Imprese, cala il numero delle nuove ma per l’Italia ci sono buone notizie…

Gli ultimi numeri riguardanti il mondo delle imprese sono a tinte miste. Se da un lato cala il numero di nuove aziende, dall’altro si conferma una forte resilienza soprattutto di alcuni settori, manifattura italiana in primis.

I numeri sulle nostre imprese

In base ai dati forniti da Eurostat, le registrazioni di nuove imprese in Italia sono scese del 5,2% nel secondo trimestre (-3,5% nel primo). Peggio rispetto al dato dell’intera Eurozona, dove la riduzione è stata del 2% nel secondo trimestre del 2022, dopo una contrazione vista già nel primo trimestre.
Sono cresciute anche le dichiarazioni di fallimento, per il quarto trimestre consecutivo.

C’è un’Italia che corre

Ma ci sono anche aspetti positivi, che riguardano in special modo le imprese italiane.
Malgrado la forte turbolenza degli ultimi due anni, hanno evidenziato una grande capacità di reazione. Soprattutto là dove è maggiore l’incidenza di imprese artigiane, come la manifattura e l’edilizia. Settori dove peraltro c’è una maggiore presenza di micro e piccole, rispetto agli altri Paesi europei.

Manifattura e costruzioni

Il settore manifatturiero italiano negli ultimi dodici mesi ha recuperato il livello produttivo che aveva prima della pandemia. Un dato eclatante specialmente se paragonato ai ritardi di Francia (-5,9%) e Germania (-6,2%). Le vendite delle imprese manifatturiere sono cresciute del 17,1%, mentre l’export è balzato del 9,0% in Germania e del 4,7% in Francia.
Anche il settore delle costruzioni ha corso. Negli ultimi dodici mesi a maggio, la produzione ha superato del 23% quella del 2019. In Germania si fermano a +2,0%, in Francia sono ancora a -4,8%, mentre la media della UE è +1,8%.

Efficienza migliore

Va detto che le nostre imprese hanno saputo migliorare nel frattempo l’efficienza dei processi aziendali. Nel 2021 la produttività del lavoro delle imprese manifatturiere italiane è salita del 2,5% rispetto al 2019. Nelle costruzioni la crescita della produttività in Italia arriva al +4,2%. In ambedue i casi, abbiamo fatto molto meglio rispetto a Germania e Francia.