Parità di genere senza “cavalleria lessicografica”

Il primo vocabolario italiano che non privilegia il maschile - Il Post

Parole e grammatica hanno un peso, e dunque è giusto che si adeguino alla rivoluzione culturale in atto; di conseguenza, il prestigioso Vocabolario Treccani ha introdotto una novità che, mandando a gambe all’aria una tradizione vecchia di secoli, presenta aggettivi e nomi non solo al maschile ma pure al femminile. E non è tutto: i lemmi si susseguono in ordine alfabetico, quindi troviamo buona, buono, ma direttore, direttrice, giacché i linguisti sono stati tanto accorti da non cadere nel tranello della “cavalleria lessicografica”, come da loro definizione. A me sembra un’operazione editoriale degna di nota proprio perché sceglie di farsi interprete dei nuovi tempi senza smancerie. Tuttavia, se dovessi lodare i due direttori scientifici, Valeria Della Valle e Giuseppe Patota, lo farei in virtù del fatto che non si sono lasciati irretire dalla cancel culture, per cui nella nuova edizione del Vocabolario Treccani troveremo ancora gli epiteti offensivi rivolti alle donne. Il che equivale a dire: rivoluzione sì ma con cognizione di causa giacché quelle sillabe odiose fanno parte della nostra lingua, anche di quella letteraria. Quindi, per quale motivo associarsi al coro dei sepolcri imbiancati?

Documenta 15 e le accuse di antisemitismo

Accuse di antisemitismo: in Germania si dimette Sabine Schormann. Era la direttrice della fiera d'arte “Documenta” di Kassel - Open

Documenta, manifestazione d’arte contemporanea che si tiene a scadenza quinquennale a Kasse, è stata investita da pesanti accuse antisemite per via dello striscione politico People’s Justice del gruppo artistico indonesiano Taring Padi (foto). All’osservatore attento non sfuggirà la presenza di un maiale con un elmo con la scritta “Mossad” (il servizio segreto israeliano), e un uomo con riccioli laterali (associati comunemente alle comunità ebraiche ortodosse), zanne e occhi iniettati di sangue, che indossa un cappello nero con le insegne delle SS. Lo striscione è stato prima coperto e poi rimosso, ma il ravvedimento a posteriori non è bastato a placare gli animi, al punto che la famosa artista tedesca Hito Steyerl ha ritirato la sua opera, e Sabine Schormann, direttrice della rassegna, ha preferito dimettersi.

La vicenda dimostra che talvolta anche il politicamente corretto ha un senso, mentre la cancel culture un senso ce l’ha solo per chi non ha presente la necessità di contestualizzare. A tal proposito Markus Hinterhäuser, pianista e direttore artistico del Festival di Salisburgo, della cancel culture ha detto:

“La trovo assurda. Ho apprezzato molto Muti che a Chicago nel suo Ballo in maschera non ha cambiato la frase “Ulrica dell’immondo sangue dei negri”, spiegando come le intenzioni di Verdi fossero tutt’altro che razziste”.

I sensitivity reader sono espressione di progresso o di censura?

The rise (or fall) of sensitivity readers — Harpy.

Con l’espressione “appropriazione culturale” si intende la pratica attraverso cui una cultura dominante si appropria, grossolanamente, di linguaggi artistici e credenze propri di gruppi etnici minoritari. Per scongiurare ulteriori scivoloni – cinema e letteratura ne sono già ricchi, ma non lo sarebbero se si contestualizzassero gli anni a cui le opere incriminate appartengono -, gli editori statunitensi assoldano i sensitivity reader, ovvero editor che analizzano i file dal punto di vista linguistico e culturale, segnalando poi all’editore espressioni e passaggi che potrebbero offendere le minoranze. In quest’ottica eticamente vigile il caso più emblematico risale al 2011, quando Alan Gribben riscrisse Huck Finn, sostituendo il vocabolo “nigger“, che nell’originale di Mark Twain ricorre 219 volte, con schiavo.

A febbraio il Times di Londra ha pubblicato un articolo che può essere considerato un campanello d’allarme per chi aborrisce la cancel culture; il lettore svogliato sarà risparmiato dalla fatica di leggerlo, perché già titolo fa il punto: Is the rise of sensitive readers progress or censorship?

Il repulisti è attivo in America da anni, soprattutto per quanto riguarda la narrazione young adult, tuttavia ora si sta estendendo alla fiction e ai saggi. Ed è quest’ultima deriva tentacolare a insospettire chi nel lavoro certosino dei sensitivity reader intravede il ghigno moralista del censore.