caffe’ caldo

riccio1AA

Lunghe le giornate quando nevica e piove.
La valle si chiude e resta poco da fare oltre attizzare il fuoco nel camino.
La finestra diventa la cornice di un quadro visto troppe volte e finisce x annoiare.
Sono sceso in garage officina a pensare di ingannare il tempo con qualche fantasia. Il legno non manca come gli attrezzi.
Accesa la sera a nastro il sibilo ha squarciato il silenzio della borgata. Un riccio l’idea e così anche il pialletto ha sibilato.
Di lì a poco è arrivato Gosto seguito da Carlino. Anime in pena dopo 15 gg di far nulla. Due chiacchiere sulle elezioni e sugli ultimi morti a Firenze.
Gosto non ha potuto non dire pensieroso della sua Concetta che ha 90 ha deciso di farsi le analisi. Non so se siamo riusciti a fargli capire che la prevenzione è importante. Un bel caffè caldo portato dalla mia Lei ci ha fatto cambiare discorso.

mi ha ferito

divano boscoAA

Non si può non avere rispetto per chi non si può difendere
Chi spontaneamente da solo da tutto per noi
Non pensavo di soffrire vedendo lo scempio che mani senza scrupoli hanno fatto al bosco vicino a casa.
Verrebbe la voglia di mollare tutto
Solo a sprovveduti e incapaci di guardarsi intorno può sfuggire un simile spettacolo.
L’abbandonare ingombranti vicino ai cassonetti è già un gesto da condannare, ma buttare un intero divano letto giù nel bosco credo che non abbia giustificazioni.
Sono passati giorni forse un mese dal fatto e al divano si è aggiunta una damigiana usata per il vino.
Credo a chi compete il rimuovere non muoverà foglia anche se è ben visibile dalla statale l’abbandono.
Mi sono promesso avendo i mezzi di tirarlo su e portarlo nell’isola specifica.

vieni Andrea

Così mi chiamava Gilberto quando sentiva la mia voce sotto il portico.
Era tempo fa, quando ero incantato dall’abilità di Gilberto di maneggiare legno, giunchi, salci e vimini.
Ricordo che quella mattina aveva per le mani una sedia da impagliare. Ore a osservare quanta pazienza e ricerca della perfezione di quell’uomo. Tornato dal Venezzuela dove aveva trascorso i migliori anni della sua vita adesso godeva di una pensione e il suo tempo non lo buttava.
– Prova Andrea
Così ho appreso quell’arte, arte perché è facile farlo ma bene e con intrecci diversi è un’arte.
A distanza di tempo forse 20 anni un’altra occasione per tornare sotto quel portico e ricordare Gilberto e la sua arte e i suoi racconti.
Quattro francesine di un amico al quale non ho potuto dire di no.
La prima sedia così, così ma poi il lavoro è filato.
Gilberto chi sa se anche la su insegni agli angeli a intrecciare giunchi e paglia…sedia1CCsedia2CC

la carretta malata

carretta

Nella mia  borgata certe abitudini prima o poi diventano una curiosità.
Gosto da tempo gira sempre qua e là con la carretta, una simbiosi curiosa per ogni cosa. La cerratta: per andare alla fonte per una boccia d’acqua con, così per governare le tre galline e portare un cesto di insalata.
Il massimo quando porta la cenere del camino nell’orto che lascia una scia lungo tutta la strada. La sua inseparabile carretta ha un buco, non solo per la vetusta età ma anche per l’uso continuo.
Così stamani mi ha sorpreso quando per primo ho visto la carretta poi lui entrare nel garage officina.
– Andrea avrei bisogno di un piacere, pagando, mi metteresti una toppa alla carretta?
Come dire di no a Gosto, lui, non dice mai di no anche vista la sua età si chiede solo come sta e se la Concetta che lo fa ammattire sempre.
Ho cercato una lamiera ritagliata da un pezzo di grondaia e martellata sulla curva carretta.
Con 8 rivetti è andata perfettamente al suo posto, bella stabile.
Gosto ha sorriso e ha fatto il gesto di tirare fuori il borsellino.
– Non ci provare! Mi offenderesti
– Grazie Andrea, con un sorriso
la più bella ricompensa non ci poteva essere.

il fosso ha fatto il birbante

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Ieri è nevicato di brutto poi in tarda serata il vento è cambiato e lo scirocco ha portato la pioggia
Il fosso è ingrossato con la neve che struggeva e la pioggia e è andato di fuori, là al ponticello dalla parte più bassa
Ha smosso un po’ di massiccita e il troco di parata la parte di sotto è andato di traverso.
La strada che porta al paesello c’è piccola ma asfaltata.Il sentiero che taglia dai boschi attraversa il fosso su un ponticello di 4 tronchi affiancati con la ringhiera solo ad una parte.
Speriamo che il tempo migliori.
Nel pomeriggio verrà anche Franco e spero di riposizionare il tronco e risistemate la massiccita smossa con qulache palata di ghiaia. Due colpi di mazza e il resto vedremo, ma la sistemazione sarò questa tarda primavera.

uno sfottò rinascimentale

giottoAA

Gli sfottò erano in auge anche in pieno rinascimento e ne è una prova proprio in Firenze la culla di quel periodo culturale.
Il duomo di Firenze,  credo l’abbiate in mente tutti, ecco proprio lì c’è uno sfottò.
Mappa
Esterno della cattedrale lato sinistro dove la navata si congiunge con le cupole laterali, la chiesa è a forma di croce.
Sotto il ricamo che poida luogo al tetto ci sono tre archi e nello sguancio tra il secondo e il terzo una macchia bianca.
Con una attenta osservazione si possono  scorgere due corna e un muso il tutto in marmo bianco di Carrara, un toro.
toroAASi racconta che nella casa di fronte abitasse un fornaio con una moglie molto avvenente.
Come sapete il fornaio la notte panifica e la moglie se la intendeva col mastro muratore che tirava su la facciata del duomo.
Lo sfottò, il mastro fece scolpire la testa di un toro cornuto e lo face murare lì di fronte alla finestra del fornaio.
Il poveretto così ogni volta che si affacciava non poteva fare a meno di consolarsi con quella vista.
Se capitate a Firenze munitevi di pazienza e cercatelo.

tempo barlaccio

erbacciaAA

Stamani il tempo non promette nulla di buono, la valle si è chiusa.
Nebbia che sale e nubi basse, niente di buono.
Il bar chiuso per incidente della barista e saltato l’appuntamento con la comune di passatempo
e allora
Sono appena tornato da Giovanni il pastore.
lasciato il pik dopo venti minuti di salita tra faggi e abeti l’ho trovato intento ad assistere il parto della Bianchina.
Bello camminare, lascia il tempo di pensare, di immaginare e ricordare.
Tempi di nascita, Pasqua è vicina e per chi fa questo lavoro è il tempo della raccolta.
Credo che conosca per nome tutte le pecore un centinaio più le capre.
Siamo scesi giù insieme, lui con l’agnello in braccio e la Bianchi dietro.
Li porta nella nurs dove un belato infantile ci ha accolto.
Allungato la mano oltre lo steccato divisorio sono stato accarezzato da diverse lingue calde e ruvide.
Buona la ricotta fresca su pane abbrustolito.

Come sei lunga bimba mia

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Fino all’ora l’avevo sempre vista in macchi a metà busto
Un saluto con la mano e tutt’al’più due parole a finestrino semi aperto.
La Galina è arrivata nella borgata dopo l’Epifania, figlia adottata da Attilio.
Quando si è messo con la Russa ha dovuto prendere tutto il pacco,sembra che vada alla grande il menage familiare.
L’altra mattina quando mi ha chiamato ero sotto il PIK ha fare manutenzione con un tappo dell’olio che non voleva svitarsi.
– Andrea
Con la coda dell’occhio ho visto due stivaletti e mi sono tirato su.
Ho dovuto tirare indietro la testa dallo stupore, Galina è almeno un metro e novanta, bionda con un sorriso speciale
– Ammazza bimba come sei lunga!!!!!
Il suo sorriso è venuto ancor più luminoso:
-Babbo lasciato a Bologna?
– Si, ha tanto lavoro.
Appoggiato alla turbina spazzaneve ci siamo conosciuti meglio con più di due chiacchere. Una ragazza speciale e senz’altro si troverà alla grande tra noi:
– oggi ti aspetto per il cicchetto sul muretto dalla Rosalba!!!!

buona notte piccolo

fringuelli e neveAA

Tanto tempo fa si racconta che un piccolo fringuello sfuggi dalle fauci di un feroce gatto, ma riportò la frattura di un’ala. Poverello il tempo passava ma l’ala non accennava a permettergli di volare a lungo.Si avvicinava l’autunno il tempo di lasciare le foreste Celtiche del nord e volare in lidi più caldi.
Decise di chiedere rifugio ad un grosso faggio ma il signor faggio lo schernì:
– non ho tempo da perdere con i pidocchi
La quercia:
_ ho da pensare alle ghiande quasi mature
Il ciliegio:
– ho da colorarmi tutto e fare una bella figura per questo novembre
Il castagno:
– ho troppo da pensare a questi cardi e alle castagne
Il Frassino:
– Ho da frustare l’aria quando tira vento
Il Nocciolo:
– ho i primi fiori da tirare su
Il fringuello infine si rivolse al vecchio e curvo pino
Commosso lo accolse in una piega del tronco e così affrontarono il rigido inverno
ma…..la madre Natura che aveva ascoltato tutta la storia fu implacabile, punì quegli alberi così poco ospitale facendogli cadere tutte le foglie.

Il pino si sentì fiero di conservare i suoi aghi così a lungo beffeggiatida tutti gli alberi e arbusti del bosco.
Buon Gennaio voi cavalieri del web che passate di qui