Commercio, con le zone gialle cominciano le riaperture. Ma il quadro resta nero…

La seconda ondata di Covid ha spinto il governo a nuove misure restrittive. A farne le spese sono alcuni settori del commercio, come ad esempio bar e attività di ristoro. Chiuse sia in caso di zona rossa, che in caso di zona arancione. Tuttavia, qualche spiraglio di luce si comincia a vedere, con il ritorno in “giallo” di alcune regioni.

Zone gialle primi spiragli per il commercio

Sono cinque le zone italiane che hanno riconquistato la piena “libertà”. In queste regioni hanno così potuto rialzare le saracinesche oltre 72.000 tra bar, ristoranti, pizzerie e agriturismi, secondo una analisi fatta da Coldiretti. Ma è chiaro che la maggior parte di questi esercizi commerciali – ovvero quelli nel resto d’Italia – rimane ancora chiuso. Circa 170mila locali dedicati al commercio.

A livello di numeri, le recenti riaperture sono avvenuto soprattutto in Emilia Romagna (quasi 27.000) e Puglia (oltre 21.000). Da sole fanno quasi il doppio rispetto al totale delle altre tre regioni: Marche (quasi 10.000), Friuli Venezia Giulia (quasi 8.000) e Umbria (oltre 6.000).

La speranza e le prospettive

Come detto, si tratta di un segnale incoraggiante per il commercio perché presto anche altre regioni – si spera tutte – dovrebbero diventare nuovamente gialle.
Ciò non toglie però che la situazione del mondo del commercio sia fatta drammatica, anche perché la seconda ondata è avvenuta quando non si erano per nulla assorbiti gli effetti della prima.

Ricordiamoci che molte di queste attività sono piccole e medie imprese, le più a rischio default.

Le nuove restrizioni “festive”

Inoltre c’è la prospettiva cupa di forti restrizioni mirate soprattutto nei giorni caldi delle feste, ossia Natale, Santo Stefano e Capodanno. In questo giorni ci sarà l’obbligo di chiusura alle 18,00 per tutte le attività di ristorazione, anche nelle regioni più sicure.
Per gli agriturismi la situazione è ancora peggiore, perché il divieto di spostamento tra un comune e l’altro è una mazzata. Parliamo di un settore che conta oltre 24.000 strutture su tutto il territorio nazionale.

Va anche aggiunto che il taglio delle spese di fine anno a tavola, avrà senza dubbio altri effetti negativi sui consumi alimentari degli italiani fuori casa, che nel 2020 scendono al minimo da almeno un decennio.

Commercio, con le zone gialle cominciano le riaperture. Ma il quadro resta nero…ultima modifica: 2020-12-07T00:11:54+01:00da nonsparei

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