Da tempo rifletto su questo argomento, perché allatto la mia terza figlia da oltre 2 anni e ormai spesso mi sento dire che dovrei smettere, o che LEI dovrebbe smettere, per i motivi più disparati: è solo un vizio, non le serve perché mangia altro, così potrei lasciarla dormire dai nonni ecc.
Partiamo dai vizi: per me i vizi sono abitudini ben diverse dal poppare al seno! Bere e fumare sono vizi, oppure lasciare sempre una cosa al posto sbagliato è un vizio che andrebbe corretto, oppure stare sul divano davanti alla tv per ore anche d’estate è veramente un brutto vizio.
Poi c’è qualcuno che osa commentare che “ha sempre la tetta in bocca”, ma l’avverbio sempre è veramente soggettivo: per me 1 volta al mattino, 3 la sera e qualche ciucciata notturna non significano sempre, oltre a dover ragionare sul fatto che la mia bimba durante la settimana non mi vede tutto il giorno, per cui avrà ben diritto di chiedermi di poppare 3/4 volte nel giro di 3/4 ore prima di andare a dormire, no? Ed infine sull’avere o meno la tetta in bocca svariate volte vorrei far notare che noi adulti abbiamo all’incirca lo stesso “vizio” se consideriamo quante volte al giorno mettiamo in bocca una caramella, beviamo un caffè, beviamo un sorso d’acqua, facciamo uno spuntino, facciamo aperitivo prima di cena, beviamo un altro caffè. Questi gesti quotidiani non sono forse paragonabili a 4/5 poppate di un bimbo di 2 anni?
Parliamo poi del cibo solido a confronto con il latte materno: io sono stata una bambina non allattata al seno, fino a 8 anni circa non mi è mai piaciuto mangiare, non avevo fame, non assaggiavo nulla e chiedevo solo di bere latte (di mucca) e biscotti, finchè non è scattata una molla che mi ha fatto capire quanto è gustoso mangiare. Però sostanzialmente non sono mai stata deperita, qualche boccone di frutta qua e là lo mandavo giù e nessuno ha mai osato dire a mia madre che per me era giunto il momento di smettere di bere latte! Quindi mi chiedo perché mai dovrebbe essere diverso per una bimba allattata al seno, che è il cibo più naturale per un bambino (come lo è il latte della sua specie per ogni mammifero), che gode di ottima salute, assaggia poco ma di tutto ed è felice.
Avrei da disquisire anche sul dormire fuori casa: a volte sarebbe comodo lasciare la bimba dai nonni, le eviterebbe la levataccia mattutina o di prendere freddo se è malata, ma… i bambini devono stare con la mamma! L’allattamento al seno prevede che un bimbo poppi anche di notte proprio perché in natura è previsto che il cucciolo d’uomo stia con la mamma il più possibile, goda della sua presenza e del suo contatto per una crescita intellettiva migliore, per sentirsi al sicuro e un giorno diventare una persona saggia ed indipendente. Il cucciolo d’uomo crescerà e diventerà un bambino, un ragazzo, non resterà per sempre attaccato al seno della mamma, anzi. Diamo tempo al tempo.
In sostanza l’allattamento non è solo nutrimento: l’allattamento al seno offre protezione, consolazione, risposo, richiama la mamma che si distrae per mille impegni, ovviamente offre pappa finchè non si gradiscono gusti diversi ed inconsciamente offre tempo per abituarsi ad essi senza costrizioni ed aeroplani che imboccano.
Allattando spesso ci si sente “usate come un ciuccio“? Non è proprio così: in natura il ciuccio non cresce sugli alberi! E’ il ciuccio ad essere un surrogato della tetta, ad essere una comodità della società moderna, che vuol mettere un tappo al bambino che chiede la mamma. La scoperta dell’acqua calda è che i bambini crescono bene e felici anche senza ciuccio, loro non sanno che esiste, loro chiedono solo le giuste attenzioni di chi li ha messi al mondo.
L’allattamento al seno è raccomandato dall’OMS (organizzazione mondiale della sanità http://www.allattare.info/) fino a 2 anni e finchè mamma o bambino lo desiderano. L’allattamento al seno è importante per il bambino, ma anche per la mamma, che nell’offrire nutrimento ed anche quanto sopra citato supera meglio la depressione post-partum, dimagrisce, si sente appagata ed utile, diminuisce la percentuale di probabilità di avere un tumore al seno.
L’allattamento al seno non è solo nutrimento per il corpo, ma anche per l’anima di chi allatta e di chi è allattato.