondamentale non solo poiché indica esattamente il punto in cui effettuare la perforazione utilizzando frese di grandezza sempre maggiore fino ad arrivare a quella che modellerà il sito in base alle reali dimensioni dell’impianto, bensì perché essa indica anche l’esatta profondità a cui fermare la perforazione dell’osso per non andare a ledere le terminazioni nervose sottostanti.

Terminato l’inserimento degli impianti, l’odontoiatra può estrarre dal cavo orale la dima e ancorare la protesi, precedentemente preparata, alla testa degli impianti appena alloggiati.

In questo modo il paziente può lasciare lo studio dentistico con la nuova protesi che gli permetterà una normale masticazione, una situazione estetica completamente rinnovata ed una fonazione pari a coloro che hanno denti naturali.

Fase 4: fissaggio della protesi definitiva

La protesi fissata immediatamente dopo l’inserimento degli impianti dentali, di norma, è una protesi provvisoria che ha la triplice funzione di permettere al portatore di avere una vita normale, agli impianti di osteointegrarsi ed all’odontoiatra di verificarne il corretto funzionamento, la relativa resa estetica ed eventualmente apportare delle modifiche su quella che sarà la protesi definitiva. Trascorsi come minimo tre mesi, si procede alla collocazione in sede della definitiva

Quali i vantaggi dell’implantologia computer guidata rispetto all’implantologia classica ?

L’implantologia computer guidata ha rivoluzionato l’odontoiatria e le metodologie di approccio e di soluzione di moltissimi casi clinici poiché attraverso la modellazione tridimensionale è possibile avere dati molto più precisi rispetto al passato su cui effettuare la diagnosi e, conseguentemente, pianificare l’intervento vero e proprio.

I principali vantaggi dell’implantologia computer guidata sono:

Possibilità di trattare casi con estrema riduzione ossea

Proprio perché il computer è in grado di leggere nei minimi particolari la situazione ossea del paziente, l’odontoiatra può valutare ancora meglio oggi rispetto al passato se la zona deputata all’inserimento degli impianti possa o meno riceverli e sostenerli (osteointegrarli) senza magari la necessità di un rialzo del seno.

Maggior precisione nel posizionamento degli impianti

Dopo tutto ciò che abbiamo scritto finora, appare evidente che, grazie al computer ed ai dati da esso elaborati, il clinico e l’odontoiatra congiuntamente, riescono a lavorare con dei margini di possibili errori che si approssima allo zero.

Il dentista nell’inserimento preciso degli impianti e l’odontotecnico nella creazione della protesi che meglio si adatterà alla bocca del paziente sia dal punto di vista estetico che da quello funzionale.

Intervento mininvasivo

Prima dell’avvento del computer anche nel campo implantologico, l’odontoiatra era costretto ad incidere la gengiva per arrivare ad esporre l’osso all’interno del quale cominciare a preparare la sede per gli impianti posizionati in più in base all’esperienza ed alla bravura del dentista che rispetto a dati certi come abbiamo adesso.

I lembi creati dovevano essere suturati e, solitamente, si attendeva dai 3 ai 6 mesi affinché il processo di osteointegrazione fosse terminato prima di posizionare la protesi.

Dalla descrizione della procedura è facile comprendere che lo stress operatorio e post operatorio per il paziente era notevolmente maggiore ed il disagio riguardo alla masticazione poteva perdurare per molto tempo.

Con l’implantologia computer guidata, tutto ciò non è più necessario poiché gli impianti vengono posizionati senza la necessità di tagliare e suturare la gengiva (quindi anche il dolore post operatorio è notevolmente inferiore) la protesi viene ancorata agli impianti dentali subito dopo il loro alloggiamento (si parla quindi di carico immediato).

Riduzione dei tempi d’attesa

Non essendo più necessario attendere i tempi di osteointegrazione e di guarigione delle ferite causate dalle incisioni per l’esposizione dell’osso e le conseguenti suture, l’implantologia guidata dal computer ha drasticamente ridotto i tempi necessari a terminare i lavori necessari per permettere alle persone edentule di tornare a sorridere e masticare normalmente ma non solo, tempi ridotti significa anche che tutti coloro che per vari motivi hanno paura di sedersi sulla poltrona del dentista, arrivando anche a fobie vere e proprie, possono tirare un sospiro di sollievo.

Quali sono i pazienti che possono trarre maggiore vantaggio ?

Fondamentalmente tutti coloro che necessitano di impianti dentali per la sostituzione di più denti sono ottimi candidati per questo tipo di pratica implantologica.

Sempre più frequentemente persone che già portano protesi mobili (come la classica dentiera) ne richiedono la stabilizzazione grazie appunto all’ancoraggio della protesi stessa su impianti o minimpianti dentali che a loro volta posso essere posti in loco in maniera tradizionale oppure attraverso l’implantologia computer guidata.

Sistemi alternativi all’uso del computer nell’implantologia

Dima di Malò con tacche che guidano l’odontoiatra nella preparazione dei siti in cui andranno collocati gli impianti dentali.

Quali sono i prezzi dell’implantologia computer guidata ?

Leggendo la descrizione delle varie fasi che contraddistinguono questo tipo di interventi di implantologia si potrebbe essere portati a credere che i prezzi siano superiori rispetto alla metodologia odontoiatrica classica che non si avvale del computer, non necessita di dima chirurgica, non ha bisogno di hardware e software particolari ed il costo finale è dato dai singoli impianti dentali e dal lavoro del dentista.

In passato era proprio così, anche se di poco ma una lieve differenza di prezzi c’era.

Oggi che l’implantologia computer guidata è utilizzata da un numero sempre maggiore di dentisti che possono a loro volta curare meglio più pazienti, anche i prezzi a cui tali metodologie sono proposte scendono mentre a salire è la qualità del lavoro svolto nonché una maggiore garanzia per il paziente.

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