L’ATTESA

Un gioco, era iniziata così, un gioco per ingannare la noia e la solitudine… soprattutto la solitudine e il bisogno di contatto umano, quello che ormai era venuto a mancare. Tutto si era trasformato in virtuale, anche il contatto fisico e quando ci pensava, Ines non riusciva a darsi una spiegazione.

Come era arrivata al quel punto, non lo sapeva. Troppo facile dare la colpa all’isolamento imposto dal lockdown, agli amici ormai rinchiusi nelle strette cerchie familiari. La realtà era che lei si era sempre sentita diversa, più indipendente e più curiosa delle sue amiche e di sua sorella; Ines era sempre alla ricerca o in attesa di qualcosa di nuovo, di una qualche sorpresa che le facesse scoprire un altro lato della sua molteplice personalità. In qualche modo era amante del rischio, seppur misurato, l’affascinava e l’attraeva…

Durante gli ultimi mesi aveva scoperto lati di sè ignoti che le avevano rivelato una donna molto diversa da quella che era sicura di conoscere perfettamente. All’inizio si era un po’ spaventata, non si riconosceva, e non capiva se era in atto una trasformazione o se era sempre stata anche così senza saperlo. Poi pian piano aveva accettato l’idea di essere come un puzzle, fatta di tanti pezzi diversi che componevano un insieme.

E tuttavia questa inquietudine, che ormai aveva pervaso la sua parte più intima, non l’abbandonava e le teneva compagnia nell’attesa di una svolta. Questa sorta di insoddisfazione, di sensazione di incompletezza, aveva preso possesso anche del suo corpo fisico trasformandosi nella consapevolezza di  una mancanza. Proprio per questo c’erano momenti in cui era certa di poter oltrepassare qualsiasi limite, ma erano subito seguiti dal timore razionale che frenava ogni iniziativa. Il cosiddetto buon senso, che spesso le tarpava le ali inibendo salti nel vuoto che avrebbero potuto solo farle del bene.

Ma la domanda era “Avrebbe osato?”. Si trattava di arrivare a quel punto che la sua amica Amelia aveva descritto tempo prima come il momento in cui ti trovi in una situazione imprevista e ti chiedi “Cosa cazzo sto facendo?” e subito dopo non ci pensi più e ti lasci andare. Ines aveva già provato quella sensazione folle molti anni prima e nel profondo si augurava le succedesse ancora. Chissà, forse doveva solo dimenticarsene per lasciarsi sorprendere un’altra volta…

Il valore dell'attesa - Il potere della pazienza secondo il pensiero di Maria Montessori - Giorno dopo Giorno

L’ATTESAultima modifica: 2021-12-12T23:27:54+01:00da panteradicuori