Economia Europea, male inflazione e IFO tedesco. Euro stabile
Non giungono buoni segnali dall’economia europea, che incassa un brutto dato dall’IFO tedesco e la conferma della frenata dell’inflazione. Situazioni che alimentano la possibilità di nuovi stimoli da parte della BCE
I dati sull’economia europea
Il primo dato riguardo all’economia europeo è stato l’indice Ifo, che misura la fiducia degli imprenditori tedeschi. A febbraio è peggiorato oltre le attese. Il dato infatti si è attestato a 98,5 punti contro i 99,3 della passata rilevazione (il mercato si aspettava 99 punti).
Altro report importante circa lo stato di salute dell’economia europea è l’inflazione, calata per il terzo mese consecutivo arrivando al livello più basso in nove mesi. E’ infatti letta all’1,4% su base annua, rispetto all’1,5% di dicembre. Viene così confermata la stima preliminare di Eurostat. Su base mensile invece l’indice dei prezzi al consumo ha segnato un -1%, dopo aver rilevato una variazione nulla a dicembre. Rimaniamo quindi molto lontani dal target BCE del 2%. L’inflazione core, depurata dalle componenti più volatili (cibi freschi, energia, alcool e tabacco), evidenzia una crescita dell’1,1% su base annua, in linea con le attese. Tra i paesi dell’area dell’euro, la Grecia ha registrato il tasso di inflazione più basso dello 0,5%, mentre la Lettonia ha avuto il più alto tasso al 2,9%.
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E ora che farà la BCE?
I dati macro convincono gettano ulteriori ombre sulla probabilità di qualsiasi azione sui tassi dalla BCE. Il consiglio direttivo dell’istituto centrale europeo a gennaio ha preso tempo, proprio in attesa di ulteriori segnali sullo stato di salute dell’economia europea.
Sul mercato valutario, vediamo cosa “ci raccontano” i siti forex trading gratis. Non ci sono state significative variazioni per l’Euro / Dollaro, che scambia sui valori della vigilia a 1,1336. Il biglietto verde è supportato dall’aumento dei rendimenti Usa. Tuttavia vista l’assenza di grandi sorprese sotto il profilo macro, i mercati guardano soprattutto agli sviluppi dei negoziati commerciali USA-Sino, che appaiono come il principale motore dell’umore a breve termine nei mercati globali.