5000 varianti di coronavirus, ma i nemici sono altri

 

Anatomia del Coronavirus - Speciale Scienze - La Repubblica

Il saggista americano David Quammen è diventato famoso in concomitanza con la pandemia da Covid-19 perché aveva previsto e scritto in Spillover (2012) quello che poi tutti avremmo esperito. Ora in Senza respiro Quammen riparte dagli avvertimenti inascoltati degli ultimi dieci anni e intervista 95 voci sulle origini possibili del virus: quella naturale (lo spillover); quella che crede in una diffusione accidentale dal laboratorio di Wuhan; e infine la distopica che dà credito a una manipolazione da laboratorio. Secondo Quammen, poiché l’origine naturale del virus è la più probabile, bisognerebbe continuare a prestare attenzione al commercio illegale di animali esotici e agli allevamenti intensivi, mentre note di biasimo sono riservate alla scelta di vaccinare la parte ricca del mondo, lasciando la restante in balia dei virus. Sì, virus al plurale perché solo in Cina si contano almeno 5000 coronavirus diversi, ma attenzione, Quammen invita a tenere d’occhio soprattutto i batteri resistenti agli antibiotici e i virus dell’aviaria.

Che dire? Speriamo di sollevare Quammen dal ruolo di Cassandra, perché il mondo per rigenerarsi ha bisogno di sognare. E l’incubo non gli si addice.

L’attuale pandemia era stata prevista nel 2012

   Risale al 2012 Spillover, il saggio del divulgatore scientifico americano David Quammen; si profetizzava, con rigore scientifico, un’epidemia causata da un virus zoonotico, verosimilmente un pipistrello. Lo spillover, ovvero il salto di specie di un patogeno, avrebbe potuto avere luogo in un “wet market” cinese ed era un timore fondato, da parte dell’autore, presupporre che il virus sarebbe stato particolarmente pericoloso perché i contagiati lo avrebbero diffuso prima di averne coscienza. Ma è stato ignorato! E dire che Quammen non aveva scritto il saggio per aver visto 28 Giorni dopo, ma si era avvalso delle previsioni di scienziati qualificati. Ora, in piena emergenza, spiega cosa ci sta insegnando il Covid-19: “Nessun uomo è un’isola, nessun pipistrello, pangolino, zibetto o gorilla lo è. Siamo tutti connessi dalla storia evolutiva e dal nostro dover coesistere su un pianeta così piccolo. Condividiamo spazi, condividiamo risorse e a volte, può capitare, condividiao virus. Tuttavia, noi esseri umani siamo fortunati, perché dominiamo il pianeta e possiamo contare su un’intelligenza e una capacità di adattamento speciali. Credo sia giunto il momento di usare questa capacità non solo per creare con la massima urgenza test per il coronavirus, medicine antivirali, vaccini per scongiurare la diffusione del contagio. È giunto il momento di ritrovare l’umiltà e capire come trattare con il massimo rispetto il resto del mondo vivente”.