Il principe dell’Eden

Ecco, questo sei tu, il principe dell’Eden, perché ti muovi lentamente,  strisciando insidioso e suadente come il serpente nel Paradiso Terrestre. Ti sei avvicinato apparentemente innocuo, fingendoti disarmato e quasi inerme, forse persino bisognoso di un incoraggiamento per la tua lunga inattività sentimentale. Forse però era solo la mia impressione, il riflesso di quello che ero io e non tu.

Con pazienza ti sei avvicinato, parole scelte e misurate per non spaventarmi alternate a meno controllate espressioni di apprezzamento nei miei confronti che hanno preso la rincorsa e senza che me ne accorgessi mi hanno imprevedibilmente catturata.

All’improvviso mi sono sentita con le spalle al muro… tu che sai giocare al mio stesso gioco, tu che mi ha messa in difficoltà perché stai sul mio stesso piano, sfrontato rivale di altrettanta malcelata impudenza…

Senza che me ne rendessi conto hai preso il comando, strappandolo a me che lo gestivo sicura. Che sciocca, è bastato distrarmi con il fascino delle tue parole e hai ribaltato le nostre posizioni. Ma non mi arrendo e presto mi prenderò la rivincita! Stai attento…

10.2 serpente eden – Simboli dell'arte cristiana

VERA

Le sue dita percorrevano le vertebre di Vera, una dopo l’altra, con un una lentezza e una leggerezza che le facevano quasi trattenere il respiro per il piacere. 

Piano, dalla nuca fino all’incavo tra i glutei tondi di cui lei si lamentava sempre perché li trovava eccessivi, ma che Lorenzo adorava. Lui amava le sue curve, la loro morbidezza e quell’imperfezione che lo faceva sentire a suo agio perché lei era reale, non costruita.

E poi risaliva verso la nuca, lentamente, per poi scivolare lungo le spalle mentre le sue labbra sfioravano la base del collo e la sua lingua la solleticava causando un fremito di piacere in Vera, che non si girava per godersi ogni attimo di quella beatitudine.

Mentre lei si abbandonava alle sensazioni fisiche che le avevano preso anche la mente, Lorenzo ad occhi chiusi esplorava il suo corpo e s’immergeva in un mondo dove l’istinto seguiva il cuore…

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EFFETTO LUCE

Una debole luce penetrava da uno spiraglio fra le tende e si posava sul corpo di Caterina, esattamente sul suo fondo schiena. Roberto era affascinato da quel raggio e dal punto in cui colpiva il corpo di lei che dormiva appagata. I capelli arruffati scendevano disordinati sul suo viso e un lieve sorriso le increspava le labbra.

Roberto rimase ad osservarla per qualche minuto. Poi non resistette e allungò una mano per accarezzarle lievemente la guancia. Indugiò qualche secondo, poi la spostò sul collo e da lì la fece scivolare sulle spalle.

Caterina si mosse nel sonno, Roberto si fermò e si limitò a far scorrere lo sguardo su di lei. Poco dopo ricominciò a muovere la mano facendola scendere lentamente verso il basso lungo la colonna vertebrale seguendo la scia della luce…

Lei rabbrividì nel sonno e sorrise. Roberto si abbassò su di lei e le baciò la nuca, indugiando con la punta della lingua nella fossetta. Caterina si voltò piano ancora mezza addormentata ma con un forte desiderio di lui, che la guardava sentendo salire l’eccitazione. Caterina aprì gli occhi e li fece scorrere sul viso di lui, soffermandosi su ogni particolare. Fissò poi lo sguardo sulle sue labbra e attese che lui si avvicinasse per perdersi ancora una volta.

Il raggio di luna si spostò da una all’altro e poi ancora su di lei, seguendo il ritmo dei due corpi, per poi fermarsi obliquo su di loro spossati, quasi un legame invisibile ma saldo.

E il sonno li colse abbracciati…

A letto.

 

OLIVIA

Olivia non sapeva cosa aspettarsi da quell’appuntamento. Non era abituata ad accettare di uscire con uno sconosciuto incrociato online. Ormai però pareva funzionasse così e lei ci stava provando. Ma era un po’ a disagio. Facile dietro a uno schermo, a distanza di sicurezza, meno di persona, più rischioso e più difficile valutare l’altro e capire se fidarsi o meno.

In qualche modo noi donne siamo state educate a difenderci, gli uomini ad attaccare, almeno noi di una certa generazione, e questo spesso alimenta la diffidenza.

Per qualche strano motivo Olivia aveva sentito che poteva fidarsi di Luca e sperava di non essersi sbagliata. Dopo un paio di giorni di chat, lui aveva insistito per incontrarla e lei aveva accettato, ma adesso non era più così sicura. Aveva perfettamente capito per quale motivo lui voleva incontrarla e lei aveva pensato di potercela fare, magari questa volta sarebbe scattato qualcosa e lei sarebbe riuscita a non pensare, si sarebbe abbandonata e avrebbe rivissuto la sensazione di perdere completamente il senso del tempo.

Forse…

Ma non era successo…

ERIKA

Erika si chiedeva se fosse diventata matta improvvisamente o se in qualche modo lo fosse sempre stata “in incognito”.

Stava per incontrarlo dopo un paio di settimane di chat. Certo, si era fatta un’idea di lui, ma avrebbe anche potuto sbagliarsi. In rete tutto è possibile e le persone possono raccontarsi come vogliono e come conviene. 

Eppure lei, che normalmente era molto diffidente, aveva accettato l’appuntamento come se fosse la logica evoluzione di un rapporto virtuale  in cui si erano sondati a vicenda, tra battute e pensieri più profondi. Non avrebbe saputo spiegare perché, ma semplicemente l’aveva fatto e solo adesso si chiedeva se fosse stato saggio seguire quell’impulso.

Certo, un appuntamento per un caffè non presupponeva un “dopo”, ma dentro di sé Erika doveva ammettere che era esattamente quello che sperava.  Qualcosa era scattato in lei quando si erano parlati tramite un paio di vocali. Quella voce, la voce di lui, l’aveva catturata. Una voce profonda, avvolgente, gentile ma con un tono deciso.  Ecco cosa aveva fatto sorgere in lei la certezza di volerlo incontrare.

Lo scorse, era certa fosse lui pur non essendosi mai visti. Si sentì avvampare e il cuore prese a batterle irregolarmente. Si sentiva un po’ sciocca e per un attimo pensò di fare marcia indietro e di andarsene prima di incasinarsi. Ma era come bloccata, immobile.

Proprio in quel momento lui spostò lo sguardo su di lei, pensò di averla riconosciuta e le sorrise interrogativo. E lei capì che sì, si sarebbe sicuramente incasinata…

Appuntamento Al Buio - Foto e Immagini Stock - iStock

INCOMPRENSIONE

Lui, sicuro di sé, è convinto che forzando la mano esca la vera natura

Lei si sente al muro e per difesa tenta di opporsi

Lui insiste e non capisce, sicuro sia il metodo migliore

Per stanchezza lei cede

Lui è convinto di aver avuto ragione

Lei è delusa e arrabbiata con se stessa per essersi arresa, non doveva andare così, non era pronta in quel momento

Lui prosegue, come se fosse tutto bello per entrambi

Lei tenta di fermarlo, lo prega di smettere, ma lui non capisce e insiste

All’improvviso, senza alcun segnale, lei interrompe la comunicazione…

Lacrime di rabbia le rigano il viso…

Non doveva andare così…

Donna sola - Poesia di animafrattale (Amore)

LEDA

Davanti allo specchio, con indosso l’accappatoio e un asciugamano a coprire i capelli bagnati, Leda si osservava attentamente e poi scrutava all’interno dell’armadio. Doveva scegliere l’abbigliamento giusto, non era più abituata a un primo appuntamento e non riusciva a decidersi. 

Non era per niente facile… voleva fare bella figura ma non apparire troppo, perché in fondo Claudio lo conosceva solo attraverso le chat e non sapendo  se le sarebbe piaciuto anche dal vivo e se lei sarebbe piaciuta a lui, non voleva crearsi false aspettative e nemmeno dare inutili speranze. Ufffff, che difficile!

Abito o pantaloni? Che dilemma… 

Decise che intanto si sarebbe asciugata i capelli e truccata, così avrebbe avuto tempo per schiarirsi le idee. Il problema era se osare e rischiare o contenersi. Sapeva esattamente che tipo di abbigliamento faceva colpo su un uomo senza bisogno di spogliarsi e quindi soppesava attentamente le varie opzioni…

I capelli corti sistemati, il trucco a posto, leggero come sempre, ma l’avrebbe ravvivato alla fine con un rossetto. Il profumo, mai uscire senza…

Prese dal cassetto la biancheria e le calze e iniziò a vestirsi, poi tornò all’armadio…

Mezz’ora dopo usciva soddisfatta, un po’ ansiosa per l’incontro, ma decisa ad affrontare i suoi timori con ottimismo. Comunque fosse andata, sarebbe stato un successo e con questa convinzione mise in moto l’auto e partì.

Le incognite degli anni Venti - Traders´ Magazine Italia

 

MANI

La sua mano si poggiò leggera alla base del collo di lui e per qualche istante rimase immobile trasmettendo il suo calore… poi molto lentamente le sue dite cominciarono a muoversi disegnando piccoli cerchi concatenati che scendevano a zig zag lungo la schiena, a tratti fermandosi e poi riprendendo a sfiorare la pelle che rabbrividiva di piacere.

Quelle mani delicate ma esperte avevano il potere di rilassarlo e contemporaneamente far sorgere in lui il desiderio crescente di possederla tutta la notte, e ancora al risveglio e poi ancora…

Lei lo sapeva, lo percepiva, sentiva l’eccitazione sorgere in lui e crescere… erano le stesse sensazioni che provava lei, ma le piaceva tenerlo in sospeso mentre le mani lo esploravano prima timidamente e poi sempre più  invadenti, insidiose, tese a fargli perdere il controllo.

Lui la lasciava fare e si godeva quei preliminari, aspettando il momento in cui avrebbe scambiato le posizioni ribaltandola e bloccandola in un corpo a corpo senza vincitori né vinti, un unico corpo in esplosione, urlante al cielo…

Couple holding hands on the bed Free Photo

GIOVANNA

Giovanna era triste, ma anche arrabbiata e delusa. Arrabbiata con se stessa e delusa da sè. Ogni volta la stessa dinamica; s’innamorava di un sogno che non si sarebbe realizzato, ma ci investiva testardamente come se tutto dipendesse da quanto lei offriva di sè, da quanto si lasciava trasportare e coinvolgere senza opporre resistenza.

Ma funzionava per un po’, a volte per un tempo lungo altre volte più breve, ma poi il sogno s’infrangeva e lei restava delusa, con gli occhi umidi come una bambina che vede scoppiare il suo palloncino.

Perchè? Perchè non riusciva a restare più in superficie invece di immergersi sempre in profondità, la profondità dell’anima, il luogo più nascosto e prezioso dove trascinava i suoi amori?

Ma lei era così, profonda come il mare e come il mare inquieta e in perenne movimento, alla ricerca di una carezza lieve che dà sollievo, di un abbraccio che rassicura e poi travolge come le onde che improvvise si sollevano e poi si frangono con forza…

Così era lei, un mare silenzioso e calmo pronto a sollevarsi e a travolgere, soprattutto travolgere e sconvolgere.

Ocean literacy

SETA

Sul suo corpo le mani dell’uomo scivolavano lente, leggere come seta.

Lei si beava di quel tocco delicato ma sicuro che piano piano la risvegliava a sensazioni dimenticate.

L’eccitazione prendeva lentamente possesso di ogni parte del suo corpo e montava fino al viso, che sentiva arrossarsi.

Lui l’accarezzava con tocco più profondo, insinuando le dita in ogni piega, in ogni angolo, in ogni apertura incontrasse, così, come se la conoscesse nel profondo e sapesse esattamente quali tasti premere per farla rilassare e poi perdere il controllo.

E lei lasciava che le sue membra si abbandonassero seguendo il ritmo che lui sapientemente gli dava. Il respiro si faceva più veloce mentre i due corpi si univano in un amplesso senza controllo, intreccio di gambe, braccia e mani audaci, ricerca e  aggancio di lingue, sapori e odori nuovi…

E alla fine la trasformazione in delicatezza, baci leggeri e corpi abbandonati tra le lenzuola, mentre la luna curiosa vegliava sui due amanti.

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