7.30 di mercoledì mattina.
Ferma al semaforo Laura ascoltava la radio, cantava e ballava come si può ballare da sedute in auto. Aveva ancora sonno, ma per fortuna la musica la teneva ben sveglia. Mentre aspettava che scattasse il verde, si guardò nello specchietto retrovisore per controllare il trucco, tutto a posto, anche il rossetto. Laura non aveva rinunciato al rossetto, anche se la mascherina lo copriva, peccato!
Ad un tratto si rese conto di essere osservata. Chi era l’uomo che la guardava divertito dall’auto dietro la sua? Non riusciva a vederlo bene per il riflesso del sole, nonostante gli occhiali scuri. Il verde scattò e Laura ripartì lentamente così che lo sconosciuto potesse affiancarla. Si girò a guardarlo incuriosita e incrociò i suoi occhi, neri. Anche lui la stava guardando e per un attimo si sorrisero. Proseguirono il percorso, apparentemente lo stesso, fino al semaforo rosso successivo.
Laura si voltò e questa volta si mise a ridere vedendo che lui la stava osservando insistente. Sembrava un tipo normale. Lui ricambiò il sorriso e le fece cenno di abbassare il finestrino. “Buongiorno, posso offrirle un caffè? sembra che abbiamo la strada in comune”. “Perchè no?”, si disse Laura e annuì. Le fece cenno e la superò invitandola a seguirlo. Lei fece il numero dell’ufficio e avvisò che sarebbe arrivata un paio d’ore più tardi per un imprevisto. “Bugia giustificata” pensò ridacchiando e seguì chi aveva dato una svolta alla sua giornata.