Mangia patate per un anno. Ecco cosa è successo al suo corpo

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Andrew Flinders Taylor
Per un anno intero Andrew ha mangiato solamente patate e il suo corpo ha subito una trasformazione incredibile.
Accade in Australia, dove Andrew Flinders Taylor ha seguito una dieta molto particolare, arrivando a perdere 50 kg.
In passato il 35enne aveva avuto problemi di obesità ed era arrivato a pesare 150 kg. Ne ha mangiato di diversi tipi, cotte al forno, fritte, lessate e ripassate in padella, gustandole ad ogni ora della giornata. Dalla colazione sino alla cena, per un anno intero il giovane ha consumato esclusivamente il gustoso tubero.
Prima di iniziare la dieta i medici avevano esposto le loro perplessità ad Andrew, affermando che mangiare un solo alimento non gli avrebbe fatto bene, perché gli sarebbero mancate diverse proprietà nutritive, i grassi e le proteine.
Lui però non ha voluto dare ascolto alle parole degli esperti e per un anno ha mangiato ogni giorno 3 chili di patate, praticando anche il ciclismo.
Alla fine della dieta infatti Andrew è dimagrito moltissimo.
Ha perso 50 chili e si sente bene.
Come è possibile tutto questo?
Secondo i dietologi il 35enne sarebbe dimagrito non per via delle patate, ma perché avrebbe praticato sport, tagliando anche i grassi e gli zuccheri.
La sua iniziativa comunque sia ha consentito di sfatare ancora una volta il mito secondo cui i carboidrati fanno ingrassare.

Di notte la città è un paese civile.

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NOTTE
È bella di notte la città.
C’è pericolo ma pure libertà.
Ci girano quelli senza sonno,
gli artisti, gli assassini,
i giocatori,
stanno aperte le osterie,
le friggitorie, i caffè.
Ci si saluta,
ci si conosce,
tra quelli che campano di notte.
Le persone perdonano i vizi.
La luce del giorno accusa,
lo scuro della notte dà l’assoluzione.
Escono i trasformati,
uomini vestiti da donna,
perché così gli dice la natura
e nessuno li scoccia.
Nessuno chiede di conto di notte.
Escono gli storpi, i ciechi, gli zoppi,
che di giorno vengono respinti.
È una tasca rivoltata,
la notte nella città.
Escono pure i cani
quelli senza casa.
Aspettano la notte
per cercare gli avanzi
quanti cani riescono a campare
senza nessuno
Di notte la città è un paese civile.null

Occhi

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Non guardarmi con quegli occhi. Verdemare immenso e umido.
Mi perdo dentro quello sguardo. Lo sai. Mi perdo ancora. Nonostante tutto quello che è successo tra noi.
Quei tuoi occhi grandi e profondi erano per me un oceano di sentimenti caldi e avvolgenti. Lo sono ancora.
Mi smarrivo sentendomi osservato da te. Divenivo goffo. Impacciato. Un bambino sotto lo sguardo di una madre severa.
Oh come amavo i tuoi occhi. Come li amo. Per i poeti antichi attraverso essi usciva lo spirito di Amore, che trafiggeva il cuore degli uomini, lasciandolo lì a soffrire. Disperati e inutili.
Per me fu lo stesso. E tuttora.
Quel velo dolce amaro di tristezza, che non li ha mai abbandonati è forse stato per me l’aspetto più attraente. Il legame più forte. Amavo asciugare le tue lacrime. Vivevo per consolarti.
Nei momenti d’amore poi, le palpebre scendevano giù. Scendevano senza serrarsi, in un languore sublime sottolineato ancor più dalle labbra appena dischiuse. Ricordi e brividi.
Il tuo sguardo si faceva di ghiaccio a volte. Pugnalava la mia anima con ferocia. Belva selvaggia. Sbranava il tuo sguardo il mio spirito, ma tu non te ne accorgevi. Attraverso i tuoi occhi splendidi eri impegnata a ferirmi.
Passavano quei momenti, pur lasciando profonde cicatrici. E loro tornavano a posarsi su di me come colombe lievi. Come farfalle. Velenose e soavi.
Oggi quegli occhi mi guardano ancora. Dietro al loro schermo, chissà quali pensieri. Non si posano sui miei i tuoi occhi, oggi.
Vagano in giro per la stanza. Mi trapassano senza vedermi. Guardano le mie spalle. Le mie braccia e le mie mani. Strette intorno al tuo collo delicato.
Anche in questo momento però manca quella scintilla. Alteri. Restano privi di quella piccola, minuscola particella dell’anima, che speravo un giorno sarebbe apparsa nel tuo sguardo. Speravo che mi avrebbero accarezzato con dolcezza.
Leggo nei tuoi occhi. Mi rendo conto. Nonostante tutto quello che abbiamo passato insieme. Nonostante le parole. Nonostante quello che ti sto facendo.
Ancora non capisci.

L’ho incontrata. E, stranamente era vestiva di bianco.

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L’ho incontrata. E, stranamente era vestiva di bianco.
L’ho incontrata
Aveva il volto di donna
Aveva lo sguardo struggente
tra le mani stringeva un rosario di sangue
Mi parlò di conforto e di consolazione
di solitudine e di abbandono
di rincorse perdute
del tempo mai vissuto
Aveva gli occhi di ghiaccio
L’indifferenza astratta
sul seno superbo spighe di grano intessute da rovi
Mi parlò di partenza improvvisa
di stazione vuote dove attendere
di strade tortuose
di canzoni lontane cantate senza voce
Era bella
Maledettamente bella
E,
stranamente
era vestiva di bianco.