I fantasmi esistono

Esistono i Fantasmi? - FocusJunior.it

Che cosa si dice del genere splatter? che è di serie B, che è per palati poco avvezzi alla verosimiglianza ecc. Ora, in quale filone cinematografico collocheresti la tristissima vicenda dell’operaio indiano al quale un incidente nei campi ha staccato un braccio, poi riposto in una cassetta dal suo datore di lavoro, e lasciato vicino al legittimo proprietario già morente? Lo schifo che impera nel nostro Paese è inenarrabile. Tutto viene giustificato in nome del profitto. Se ti indigni ti viene chiesto: ma signora cara,  come potresti comprare la passata di pomodoro a 40 centesimi se non ci fosse il caporalato? non potresti è la risposta alla quale segue, sottaciuta, una lode per coloro che sfruttano gli immigrati irregolari, di fatto rendendoli schiavi. Ma in coscienza, come biasimare il sistema? cosa ne sarebbe della nostra vita, al di là del carrello della spesa meno costoso, se non avessimo un motivo al giorno di indignazione? Quando però scorrazziamo in bici per le campagne, oppure corriamo come imbecilli per tratturi e sterrati per arrivare in spiaggia belli e fisicati, ricordiamoci per tempo di voltare il capo quando cominciamo a intravedere piccoli capannelli di persone. Perché avvicinandoci a quella porzione di paesaggio, le schiene chine e le cassette del raccolto impilate a formare torri improbabili, e tuttavia miracolosamente stabili, potrebbero ricordarci che se mangiamo a costi irrisori è solo perché altri fanno la fame. E a volte muoiono.

P.S. Lo so che la questione è complessa, ma a livello umano non c’è giustificazione né per i padroni né per chi sta a guardare.

LACRIMOSO che rima con penoso

Anche in Belgio i liberali perdono. Il premier annuncia, in lacrime, le dimissioni - HuffPost Italia

Tutti abbiamo bisogno di piangere, ma fatte salve certe situazioni in cui trattenere la commozione è un inutile esercizio di superbia, per tutto il resto piangere in pubblico non è ammissibile né intenerisce chi è costretto a subirne lo spettacolo. Ecco perché le lacrime del premier belga De Croo hanno lasciato indifferenti i più. E non c’entra la mascolinità primordiale e archetipa a cui peraltro, qualora nostalgici, possiamo attingere solo attraverso vecchi film. C’entra la dignità. E la respirazione corretta: si trattiene l’aria per qualche momento e poi si espira buttando fuori tensioni e delusioni. Prima di andare in scena.

Sarà il caldo?

In una certa misura è fisiologico: gli interessi – persino quelli pensati imprescindibili – col tempo scemano, soppiantati da altre urgenze. Ma se la mia attività di blogger dev’essere ostacolata dall’accesso al sito, capite bene che più che scemare la voglia passa del tutto. Aggiungiamo pure che il contatore delle visite segna cifre altissime che se rapportate ai riscontri oggettivi non reggono,  qui viene a profilarsi uno scenario tutt’altro che allettante. Poi va be’, ogni finale è voluto dal destino. Anche quello di un post che non si sa come chiudere.

P. S. Buon onomastico a un mio vecchio amico.