VENERDÌ DELLA XXX SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)
Nel Vangelo di oggi, risuona forte la voce del Padre che per ogni figlio fa di tutto. Figlio, è la parola che Gesù usa per dirci chi era quel malato per Lui, chi siamo noi per Lui.
Figli vuol dire essere nella mente e nel cuore di qualcuno; figli è vivere la fiducia che i tuoi si prenderanno cura di te. Dobbiamo chiedere al Signore di essere capaci di vivere da figli.
Alcuni di voi sono genitori, nonni e spesso andando avanti nella vita, si dimentica il ruolo di figlio. Oggi il Signore ci invita a recuperarlo, perché la nostra prima esperienza di fiducia, comincia dall’essere figli, per poi diventare generatori di vita.
Anche se la nostra esperienza da figli può non essere stata bella, se il nostro passato ha incontrato ferite, proprio da chi non pensavamo; non lasciamo che queste siano l’ultima parola in noi, viviamo da figli guariti dal Padre. Figli guariti dall’amore di Dio, anche in quel dolore inespresso, come l’uomo del Vangelo di oggi che non dice nulla, ma il Signore sa.
Dio tuo Padre sa, non c’è al mondo persona che possa conoscerti di più, perché tu sei prima figlio e poi uomo o donna, e poi tutto il resto, la tua dignità è in Lui, e questa è la Sua meravigliosa promessa.
“Signore,
eccomi da figlio accanto a Te,
quasi in punta di piedi,
bisognoso di amore, bisognoso di Te.
Aiutami a sanare il mio cuore
da quel dolore che il tempo mi ha lasciato.
Tu, sole di giustizia,
sei venuto a rimettere in piedi la mia vita,
così che io possa camminare
e dire al mondo:
non temo più ciò che è stato,
ora so che Dio mi ha risanato.
Dio della mia vita,
aiutami ad essere figlio,
così da dirti una delle parole più belle al mondo: Padre.”