Come nascono le mie fasce porta bebè… e il loro nome

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Come ho già accennato nel mio presente articolo “Mi sono reinventata” non è stato facile trovare il tessuto a trama diagonale e l’investimento iniziale per le fasce porta bebè non è stato nemmeno dei più irrisori, per le mie tasche insomma.

Vorrei però spiegare, soprattutto dopo che qualcuno mi ha detto che le fasce non le faccio io, come nasce davvero una fascia porta bebè artigianale, quale lavoro c’è dietro a quello che sembra solo un lungo pezzo di stoffa.

Intanto mi sono arrivati rotoli da 11 metri, grossi e pesanti con cui ho praticamente invaso la cucina. Man mano che ho potuto in termini di tempo, li ho srotolati e lavati a 30/40°, con detersivo ecologico e senza ammorbidente, tenendo presente che in lavatrice ce ne sono stati non più di 2 per volta (ne avevo 16!).

Poi ho steso il tessuto, che nel frattempo si è ristretto di circa un 8% e una volta asciutto mi sono fatta aiutare a piegarlo per fare una pila ordinata.

C’è anche da dire che già in precedenza avevo fatto un po’ di calcoli per capire quanti metri di stoffa ordinare, in quanto, in base alla misura e poi al successivo restringimento del cotone, dovevo capire se ci sarebbe stato dello spreco o se sarei riuscita a sfruttare al meglio tutta la metratura: ho deciso per gli 11 metri per colore perché dopo il lavaggio sarebbero rimasti circa 10 metri e 20 centimetri, con cui posso fare 2 taglie 6 oppure una 7 e una 5 e così via.

Si arriva quindi al momento del taglio in base alla misura della fascia che si vuole realizzare, abbastanza semplice e veloce, con le 2 estremità in diagonale, per aiutarsi poi a legare meglio la fascia.

Lunghissimo invece il lavoro di imbastitura a mano, girando l’orlo 2 volte, affinché risulti bello anche il rovescio della fascia (in quanto è bello anche il colore al rovescio!).

Infine si passa alla macchina da cucire, con filo del colore necessario e cucitura anche delle etichette.

Se poi ci scappa anche un ricamo? Ebbene, intanto devo cercare un disegno che mi colpisca e finora ho cercato solo soggetti che rappresentassero una coppia come madre-figlio o qualcosa di significativo per me, perché la fascia crea essenzialmente un duo che si ama e poi magari ci sta bene anche una scritta che sottolinei questo legame. Dopo di che il disegno deve essere ricalcato sulla carta velina con apposito pennarello e poi stirato sulla fascia, per avere la traccia da seguire con il filo.

La fase di ricamo è piuttosto lunga, si parla anche di 10 ore di lavoro, a seconda del soggetto e/o della difficoltà (che si traduce in quante sono le parti più piccole e la quantità dei colori da alternare) e infatti diciamo che nel vendere poi la fascia questa parte di lavoro non viene mai del tutto ripagata, ma mi appaga l’anima farlo e sapere che sarà solo per quella mamma e quel bambino, un pezzo unico mai più riprodotto (ho deciso questa filosofia al momento della realizzazione del sito).

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Terminato il ricamo la fascia deve essere nuovamente lavata per cancellare la base del disegno e poi naturalmente stirata.

La confezione non è sempre richiesta, a chi la vuole però preparo un pacchetto con scatola e fiocco in lana, allegando all’interno la stampa delle istruzioni di lavaggio e di sicurezza, più la prima legatura da fare alla nascita (anche se non è l’unica), cioè il triplo sostegno.

Poi ci sono i nomi che ho dato alle fasce: al momento dell’ordine di disegni e colori alla tessitura, ho pensato che come tutte le più note ditte produttrici dovevo dare un nome ad ogni linea e così ho avuto l’idea di associarle ad un nome di donna (perché la fascia è femmina) nonché  personaggio di fantasia di film o cartoni animati, visto il mio amore per il fantasy.

Così, in base al disegno che riportano, sono nate Pearl (la bambina del libro/film “la lettera scarlatta”), Coral (la mamma di Nemo), Ariel (la sirenetta), Minou (la gattina degli Aristogatti) e Morla (la tartaruga de “la storia infinita”) e a breve ci sarà un nuovo arrivo… ma non vi voglio ancora svelare come si chiamerà, altrimenti capirete anche quale sarà il disegno del tessuto…

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Dopo tutto ciò forse avrete capito che in fin dei conti non posseggo una tessitura (che bello sarebbe!) ma le fasce le faccio io… che ne dite? Ci metto testa, cuore, ho sempre qualcosa che mi frulla in testa… direi che è una cosa che mi appassiona davvero tanto.

Venite a trovare i miei lavori sul mio sito www.fascebebeelfadelphia.com e ricordatevi quanto amore e tempo ci va per farvi avvolgere da una fascia di Elfa Delphia!

Come nascono le mie fasce porta bebè… e il loro nomeultima modifica: 2018-01-25T12:33:02+01:00da ElfaDelphia