I preti di strada preferiscono Francesco

Benedetto VXI rompe il silenzio: "Così mi sono dimesso da Papa" - ilGiornale.it

Papa Ratzinger resterà per i più un comunicatore nebuloso, macchinoso, ma chi non ama l’ordinarietà, sorriderà dei sempliciotti poco avvezzi a grattare la superficie per scorgervi il sostrato. Il problema più grande del defunto papa era la grande erudizione, e per quanto ci abbia provato a spiegare concetti che non sono poi così trascendentali, sostanzialmente alla folla è rimasto estraneo. Perché la folla è ignorante, e ha bisogno di forme di comunicazione che non le ricordino il suo stato. Con i dovuti distinguo, l’impopolarità di Benedetto XVI (la commozione di oggi ai funerali non conta perché presto farà posto all’indifferenza) è simile alla grandezza di certi scrittori i quali, nonostante siano capaci di pagine bellissime, nondimeno non vendono o vendono poco. Per converso un Federico Moccia, autore di libri che saranno dimenticati prima che passi a miglior vita, ha venduto tantissimo. C’è che la folla anela alla tolleranza liberale, non all’intransigenza dottrinale, ma pure certi uomini di chiesa non scherzano. I cosiddetti preti di strada, ad esempio, uno per tutti don Mazzi, hanno già detto apertamente di preferire papa Bergoglio. Per carità, posizioni perfettamente legittime, soprattutto se devi pascolare greggi che puoi gestire solo con molli blandizie.

Il Papa scomodo ora pianto e compianto

Funerali di Benedetto XVI, centinaia di fedeli in attesa dall'alba per la camera ardente

Se rinasco, studierò per diventare vaticanista. Ma per adesso, dovendo accettare la mia umile condizione di persona che delle cose del mondo capisce e sa pochissimo, mi limiterò a qualche osservazione terra terra. Innanzitutto non posso nascondere la mia irritazione per le lacrime del clero, lo stesso che non esitò a isolare papa Ratzinger per via di una delle sue più grandi intemperanze:

Mostrami pure ciò che Maometto ha portato di nuovo, e vi troverai soltanto delle cose cattive e disumane, come la sua direttiva di diffondere per mezzo della spada la fede che egli predicava“.

A imitazione di Ponzio Pilato, i pezzi da novanta del Vaticano se ne lavarono le mani, e tra queste ve ne erano di eccellenti come quelle del cardinale Martini e di padre Thomas Michel, il quale si profuse in un capolavoro di obbedienza al pontefice cercando di lenire l’ira funesta dei maomettani con le parole: “Benedetto XVI a Ratisbona ha esposto il suo punto di vista personale“. Alla luce di questa crocifissione, metaforica quanto si vuole ma fonte di grande dolore per Benedetto XVI – per tacere dell’ostracismo affinché non fosse liberalizzata la messa in latino o degli scandali dei preti pedofili – pare naturale che Benedetto XVI abbia intrattenuto colloqui proficui, a livello intellettuale, con personalità come Oriana Fallaci e Giuliano Ferrara, e chissà quanti altri ancora. Detto questo, sarebbe importante se non si cercasse di connotare negativamente Joseph Ratzinger con l’aggettivo reazionario, perché mettere al riparo la tradizione dalla fugacità della contingenza  non è mai un errore. Il mondo è bello perché è vario, giusto? E allora non facciamo delle sue peculiarità un insieme unico, destinato a fatale fatuità.

Papa Ratzinger non è più

Oggi la messa per Benedetto XVI nella basilica di San Giovanni in Laterano - DIRE.it

I comuni mortali lo ricorderanno per essere stato il primo Papa emerito; molti, quelli più accorti alle faccende della Chiesa, per essere stato un grande teologo. Io lo ricorderò nelle vesti di cardinal no ( no al sacerdozio delle donne, no al matrimonio dei preti, no all’omosessualità). Non che ne condivida i precetti, ma lodo la coerenza del magistero che ha rappresentato. Riposi in pace anche lui. Ammesso che vi sia un posto in cui poterlo fare.