“Il Maestro dei morti” di Yannick Roch

“Scopri i trucchi dell’illusionista e la magia non esiste più.”
(Richard Bach)


Nella Parigi degli anni trenta lo studio investigativo di Renard e Tortue si prepara a indagare sulla scomparsa di Géraldine Lathune, moglie del famoso editore parigino. Una signora dalle idee liberali, che sembra interessata alla vita notturna della capitale e ritenuta stravagante rispetto alla rigida esistenza conservatrice del marito. Eppure Géraldine sente attorno a sé una gabbia, forse dorata, ma le cui sbarre la soffocano.

“Sono invisibile. Fantasma in questo
castello dove nessuno ode le mie grida e dove le mie lacrime sono dello stesso colore dell’aria. Il re e i principini non mi vedono perché non capiscono chi io sia: credono di vedermi, credono.”

Durante le ricerche i due investigatori scoprono, infatti, che per le vie parigine un evento ha catturato l’attenzione di molti: è lo spettacolo di Larnac, il Maestro dei morti, un illusionista che intrattiene il suo pubblico tramite le arti occulte. Può la scomparsa di Geraldine essere collegata a questo misterioso evento a cui si partecipa solo se si risolvono degli enigmi?

E quale filo collega un annoiata signora dell’alta borghesia alle scomparse nei bassifondi della capitale?

41xNS+QdTwL

“Il Maestro dei morti” di Yannick Roch

Il Maestro dei morti” di Yannick Roch (Les Flâneurs Edizioni) ci restituisce l’immagine di una Parigi superba a cavallo tra le due Guerre Mondiali. Una città dove il bene e l’occulto si sfidano reclamando adepti e rendendo l’illusione molto simile alla realtà.
Una scrittura schietta quella di Roch che fa calare il lettore nelle rue parigine per assistere i due investigatori sulle tracce del fatiscente Maestro dei morti. Chi si cela dietro all’individuo che sembra aver destato gli annoiati abitanti della borghesia perbenista di Parigi?

Un giallo, ma anche l’istantanea di una città capace di ammaliare e celare, che mette in evidenza come l’animo umano possieda sfaccettature che nemmeno il lusso può soddisfare.

“La storia ci insegna che quando qualcuno si annoia, è spinto ad agire nel modo sbagliato, pensando di attirare l’attenzione su di sé o di voler infrangere quelle regole, sociali o religiose che siano, che sembrano limitare la propria libertà”

Una fotografia di una città del passato, una ricostruzione che ci restituisce la bella capitale francese prima del secondo conflitto mondiale; una scrittura dettagliata degli usi e costumi che attingevano ancora i propri tentacoli alla superba e vicina Belle Époque.
Le ombre, tuttavia, sono le stesse che si annidano nei cuori della gente anche oggi. Perché nessuno sembra soddisfatto di ciò che ha: una mera illusione che da sempre seduce l’uomo, facendogli scordare il fascino del bene.