Documenta 15 e le accuse di antisemitismo

Accuse di antisemitismo: in Germania si dimette Sabine Schormann. Era la direttrice della fiera d'arte “Documenta” di Kassel - Open

Documenta, manifestazione d’arte contemporanea che si tiene a scadenza quinquennale a Kasse, è stata investita da pesanti accuse antisemite per via dello striscione politico People’s Justice del gruppo artistico indonesiano Taring Padi (foto). All’osservatore attento non sfuggirà la presenza di un maiale con un elmo con la scritta “Mossad” (il servizio segreto israeliano), e un uomo con riccioli laterali (associati comunemente alle comunità ebraiche ortodosse), zanne e occhi iniettati di sangue, che indossa un cappello nero con le insegne delle SS. Lo striscione è stato prima coperto e poi rimosso, ma il ravvedimento a posteriori non è bastato a placare gli animi, al punto che la famosa artista tedesca Hito Steyerl ha ritirato la sua opera, e Sabine Schormann, direttrice della rassegna, ha preferito dimettersi.

La vicenda dimostra che talvolta anche il politicamente corretto ha un senso, mentre la cancel culture un senso ce l’ha solo per chi non ha presente la necessità di contestualizzare. A tal proposito Markus Hinterhäuser, pianista e direttore artistico del Festival di Salisburgo, della cancel culture ha detto:

“La trovo assurda. Ho apprezzato molto Muti che a Chicago nel suo Ballo in maschera non ha cambiato la frase “Ulrica dell’immondo sangue dei negri”, spiegando come le intenzioni di Verdi fossero tutt’altro che razziste”.

I sensitivity reader sono espressione di progresso o di censura?

The rise (or fall) of sensitivity readers — Harpy.

Con l’espressione “appropriazione culturale” si intende la pratica attraverso cui una cultura dominante si appropria, grossolanamente, di linguaggi artistici e credenze propri di gruppi etnici minoritari. Per scongiurare ulteriori scivoloni – cinema e letteratura ne sono già ricchi, ma non lo sarebbero se si contestualizzassero gli anni a cui le opere incriminate appartengono -, gli editori statunitensi assoldano i sensitivity reader, ovvero editor che analizzano i file dal punto di vista linguistico e culturale, segnalando poi all’editore espressioni e passaggi che potrebbero offendere le minoranze. In quest’ottica eticamente vigile il caso più emblematico risale al 2011, quando Alan Gribben riscrisse Huck Finn, sostituendo il vocabolo “nigger“, che nell’originale di Mark Twain ricorre 219 volte, con schiavo.

A febbraio il Times di Londra ha pubblicato un articolo che può essere considerato un campanello d’allarme per chi aborrisce la cancel culture; il lettore svogliato sarà risparmiato dalla fatica di leggerlo, perché già titolo fa il punto: Is the rise of sensitive readers progress or censorship?

Il repulisti è attivo in America da anni, soprattutto per quanto riguarda la narrazione young adult, tuttavia ora si sta estendendo alla fiction e ai saggi. Ed è quest’ultima deriva tentacolare a insospettire chi nel lavoro certosino dei sensitivity reader intravede il ghigno moralista del censore.

Abbattere le statue di Cristoforo Colombo è un’assurdità

Perché odiare Colombo? – Il blog di Orlando Sacchelli

Generalizzare la distruzione dei monumenti mi sembra una follia. Bisogna distinguere, magari tenendo presente la casistica. È comprensibile che il 25 luglio 1943 la gente si sia messa a distruggere i fasci: non si può rimproverare retrospettivamente un’azione del genere. Ma distruggere oggi tutte le statue di Cristoforo Colombo mi pare un’assurdità. Per esempio, in Cile, c’è un monumento in cui Colombo calpesta un indiano che chiaramente soffre. È una statua molto ambigua, ma secondo me abbatterla sarebbe un gravissimo errore, perché si cancellerebbe una parte della storia. In generale, il passato va conservato e analizzato: cancellare tutti i documenti legati a un regime orribile significherebbe cancellare l’orrore“.

Dedicato ai sostenitori della cancel culture che non riescono a contestualizzare statue, film e lessico. Cancellare la memoria di ciò che impoverisce l’umanità è un controsenso.

Carlo Ginzburg, storico

foto: la statua di Cristoforo Colombo abbattuta in Minnesota