“La capanna dello zio Tom” di Harriet Beecher Stowe

“Padrone! Con qual diritto è mio padrone? Ecco ciò che mi chiedo: Che diritto ha sopra di me? Non sono un uomo anch’io?”

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Tom è uno degli schiavi neri di Mr Shelby, un possidente del Kentucky, un uomo buono ma oberato dai debiti. È per questo motivo che decide di vendere il suo fidato schiavo a un mercante di schiavi senza scrupoli. Una vicenda dolorosa per tutti, padrona compresa che vorrebbe riscattare la più presto quell’uomo di grande umanità così devoto alla sua famiglia. Insieme a Tom, anche il figlio degli schiavi Eliza e George viene venduto, ma la donna, affrontando pericoli umani e naturali, riesce a impedire un atto così scellerato e scappa via con il bambino.

Tom, invece affronta il suo destino con piena fiducia non solo nei suoi vecchi padroni, ma anche nella volontà di Dio. E lasciando dietro di sé sua moglie Cleo e i suoi bambini segue il mercante per essere venduto. Affronterà un viaggio lungo e pieno di insidie, pagando sulla sua pelle la sua grande umanità verso il prossimo.

Tom, Cleo, George, Eliza.
Non solo nomi, ma persone: sono i protagonisti di questo classico mondiale che porta il titolo di “La capanna dello zio Tom” di Harriet Beecher Stowe, pubblicato nel 1852, ossia nel periodo dove ancora imperversava la schiavitù in America. Un libro con un tema forte, anche se lo stile è semplice e diretto.

“La capanna dello zio Tom” è un lungo grido di riscatto dalle catene di migliaia di uomini che per tanto tempo sono stati ritenuti alla stregua di semplice merce di scambio. Nessun diritto per loro, solo lavoro e sottomissione. A uno schiavo non era permesso nemmeno di sposarsi davanti a un ministro di Dio, non potevano avere proprietà né avere anche solo la voce in capitolo sulla loro stessa persone.
Merce. Erano merce e come tale trattati, senza nessun riguardo.

“La schiavitù non è che un delitto, e le leggi che proteggono un crimine non possono essere che leggi inique.”

Il romanzo della Stowe si è imposto subito nello scenario mondiale per il suo tema, per il suo messaggio e la sua forza. Fra queste pagine il lettore troverà la cattiveria e l’opportunismo dell’uomo, ma non solo, perché, come nel vaso di Pandora, ci sarà sempre, sul fondo, la speranza

Per non dimenticare mai, qualunque sia la nostra epoca, che la libertà è un diritto fondamentale di tutti a prescindere dal nostro colore della pelle.

“Ogni volta che passate davanti a quella sua capanna, alla capanna dello zio Tom, pensate alla vostra liberazione: pensate alla libertà che è il bene supremo cui l’uomo possa aspirare.”