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RECENSIONI / THY CATAFALQUE – META (2016)

Quando escono album come Meta non possiamo che rallegrarci , le barriere artistiche vengono superate e prevale il desiderio di creare in assoluta liberta ….i Thy Catalfaque sono una one man band e il suo ideatore il polistrumentista  ungherese Tamás Káta ….sarebbe troppo riduttivo definire il progetto una semplice avanguardia musicale , nella musica del combo ungherese  traspirano le influenze di almeno trent anni di heavy metal…certo il rischio e quello di gettare troppa carne al fuoco ma il nostro riesce egregiamente nel compito di svolgere al meglio il compito senza tediare l ascoltatore . L elettronica piu glaciale , il black piu cattivo , il death old school, e una certa predilezione per le atmosfere mediorientali confluiscono nelle note di Meta dando luogo a un interessante cross over .

 L apertura e affidata a Urania , un riff roccioso e oscuro , coordinato dalla solennità delle tastiere , sostiene un cantato malefico  che verso la meta diventa pulito ma ecco che inavvertitamente la tensione sale e il black growl ci accompagna in un finale devastante  ….una sognante voce femminile in Sirály cantore di paesaggi antichi e ormai dimenticati da mente umana ci accompagna in una delicata elegia medievale , ma ecco che crescono di tono assoli liquidi e potenti per fare posto alle delicati note finali di un ruscello in piena ….Una nota sospesa , e un coro orientale fanno da prologo alla furia old death school di “10?²° Ångström” , una velenosa voce narrante in stile black sostiene un riff death velocissimo ….ma il finale si evolve a sorpresa in una mini suite elettronica con tanto di coro dark provenienti da oscure cattedrali gotiche ….il preludio orchestrale di “Ixión Düün lascia presagire l inizio di uno scontro in cui sgorgherà sangue a volontà…e cosi è …..presto entra in scena un granitico riff death black e il growl  maligno voce narrante di uno scontro armato tra fazioni opposte….su un unico riff centrale di chitarra si alternano ora sezioni acustiche , ora pompose tastiere , e l elettronica fa capolino verso la fine del brano ….l atmosferica strumentale Osszel Otthon dal vago sapore folk ci accompagna verso la traccia successiva Malmok járnak , quasi venti minuti in cui Tamás Káta , eminenza grigia dei Thy Catalfaque , in una mastondontica suite forza la mano e mette in scena tutti gli elementi rappresentativi della sua visione musicale , il black , il death e l elettronica si fondono in atmosfere medievali , rendendo l insieme davvero affascinante …voci ora maligne , ora suadenti si alternano in questo pezzo d arte d avanguardia che non puo non lasciare senza parole l ascoltatore ….CAPOLAVORO…..come per la precedente strumentale anche Vonatút az éjszakában , settima traccia di questo capolavoro , funge da transizione per accompagnarci verso Mezolit , un pesantissimo doom , reso ancora piu tetro da tastiere funeree e dal growl ci trasportano lontani verso atmosfere oscure ….verso la fine il tono cambia ancora a prevalere e uno scream di disperazione mentre costante e la linea ritmica rocciosa ….il finale di Meta e affidato a Fehérvasárnap , un outro sotenuta da un unica nota d organo mentre una voce narrante ci riporta sulla terra ferma dopo quasi un ora di un trip musicale decisamente fuori dal comune …..

RECENSIONI / THY CATAFALQUE – META (2016)ultima modifica: 2017-01-22T00:16:44+01:00da