Bitcoin di nuovo in calo, e l’ultimo precedente è da brividi
Potrebbero addensarsi nuove nubi sull’orizzonte delle criptovalute. Il prezzo del Bitcoin infatti ieri è scivolato ai minimi dell’anno, e secondo molti il trend ribassista è appena cominciato.
La caduta di Bitcoin e non solo
La valuta digitale più famosa del panorama è scesa sotto i 3500 dollari, ma anche su Ripple ed Ethereum si assiste a un prepotente ritorno dei venditori. Il prezzo di XRP e la quotazione ETH hanno perso circa il 10%, e gli analisti di miglior broker trading online mettono in guardia sulle dinamiche in corso nel settore. Il punto è che non c’è un effetto spostamento in atto, ovvero non è che gli investitori stanno dirottando le loro attenzioni da una crypto all’altro. No, la fase ribassista sta riguardando tutto il settore. E questo è molto più preoccupante.
La realtà dice che il settore sta pagando l’assenza di indicazioni precise sulla regolamentazione. Questo ovviamente frena qualsiasi slancio rialzista. E al tempo stesso spinge molti analisti a pronosticare un futuro caratterizzato ancora da cali, tanto del Bitcoin quanto delle altre valute digitali. Ricordiamo che il Bitcoin, dai massimi di fine 2017 ha perso l’82%. Inoltre l’ultima volta che il BTC è entrato in una fase ribassista – novembre 2018 – ha subito una caduta del 50%. C’è da tremare, quindi. Del resto se la capitalizzazione del settore criptovalute in appena un anno è crollata di circa 400 miliardi di dollari…un motivo ci sarà.
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Fare il “miners” non conviene più
Il crollo di valore del Bitcoin sta peraltro mettendo con le spalle al muro tanti “miners”, ovvero coloro che con giganteschi computer e con un enorme consumo di elettricità, “estraggono” i Bitcoin. Infatti uno studio di JP Morgan evidenzia che questa attività non è più conveniente come un tempo. Estrarre un solo Bitcoin costa mediamente 4.060 dollari, cifra molto superiore all’attuale prezzo della criptovaluta.